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L’italiano dei giornali.

Il repertorio dell’italiano

3.2 L’italiano dei giornali.

La storia della lingua italiana ha nel giornale un emblematico documento delle evoluzioni della lingua e del contesto socio-culturale in cui tali evoluzio- ni sono avvenute fino ai nostri giorni. La stampa, in particolare quella quoti- diana, ha svolto un ruolo importante nella diffusione dell‟italiano già nell‟Ottocento. Alla fine del Novecento il giornale rappresenta l‟anello fra l‟italiano e i lettori spesso parlanti dialettofoni o mistilingui, e, accanto a quel- lo stampato, appaiono altri tipi di giornale che presentano organizzazioni e lin- gue nuove.

I quotidiani possono essere di informazione o di opinione o misti. Il giornale oltre a fornire notizie, commenti, intrattenere il lettore, funge da vei- colo pubblicitario, svolge anche un‟importante funzione di identificazione so- ciale. Una regola che guida i testi giornalistici più recenti nella presentazione di una notizia riguarda le cosiddette cinque W: ogni notizia deve contenere le risposte alle domande Who? (Chi?), Where? (Dove?), When (Quando?), What? (Che cosa?), Why? (Perché?), deve informare sull‟evento, sul soggetto dell‟evento, sul perché, sul dove e quando si è svolto l‟evento. Il giornale può avere varie forme: quella stampata, quella televisiva e quella multimediale. La diversità del mezzo di trasmissione porta ad importanti differenze di organiz-

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Si tratta di una tecnica di reazione soggettiva, ideata e sviluppata da Lambert, negli anni Sessan- ta, per lo studio degli atteggiamenti verso l‟inglese e il francese in Canada. Il ricercatore prepara una registrazione di più voci (che appartengono a più parlanti con un‟alta competenza nelle lingue o varietà di lingua oggetto di studio o ad un unico parlante in grado di produrre più voci) relative ad un testo di contenuto costante. Si chiede quindi ai soggetti di cui si indagano gli atteggiamenti di ascoltare una alla volta le voci e di dare dei giudizi sulla lingua e sulla persona che parla. Voci diverse possono richiamare stereotipi diversi mentre la stessa voce può suggerire diversi stereotipi a soggetti diversi.

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zazione testuale-linguistica. Il giornale televisivo è subordinato al tempo: tran- ne casi eccezionali, il telegiornale in genere dura, per esigenze di palinsesto, trenta minuti. La durata media delle notizie è di circa un minuto e mezzo; si può quindi arrivare a un totale di 20 notizie televisive in un solo telegiornale. Se pensiamo che l‟ANSA trasmette ogni giorno circa 1800 notizie, è impres- sionante notare come i notiziari televisivi riescano a ricomporre le notizie in un‟immagine unitaria generale, in 30 minuti. Il giornale a stampa è condiziona- to invece dal numero delle pagine a disposizione. Sia nel giornale stampato che in quello televisivo si seguono precise procedure di disposizione gerarchica delle notizie. La notizia televisiva, come quella stampata, è un testo rielaborato a partire da alcune fonti di informazione, dette eveline, acquistate da agenzie italiane o estere. Nell‟organizzazione del giornale sono importanti i titoli e l‟impaginazione. Con questi strumenti il giornale compie tre operazioni impor- tanti: informa, impressiona e orienta il lettore. Nei quotidiani italiani i titoli a più colonne sono composti quasi sempre di tre elementi: l‟occhiello, il titolo e il sommario. L‟occhiello, posto sopra il titolo, introduce e richiama l‟argomento, il titolo dà la notizia principale, il sommario riassume il contenu- to. La pagina si compone di un‟apertura – un articolo o servizio o, molto ecce- zionalmente, una fotografia – che occupa le prime colonne in alto, a sinistra, un titolo di testata, a centro pagina, e uno di spalla, a destra. Spesso, invece di tre titoli, ne troviamo soltanto due, quello di apertura e quello di spalla. Seguo- no i tagli, cioè i titoli posti nel corpo della pagina, in alto, nella parte media e bassa della pagina. Nella prima pagina di alcuni quotidiani c‟è anche il “corsi- vo”, breve scritto polemico che ha preso il nome dal tipo di carattere obliquo con cui di solito è composto. Un‟altra parte importante della prima pagina è l‟informazione di politica interna, presentata, fino a pochi anni fa, sotto forma di “pastone”, un articolo lungo, a volte anche due colonne, che contiene tutte le informazioni politiche della giornata. Negli ultimi anni si è passati invece ad un‟articolazione dell‟informazione politica quotidiana in più articoli. Anche la seconda pagina viene considerata una pagina di rilievo dove si collocano arti- coli e servizi importanti per i quali manca lo spazio in prima pagina. Nella se-

