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L’endogeneità della moneta nell’Eurozona

3.4 Il multiple breakpoint e il Chow breakpoint test

3.5.1 La base monetaria, i prestiti bancari e i depositi bancar

I risultati relativi alla base monetaria, ai depositi e prestiti bancari sono presentati e discussi nel presente paragrafo. I primi risultati riguardano alcune proprietà possedute dalle serie storiche. In particolare, lo Schwarz Bayesian Information Criteria (SBC) suggerisce che il ritardo ottimo è uguale a due. Inoltre, il Phillips-Perron (PP) test suggerisce che tutte le variabili sono non stazionarie ai livelli, ma diventano stazionarie alle differenze prime.56 Siccome le variabili sono I(1), il prossimo passo è stimare il test di Cointegrazione di Johansen in modo da comprendere se esiste un’equazione di cointegrazione tra le tre variabili prese in considerazione. In altre parole, si testerà l’esistenza una combinazione lineare stazionaria tra le variabili considerate che, prese singolarmente, sono non stazionarie.

Il test di cointegrazione di Johansen indica che esiste un’equazione di cointegrazione tra BM, DEPOSIT and LOAN. In particolare, come mostrato in tabella 8, i p-value in corrispondenza del Trace e dell’Eigenvalue sono rispettivamente minori del 1% (Trace of 36,42094) e del 5% (Eigenvalue of 21,99422), suggerendoci che BM, LOAN e DEPOSIT sono variabili cointegrate.57

Tabella 8. Johansen Cointegration test (BM, LOAN e DEPOSIT)

Variables Trace Eigenvalue Lag

BM-LOAN-DEPOSIT 36,42094*** 21,99422** 2

* p<0.10, ** p<0.05, *** p<0.01; il Trace rappresenta il Trace Test statistics e l’ Eigenvalue è il Maximal Eigenvalue

Test statistics.

Al fine di agevolare la lettura e la comprensione dei risultati, si ripropone l’equazione 15 presentata nel capitolo 2 rappresentante il modello VECM

56 I risultati dei test relativi alla scelta del ritardo ottimo e dell’ordine di integrazione verranno presentati nell’Appendice A.

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Se il Trace e il Maximum Eigenvalue sono maggiori dei valori critici, i risultati dei test sono statisticamente significativi. Per questo motivo si rigetta l’ipotesi nulla di non cointegrazione.

117 ∆XN = Y2+ Z Y T [ ∆XN% + Z Y\ T [ ∆]N% + Y_ (XN% − ` − Ya ]N% ) + ^N. (15)

Grazie all’esistenza dell’equazione di cointegrazione (EC: XN% − ` − Ya ]N% ), si può concludere che esiste una relazione di lungo periodo tra BM, DEPOSIT e LOAN. Avendo trovato un’equazione di cointegrazione (EC), si stima il modello VECM che ci permette di determinare sia la causalità di breve che di lungo periodo. La causalità di lungo periodo viene determinata attraverso la significatività del coefficiente che moltiplica il vettore di cointegrazione (Y_ ). Se il coefficiente è significativamente diverso da zero, si può concludere che esiste una relazione di causalità che si muove dalla variabili indipendenti verso quelle dipendenti del nostro modello. Come mostrato dalla prima colonna della tabella 9, si testerà se le variabili indipendenti (considerate nel loro insieme) influenzano la variabile dipendente nel lungo periodo. Le relazioni di breve periodo si troveranno grazie all’utilizzo del Wald test che permetterà anche di stimare i canali di trasmissione della politica monetaria.

I risultati della relazione di causalità di lungo periodo sono riportati in tabella 9. Al fine di comprendere la causalità, si necessità del valore dell’ECT (termine di correzione dell’errore Y_ ) e la rispettiva significatività. Come si osserva in tabella 9, la causalità va dalle variabili LOAN e DEPOSIT verso BM poiché solo uno dei valori nella colonna Y_ è significativo (p-value < 1%).

Essendo Y_ uguale a -0,062476 e significativo all’uno percento di probabilità, si rifiuta l’ipotesi nulla e quindi argomentare che il parametro che moltiplica l’EC è statisticamente diverso da zero. Per tale motivo si può concludere che esiste una relazione di lungo di periodo che si muove dai prestiti e dai depositi bancari verso la base monetaria. Contrariamente, il parametro che moltiplica l’EC (Y_ ), uguale a 0,002165, non è significativo quando testiamo la causalità di lungo periodo dalla base monetaria e i depositi verso i prestiti bancari.

