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di credito: le Agenzie di rating

2.3 Il Forward Rate Agreement

2.4.2 I financial futures

2.4.2.3 Lo Stock Index Future

Lo Stock Index Future è un contratto future su indici azionari, negoziato in mercati regolamentati, che obbliga il possessore ad acquistare, a scadenza, un certo indice di Borsa ad un prezzo prestabilito, almeno che non decida di vendere il future prima della scadenza naturale del contratto. In altre parole, l’operatore che acquista uno Stock Index

Future “scommette” sul rialzo dell’indice mentre il venditore, al contrario, sul suo

ribasso69. Se, alla scadenza, il livello dell’indice fosse superiore al prezzo a termine pattuito, il venditore del future sarebbe costretto a corrispondere al compratore la

differenza mentre, al contrario, se il valore dell’indice dovesse essere inferiore al prezzo a termine pattuito, il compratore si troverebbe costretto a corrispondere la differenza al venditore.

Un indice azionario (stock index) esprime sinteticamente le variazioni delle quotazioni di un portafoglio (paniere) di azioni. Essendo questo strumento finanziario, come tutte le altre tipologie di futures, utilizzato più per finalità speculative che di hedging, nella maggior parte dei casi gli Stock Index Future non raggiungono la loro scadenza ma vengono venduti prima; ciò è possibile, ovviamente, se in quel momento, qualche operatore di Borsa è disposto ad acquistare lo Stock Index Future alla quotazione corrente70. Tuttavia, se venisse rispettata la scadenza naturale del future, la liquidazione avverrebbe esclusivamente in contanti. Essendo negoziati in Borse specializzate, sottoposte a vigilanza da parte della Cassa di Compensazione e Garanzia, il rischio di insolvenza della controparte è nullo.

68 Martijn Groot, Managing financial information in the trade lifecycle: a concise atlas of financial

instruments and processes, 1st edition, p.44, 2008, Academic Press

69 Ugo Marinelli, Revisione contabile. Principi e note metodologiche, terza edizione, 2014, p.278, G.

Giappichelli Editore

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Tra i principali Stock Index Future possiamo trovare: il FTSE MIB Future (future sull’indice FTSE MIB di Milano), il Dax Future (future sull’indice Dax di Francoforte), lo S&P 500 Futures (future sull’indice Standard and Poor’s contrattato al Chicago Mercantile Exchange), il DJ Euro stoxx 50 Future (future sull’indice europeo Dow Jones Euro stoxx 50). Nel proseguo del capitolo ci occuperemo esclusivamente dell’indice della borsa di Milano.

Come abbiamo visto nel Capitolo I, in Italia le negoziazioni dei contratti futures avvengono sul mercato IDEM, dove vengono negoziati, tra gli altri, anche i futures su indici azionari il cui sottostante è rappresentato dall’indice FTSE MIB. Nello specifico, in questo mercato vengono negoziati:

-futures sull’indice FTSE MIB71 -mini-futures sull’indice FTSE MIB72 -futures sull’indice FTSE MIB Dividend73

Il sottostante dei contratti futures sull’indice FTSE MIB è, appunto, l’indice FTSE MIB. Questo significa che esiste una forte correlazione tra l’andamento dell’indice e il prezzo del future (al variare dell’indice, il prezzo del future varierà in maniera proporzionale nella stessa direzione). Il valore del contratto è quotato in punti indice; a ciascun punto indice è assegnato un valore pari a 5 euro. Moltiplicando il prezzo del future sull’indice FTSE MIB con il valore di un punto indice si ottiene il valore del contratto. Ad

esempio, se il prezzo del contratto future fosse 30.000 punti indice, il contratto avrebbe un valore pari 30.000 x 5 euro, ovvero 115.000 euro. Le scadenze previste in un anno sono quattro, rispettivamente nel mese di marzo, giugno, settembre e dicembre. Ovviamente, la liquidazione del contratto future avviene in contanti, non c’è uno scambio di strumenti finanziari che compongono l’indice stesso. Alla scadenza del contratto future, la controparte vincente si vedrà corrispondere la differenza tra il prezzo del future e il valore di liquidazione (calcolato sui prezzi di apertura dei titoli che lo compongono, rilevati l’ultimo giorno di contrattazione).

71 Eliana Angelini, I mercati e gli strumenti finanziari di borsa: aspetti strutturali, normativi e funzionali

del mercato mobiliare italiano, seconda edizione, 2012, p. 175-176, G. Giappichelli Editore

72 De Gregori & Partners, La Leva Finanziaria e la Gestione del Rischio, 2016, p.28, Edizioni R.E.I 73 Futures sull’indice FTSE MIB Dividend, sito MrProfit.it

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Anche nei mini-futures sull’indice FTSE MIB, il sottostante continua ad essere l’indice FTSE MIB. La differenza sostanziale tra il future e il mini-future riguarda la

dimensione del contratto; nei mini-futures ad ogni punto indice è assegnato un valore pari a 1 euro, anziché 5 euro. Se il prezzo del mini-future fosse 30.000 punti indice, allora il contratto avrebbe un valore pari a 30.000 x 1, ovvero 30.000 euro. Il mini- future, rispetto al future tradizione sull’indice FTSE MIB, permette quindi di ridurre il rischio nei confronti dell’investitore che vuole speculare sui derivati attraverso una minor esposizione. I due contratti futures, inoltre, sono fungibili e finanziariamente equivalenti: l’investitore potrebbe decidere di liquidare una posizione in future sull’indice FTSE MIB con cinque posizioni in mini-futures sull’indice FTSE MIB di segno opposto questo perché, come abbiamo visto, il valore di un contratto future corrisponde a quelli di cinque contratti mini-futures74 mentre rimangono invariati i termini e le modalità di liquidazione dei due contratti.

