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L’utilizzo dei derivati da parte delle Amministrazioni central

La diffusione dei derivati tra gli enti locali: gli aspetti contabil

4.1 L’utilizzo dei derivati da parte delle Amministrazioni central

Con riferimento alle Amministrazioni centrali, i dati ufficiali forniti dalla Corte dei Conti mostrano chiaramente come queste ultime si siano approcciate al mondo dei derivati prima degli enti locali. Andando ad analizzare nel dettaglio tale fenomeno, i primi strumenti derivati (più precisamente Currency Swap) sono stati conclusi dalle Amministrazioni centrali già nei primi anni del ‘900 con lo scopo di tutelarsi dal rischio di cambio della Lira che in quegli anni stava riscontrando forti oscillazioni. Ai Currency

Swap hanno poi fatto seguito i primi Interest Rate Swap e i primi Forward Rate Agreement, stipulati dalle Amministrazioni centrali a partire dalla fine degli anni ’90.

Nel corso degli anni (e più precisamente dagli anni ’80 fino a metà degli anni ’90) il numero di contratti derivati conclusi dalle Amministrazioni centrali è aumentato in maniera preoccupante fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si registra, però, un calo nel volume di derivati conclusi sia dallo Stato che dagli enti locali118.

118 Ufficio Stampa Unimpresa, Crisi: Unimpresa, su conti pubblici mina derivati da 32 miliardi, 8 giugno

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Analizzando i risultati conseguiti dal Tesoro con le operazioni in derivati, possiamo constatare come, dal 1998 al 2005, lo Stato sia riuscito a ridurre il proprio

indebitamento netto grazie a flussi di interessi positivi che, sono stati in parte annullati dai flussi negativi registrati dal 2006 al 2013119.

4.2 Il D.lgs. 118/2011

Il trattamento contabile relativo ai flussi finanziari generati da operazioni in derivati da parte degli enti territoriali è disciplinato dall’allegato n. 4/2 al D.lgs. 118/2011

concernente la contabilità finanziaria, quest’ultima adottata dalla maggior parte degli enti territoriali italiani come sistema contabile di riferimento. Nel rispetto del principio contabile generale n.4 dell’integrità del bilancio, la contabilità finanziaria rileva le obbligazioni, attive o passive, gli incassi e i pagamenti riguardanti tutte le transazioni poste in essere da un’amministrazione pubblica, anche se non determinano flussi di cassa effettivi (come nel caso di trasferimenti o conferimenti di beni, permute…)120. Successive modifiche al D.lgs. 118/2011 sono state apportate tre anni più tardi con la pubblicazione del D.lgs. 126/2014, nonostante il precedente Decreto rappresenti la norma principale di riferimento.

Al punto 3.23 del suddetto Decreto viene stabilito come “dovranno trovare separata contabilizzazione i flussi finanziari riguardanti il debito originario rispetto ai saldi differenziali attivi o passivi rilevati nel bilancio a seguito del contratto derivato”. Ogni anno l’ente territoriale dovrà procedere ad indicare, nel Titolo III del proprio bilancio, i flussi di interesse in entrata generati dal contratto derivati e nel Titolo I gli eventuali flussi di interesse in uscita. L’eventuale differenza positiva tra i flussi in entrata e quelli in uscita, continua il Decreto, dovrà essere impiegata in primo luogo per garantire i rischi futuri del contratto in seguito potrà essere destinata alla riduzione del debito sottostante in caso di estinzione anticipata infine, la parte restante, per finanziare nuovi investimenti. Gli eventuali flussi in entrata una tantum, definiti upfront121, devono essere contabilizzati tra le accensione dei prestiti nel Titolo VI delle entrate.

119 Ufficio parlamentare di bilancio, I contratti derivati stipulati dalle Amministrazioni pubbliche:

caratteristiche e finalità, Focus tematico n°3/ 9 febbraio 2015, p.7, sito Parlamento.it

120 Paragrafo 1, Allegato A/2 al D.lgs. 118/2011

121 Può capitare che un contratto derivato il giorno della sottoscrizione presenti un valore di mercato

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Il Decreto fa l’esempio dei derivati “bullet/amortizing”. Dai primi anni del nuovo millennio, gli enti locali hanno la possibilità di emettere obbligazioni bullet, ossia obbligazioni con rimborso del capitale in un’unica soluzione alla scadenza. Una volta effettuata l’emissione, ai sensi dell’art. 41 della legge n. 448/2001 e del D.M.

n.389/2003, l’ente locale è obbligato a scegliere tra:

- costituire un fondo ammortamento (sinking fund), oppure - concludere uno swap di ammortamento

Concludendo uno swap di ammortamento con la banca, l’ente locale trasforma il titolo obbligazionario “bullet” in un titolo con ammortamento, ovvero in un amortizing swap. Alla base di questo contratto, l’ente locale si impegna a pagare rate di ammortamento all’istituto di credito e la controparte a corrispondere rate di interessi più il capitale che servirà all’ente locale per estinguere il prestito obbligazionario precedentemente emesso dallo stesso ente locale.122 L’istituto di credito che conclude lo swap con l’ente locale deve avere un rating non inferiore a BBB.

