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CAPITOLO 1 LA CARDIOPATIA ISCHEMICA: NOZION

2.2 La terapia trombolitica

2.2.2 l’approccio fibrinolitico endovenoso: farmaci ed evoluzione

Dal punto di vista dell’approccio farmacologico allo STEMI, l’attenzione in seguito a questi primi studi si è spostata verso farmaci fibrinolitici che consen-

tissero una maggior maneggevolezza, sia in termini di sicurezza sia di effica-

cia; il farmaco storico nell’ambito dei fibrinolitici è la streptochinasi (SK), una

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nogeno, alterandolo e innescando così una cascata di attivazione della plasmi-

na, in modo non-fibrina specifico.

Il trial GUSTO-I (Global Utilisation of Streptokinase and Tissue Plasminogen

Activator for Occluded Coronary Arteries) ha dimostrato che il ripristino mi-

gliore e più rapido della pervietà nell'arteria responsabile di infarto è stato ot-

tenuto con l’uso di t-PA rispetto a SK; tale miglioramento si traduceva in una

riperfusione coronarica più rapida, una migliore funzione ventricolare sinistra,

e una migliorata sopravvivenza7, 8.

Il primo t-PA a essere prodotto mediante tecnologia ricombinante e il primo

disponibile in quantità sufficienti per rendere fattibili ampi studi clinici è stato

l'alteplase; il trial TIMI-1 (Thrombolysis in Myocardial Infarction) è stato il

primo importante programma di studio clinico per valutare l’efficacia del trat-

tamento con alteplase per STEMI. TIMI-1 ha inaugurato l'era della terapia fi-

brinolitica stabilendo la superiorità dell' alteplase su SK nella terapia in infu-

sione endovenosa, per il raggiungimento della pervietà e la riperfusione dell’arteria colpita a 90 minuti9

.

L'introduzione di alteplase è stata seguita dallo sviluppo di rt-PA di seconda e

terza generazione: Reteplase, Lanoteplase e Tenecteplase. Questi agenti sono

stati progettati per migliorare sia la proprietà plasminogeno - attivante sia la

specificità per la fibrina, in uno sforzo per aumentare sia i tassi di pervietà sia

ridurre al minimo le complicanze emorragiche derivanti dal consumo indi-

scriminato di fibrinogeno10. Tutti questi nuovi rt-PA hanno una più lunga emi-

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Mentre lo sviluppo di Lanoteplase è stato interrotto a causa dei risultati di un

trial clinico indicanti un tasso di emorragia intracranica doppio rispetto alte-

plase12, Reteplase e Tenecteplase sono parte del pannello di farmaci fibrinoli-

tici approvati (insieme con alteplase e SK) attualmente disponibili per la ge-

stione di STEMI. Un vantaggio chiave di questi nuovi agenti è la loro prolun-

gata emivita, che consente la somministrazione in bolo piuttosto che il dosag-

gio tramite infusione continua10. Una sintesi della farmacologia e delle carat-

teristiche distintive di dosaggio dei rt-PA attualmente utilizzati per la terapia

fibrinolitica in STEMI appaiono nella Tabella .

Alteplase Reteplase Tenecteplase Streptochinasi

Emivita plasmatica (min) 3,5 (1,4) 14 (6) 17 (7) - Clearance plasm. (ml/min) 572 (132) 283 (101) 151 (55) -

Somministrazione Bolo + infusione

90min(1)

Doppio bolo, 30 min di distanza

Bolo singolo Infusione per 30- 60 min

Aggiustamento per il peso

Si No Si No

Dose ≤100mg(1) 10U + 10U 30-50mg(2) 1,5 milioni U

Specificità per la fibrina(3) ++ + ++++ Nessuna TIMI 3 a 90 min, % dei pazienti(4) 45,2 59,9 54 29-38 62,7 62,8

Tabella 1 – proprietà degli agenti fibrinolitici derivati da t-PA 11: (1)

: Bolo: 15mg. Infusione: 0,75mg/kg, non superando 50mg in 30minuti; 0,5mg/kg, non superando 35mg nell’ora successiva.

(2)

: dipende dal peso del paziente. (3)

: scala semiquantitativa basata sulla deplezione di fibrinogeno ed altre misure di anticoagulazione siste- mica.