Entrati in negoziazione sul mercato IDEM nel 2010, nei contratti futures sull’indice FTSE MIB Dividend il sottostante è rappresentato dall’indice FTSE MIB Dividend. Tale indice rappresenta il valore cumulato dei dividendi ordinari lordi pagati agli investitori nel corso dell’anno dalle società che compongono l’indice FTSE MIB e il prezzo di questi contratti varia in funzione delle aspettative di distribuzione dei dividendi, in ciascun anno solare, da parte delle stesse. Le caratteristiche di questi contratti sono relativamente semplici; il giorno successivo alla data di scadenza dei futures del mese di dicembre, l’indice FTSE MIB Dividend assume un valore pari a zero. Questo valore, nel corso dell’anno, salirà in funzione dei dividendi distribuiti dalle società che compongono l’indice, fino a giungere ad un valore fisso nel momento in cui avviene l’ultimo pagamento75; tale valore coinciderà con il valore di liquidazione sull’indice. Così come abbiamo visto nei contratti futures sull’indice FTSE MIB, anche in questo caso il valore di ciascun punto indice è pari a 5 euro che, moltiplicato per il prezzo del future, permette di determinare il valore del contratto. Possono essere negoziati sul mercato IDEM contratti futures sull’indice FTSE MIB Dividend aventi scadenza nel mese di dicembre dei successivi cinque anni. Gli operatori che decidono di acquistare un contratto future sull’indice FTSE MIB Dividend lo fanno per proteggersi

74 Eliana Angelini, I mercati e gli strumenti finanziari di borsa: aspetti strutturali, normativi e funzionali

del mercato mobiliare italiano, seconda edizione, 2012, p. 176, G. Giappichelli Editore

75 Eliana Angelini, I mercati e gli strumenti finanziari di borsa: aspetti strutturali, normativi e funzionali

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dal rischio dividendo sul mercato italiano. La liquidazione del contratto avviene

mediante pagamento del differenziale tra il prezzo del future e il valore di liquidazione, ovviamente in contanti.

2.5 Le opzioni

Acquistando un opzione l’investitore si riserva il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un’attività finanziaria ad un prezzo predefinito; questo diritto può essere esercitato o alla scadenza del contratto (opzione di tipo europeo) oppure in ogni momento, prima della scadenza (opzione di tipo americano). Le opzioni su azioni quotate sull’IDEM sono un esempio di opzioni di tipo americano mentre le opzioni sull’indice FTSE MIB quotate sull’IDEM sono un esempio di opzioni di tipo europeo. L’oggetto del contratto di opzione può essere: un’attività reale (merci, prodotti agricoli, metalli preziosi…) o un’attività finanziaria (titoli azionari, titoli obbligazionari, valute, tassi d’interesse…).

Il primo elemento che contraddistingue questi strumenti finanziari dai futures è

rappresentato, appunto, dalla facoltà concessa all’investitore di decidere se esercitare o meno il diritto di acquisto/vendita dell’attività sottostante oggetto dell’opzione. Il secondo elemento di differenziazione riguarda, invece, il costo dell’opzione. Mentre l’acquirente di un future non deve sostenere alcun costo iniziale per l’acquisto del derivato, per le opzioni invece sì. L’investitore che decide di acquistare un opzione deve pagare un prezzo (ovvero un premio) che non è rimborsabile nel caso in cui egli

decidesse di non esercitare il suo diritto sul derivato. Così come i futures, anche le opzioni vengono impiegate, nella maggior parte dei casi, per finalità speculative76. Sul mercato regolamentato italiano IDEM vengono negoziate esclusivamente le

financial options, in modo specifico le opzioni su azioni e quelle su indici azionari. È

importante sottolineare come, nel caso di opzioni su azioni, le società i cui titoli azionari costituiscono il sottostante di opzioni quotate sul mercato IDEM, non sono

assolutamente coinvolte nell’emissione di questi strumenti finanziari derivati, ma è

76 Duccio Cavalieri, Teoria economica: un’introduzione critica, seconda edizione, 2009, p.374, Giuffrè

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Borsa Italiana a gestire la quotazione e a regolamentare le negoziazioni di questi strumenti finanziari derivati77.

Oltre alle opzioni quotate sull’IDEM, le opzioni posso essere negoziate anche nei mercati over the counter (dagli anni ’80 ad oggi il volume di opzioni negoziate sui mercati non regolamentati è cresciuto talmente tanto da essere più esteso del mercato di Borsa). In questi mercati vengono negoziate, nello specifico, le Currency Options (opzioni su valute), le Interest Rate Options (opzioni su tassi di interesse) e le bond

options (opzioni su titoli obbligazionari). Nonostante nei mercati OTC le parti possono

liberamente negoziare varie caratteristiche del contratto di opzione (data di scadenza, strike price, quantità negoziata del sottostante…), il principale svantaggio di operare in questi mercati è rappresentato da una maggiore esposizione dell’acquirente dell’opzione al rischio di insolvenza del venditore78. Anche per le opzioni, e in modo particolare per le financial options, la liquidazione avviene mediante lo scambio di una somma di denaro (cash settlement) tra le controparti coinvolte nell’operazione. Raramente si verifica la consegna fisica dell’attività sottostante (physical settlement) anche nel caso in cui questi derivati abbiano ad oggetto materie prime o merci.

Nel corso degli anni, l’ingegneria finanziaria ha dato vita a numerose tipologie di contratti di opzione, tra cui le opzioni “digitali” e le opzioni “esotiche”79. Nel proseguo del capitolo ci limiteremo a trattare esclusivamente le opzioni di tipo “tradizionale”. Quest’ultime possono essere di due tipi:

-Opzioni Call -Opzioni Put

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