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PRODUZIONE LATTIERO-CASEARIA

1.1.2.5 L’industria alimentare

L’industria alimentare ligure rappresenta una quota del settore manifatturiero regionale pari al 20% in termini di unità locali ed al 12% in termini di addetti. Nel periodo 1991-2001 ha registrato una crescita consistente per quanto riguarda le unità locali (+19,4%), mentre ha ridotto dell’1,2% gli addetti totali. Tale andamento tuttavia si può considerare complessivamente positivo, in particolare se rapportato ai risultati registrati nelle aree di riferimento (Nord Ovest e Italia), nonché all’andamento del settore manifatturiero regionale, che continua a registrare una forte contrazione dello stock delle unità locali e degli addetti (rispettivamente –2,2% e –20,6% superiori a Nord Ovest e Italia). Si osservi come le variazioni intervenute per le unità locali e gli addetti abbiano comportato una diminuzione della dimensione media aziendale (da 4,3 a 3,7 addetti per unità locale), già fortemente contenuta, peraltro in linea con le aree di riferimento.

Dal punto di vista territoriale, si individua un’area di specializzazione nella zona dell’imperiese, riconosciuta anche come area distrettuale con Legge Regionale 33/200231.

Le attività localizzate in tale area risultano piuttosto contenute come valori assoluti, trattandosi di poco meno di 1.300 addetti, ma ben delineate per quanto concerne la specializzazione.

L’attività di produzione alimentare è presente sul territorio da decenni e vanta un forte legame con il sistema socio-economico nel quale è inserita.

Occorre tuttavia registrare che la provincia di Imperia nel periodo 1991-2001 ha registrato una forte contrazione sia in termini di unità locali che di addetti (rispettivamente –3,8% e –19,6%), contrariamente alle altre province liguri che registrano andamenti positivi.

Come si evince dalla

31I comuni appartenenti all’area distrettuale sono: Aquila d’Arroscia, Aurigo, Borgomaro, Caravonica, Chiusavecchia, Dolcedo, Imperia, Lucinasco, Pietrabruna, Pieve di Teco, Pontedassio, Pornassio, Prelà, Ranzo, San Lorenzo al Mare, Vasia, Vessalico

Figura 1.25, il 79% degli addetti del settore alimentare trova impiego nelle attività del gruppo 15.8 “Fabbricazione di altri prodotti alimentari”, che per il 68% significa fabbricazione di pasta e panetteria32.

Significative anche le quote di addetti rilevate nel gruppo 15.5 “Industria lattiero-casearia”

(6%), 15.4 “Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali” (4%) e 15.1 “Produzione, lavorazione e conservazione carne”. Pertanto complessivamente i citati gruppi di attività coprono oltre il 90% della sottosezione dell’industria alimentare (DA).

Tabella 1.62 - Unità locali e addetti industria alimentare – anno 1991 - 2001

Unità locali

Imperia 17,0 1,4 -5,0 -12,1 -3,8 -19,6

Savona 13,3 -1,9 -2,1 -21,7 14,3 12,1

Genova 18,8 0,9 -2,9 -19,0 37,1 -1,0

La Spezia 15,7 -0,5 3,4 -27,1 10,3 7,8

LIGURIA 17,0 0,3 -2,2 -20,6 19,4 -1,2

NORD OVEST 25,8 6,6 -2,9 -12,8 3,9 -6,6

ITALIA 22,8 8,0 -0,3 -6,1 7,9 -5,0

Tutti i settori D - Attività manifatturiere

DA - Industrie alimentari delle bevande e del

tabacco

Fonte: elaborazione Liguria Ricerche su dati ISTAT

Tabella 1.63 - Dimensione media industria alimentare, anni 1991 - 2001

1991 2001 Var. %

Imperia 3,4 2,9 -13,3

Savona 3,7 3,2 -13,4

Genova 4,8 4,0 -15,0

La Spezia 4,3 3,7 -14,1

LIGURIA 4,3 3,7 -14,3

NORD OVEST 5,2 4,4 -15,2

ITALIA 4,6 4,1 -12,1

Fonte: elaborazione Liguria Ricerche su dati ISTAT

Tabella 1.64 - Peso percentuale del settore alimentare sul totale del settore manifatturiero (codice D), anni 1991 - 2001

U.L. ADD U.L. ADD U.L. ADD

Imperia 27,0 38,5 27,4 35,2 0,3 -3,3

Savona 20,9 10,0 24,5 14,3 3,5 4,3

1991 2001 Var. peso 1991-2001

Figura 1.25 - Addetti per specializzazione produttiva settore alimentare, anno 2001

Liguria - Addetti per specializzazione produttiva Settore DA - Alim entare - Anno 2001

1586 - Lavo raz. te' e caffe'

154 - Fabbr.o li e grassi 4%

153 - Lavo .co ns.frutta-o rt.

1%

152 - Lavo r.co ns.pesce 2%

151- P ro d.lav.co nserv.carne 4%

1583 - Fabbr. di zucchero 0%

1585 - Fabbr.paste alim. e simili

11%

1582 - Fabbri.fette bisco tt., bisco tti

5%

A ltro 79%

1589 - Fabbr.altri alim. n.c.a.