Tabella 9. Modello VECM (Causalità di lungo periodo. BM, LOAN e DEPOSIT) Long run coefficients

t-Statistic Lag Long run

INDEPENDENT V. DEPENDENT V. Y_ CONCLUSION

LOAN &

DEPOSIT BM -0,062476 [-3,129124]*** 2 LOAN &

DEPOSIT BM

BM &

DEPOSIT LOAN 0,002165 [1,000825] 2

* p<0.10, ** p<0.05, *** p<0.01; H0: no causalità di lungo periodo; INDEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili indipendenti; DEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili dipendenti. Le frecce mostrano la direzione di causalità: una singola freccia rappresenta un singolo e unico legame di causalità che va dalla variabile indipendente verso quella dipendente; una freccia doppia rappresenta bidirezionalità nel rapporto di causalità.

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Nella tabella 10, si mostrano i risultati di breve periodo, risultanti dalla stima del modello VECM. L’ipotesi nulla sottostante al Wald Test prevede che i coefficienti delle variabili indipendenti siano uguali a zero, ossia che non ci sia causalità di breve periodo tra le variabili prese in considerazione. Qualora la probabilità (p-value) associata ai coefficienti delle variabili indipendenti fosse minore del 5% (o al massimo del 10%), si rifiuterebbe l’ipotesi nulla sostenendo che esiste una causalità di breve periodo.

I risultati mostrano che i prestiti (LOAN) influenzano il livello dei depositi (DEPOSIT) e che questi, a loro volta, influenzano la base monetaria (BM). Per quanto riguarda la prima relazione tra i prestiti e i depositi bancari, si può osservare che i valori assunti dalle statistiche test basate su una distribuzione chi-quadro sono pari a 4,635443 (significativo al 10%) e a 0,269900 (non significativo). Grazie a questi risultati, si può desumere che la causalità si muove dai prestiti verso i depositi e non viceversa; la seconda relazione, che comprende i depositi bancari e la base monetaria, mostra che le statistiche test basate su una distribuzione chi-quadro sono pari a 50,12908 (significativo all’1 %) e a 1,477258 (non significativo). Di conseguenza si può desumere che la causalità si muove dai depositi alla base monetaria e non viceversa. Come si osserva dalle ultime due righe della tabella 10, non esiste alcun tipo di causalità diretta tra la base monetaria e i prestiti concessi dal sistema bancario. Come già anticipato nelle pagine precedenti, i risultati del Wald Test ci permettono di svolgere alcune considerazioni circa il canale di trasmissione del credito. In particolare, nell’Eurozona presa nel suo complesso, i risultati del Wald Test mostrano che il credito concesso dal sistema bancario influenza il livello dei depositi che a loro volta determinano il livello della base monetaria. I risultati iniziali, provenienti dalla stima del modello VECM, confermano la teoria Post Keynesiana, mostrando che la base monetaria dipende dal livello dei depositi che, a loro volta, sono influenzati dal credito concesso dal sistema bancario.

Tabella 10. Modello VECM (Causalità di breve periodo, Wald Test. BM, LOAN e DEPOSIT) Short run coefficients

Lag Short run

INDEPENDENT V. DEPENDENT V. χ2 test CONCLUSION

LOAN DEPOSIT 4,635443* 2 LOAN DEPOSIT

DEPOSIT LOAN 0,269900 2

DEPOSIT BM 50,12908*** 2 DEPOSIT BM

BM DEPOSIT 1,477258 2

LOAN BM 3,557509 2

BM LOAN 4,344196 2

* p<0.10, ** p<0.05, *** p<0.01; H0: no causalità di breve periodo; INDEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili indipendenti; DEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili dipendenti. Le frecce mostrano la direzione di causalità: una singola freccia rappresenta un singolo e unico legame di causalità che va dalla variabile indipendente verso quella dipendente; una freccia doppia rappresenta bidirezionalità nel rapporto di causalità.

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Per corroborare ulteriormente i legami di causalità ottenuti tramite la metodologia VECM, si è applicata al medesimo dataset la metodologia proposta da Toda e Yamamoto (1995) e si è stimato il Granger non-Causality test. Il test di non causalità di Granger è stato applicato ad un VAR trivariato (si veda l’equazione 20) e valida ulteriormente la relazione esistente tra BM, LOAN e DEPOSIT.58 Come si può osservare in tabella 11, il Granger non-Causality test applicato al modello VAR mostra che sia i depositi bancari (DEPOSIT) – con un livello di significatività dell’1% (il valore assunto dalla statistica χ2 è pari a 48,02953) – che i crediti concessi (LOAN) dal sistema bancario – con un livello di significatività del 10 % (il valore assunto dalla statistica χ2 è pari a 4,707686) – determinano il livello della base monetaria (BM). Inoltre, i prestiti concessi (LOAN) dal sistema bancario determinano il livello dei depositi bancari (DEPOSIT) con un livello di significatività del 10% (il valore assunto dalla statistica χ2 è pari a 4,899764). Infine, i depositi bancari (DEPOSIT) non determinano le quantità di credito concesse dal sistema bancario (LOAN) e la base monetaria (BM) non influenza il livello dei prestiti bancari (LOAN) e neppure quello dei depositi (DEPOSIT). Grazie ai risultati appena discussi e mostrati nella tabella 11, si può concludere che il Granger non-Causality test, applicato al VAR trivariato e stimato con la metodologia proposta da Toda e Yamamoto (1995), conferma i risultati del Wald test stimati attraverso il modello VECM (si veda la tabella 10).

