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Produzione complessiva e scelta del campione

La lingua dei corsi per stranier

4.1.1 Produzione complessiva e scelta del campione

Il censimento non ha pretese di esaustività in quanto il fine non è quello di fornire una dettagliata bibliografia delle opere esistenti per l‟insegnamento dell‟italiano agli stranieri, ma di osservare l‟accoglimento delle tendenze di “ristandardizzazione”. Il corpus bibliografico da cui sono stati selezionati il

14 Per la soluzione del problema concordiamo con quanto affermava Baldelli già nel lontano 1983 (149): “considerazioni didattiche ci spingono a proporre nella fase iniziale dell‟apprendimento un modello soltanto, non però come modello esclusivo, ma come modello ideale standardizzato ad hoc, magari molto permissivo e sensibile a molte o a tutte le alternative, e comprensivo delle rego- le comuni a tutti i parlanti”.

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campione è di circa 250 testi, anche se il campione ideale, cioè di testi di cui si hanno riferimenti bibliografici ma che non ci è stato possibile reperire o che sono usciti dopo che l‟indagine è stata chiusa, è molto più vasto. Sono invece 93 i testi di cui è stato analizzato il tipo di lingua.

Come limite geografico è stato scelto quello nazionale sia perché si pre- suppone più probabile il riscontro di teorie sviluppate inizialmente in Italia, sia perché nella situazione all‟estero la problematica dovrebbe essere diversamen- te impostata tenendo conto dei criteri di contrastività, di vicinanza linguisti- ca/culturale e dell‟influenza delle scuole teoriche linguistiche e glottodidatti- che dei diversi paesi.

Le tipologie testuali15 incluse sono quelle delle grammatiche propria- mente dette, dei sussidi per lo studio della grammatica, degli eserciziari e dei

corsi di lingua dove figuri la grammatica, di cui però non sono state analizzate

con particolari item le sezioni delle attività e la lingua dei testi autentici presen- ti.

Sono stati invece raccolti i dati ricavati dalle conversazioni costruite ad

hoc e dagli esercizi di tipo strutturale perché si supponeva di trovarvi un ri-

scontro delle scelte normative dal momento che si tratta di campioni di lingua creati con lo scopo di spiegare/introdurre/affiancare ed impiegare i contenuti formali. Questi ultimi dati sono stati però considerati solo se massicciamente presenti. Quando più avanti saranno riportati esempi tratti da dialoghi e con- versazioni saranno intesi sempre come testi costruiti dall‟autore e mai come eventi comunicativi reali.

Non è stata fatta nessuna limitazione riguardo ai destinatari: sono stati inclusi manuali in cui non viene data alcuna indicazione ma che sono utilizza- bili in contesto di apprendimento L2/LS e manuali destinati a studenti di madre lingua italiana che nell‟introduzione specificassero la possibilità sfruttamento anche da parte di stranieri.

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Da ora in poi, anche se non sempre in modo appropriato, verrà utilizzato il termine MANUALE per riunire le varie tipologie, senza specificare a quale gruppo appartenga il testo analizzato (grammatica, corso, eserciziario …), al fine di non equivocare con il concetto di TESTO in quanto occorrenza comunicativa, usato nella teoria della comunicazione e della linguistica testuale.

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Quando è stato possibile sono state analizzate le prime edizioni mentre non sono state compiute particolari ricerche per appurare l‟esatto numero di ri- stampe: quelle rivedute sono state confrontate, quando se ne è avuta la possibi- lità, con le prime, al fine di osservare l‟evoluzione della teoria.

4.1.2 Il questionario

Le schede con cui è stato analizzato ciascun testo comprende un totale di 142 item, alcuni con due, altri con fino a otto categorie, suddivisi in:

una parte tecnica dove sono stati riportati i dati bibliografici;

una parte descrittiva dove sono state raccolte informazioni di tipo glottodidat- tico (materiale, destinatari, obiettivi predominanti) indispensabili per il con- fronto degli altri dati che altrimenti non avrebbero una collocazione sulla cui base verificare le ipotesi;

una parte che riguarda le varietà del repertorio presenti e quindi il rilevamento del tipo di lingua che i manuali vanno proponendo;

una parte con i dati ricavati dallo spoglio che interessano più da vicino gli a- spetti della diamesia e della diafasia, cioè la presenza di varietà legate alla si- tuazione e al canale;

una parte che elenca i tratti riscontrati, le modalità di presentazione e l‟eventuale giudizio normativo dell‟autore.