(4)

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Gli importanti risultati del trial TIMI-1 al momento sono stati confermati e

ampliati da numerosi studi condotti negli ultimi 2 decenni. I risultati collettivi

di questi studi supportano una relazione tra la riperfusione ottenibile con far-

maci fibrinolitici ricombinanti e la riduzione della mortalità associata a STE-

MI.

Il trial GUSTO-I ha dimostrato che una infusione accelerata (anche indicata

come “front-loaded”) di alteplase comportava una mortalità a 30 giorni signi-

ficativamente più bassa rispetto a regimi con SK (6,3% vs 7,3%, RR = 14%,

95% CI 5.9- 21.3, P = 0.001) ed ha anche portato ad un endpoint combinato di

morte o di ictus disabilitante significativamente più basso (6,9% vs 7,8%, P =

0.006)7. I risultati angiografici di questo stesso studio hanno indicato che la

pervietà precoce (TIMI flow 2 o 3 a 90 minuti) dell’arteria correlata all'infarto

si è verificata più spesso con alteplase rispetto a SK (81% vs 54% -73%, P <

0,001 o 0,032, secondo il regime di trattamento) e che, tra tutti i pazienti, chi

raggiungeva la riperfusione completa (TIMI flow di grado 3 a 90 minuti) ha

presentato un minore tasso di mortalità a 30 giorni rispetto agli altri (4,4% vs

8,9%, P = 0.009). Questi risultati angiografici supportano il ragionamento per

cui il tasso di mortalità a 30 giorni più basso osservato con alteplase rispetto ai

regimi con SK in GUSTO-I risultano in un maggiore miglioramento della fun-

zione ventricolare sinistra a causa del precoce ripristino della pervietà nell'ar-

teria infartuata8.

I trials RAPID e RAPID-II (Reteplase vs Alteplase Patency Investigation Du-

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menti con Reteplase e alteplase nei pazienti con STEMI, in base ai risultati

angiografici. I risultati dello studio RAPID hanno rivelato un tasso migliore di

TIMI flow grado 2 o 3 a 60 minuti con Reteplase (somministrato in 2 boli) che

con alteplase in infusione standard (78% vs 66%, P = 0,079)13. Nello studio

RAPID-II, la completa riperfusione (TIMI flow 3) a 90 minuti si è verificato

in 59,9% dei pazienti trattati con doppio bolo Reteplase vs 45,2% di quelli

trattati con infusione “front-loaded” di alteplase (P = 0,011)14. I risultati collet-

tivi dei due trial RAPID hanno mostrato che la pervietà nell' arteria correlata

all'infarto è stata raggiunta più rapidamente e più efficacemente con Reteplase

che con alteplase; una recente analisi di un pool di dati provenienti dai trial

RAPID e RAPID-II ha rilevato che in pazienti demograficamente classificati

con TIMI flow di grado 3 al termine della procedura iniziale, la mortalità a 30

giorni era significativamente inferiore con Reteplase che con alteplase (2,6%

vs 5,7%, P < 0,01)15.

Mentre i trial RAPID valutavano, e sono stati ottimizzati, per endpoint angio-

grafici, il trial INJECT (International Joint Efficacy Comparison of Thrombol-

ytics) e il trial GUSTO-III erano programmi molto più estesi destinati a valuta-

re direttamente endpoint clinici ottenuti con il Reteplase. INJECT, ottimizzato

come studio di equivalenza per determinare l'effetto del trattamento con Rete-

plase vs SK sulla sopravvivenza dei pazienti con STEMI, ha dimostrato che il

Reteplase era almeno altrettanto efficace della SK nella riduzione della morta-

lità a 35 giorni associata a STEMI (9,02% vs 9,53%, 95% CI 1,98% -96%)16.

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bolo di Reteplase vs l'infusione accelerata di alteplase, ha trovato poca diffe-

renza clinica tra i due agenti, compresi analoghi tassi di mortalità a 30 giorni

(7,47% vs 7,24%, P = 0,54)17.

