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Capitolo 3 – Applicazione della metodologia HBIM

3.2 L’attività di rilievo applicata al caso studio

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Figura 3.2: Esempio di documentazione inviata, Piano terra ala Parella – Fonte: Documentazione fornita

Il primo approccio alla modellazione, dunque, è avvenuto scalando la documentazione fornita ipotizzando la dimensione di una apertura. Non riuscendo però a mantenere una adeguata risoluzione e definizione delle immagini riguardanti piante e prospetti, a causa della scarsa qualità dei file ricevuti, queste sono state importate all’interno di Autodesk AutoCAD, dove sono state scalate e ricondotte ad elementi di grafica vettoriale.

Figura 3.3: File .dwg, Piani interrati ala Parella – Fonte: Elaborazione propria

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Figura 3.4: File .dwg, Piano terra ala Parella – Fonte: Elaborazione propria

Successivamente i file .dwg ottenuti per la parte di manufatto di interesse sono stati importati nel software Autodesk Revit, in cui è stata eseguita la modellazione.

La prima modellazione è avvenuta tramite la realizzazione di masse che rappresentano i vari manufatti che costituiscono il complesso del Santuario di San Giovanni d’Andorno.

In particolare, nei documenti inviati è stato possibile prendere visione unicamente della parte riguardante l’ala Parella e l’edificio adibito ad albergo. La pare della chiesa è risultata completamente assente dalla documentazione inviata. Per tale ragione, le masse rappresentate sono state realizzate tenendo conto delle informazioni note e contraddistinte con una colorazione differente:

 Verde riferito all’ala Parella, in particolare ai livelli di interesse progettuale;

 Azzurro riferito alle parti del manufatto di cui è stata fornita in parte la documentazione;

 Rosso riferito alle parti del manufatto di cui non è stata fornita documentazione e dunque è stata completamente ipotizzata.

Il modello iniziale, dunque, presenta un livello di dettaglio minimo, caratterizzato unicamente da volumetrie. Riconducibile quindi ad un livello di dettaglio simbolico, descritto secondo la UNI 11337 da un LOD A.

Figura 3.5: Modellazione masse in ambiente Autodesk Revit – Fonte: Elaborazione propria

Al fine di fornire e inquadrare all’interno di un contesto paesaggistico il manufatto è stato utilizzato il portale online CADmapper, che fornisce file .dwg tridimensionali del territorio. Indicando all’interno del portale l’area di interesse è possibile scaricare un file .dwg che la rappresenta tramite una superficie tridimensionale. Tale file è stato importato nel software Autodesk Revit e, tramite la funzione “Superficie topografica” è stato realizzato un contesto per il manufatto. Il livello di dettaglio e l’accuratezza risultano essere notevolmente bassi, così come la precisione nel posizionamento e l’orientamento nei confronti del manufatto in quanto non è stato possibile individuare dei riferimenti adeguati. L’inserimento è avvenuto in maniera piuttosto casuale e poco veritiera. L’obiettivo è stato quello di fornire un contesto al modello, in quanto non è stato possibile disporre di un DTM o di un rilievo del territorio adeguato e preciso.

Figura 3.6: File .dxf terreno ricavato da CADMapper – Fonte: Elaborazione propria

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La prima iterazione della realizzazione del modello è stata dunque principalmente simbolica, con un’affidabilità bassa ed un livello di dettaglio poco approfondito.

Il passaggio successivo è stato quello di tentare di incrementare il livello di dettaglio, basandosi sempre sulla documentazione fornita, e dunque ipotizzando numerosi aspetti a causa dell’impossibilità di recarsi sul campo. In tal caso sono state realizzate le chiusure e le partizioni verticali e orizzontali come semplici muri di base, mentre, per le aperture riportate nella documentazione fornita sono state semplicemente realizzati nel modello dei varchi. Il livello di dettaglio è rimasto sempre poco approfondito, riconducibile secondo la norma UNI 11337 ad un LOD B: molto approssimato e con una affidabilità bassa. Ad ogni modo ha permesso di prendere maggiore consapevolezza degli spazi e dei locali, evidenziandone le zone critiche rispetto alle quali, dalla documentazione fornita, non è stato possibile comprendere l’effettiva disposizione spaziale.

Figura 3.7: Modello tridimensionale dell’area oggetto di progettazione, LOD B - Fonte: Elaborazione propria

L’ultima fase di conoscenza e rilievo del manufatto si è svolta sul campo attraverso un sopralluogo. In tale occasione è stato possibile prendere atto di tutto il complesso del Santuario di San Giovanni d’Andorno, focalizzando l’attività di misurazione e conoscenza principalmente sull’ala Parella.

In tale occasione è stato possibile accedere all’archivio storico e ricavare diverse informazioni sulla storia dell’intera struttura. La consultazione ha portato a conoscenza di elaborati progettuali del tempo riguardanti alcuni particolari costruttivi, informazioni impiantistiche e aspetti geometrico dimensionali.

Figura 3.8: Disegni componenti strutturali Palestra – Fonte: archivio Santuario San Giovanni d’Andorno

Figura 3.9: Prospetto Palestra - Fonte: archivio Santuario San Giovanni d’Andorno

È stata svolta un’attività di misurazione e rilievo delle zone interessate alla riqualificazione progettuale dell’ala Parella. La strumentazione utilizzata ha previsto l’uso di una livella metrica con precisione millimetrica e un disto anch’esso di precisione millimetrica. Le misure effettuate sono state registrate su apposita documentazione cartacea ottenuta sulla base dei documenti precedentemente messi a disposizione.

L’attività di rilievo ha permesso di prendere atto di tutti gli spazi e della distribuzione dei locali rimasti incerti. Inoltre, sono stati annotate informazioni riguardanti lo stato di conservazione, i materiali e le finiture, le tipologie costruttive presenti, l’eventuale passaggio di impianti o la presenza di cavedi. In tal modo, il modello tridimensionale

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realizzato in precedenza è stato modificato e notevolmente arricchito di informazioni grafiche e di dati, permettendo di raggiungere un livello di dettaglio e di affidabilità decisamente maggiore rispetto alle fasi precedenti, un LOD C secondo la normativa UNI 11337.

Figura 3.10: Modello tridimensionale dell’area oggetto di progettazione, LOD C - Fonte: Elaborazione propria

L’attività di rilievo si è svolta in maniera iterativa, la conoscenza e la consapevolezza del manufatto è aumentata progressivamente grazie alle informazioni raccolte progressivamente nel tempo. Si è notato come l’affidabilità del modello che ha l’obiettivo di riprodurre un manufatto esistente sia di notevole importanza, in quanto non sempre è facile e immediato poter reperire tutte le informazioni necessarie al fine di sviluppare in maniera adeguata un progetto.

La metodologia HBIM, basata appunto sulla ricostruzione storica del patrimonio esistente sia da un punto di vista tridimensionale che da un punto di vista informativo diviene notevolmente importante al fine di permettere la riproduzione e realizzazione di un digital twin quanto più vicino alla realtà. Per tale ragione, oltre agli aspetti formali e geometrici, in ambito BIM, la componente informativa assume una rilevanza notevole.

In tal caso, per quanto riguarda il patrimonio storico costruito, l’affidabilità e la trasparenza degli elementi presenti nel modello risulta essenziale, per tale ragione il Level of Reliability appare come un parametro di fondamentale interesse e necessità.

Nel paragrafo a seguire è illustrata la proposta di definizione del LOR, sviluppata a seguito dell’approccio sperimentale adottato nell’attività di rilievo del presente caso studio.

3.3 Una proposta di standardizzazione del LOR come