STRUTTURA DELMATERIALE: riguarda la distribuzione del materia- le e la sua concezione. Chiaramente, i manuali composti da più volumi sono stati visionati in ogni loro parte. L‟item relativo agli strumenti tecnici è stato aggiunto per l‟importanza che rivestono le glottotecnologie nell‟apprendimento/insegna-mento di LS/L2, su cui la ricerca degli ultimi anni ha prodotto un‟ampia letteratura: del laboratorio linguistico si è parlato a lungo in passato, degli audiovisivi ci si è occupati massicciamente verso la fine degli Ottanta, i contributi più recenti sono invece sulle tecnologie informatiche.

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La DESTINAZIONE dei manuali è fondamentale per valutare le scelte contenutistiche. Per questo, oltre ad indagare sull‟età e la situazione degli uten- ti, sono stati considerati anche i livelli di apprendimento che, oltre tutto, forni- scono anche una rilevazione indiretta sulla richiesta di italiano e sulla profon- dità/continuità degli studi: una maggioranza di manuali per livelli elementari dovrebbe corrispondere ad un interesse per un primo contatto con la lin- gua/cultura italiana, viceversa una preponderanza di livelli superiori rilevereb- be la presenza di un pubblico che desidera specializzarsi e fruire delle manife- stazioni più alte e complesse della cultura italiana. Ciò almeno se esiste corri- spondenza fra domanda e risposta.

Dati bibliografici Autore

Titolo

Casa editrice Luogo di pubblicazione Anno Livello

Non specificato Progresso (B2) Contatto (A1) Efficacia (C1) Sopravvivenza (A2) Padronanza (C2) Soglia (B1)

Numero volumi (per livello considerato)

Destinatari

Parametri di profilo dei destinatari

Livello linguistico d. Età Livello culturale e. Altro Livello di studio o professionale

Età del destinatario

Bambini b. Adolescenti c. Adulti

Livello di studio o professionale del destinatario

Studente di scuola primaria Studente CTP Studente di scuola secondaria di I grado Commercianti Studente di scuola secondaria di II grado Lavoratori

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Nell‟item relativo allo SCOPO PRINCIPALE, oltre a considerare le quattro abilità classiche (ascolto, lettura, parlato, scrittura), è stata inserita la categoria comunicazione globale al fine di rilevare quando si miri all‟aspetto pragmatico della lingua, alle sue funzioni (accettare un invito, accordarsi su un fatto ecc.) e a un concetto di abilità miste o integrate. Non poteva mancare, da- ta la natura dell‟indagine, lo scopo della correttezza grammaticale, che serve ad accertare in quale misura sia attuale un‟idea della lingua straniera di tipo tradizionale, propria di quei manuali in cui la presenza della grammatica è pre- ponderante rispetto alle altre componenti della comunicazione. E‟ stato ag- giunto anche quello della competenza culturale al fine di osservare l‟attenzione verso gli aspetti non strettamente linguistici della comunicazione, l‟attenzione ai comportamenti sociali. Riteniamo che sia impossibile comunicare corretta- mente, anche in possesso di tutte le “regole della lingua”, se insieme alla com- petenza linguistica non viene sviluppata quella culturale, anzi se le caratteristi- che dell‟una non vengono analizzate alla luce di quelle dell‟altra. Un atteggia- mento antipuristico non può non tener conto della pluralità di culture presenti sul territorio e ricollegarsi a quella delle varietà linguistiche. I manuali con concezioni stereotipiche della cultura italiana sono infatti anche quelli dove è stato riscontrato un atteggiamento analogo verso la lingua.

Infine lo scopo traduzione riunisce gli accenni e l‟attenzione degli autori verso il livello contrastivo/comparativo poiché l‟attività di traduzione costringe continuamente a riflettere sui rapporti interni fra le varie forme e strutture nell‟ambito delle due lingue coinvolte, sulle dissimmetrie e i parallelismi.

L‟analisi degli errori, poi, permette di fare previsioni e di spiegare even- tuali fallimenti ed è correlata ai tratti delle varietà di apprendimento (per e-

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sempio in italiano l‟alta concentrazione di errori riguardo ai pronomi clitici de- ve far riflettere l‟insegnante e influenzare il suo insegnamento)16

.

