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L’interpretazione di Maimonide del peccato originale

La narrazione di Gn 3,1-24 è collocata al centro di una amplia trattazione nel secondo capitolo del primo libro e nel trentesimo capitolo del secondo libro della Guida dei Perplessi:

«Infatti l’intelletto, che è ciò che Dio ha emanato sull’uomo, ed è la perfezione ultima di questi, era stato ottenuto da Adamo prima del suo peccato; è a causa sua che si dice di lui che è ‘a immagine di Dio e a Sua somiglianza’, ed è a causa sua che Dio si rivolge a lui e gli dà ordini, come dice la Bibbia: ‘E il Signore Dio ordinò ecc.’. Infatti, non si danno ordini alle bestie, e neppure a chi non ha intelletto, ed è con l’intelletto che si distingue tra il vero e il falso: esso esiste nell’uomo per la sua perfezione. […] Ma quando si ribellò e inclinò verso gli istinti suggeritigli dalla sua fantasia e verso i piaceri corporei dettatigli dai sensi - come dice la Bibbia: ‘Perché l’albero era buono da mangiare ed era gradevole ai suoi occhi’ - egli venne punito con la privazione di quella comprensione intellettuale, e per questo disobbedì all’ordine che gli era giunto a causa del suo intelletto e, conseguita la comprensione delle opinioni probabili, si dedicò a dare giudizi sul bello e sul brutto. […] Pertanto, la Bibbia dice che, giacché Adamo mutò la sua inclinazione e si diresse verso quella cosa verso la quale gli era stato prima ordinato di non dirigersi, venne cacciato dal ‘Giardino dell’Eden’».440

Secondo la lettura maimonidea, dunque, la caduta di Adamo è da leggersi come il distacco dell’ultima delle intelligenze separate dall’Intelletto agente (Śekhel ha-po‘el). 441 Come da Roling specificato, è l’inganno dell’immaginazione (dimyiun) a condurre l’uomo alla perdita dell’immortalità e della conoscenza certa e completa.442 In linea con la tradizione aristotelica, solo il recupero dell’unione con l’Intelletto Agente (latore di conoscenza) potrà dunque garantire la salvezza.443 Questo tema sarà da Ricci pienamente recuperato e sviluppato, avvertendolo come il

440 Maimonide, Guida, I, 2 (traduzione italiana a cura di M. Zonta). Cfr. anche Maimonide, ibidem, II, 30.

441 L. Berman, “Maimonides on the Fall of Man,” AJSR5 (1980), pp. 1-15: 7-11;S. Klein-Braslavy, “Toward an

Identification of the Figures of ‘Satan’ and ‘Samael’ in Maimonides’ Interpretation of the Garden of Eden Story,” Da‘at 10 (1983), pp. 9-18 [in ebraico].

442 Roling, “Agrippa,” cit., p. 242.

443 Cornelius Agrippa, De occulta philosophia libri tres, ed. by V. Perrone Compagni, Leiden - New York - Köln 1992,

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dramma del libero arbitrio, che conduce l’intelletto a un continuo oscillare tra mondo delle forme e mondo dei sensi, tra razionalità e fantasia.444

L’interpretazione del peccato e della caduta fornita da Maimonide esercitò una forte influenza all’interno dei circoli cabalistici, provocando reazioni contrastanti.445 Anche Abulafia e Giqaṭilla considerarono la caduta come il distacco dall’Intelletto agente, identificando quest’ultimo con Metatron o con il nome divino El Shadday.446 Analogamente a Maimonide, Abulafia sostenne il carattere riservato della dottrina incentrata sull’unione con l’intelletto agente e l’attivazione della facoltà di profetare, mèta ristretta a un gruppo circoscritto di discepoli, raggiungibile tramite il ricorso alla Cabbala:

םדכל םיאיבנה יואר אוהו םישדק שדק אוהו תוביתנה לכ ללוכו דחוימ ביתנ אוה יעיבשה ביתנהו

עפוש עפש אוהש ירבדה חכה לע לעופה לכשהמ אבה רובידה גשוי ותגשהבו לכב ףיקמה לגלגה אוהו