4%

1588 - Fabbr.o mo gen.e dietetici

0%

1587 - Fabbr. di co ndimenti e spezie

1%

Fonte: elaborazione Liguria Ricerche su dati ISTAT

Tabella 1.65- Indicatori di obiettivo n. 10, 11, 12 e 13*

Fonte: elaborazione Liguria Ricerche su dati ISTAT

* Espressi in variazione per effettuare un’analisi comparativa

Sulla base degli indicatori suggeriti dal CMEF (qui espressi in variazione percentuale), l’industria alimentare ligure mostra un ritardo in termini di produttività, posizionandosi ad un livello inferiore rispetto a Nord Ovest ed Italia, nonché mostrando tassi di crescita inferiori all’area geografica compartimentale nel periodo 2000-2003.

Tale risultato tuttavia si accompagna ad un ritmo di crescita superiore alle aree di riferimento sia dal punto di vista occupazionale, sia per quanto riguarda il valore aggiunto.

INDICATORE DESCRIZIONE LIGURIA NORD

OVEST ITALIA Rapporto tra valore aggiunto lordo (ai prezzi

base) e numero di occupati totali (2003) 50,9 64,3 52,6

(var. % anni 2000-2003) 17,3 18,4 16,1

O11-Formazione di capitale fisso lordo nell'industria

alimentare

Investimenti fissi lordi nel settore industria alimentare, bevande e tabacco (var. % anni

2000-2002) 15,23 28,61 4,00

O12-Sviluppo occupazionale

nell'industria alimentare Occupati totali (var. % anni 2000-2003)

5,69 3,28 4,37

O13-Sviluppo economico dell'industria alimentare

Valore aggiunto lordo ai prezzi base (var. %

anni 2000-2003) 23,95 22,30 21,18

O10-Produttività del lavoro nell'industria alimentare

Rallentata rispetto al Nord Ovest, ma non rispetto alla media italiana, risulta invece la crescita degli investimenti fissi lordi del settore (periodo di riferimento 2000-2002).

Conclusioni

L’analisi del contesto socio-economico della Liguria ha permesso di evidenziare i principali punti di forza e debolezza del sistema regionale. I risultati sono sinteticamente riportati nella tabella seguente:

Tabella 1.66. - Punti di forza e debolezza del sistema socio economico ligure Sistema socio economico ligure

Punti di forza

Qualità dell’ambiente e del paesaggio buona o ottima Grande patrimonio culturale, storico e architettonico

Ampie superfici protette

Livello di formazione mediamente elevato Riconversione del sistema industriale ormai avvenuta

Sviluppo settori innovativi (high tech e ICT) Propensione all’apprendimento e all’innovazione

Saldo migratorio positivo

Miglioramento del tasso di disoccupazione Incremento della raccolta differenziata Forte presenza dell’artigianato nelle aree interne Vicinanza delle aree rurali ai centri urbani attrezzati

Punti di debolezza

Progressiva contrazione e invecchiamento della popolazione Basso ricambio generazionale

Prevalenza di imprese di dimensione medio-piccola Concentrazione della popolazione e delle attività produttive nella

zona costiera

Saturazione della rete infrastrutturale Scarsa capacità di promozione del territorio Limitata internazionalizzazione del sistema produttivo Elevati costi di produzione e trasporto nell’area interna Scarsa produzione e utilizzo di energia da fonti rinnovabili Elevato rischio di dissesto idrogeologico nelle zone di montagna

Forte pendenza del territorio

Tra i punti di forza del sistema regionale, si ricorda innanzitutto la presenza di una forza lavoro con un livello di formazione generalmente elevato, un sistema economico sociale che, dopo la crisi del settore industriale, si è orientato verso attività basate sull’innovazione e sulla conoscenza. A questo proposito si ricordano anche iniziative recenti, quali la creazione

disoccupazione. Si sottolinea tuttavia come il mercato del lavoro sia fortemente condizionato dall’andamento demografico: la contrazione della forza lavoro e la diminuzione della popolazione comportano infatti un effetto positivo in termini di tasso di occupazione e disoccupazione.

Tra i punti di debolezza evidenziamo il costante invecchiamento della popolazione che nel tempo ha comportato non solo una rapida crescita della non forza lavoro, ma anche uno scarso ricambio generazionale con conseguenze negative sulla capacità propulsiva del sistema economico. Si consideri inoltre che il tasso naturale risulta negativo e la crescita della popolazione risulta esclusivamente sostenuta dall’immigrazione, in particolare extra comunitaria.

Dal punto di vista produttivo, la Liguria si caratterizza per un processo di terziarizzazione avvenuto in anticipo rispetto alle altre regioni, con la contestuale contrazione del settore industriale ed un progressivo ridimensionamento del settore agricolo nel lungo periodo. Inoltre, il settore dei servizi risulta prevalentemente sviluppato sul fronte “tradizionale” (servizi alla persona, commercio). Per quanto riguarda lo sviluppo territoriale, si evidenzia la forte concentrazione delle attività produttive, in particolar modo del settore terziario, nell’area costiera; la fascia a ridosso del mare risulta pertanto fortemente congestionata, povera di spazi da adibire alle attività produttive ed insufficientemente dotata di infrastrutture di comunicazione rispetto alle esigenze del territorio ed alle potenzialità di sviluppo.

In sintesi il contesto socio economico regionale risulta fortemente influenzato dalla struttura demografica ed economica e dalla necessità di un nuovo posizionamento competitivo, in considerazione del crescente clima competitivo; le attività su cui si sta puntando in maniera particolare si possono ricondurre alle attività innovative, turistiche e portuali.