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PARTE II La ricerca empirica

4. La fase empirica

4.1. L’ascolto di testimoni qualificati

La costruzione dello strumento di indagine, ovvero la traccia delle interviste e la griglia osservativa, sono stati preceduti da un intenso lavoro di preparazione al campo. La necessità di comprendere diversi aspetti della realtà che mi accingevo ad esplorare insieme alla mia scarsa conoscenza delle pratiche oggetto d’indagine (mi avvicinavo da neofita sia al poker che alle

Fase I

Comprendere il ruolo delle istituzioni nel processo di etichettamento (commitment)

 interviste a testimoni chiave

 partecipazione a eventi di sensibilizzazione, interventi

di educativa di strada e raccolta di documentazione relativa a normativa regionale e progetti attivi

Fase II

Comprendere il punto di vista dei giocatori

 interviste semi-strutturate

• scommettitori

• pokeristi

 osservazione partecipante

• centro scommesse (coperta)

• sala poker (palese)

 materiale empirico supplementare

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scommesse sportive47) ha richiesto il confronto con persone in grado di

aiutarmi a fare chiarezza su alcune dimensioni ritenute fondamentali. Ho quindi preso contatto e realizzato alcune interviste semi-strutturate e colloqui a testimoni privilegiati e persone ritenute esperte in materia di gioco d’azzardo.

Testimoni privilegiati (o qualificati) sono considerate quelle persone chiamate in causa, specialmente durante la fase preliminare della ricerca, in quanto detentori di informazioni su certi argomenti (Palumbo e Garbarino, 2006). Ho quindi considerato testimoni privilegiati quelle persone che ritenevo avessero una conoscenza dettagliata del mio argomento d’indagine alla luce del loro ruolo istituzionale o del loro essere insider nel mondo esplorato. La scelta di guardare a una popolazione giovanile e non adulta ha fatto sì che l’individuazione degli esperti si muovesse su più fronti. Per questo le interviste si sono rivolte a una pluralità di soggetti (24 interviste in totale) inerenti il mondo del gioco d’azzardo, dei consumi e della popolazione giovanile. I tipi di intervistati sono stati raggruppati in quattro diverse categorie:

- figure educative di riferimento per i ragazzi (come insegnati ed educatori): la scelta di sentire queste figure era funzionale sia a comprendere quanto il fenomeno del gioco d’azzardo era sentito ed era un argomento percepito come pregante nella vita dei ragazzi, sia per comprendere quali fossero le principali necessità sentite da questa fascia di popolazione specificatamente al momento della vita in cui si trovano.

- figure inerenti il mondo della prevenzione, cura e trattamento dipendenza da GAP (operatori del SerT, psicologo privato, ex giocatori, associazioni che si occupano di sensibilizzazione alla tematica, manager di progetti di prevenzione per il gioco rivolti a giovani). Queste interviste erano guidate a comprendere la portata del fenomeno all’interno del territorio, capire quante persone avessero problemi di gioco, quale era la percezione del territorio, come si lavorava con i giovani in un’ottica di prevenzione e di trattamento. In maniera particolare le interviste agli ex giocatori (Giocatori Anonimi) erano di fondamentale importanza per capire quale fosse il vissuto

47 In realtà ho imparato a giocare a poker all’italiana quando ero ancora una bambina ma del poker alla texana e della forma a soldi non avevo alcuna conoscenza. Le scommesse sportive non le avevo invece mai fatte e non ero nemmeno mai entrata in una sala scommesse.

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di persone che da giocatori d’azzardo erano “diventati” giocatori d’azzardo problematici.

- figure che lavorano nel mondo dell’azzardo (commessi e possessori di sale scommesse/poker): queste persone hanno non solo una conoscenza approfondita dello specifico gioco d’azzardo ma hanno anche uno stretto contatto con i giocatori. Infine le interviste agli esercenti erano volte a comprendere non solo la frequenza dei ragazzi nelle sale, ma anche quale fosse la loro percezione del modo in cui questi giocavano e vivevano le sale. - figure istituzionali che si occupavano a livello legislativo del gioco d’azzardo nel contesto emiliano romagnolo: ho quindi parlato con un consigliere regionale e con un responsabile amministrativo della regione per comprendere l’attuale quadro legislativo in riferimento al gioco d’azzardo e per avere una disamina più approfondita delle azioni compite e dei progetti realizzati e potenziali, attuati nelle diverse province.

Insieme a queste testimonianze sono state raccolte leggi regionali, materiale informativo e qualsiasi documento inerente il mondo del gioco d’azzardo all’interno della Regione. Ho inoltre presenziato ai vari incontri o giornate informative a cui mi era stata data la possibilità di partecipare (come incontri nelle scuole, serate di presentazione, incontri di sensibilizzazione, conferenze spettacolo).

Queste prime interviste si sono rivelate fondamentali su due altri fronti. All’interno dell’approccio di ricerca che ho designato la raccolta delle interviste ai testimoni privilegiati rivestiva un doppio ruolo. Infatti l’ascolto della voce di questi testimoni era fondamentale non solo in sede di progettazione del lavoro empirico con i giovani ma si dimostravano centrali sia in sede di elaborazione teorica che pratica. Per quanto riguarda il primo aspetto nella Labeling Theory di Becker le norme sociali per funzionare hanno bisogno di qualcuno che la faccia rispettare. Se da un lato gli imprenditori morali si definiscono come un'organizzazione individuale, di gruppo o formale che cerca di influenzare un gruppo per adottare o mantenere una norma (Becker, 1995), dall’altra secondo Becker tutte le persone possono essere potenzialmente imprenditori morali in quanto capaci di esprimere un giudizio (apporre un’etichetta) al comportamento delle altre persone. Sul lato

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pratico è stato grazie a queste relazioni che è stato possibile prendere contatto con i primi intervistati e le figure che poi hanno fatto da gatekeeper per il mio accesso al campo. Infatti Le interviste agli scommettitori sono iniziate a partire da una giornata di sensibilizzazone sul gioco d’azzardo realizzata in collaborazione con i Giocatori Anonimi di Bologna in un istituto scolastico Bolognese. Finito l’incontro insieme al referente di GA, mi sono fermata a parlare con lui e con un gruppo di altri ragazzi. In quell’occasione un ragazzo aveva ammesso di fare le schedine. Spiegatogli il motivo della mia presenza a quell’incontro gli ho chiesto se fosse stato disposto a fare un intervista con me fuori dall’ambiente scolastico. Questo primo contatto insieme a quello avuto con un altro ragazzo che in mia presenza si era autodefinito scommettitore48 hanno costituito primi due intervistati da cui è proseguito un

campionamento a palla di neve.

Per il poker il primo campionamento è avvenuto sempre all’interno di un istituto scolastico di Forlì. In questo caso a fare da riferimento è stata una insegnante che mi ha messo in contatto con un suo ex alunno che sapeva giocare a poker già ai tempi della scuola. Questo ragazzo si è rivelato particolarmente importante per il mio lavoro in quanto amico del possessore di una sala poker della città su cui poi avrei condotto anche la fase di osservazione partecipante.

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