רמאש ומכ ירבדה חכה לע לעופה לכשה תועצמאב ׳תי םשהמ

אוהו ו׳ל קרפב ׳ב קלחב הרומב ל״ז ברה

.[...] דחוימה םשה תוהמ תגשה תעד ןינע אוהו התוהמו האובנה תתימא ביתנ

447 suae, sed variatur in diversis hominibus in fortitudine et debilitate et augetur et minuitur secundum exercitium et usum per quae de potentia extrahitur in actum ; quod qui rite novit potest ascendere in cognitione sua quousque imaginativa virtus sua transcendat et iungatur cum virtute universali, quem Alchindus, Bacon et Gulielmus Parisiensis vocant sensum naturae, Vergilius sensum aethereum et Plato sensum vehiculi appellant, efficiaturque cogitatio sua fortissima quando effunditur super ipsam virtus illa aetherea et coelestis, cuius splendore confortatur, donec apprehendat species et notiones et scientiam rerum verarum, adeo ut illud quod cogitaverit in mente sua proveniat sicut ipse cogitavit et adipiscatur tantam potentiam, ut possit se immergere et iungere et insinuare hominum animis et reddere illos certos de cogitationibus suius et de voluntate et desiderio suo, etiam per magna et remotaspatia ac si illa sensibus suis a praesente obiecto comprehenderent, et potest in modico tempore facere multa ac si essent facta sine tempore. Atque haec non sunt data omnibus, sed quorum virtus imaginativa et cogitiva est fortissima et pervenit ad finem speculationis».

444 Sul retroterra maimonideo di questo argomento,Maimonide, Guida dei perplessi, I, 73. Sulla relazione tra libero

arbitrio e vis immaginativa, Sermoneta, “La fantasia e l’attività fantastica,” pp. 190-193; Roling, “Agrippa,”cit.

445 M. Idel, “Maimonide e la Qabbalah,” in Idem, Maimonide e la mistica ebraica, a cura di R. Gatti, Genova, Il

Melangolo, 2000, pp. 19-85 (ed. or. “Maimonides and Kabbalah,” in I. Twersky (ed. by), Studies in Maimonides, Cambridge-Mass. 1990, pp. L’ipotesi di Idel muove dalla valorizzazione dei Sitre Torah (“I segreti della Torah”) e della loro interpretazione da parte di Maimonide, avvertita come radicale dai cabbalisti vissuti in Spagna e in Provenza e dunque contrastata.

446 L’identificazione viene elaborata ricorrendo alla tecnica cabbalistica della gematria, in base alla quale la somma

delle lettere dei nomi Metatron (ןורטטמ: 40+9+9+200+6+50) e di El Shadday (ידש: 300+4+10) produce il medesimo valore numerico (314). L’equivalenza viene ricordata anche da Johannes Reuchlin, De arte cabalistica, ed. Busi - Campaninip. 181: «Dio disse a Mosè: perché il mio angelo ti precederà, che si legge al capitolo XXIII dell’Esodo (Es. 23, 23). Qual è questo angelo secondo i Cabbalisti? Alcuni dicono Michael, perché anagrammando (transponendo) le lettere che compongono la parola יכאלמ (mal’aki), il mio angelo, si ottiene Michael; altri invece, ricorrendo al secondo metodo dell’arte cabbalistica, affermano che si tratta di Metatron dal momento che Dio aveva detto: Perché il mio Nome è in lui (Es. 23, 21), e infatti nel nome Metatron è implicito, per equivalenza numerica, il Nome di Šadday, il che è stato brillantemente discusso da Mosè di Gerona [...]» (ed. Pistorius, p. 706).

447 Avraham Abulafia, Sheva‘ netivot ha-Torah, heraugegeben aus A. Jellinek, Philosophie und Kabbala, Leipzig,

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Il settimo è un percorso particolare, include tutti gli itinerari ed è santissimo. È riservato solo ai profeti, è la circonferenza che tutto comprende e intendendolo si intende il logos [dibbur, lett.: “parola discorsiva”] che dall’intelletto agente giunge sulla facoltà razionale, un flusso [shefa‘] che tramite l’intelletto agente si espande dal Nome, sia benedetto, sulla facoltà razionale - come spiegò il Rav [Maimonide], il suo ricordo in eterno, nella Guida, seconda parte, capitolo trentasei. È il percorso che conduce alla verità essenziale della profezia, è la questione [che riguarda] la conoscenza intuitiva dell’essenza del Nome unico [il Tetragramma].

L’Adamo lapsario e il distacco dall’Intelletto Agente: una lettura