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4. Riflessioni conclusive

4.3. Operatori in progress

Pare che coloro che saranno impegnati in questo nuovo sistema dei servizi do- vranno presentarsi come operatori 2.0, multifunzionali e versatili. Questa esi- genza non è tanto peculiare di questo settore quanto di una necessità che fa parte di tutto il mondo del lavoro. Con la nascita di nuove mansioni, la flessibi- lizzazione delle attività produttive e il carattere temporaneo dei contratti, tutta la popolazione attiva viene coinvolta in un mutamento ancora in corso e che non porterà sicuramente al ritorno alle condizioni di impiego precedenti la crisi eco- nomica. In tal senso ogni individuo alla ricerca di un posto di lavoro si vede co- stretto a reinventare le proprie capacità per poter adeguarsi alle scarse offerte del mercato.

Così, anche nel mondo dei servizi pubblici e privati si nota una sempre maggio- re richiesta di multi professionalità, non tanto per il calo della domanda (i pro- blemi sociali non sono spariti e le comunità hanno sempre più bisogno di sup- porto) ma per un taglio alle risorse che possano impiegare nuovi operatori. Ad una sempre più ampia stratificazione sociale si contrappongono servizi pubblici da agglomerare e snellire per controllare la spesa pubblica. Come soluzione a questo assottigliamento del welfare state subentrano quindi i progetti finanziati da partner privati, che vogliono perseguire il benessere della comunità ma uti- lizzando strumenti e strategie nuove. È qui che si colloca la richiesta di operato- ri camaleontici capaci di indossare le diverse uniformi del community maker, del

fundraiser, del progettista e del mediatore, magari per un periodo di lavoro della

durata di una progettualità. L’operatore si vede pertanto spinto ad attivarsi per integrare le proprie conoscenze e saper soddisfare i nuovi bisogni delle orga- nizzazioni.

Questo lavoro continua ad essere svolto in maniera autonoma dal professioni- sta poiché il mondo dell’università non riesce a stare al passo con queste nuove esigenze e continua a preparare assistenti sociali, educatori, psicologi, sociologi teoricamente incasellati nelle proprie specifiche discipline. Alla necessità di pre- parare operatori consapevoli si contrappone la richiesta di nuove abilità scono-

sciute ai classici corsi di laurea. Sembrerebbe essenziale un’integrazione su di- versi frangenti: una maggiore permeabilità tra corsi di laurea e discipline che permettano lo scambio tra studenti e la crescita di un dibattito proficuo riguardo questi argomenti. Di conseguenza il welfare di comunità non deve solamente saper condurre nuovi progetti ma anche condividere il sapere acquisito stimo- lando nuovi percorsi di formazione per gli operatori sociali e ma non solo. Infine, pare scontato ma ritengo sottolineare quanto sia fondamentale l’esperienza per l’acquisizione di queste competenze. Per costruire un welfare di prossimità è necessario conoscere il territorio in cui si opera e le relazioni che lo arricchiscono. In tal senso non intendo che siano da escludere tutti gli opera- tori sociali che vengono da un altro contesto, ma voglio sottolineare quanto sia importante aprirsi all’apprendimento derivato dalla diretta esperienza di lavoro. È lavorando e mantenendo costantemente le relazioni con il panorama circo- stante è possibile per un operatore divenire un elemento attivo della comunità e riconoscere gli altri soggetti della rete. È uscendo dalle istituzioni e lavorando direttamente con le comunità che si può conoscere da vicino quali sono i biso- gni e quindi ideare nuove strategie di intervento.

I lavoratori del sociale necessitano pertanto di tutele. I contesti di lavoro, mu- tando il proprio approccio alla progettualità, potrebbero essere spinti anche a cambiare la concezione che hanno dei propri operatori sapendo valorizzare l’elemento relazione come garante di un buon percorso progettuale. Le propo- ste di co-progettazione dovrebbero non solo sviluppare idee innovative di inter- vento sociale ma anche saper tutelare il patrimonio di conoscenze e abilità, ag- giornando continuamente i dipendenti di organizzazioni sia pubbliche che priva- te.

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