Con riferimento ai derivati “bullet/amorting”, ogni anno per l’ente locale possono presentarsi tre diversi flussi finanziari:

1) flussi di interessi in entrata o di spesa sui derivati

2) flussi finanziari in uscita relativi al pagamento delle cedole ai sottoscrittori del prestito obbligazionario

3) spese per l’ammortamento del bullet

Nel rispetto del principio di integrità del bilancio, i flussi finanziari in entrata o in uscita generati dal contratto derivato dovranno essere contabilizzati separatamente ai flussi finanziari riguardanti il debito originario (ossia quelli generati dal prestito

obbligazionario) mentre le spese per l’ammortamento del bullet dovranno trovare collocazione nel Titolo III della spesa, come “Spese derivanti dalla sottoscrizione di un derivato di ammortamento”.

controparte che parte “avvantaggiata” (in genere un intermediario finanziario) versa una somma di denaro alla controparte che accetta condizioni più penalizzanti. Tale pagamento, che dovrebbe essere pari al valore di mercato negativo, prende il nome di upfront.

122 Pierluigi Fadel, Enti locali e operatività in prodotti finanziari derivati: prime riflessioni, novembre

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Alla scadenza del bullet, l’istituto di credito che in precedenza aveva sottoscritto con l’ente locale lo swap di ammortamento, sarà chiamato ad estinguere il prestito obbligazionario. In termini contabili, inizialmente l’ente locale dovrà provvedere a registrare in bilancio i flussi finanziari ricevuti dall’istituto di credito (Titolo VI dell’entrata, tra le entrate per riduzioni di attività finanziarie, alla voce “Entrate

derivanti dalla chiusura di un derivato di ammortamento” con imputazione all’esercizio di scadenza di tale debito) successivamente dovrà trasferire i fondi ricevuti ai

sottoscrittori del prestito obbligazionario. I flussi finanziari che l’ente locale dovrà corrispondere annualmente alla banca dovranno trovare collocazione nel Titolo III della spesa, come “Spese derivanti dalla sottoscrizione di un derivato di ammortamento”. Nel caso di estinzione anticipata del contratto derivato, le parti dovranno determinare il mark-to-market del derivato in quel momento e in base a tale valore stabilire quale delle due controparti dovrà registrare in contabilità un flusso finanziario positivo e quale, invece, un flusso finanziario negativo. Nel caso di flusso finanziario in entrata, l’ente locale dovrà contabilizzarlo nel Titolo III delle entrate (entrate extra-tributarie) al contrario, nel caso di flusso finanziario in uscita esso dovrà trovare collocazione nel Titolo I delle spese (spese extra-tributarie).

Inoltre, continua il D.lgs. 118/2011, nel caso di mark-to-market positivo, l’ente locale dovrà “stanziare, tra le spese, un accantonamento per un valore corrispondente alle entrate accertate, con riferimento al quale non è possibile impegnare e pagare”. Tale flusso finanziario potrà essere impiegato esclusivamente “a copertura di eventuali mark- to-market negativi futuri, e fino a completa estinzione di tutti i debiti coperti da

derivati”. In altre parole, il flusso finanziario dovrà essere impiegato dall’ente locale in via prioritaria per coprire eventuali mark-to-market negativi generati da altri derivati detenuti dall’ente locale. In alternativa, tale flusso potrà essere utilizzato “per estinguere prioritariamente il debito relativo al mutuo o al buono obbligazionario a copertura del quale era stato perfezionato il derivato oggetto di estinzione anticipata”. La parte restante del flusso finanziario positivo, qualora sia presente, potrà essere utilizzata a riduzione dell’indebitamento generale dell’ente.

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Nel caso di estinzione anticipata dei derivati di ammortamento (bullet/amortizing) l’ente dovrà provvedere:

a) alla cancellazione del credito relativo al derivato di ammortamento già accertato e imputato all’esercizio di scadenza del debito sottostante (alla voce “Entrate derivanti dalla chiusura di un derivato di ammortamento”)

b) all’accertamento e all’incasso dei flussi finanziari derivanti dalla conclusione anticipata dello swap di ammortamento, o all’impegno e al pagamento della spesa sostenuta per la conclusione anticipata del suddetto contratto (nel caso in cui la

conclusione anticipata preveda la necessità di rimborsare le controparti). Sia l’impegno che l’accertamento sono registrate in contabilità tra le perdite finanziarie e imputate all’esercizio amministrativo in cui si rileva la conclusione anticipata dello swap

(“Entrate derivanti dalla chiusura anticipata di un derivato di ammortamento” o “Spese derivanti dalla chiusura anticipata di un derivato di ammortamento”).

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Capitolo V

Il trattamento contabile dei derivati secondo la normativa

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