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2. L’innovazione sociale a cerchi concentrici: come la comunità locale diviene il nuovo protagonista del

2.2. Dare forma alle idee

2.2.2. L’innovazione sociale

La caratteristica che può avere un progetto è quella di essere un’innovazione sociale, cioè una pratica diretta a contribuire all’inclusione sociale attraverso cambiamenti nell’agire dei soggetti-cittadini e delle istituzioni. Per avere innova- zione sociale vi deve essere un cambiamento nel modo di definire e problema- tizzare le situazioni di esclusione sociale, ma senza dover cercare in maniera forzosa di attuare idee totalmente nuove o sradicare progetti già esistenti. CON.CA.S.S. e il territorio del Casalasco non stanno diventando i baluardi del mutamento del welfare locale, infatti propongono progettualità già sperimentate in altri contesti e in altre zone del Paese. tuttavia ciò che emerge nell’ambito in questione è l’innovazione sociale insita in queste iniziative: non si ha lo sradi- camento dei servizi, ma il graduale accompagnamento degli stessi e della co- munità verso nuove forme di partecipazione attiva. Si può parlare quindi di in- novazione sociale nel momento in cui si offrono nuove risposte a problemi vec- chi e nuovi, quando vi è empowerment dei cittadini, quando vi è governance partecipativa e democratica insieme ad un connubio tra dimensione di iniziativa

top-down e bottom-up. Perciò vi sono diverse possibili forme di innovazione so-

ciale le quali possono essere promosse, applicate o adottate da diversi ambiti. Ovviamente l’ideazione dell’azione innovativa si pone in linea con il filone teori-

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Casartelli A., De Ambrogio U. in De Ambrogio U., Dessi C., Ghetti V., Progettare e valutare nel sociale. Metodi ed esperienze, 2013, pp. 131-139

co presentato fino a questo punto definendosi così dinamica, propositiva ed in- cludente.

Le fasi dell’innovazione sociale vengono rappresentate per mezzo di un dise- gno a spirale che graficamente rimanda alla consequenzialità delle azioni verso una continua espansione del movimenti. Non vi è però sequenzialità forzata tra le diverse fasi, anzi, nella costruzione dell’azione possono esserci salti o riman- di a posizioni precedenti87. I sei momenti che contribuiscono alla costruzione di un’innovazione sociale sono:

1. Prompts, inspirations e diagnoses. Si attua un’analisi del contesto e delle problematiche correnti in maniera approfondita.

2. Proposals and ideas. Si procede alla raccolta di idee e proposte per pos- sibili soluzioni a questi problemi.

3. Prototyping and pilots. Le idee raccolte vengono testate in una realtà mi- cro.

4. Sustaining. Si modella l’azione ideata conformandola ai parametri pro- gettuali per una sua concreta applicabilità.

5. Scaling and diffusion. L’attività funzionale e funzionante viene strutturata per la sua diffusione e contaminazione.

6. Systemic change. Infine si ottiene innovazione sociale e di conseguenza mutamento di approcci, metodologie o idee ora più funzionali rispetto a prima.

L’azione di innovazione sociale risulta pertanto strettamente collegata al lavoro di rete e all’attività di progettazione sociale sia su larga scala che riguardo il mi- cro contesto di questa analisi. Si potrebbe anche ripensare la l. 328/00 in un’ottica di innovazione sociale: se le normative precedenti il 2000 e le singole attività dei servizi sociali locali hanno permesso di mutare il punto di vista sui problemi sociali e testare nuovi approcci al welfare su piccola scala, la legge quadro ha introdotto un’azione strutturata di rimodernamento dei servizi sociali tesa a diffondere tali modelli e creando, insieme ad ulteriori leggi e provvedi- menti, una trasformazione nel panorama del welfare italiano. Così oggi, a fronte di un mutamento delle richieste da parte della comunità ed una diminuzione del-

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le risorse finanziarie e non solo, vengono utilizzate le metodologie più classiche per strutturare esperienze innovative di intervento sociale. Il lavoro di rete e la pianificazione zonale vengono integrati in nuovi spunti di riflessione che vanno ad affrontare i bisogni sociali e delle organizzazioni stesse. Maggiordomi di via e Legami di Terra non rappresentano solo strumenti funzionali per i classici in- serimenti lavorativi, allo stesso modo non si presentano come copie sbiadite di interventi fatti in altri luoghi. Con questi progetti si risponde ad esigenze vecchie e nuove adattando l’azione al contesto locale e alle sue caratteristiche, chie- dendo al contempo un nuovo tipo di partecipazione della comunità.

Innovazione sociale significa così attivazione della comunità, ed è quello a cui si sta assistendo in questo momento. Bisogna mettere in rilievo in particolare il mutamento che sta apportando nei confronti dei servizi e le modalità con cui gli operatori si approcciano alle problematiche sociali e alle possibili soluzioni. Se- condariamente, non è da definire innovativo solamente il prodotto, ma soprattut- to il processo svolto: la valorizzazione di un progetto sociale particolarmente da un punto di vista di studio, va fatta nei confronti dei meccanismi che hanno per- messo di costruire l’azione innovativa stessa. Di seguito, per definire un’azione come innovativa è necessario che la stessa abbia proposto un rilevante aumen- to della partecipazione, non solo sulla carta, ma anche nella reale partecipazio- ne alla progettazione. Infine è innovativa l’azione che muta i paradigmi del lavo- ro sociale rendendo i confini più fluidi88.

Per quanto riguarda il connubio tra iniziativa top-down e bottom-up, il lavoro in- novativo permette la costruzione di una prassi democratica che consente di modulare l’azione in base alle reali esigenze del territorio. Deve quindi essere stimolata l’iniziativa dal basso mantenendo una governance strutturata di modo che idee e iniziative non si accavallino e non si sprechino risorse. Il coinvolgi- mento della società civile deve però essere reale e propositivo, è infatti ancora forte oggi l’imposizione dell’attore pubblico come interprete dei bisogni sociali e sono ancora poche le iniziative programmatorie concretamente aperte alla co- munità.

La richiesta di apertura a nuovi partner fatta dalle azioni di innovazione sociale riguarda anche la necessità di accogliere il mercato e le aziende nel processo

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Venturi P., Zandonai F., Imprese ibride. Modelli d’innovazione sociale per rigenerare valore, 2016, (e-book)

innovativo. Proprio per il particolare contesto frammentato e per la scarsità di fondi pubblici, ma soprattutto per il ruolo ancora forte che ha il sistema produtti- vo nella nostra società, i servizi - sia pubblici che privati - devono saper acco- gliere i soggetti produttivi di un territorio nelle dinamiche della costruzione di servizi. L’innovazione sociale si andrebbe quindi ad unire a quella economica, promuovendo nuove forme di imprenditoria e di approccio al consumo ed alla produzione in un’ottica post-capitalistica89. Ne può essere un esempio il labora- torio di comunità La Bottega dei Legami che di seguito analizzerò. Come gli altri modelli di empori solidali presenti nel nostro Paese, anche questo del Casala- sco si pone come innovativo nei confronti di un concetto di post-produzione quindi di riutilizzo di beni materiali di seconda mano nella tutela delle fragilità sociali. Si misura quindi il benessere sociale non solo attraverso un indice ISEE, ma anche in base alle necessità personali, passando quindi da un’idea di welfa-

re ad una di wellbeing90.