L‟analisi contrastiva potrebbe fornire, almeno a livelli già avanzati di ap- prendimento17, una riflessione sui rapporti dell‟italiano con altre lingue e altre culture in dimensione sincronica e temporale, sulla prospettiva futura delle tendenze di ristandardizzazione in base ai principali fenomeni di deriva e di prestigio sociolinguistico. In particolare, al fine di sfruttare il transfer positivo, è indispensabile conoscere quali tratti sono già divenuti norma in altre lingue, specie se dello stesso ambito tipologico come lo spagnolo e il francese, e si stiano avviando ad aver uno status simile in italiano (si vedano in proposito gli studi di Radtke 1993a)18.

I TRATTI scelti sono per lo più di sintassi e relativi al parlato perché permettono di affrontare la tematica del rapporto norma/uso in base anche alla loro attestazione nelle scritture del passato (si veda l‟analisi di D‟Achille 1990). Gli aspetti morfologici presentano invece meno casi di oscillazione, do- po averne avuto per secoli e oggi non pongono molti problemi di scelta.

Fra i tratti oggetto della ricerca vi sono solo pochi che riguardano la fo- nologia: è stata fatta attenzione al livello di esplicitazione nelle trattazioni, ma sono rari i testi che vi dedichino almeno una unità (chiamiamo per brevità uni-

16 Per gli ispanofoni, ad esempio , i maggiori problemi sono per i pronomi (il ne), certi tempi ver- bali, l‟uso degli ausiliari e le preposizioni. Errori come “Dottore lo saluto”, tipici di questo pubbli- co, sono però comuni anche fra gli italiani, e questo dovrebbe far meditare.

17 La traduzione può essere impiegata per facilitare l‟analisi contrastiva e stimolare la riflessione sulla lingua. Il fatto che l‟AC oggi non abbia più la rilevanza di un tempo è dovuto al motivo che gran parte della filosofia sottostante all‟ipotesi contrastiva è stata tratta dalla psicologia comporta- mentista che si è ormai dimostrata inadeguata per l‟apprendimento. Alcuni risultati possono però trovare una buona applicazione anche nell‟ottica comunicativa: nell‟ambito dell‟analisi degli errori la mancanza di transfer positivo, cioè il non uso delle regole della L1 simili a quelle della L2 (per una sorta di inibizione nel mescolare le regole dei due sistemi) meriterebbe una maggiore attenzio- ne da parte dell‟insegnante, così come nel costruire una grammatica pedagogica si dovrebbe tenere conto degli evita menti più ricorrenti riguardo alle strutture che presentano maggiore difficoltà (come i citati pronomi personali).

18 L‟interferenza linguistica è poi accompagnata da quella culturale, che anzi interferisce a sua vol- ta con la prima: non abbiamo potuto raccogliere dati di questo tipo ma anche questa strada andreb- be percorsa per stabilire quali rapporti possano influire direttamente nell‟apprendimento (già sap- piamo dell‟influenza di fattori come l‟età, il lavoro, il prestigio, ecc.). Su questi temi si vedano Corder (1983), Dulay-Burt-Krashen (1985) per l‟AC e il valore del contesto extralinguistico, la se- zione di linguistica contrastiva in Dressler-Grassi-Rinder Schjerve-Stegu (1987) e il volume SLI a cura di Calleri-Marello (1982).

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tà anche quelle che in effetti sono dei capitoli), sempre iniziale, ancora più rari quelli che non esauriscono in una volta il problema. I fenomeni intonativi più ampi sono poi quasi del tutto assenti, così come d‟altronde anche gli aspetti della competenza extralinguistica (si veda il modello e l‟elenco di Balboni 1994a: 46): per questo motivo ci siamo limitati a item e su problemi “classici” di pronuncia.

Anche se le schede non prevedono una sezione specifica per il rileva- mento di osservazioni sulle varietà e gli usi della lingua, si sono raccolti dati con incroci relativi alla analisi dei tratti (facoltativo, non corretto, …) e alla parte diamesia/diafasia, o annotati nei pochi casi di accenni espliciti.

La prospettiva testuale è stata poco considerata dai manuali di imposta- zione grammaticale tradizionale, per questo la parte relativa alle varietà del

repertorio pone una particolare enfasi sui tipi di testi e sul rapporto con le di-

mensioni diamesica e diafasica.