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conda pagina si trovano anche i giri cioè le riprese dei servizi della prima, l‟informazione sindacale, l‟intervista, la tribuna libera, le rubriche di politica e di costume. La terza pagina è aperta la cosiddetto “elzeviro”, dal nome del ca- rattere di stampa, elegante e ricercato, con cui è stato composto per tanti anni, con divagazioni erudite, dirette in genere a pochi lettori molto colti.

La lingua dei giornali è una lingua composita, il cui registro e il cui grado di elaborazione dipendono da diverse variabili come il tipo di giornale, la pa- gina, l‟oggetto dell‟articolo, lo scopo dello scrittore, il tipo di lettori a cui è de- stinato. Nell‟universo lessicale del giornalismo compaiono quasi tutti i livelli di lingua e le lingue speciali. Ricorrono molte aggettivazioni rituali (il coltello acuminato dell‟omicida, l‟operazione brillante della polizia, nella cronaca) e formule fisse (la morsa del gelo, l‟esodo e il controesodo). Sono molto utiliz- zati i pleonasmi (i protagonisti principali, una giovane ragazza, un anziano nonno), le metafore (vola l‟hi-tech; la scrematura della bolla speculativa; il profitto bonsai; la galassia dei titoli Internet), le metonimie (Il Quirinale “il ca- po dello Stato”), l‟uso dei composti e derivati (multi-uso, toto-elezioni, dopo- elezioni, eurodeputati, polverone, decretone), di sigle (gip “giudice per le in- dagini preliminari”, doc “denominazione di origine controllata”). Si ritrovano molti anglicismi non adattati, ma anche alcuni dialettismi, come il romanesco bufala “notizia infondata”. Sono molto utilizzate voci e forme dei vari lin- guaggi settoriali (medicina, economia, finanza, sport, ecc.).

Nel parlato-scritto giornalistico televisivo si tende ad usare strutture sin- tattiche elementari facilmente comprensibili, perché il telespettatore non di- spone di una seconda possibilità di sentire quel che gli viene detto. L‟informazione giornalistica stampata è lineare, scorre dalla prima verso l‟ultima pagina, è strutturata all‟interno della singola pagina, la qualità di testo e le titolazioni sono diverse a seconda dell‟importanza della notizia, lascia molte possibilità di scelta al lettore, che può sconvolgere la linea di lettura e l‟ordina piramidale interno. La notizia televisiva è, invece, molto più rigida. Lo spettatore si trova di fronte a una successione obbligata di pezzi, ordinati se- condo una diminuzione progressiva della loro importanza. Nonostante queste

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differenze sia il giornale stampato che quello televisivo presentano alcune co- stanti nell‟organizzazione testuale.

Come il giornale stampato anche il notiziario televisivo segue un‟impaginazione. Il servizio della prima pagina è dedicato in prevalenza ad un grande avvenimento di politica interna o internazionale ed è formato da u- no, due o al massimo tre argomenti, quasi sempre differenziati in interni ed e- steri. La pagina degli interni è la più complessa del telegiornale, dominata qua- si completamente dalla politica e dall‟economia. Le notizie di sport, cultura e spettacolo chiudono, di solito, il telegiornale.

Una recente evoluzione del giornalismo è data dal giornalismo on-line. È il 1995 l‟anno in cui i giornali italiani scoprono il web.

Il giornale on-line, composto di testi e immagini audiovisive, non ha il limite dello spazio di stampa e consente di aggiornare le notizie in tempo reale, riscrivendo sui medesimi articoli anche più volte al giorno. Dal punto di vista testuale si preferiscono enunciati brevi e altamente informativi. Il tratto più specifico della scrittura per il web è dato tuttavia dai rimandi ipertestuali che moltiplicano i piani di lettura, arricchendoli, e permettono di approfondire i punti di maggior interesse.

In generale la lingua dei giornali, sia quella del giornale stampato, che quella dei notiziari televisivi e telematici, costituisce una sorta di modello della lingua italiana media e rappresenta uno degli elementi del processo di omolo- gazione linguistica nazionale.