Tabella 11. Modello VAR trivariato (Causalità di breve periodo, Granger non-causality Test. BM, LOAN e DEPOSIT) Short run coefficients

Lag Short run

INDEPENDENT V. DEPENDENT V. χ2 test CONCLUSION

LOAN DEPOSIT 4,899764* 2 LOAN DEPOSIT

DEPOSIT LOAN 2,458075 2

BM DEPOSIT 3,824577 2 DEPOSIT BM

DEPOSIT BM 48,02953*** 2

LOAN BM 4,707686* 2 LOAN BM

BM LOAN 4,461145 2

* p<0.10, ** p<0.05, *** p<0.01; H0: la variabile indipendente non causa (nel senso di Granger) la variabile dipendente; INDEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili indipendenti; DEPENDENT V. rappresenta la colonna delle variabili dipendenti. Le frecce mostrano la direzione di causalità: una singola freccia rappresenta un singolo e unico legame di causalità che va dalla variabile indipendente verso quella dipendente; una freccia doppia rappresenta bidirezionalità nel rapporto di causalità.

I risultati riguardanti le relazioni di breve periodo confermano la tesi Post Keynesiana secondo cui la base monetaria è un residuo dipendente dal livello dei credito concesso dal sistema bancario e quindi dal livello dei depositi. Tali risultati permettono di svolgere alcune considerazioni circa alcuni strumenti straordinari di politica monetaria adottati dalla BCE con l’obiettivo di indurre

58 Diversamente dalla metodologia VECM, la metodologia VAR – non stimando un’equazione di cointegrazione – incorpora solo relazioni e informazioni di breve periodo. Di conseguenza, le stime del Granger non-Causality test applicato alla metodologia VAR consentono solo di studiare le relazioni di breve periodo.

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il sistema bancario ad incrementare i prestiti. Negli anni recenti, le Longer-Term Refinancing

Operations (LTROs) e le Targeted Longer-Term Refinancing Operations (T-LTROs) sono state

attivate dall’ECB con l’obiettivo di iniettare la liquidità nell’economia reale attraverso lo stimolo di quello che è stato definito in precedenza il canale di trasmissione del credito.59 I risultati dell’analisi appena svolta ci permettono anche di concludere che le politiche straordinarie attuate dalla BCE (ad esempio LTRO e le T-LTRO) hanno incrementato la liquidità disponibile per il sistema bancario, ma quest’ultima non ha influenzato il livello dei prestiti concessi dalle banche commerciali. Di conseguenza, oltre a comprendere l’inefficacia delle politiche monetarie basate sull’aumento della base monetaria (LTRO e T-LTRO) nel rilanciare il credito bancario, si può desumere che la mancata ripresa nella concessione del credito da parte del settore bancario sia dipesa maggiormente da fattori legati alla domanda di credito piuttosto che da quelli connessi all’offerta di moneta.

I risultati presentati in questa sezione supportano la teoria Post Keynesiana secondo cui la base monetaria è determinata endogenamente dai prestiti e dai depositi bancari. Inoltre, i risultati delle relazioni di breve periodo tra le variabili prese in considerazione, misurati attraverso il Wald test all’interno della metodologia VECM, ci permettono di stimare il canale di trasmissione del credito. Tale canale mostra che i prestiti concessi dal sistema bancario influenzano il livello dei depositi e che quest’ultimi determinano a loro volta il livello della base monetaria. Tale risultato viene ulteriormente validato dal Granger non-causality Test applicato al VAR trivariato, il quale mostra che esiste una relazione unidirezionale che dai prestiti e dai depositi si muove verso la base monetaria. Tale risultato ci permette di concludere che, nonostante le circostanze eccezionali, la BCE non è stata in grado di rilanciare il credito bancario attraverso politiche d’offerta, ossia attraverso misure che avevano lo scopo di incrementare la base monetaria, la liquidità e di conseguenza i prestiti concessi dal sistema bancario.