Più recentemente, gli studi sulle possibilità di riperfusione farmacologica per

STEMI si sono concentrati oltre che su nuovi agenti fibrinolitici, anche su

nuovi regimi di somministrazione che coinvolgono terapie aggiuntive, nel ten-

tativo di ottimizzare l'efficacia e la sicurezza con la quale è ripristinata la per- vietà nell’arteria colpita. Gli studi ASSENT (Assessment of the Safety and Ef- ficacy of a New Thrombolytic Regimen) hanno valutato i trattamenti per

STEMI con Tenecteplase, sia come monoterapia fibrinolitica rispetto alteplase

sia in regimi combinati sia coinvolgenti varie terapie adiuvanti antitrombini-

che e antiaggreganti piastriniche. Nel trial ASSENT-2 , Tenecteplase, sommi-

nistrato come bolo singolo corretto per il peso, è stato associato con sostan-

zialmente la stessa la mortalità a 30 giorni dell’infusione accelerata di altepla-

se (6,18% vs 6,15%); i tassi per l'endpoint combinato di morte o stroke non fa-

tale a 30 giorni erano simili per i due farmaci18. Nello studio ASSENT-3 pa-

zienti con STEMI sono stati randomizzati per 1 di 3 regimi terapeutici a base

di Tenecteplase: a) dose piena di Tenecteplase e l’eparina a basso peso mole- colare enoxaparina, b) metà dose di Tenecteplase che l’inibitore della glico- proteina IIb / IIIa Abciximab, c) dose piena di Tenecteplase con eparina non

frazionata (UFH). il tasso di eventi complessivo per l'endpoint composito di

morte, reinfarto, o ischemia refrattaria a 30 giorni era simile per i regimi di as-

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significativamente inferiori a quello osservato per il regime contenente l'UFH

(15,4%, P = 0,0002 e P < 0,0001, rispettivamente)19. Ad 1 anno, tuttavia, non

vi era alcuna differenza nella mortalità tra i 3 gruppi di trattamento, con tassi

di 8,1%, 9,3% e 7,9% osservati rispettivamente per i bracci con enoxaparina,

Abciximab, e UFH 20. Coi risultati del trial GUSTO-V, è stato valutato anche

un trattamento per lo STEMI basato su un regime con Reteplase in combina-

zione con Abciximab, dimostrando tassi di mortalità a 30 giorni equivalenti

sia con dose ridotta di Reteplase più Abciximab sia con dose standard di Rete-

plase da solo (5,6% vs 5,9%)21.

Mentre la combinazione di fibrinolitici e terapie aggiuntive può essere la chia-

ve per migliorare la riperfusione coronarica e ridurre la morbilità e la mortalità

nella gestione dello STEMI, deve ancora essere realizzato il miglior regime di

agenti fibrinolitici e aggiuntivi. Una delle scoperte più importanti degli studi

condotti sin dal TIMI-1 che è la terapia con rt-PA somministrabile in bolo è efficace quanto l’alteplase, che è somministrato per via endovenosa. I due a- genti fibrinolitici in bolo, Reteplase e Tenecteplase, hanno dimostrato ciascu-

no equivalenza o superiorità in termini di endpoint clinici selezionati mante- nendo un analogo tasso di mortalità rispetto regimi d’infusione accelerata con alteplase. Ad esempio, il trial GUSTO-III ha concluso che il trattamento con doppio bolo di Reteplase e l’infusione accelerata di alteplase portano a tassi simili di mortalità a 30 giorni, come già osservato, e tassi simili di stroke e-

morragico, di endpoint combinato di morte e di stroke (fatale o invalidante), e

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boli di Tenecteplase, corretto per il peso del paziente, con alteplase in dosi “front-loaded”, ha scoperto che ogni terapia raggiungeva un tasso simile di TIMI flow 3 a 90 minuti22. Tuttavia, la riperfusione ottimale e la sicurezza nel

braccio Tenecteplase sono stati associati con una risposta alla dose in base all’aggiustamento per peso; una tendenza all'aumento di gravi emorragie è sta- ta osservata per il range di dose massima (> 0,55 mg / kg) indipendentemente dall’aggiuntiva delle dosi di eparina22

. In generale, la terapia in bolo è più

conveniente da amministrare di quella in infusione a velocità variabile, e rap- presenta quindi un’opzione di trattamento più attraente, soprattutto in conside- razione delle situazioni di emergenza, che molto spesso sono una parte della

gestione dello STEMI.