Capitolo 4 – Stato dell’arte del manufatto
4.1 Il territorio della Valle Cervo
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Figura 4.1: Valle Cervo – Fonte: www.pinterest.com
L’origine della valle è di tipo glaciale, con versanti stretti e ripidi i cui confini vengono individuati da una catena di montagne continua. Comprende dieci comuni che si estendono lungo l’intera valle, che è divisibile in due parti: la bassa valle che comincia dal piccolo centro abitato di Passobreve fino a Biella.
Presenta una morfologia più ampia e aperta in cui i centri urbani hanno una maggiore estensione ed una maggiore concentrazione dovuta alla presenza di alcuni insediamenti produttivi come lanifici e cappellifici, sviluppatisi dall’Ottocento. L’alta valle, zona in cui è presente il Santuario, presenta un territorio più spigoloso e aspro dovuto in particolare all’azione modellante del ghiaccio.
Il torrente Cervo, il cui nome deriva da un’interpretazione errata di un antico toponimo alemanno che indicava semplicemente lo scorrere dell’acqua, è arricchito da numerosi affluenti che confluiscono da entrambe le sponde. Lungo gli affluenti è possibile osservare la varietà litologica e geomorfologica dell’area che presenta tipologie di rocce differenti, da quelle granitiche alle sieniti.
Il territorio biellese rappresenta un’area di interesse storico e antropologico fin dall’epoca romana. Si stanziarono popolazioni liguri e celtiche dedite alla caccia, alla pesca e alla pastorizia principalmente nelle regioni subalpine e collinari, nei territori
limitrofi ai corsi d’acqua. Il primo documento storico che parla della valle di Andorno è dell’anno 963 in cui si parla di un lascito dell’imperatore Ottone I al conte Aimone di Vercelli. Da una bolla di Papa Innocenzo III del 1207 è possibile dedurre la presenza nell’alta valle di comunità organizzate.
Nei tre secoli successivi il territorio, come si evince da alcune testimonianze a noi pervenute, fu caratterizzato da tensioni interne dovute al controllo dei pascoli e alle influenze e predomini mercatali tra Andorno e Biella. Gli attriti si ridussero quando nel 1621 il duca Carlo Emanuele I di Savoia creò il marchesato di Andorno. Negli anni successivi, prima la peste nel 1629 e poi l’invasione spagnola nel 1649 misero in crisi il territorio. Nonostante ciò, la percorribilità del territorio, la presenza di pascoli, risorse minerarie e boschive, la vivacità dei commerci e la nascita di attività artigianali legate alla metallurgia e ai lanifici fecero sì che la popolazione aumentasse grazie all’immigrazione dalle valli limitrofe. Per tali ragioni fino all’Ottocento la comunità di Andorno rivaleggiava con quella di Biella, fino a quando non iniziò a registrarsi un’inversione di tendenza dovuta in primis allo smembramento del marchesato. A partire dal Novecento iniziò l’emigrazione dei nuclei familiari dalle zone montane, considerate luoghi di villeggiatura estiva, verso i territori più a valle in cui la presenza di fabbriche forniva lavoro e possibilità di sviluppo.
In questo modo la popolazione dell’Alta Valle si è notevolmente ridotta a favore di quella della Bassa Valle. Dal 2001 al 2015 l’andamento della popolazione nell’Alta Valle si è mantenuto costante, con un indice di natalità basso, una crescita demografica nulla e un invecchiamento della popolazione generalizzato. La popolazione giovanile punta a spostarsi verso le città per ragioni di lavoro e studio contribuendo così allo spopolamento delle zone.
Dal punto di vista climatico nella valle si intercettano spesso masse d’aria calda e umida provenienti dalla pianura che generano condizioni di nebulosità e piogge soprattutto in autunno e nel mese di maggio che producono piene nei corsi d’acqua. In estate sono più frequenti eventi meteorici localizzati contraddistinti da piogge brevi e intense. Si ha un clima oceanico che dà vita ad una flora e ad una fauna caratteristiche del territorio delle Alpi piemontesi.
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Figura 4.2: Vista Valle Cervo – Fonte: www.newsbiella.it
La Valle Cervo, trovandosi in provincia di Biella, è prossima a numerose e svariate attrazioni che favoriscono l’attività del turismo. La bellezza e la varietà del territorio è dovuta sia alla presenza di elementi naturali come i rilievi alpini, le praterie delle Baragge, l'orografia della Serra, i panorami del Tracciolino che alla presenza di architetture rurali come i muri a secco, il Santuario di Oropa e il Ricetto di Candelo. Il patrimonio naturalistico si contraddistingue per la presenza di riserve naturali e aree protette come il giardino storico all'inglese della Burcina, l'area protetta dell'Oasi Zegna, la Val Sessera e la Valle Cervo, la Riserva Naturale Speciale della Bessa e la riserva delle Baragge. Inoltre, nella valle Cervo, nota anche come la zona degli "scalpellini" e della sienite, è ancora presente la testimonianza della cultura e dell’architettura locale rinomata per le caratteristiche abitazioni in pietra. Altra caratteristica del territorio è la forte spiritualità dovuta alla presenza di luoghi di devozione come il Santuario di Graglia, il Santuario di San Giovanni d’Andorno e il Santuario Mariano di Oropa, uno dei più importanti d'Europa, inserito nella Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa e che fa parte del complesso monumentale tutelato dall'UNESCO. Tutte queste attività
prettamente turistiche vengono affiancate da una vasta offerta di strutture ricettive come rifugi, bivacchi e foresterie presenti nel territorio montano.
Il biellese, in particolare la Valle Cervo, appare pertanto come un territorio naturalistico di notevole pregio, denso di storia e cultura, in cui l’essere umano ha la possibilità di avvicinarsi e scoprire il piacere e la dolcezza della natura. Nonostante i territori montani stiano subendo un continuo spopolamento è bene preservare queste aree, mantenendo in vita le strutture presenti, rendendole il fulcro di nuovi ed innovativi flussi turistici che gli permettono di continuare a vivere nel corso del tempo.
Figura 4.3: Vista della Valle Cervo – Fonte: www.montagnabiellese.com
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