1.3 L’approccio strutturalista e le risposte degli orizzontalist
1.3.2 La presunta passività del sistema bancario
Alcuni autori strutturalisti criticano la posizione orizzontalista sostenendo che sia le banche centrali che quelle commerciali siano soggetti passivi che accomoderebbero tutta la domanda di credito proveniente dal settore privato (Messori, 1991; Musella e Panico, 1993; Dow and Dow, 1989; Dow, 1996; Gedeon, 1985). Nel presente paragrafo ci si concentrerà esclusivamente sulla presunta passività assegnata al sistema bancario.
Proprio nei riguardi di questo argomento, Cottrell (1994, p. 599) scrive:
“on the Kaldor-Moore view […] the banks are mere ciphers in this process, passively accommodating whatever demand for credit the happen to experience.”
Tale ragionamento è sostenuto anche da Dow (1996, p. 497), la quale scrive:
“As Moore (1998, p. xii) puts it: “modern commercialised banks are price setters and quantity tales in both their retail deposit and loan markets”. This implied passivity of banks in the credit market…”
Anche Wray (1992a, pp. 1153-1156), interpretando l’approccio orizzontalista, scrive:
“This means that in Moore's model, any variable that is to impact the money supply must do so through its impact on money demand. Money supply then fully accommodates money demand and, hence, plays no causal role. … Banks then meet all loan demand at that interest rate by passively creating money. … Indeed, in his model [Horizontalist approach], the money supply completely accommodates money demand: the conditions of supply play no role in determining the equilibrium quantity of money. Moore's model might be called an "overdraft" economy, in which all agents have lines of credit that are exercised solely at the whim of each.”
Sempre Wray (1992d, p. 172), scrive:
“Finally, according to the horizontalist approach, private banks passively supply credit money at any short-term interest rate established by the central bank’s discount and open market policies. They are able to meet any level of credit demand since they can always obtain reserves from central bank at the discount
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rate. […] There is no room in his model [Moore’s model] for liquidity preference, for entrepreneurial financial institutions, for market power, or for credit rationing and quantity constraints.”
Tali considerazioni non sembrano rispettare il pensiero orizzontalista, il quale riconosce che il sistema bancario è sempre in grado di limitare l’offerta di credito. A tal proposito, Lavoie (1996, p. 283) scrive:
“the reader is sometimes given the impression that those who support horizontalism are unaware of those quantitative constraints.”
Attraverso le seguenti citazioni, si mostra come i teorici orizzontalisti sono consapevoli del ruolo che svolgono le garanzie per l’accesso al credito bancario. In particolare, si può dedurre che nella tesi orizzontalista il sistema bancario non è un soggetto passivo che accomoda tutte le richieste di credito provenienti dal settore privato, ma che seleziona quella domanda di credito ritenuta solvibile attraverso la richiesta di garanzie e di collaterali.
“At any one time the volume of bank lending or its rate of expansion is limited only by the availability of credit-worthy borrowers.” (Kaldor 1989, p. 179)
“commercial bank loan officers must assure that loan requests meet the bank’s income and asset collateral requirements. They must in general satisfy themselves as to the credit-worthiness of the project and the character of the borrower. It is precisely for these reasons that banks develop client relationships with their borrowers.” (Moore, 1988, p. 62)
“this is not to deny that many small borrowers are effectively credit-constrained. New businesses and poor households in particular do not possess the income, asset, and credit records criteria that banks require in order to make profitable and financially sound loans (the banks three C’s: credit, collateral and character”(Moore, 1994, p. 124)
“provided borrowers remain have sufficient asset and/or income collateral, they will be granted formal lines of credit up to some predetermined amount.”(Moore,
1996, p. 90)
Per quanto appena citato si comprende che i teorici orizzontalisti sono consapevoli che il sistema bancario può attuare restrizioni all’offerta di credito. In più, tale comportamento non mette in dubbio né la validità del pensiero orizzontalista né la pendenza dell’offerta di credito. Nei riguardi di tale argomento, Lavoie (1993, p. 10) scrive:
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“to argue that the money supply is horizontal is not to argue that there are no constraints on credit.”
E continua a sostenere tale tesi scrivendo (Lavoie, 1996, p. 284):
“the claim, quite legitimate, that banks have some restrictions on their lending does not call into question the validity of horizontalism. […] Banks often choose not to lend.”
Il ragionamento orizzontalista, circa il potenziale razionamento del credito, risulta perfettamente compatibile con l’affermazione di Keynes (Keynes, 1930, vol. I, p. 212) secondo cui esisterebbero sempre “an unsatisfied fringe of borrowers”. In questo modo, Keynes sostiene che il sistema bancario non accomoda tutta la domanda di credito e in più può aumentare o diminuire il credito bancario senza variare il livello dei tassi dell’interesse. A tal proposito, Keynes (1930,vol. I, p. 212) scrive: “without there being necessarily any change in the level of bank-rate [or] in the
demand-schedule of borrowers”. Tale posizione viene rimarcata anche nel secondo volume del Treatise on Money; infatti Keynes (1930, vol. II, p. 365), riferendosi al contesto britannico, scrive:
“There is, that is to say, in Great Britain an habitual system of rationing in the attitude of banks to borrowers – the lent to individual being governed not solely by the security and the rate of interest offered, but also by reference to the borrower’s purposes and his standing with the bank as a valuable or influential client. Thus there is normally a fringe of unsatisfied borrowers who are not considered to have the first claims on a bank’s favours […]. The existence of this unsatisfied fringe and of a variability in the banks’ standards of eligibility of borrowers in respects other that the rate of interest, allows the Banking System a means of influencing the rate of investment supplementary to mere changes in the short-term rate of interest.”
Quanto appena detto viene ripreso dallo stesso Keynes in un articolo del 1937, nel quale sostiene che il sistema bancario detiene gli strumenti atti a governare l’espansione dell’attività economica. A tal proposito, Keynes (1937b, p. 668) scrive:
“in general, the banks hold the key position in the transition from a lower to a higher scale of activity. If they refuse to relax, the growing congestion of the short- term loan market or of the new issue market, as the case may be, will inhibit the improvement.”
Si può dedurre che, mentre la tesi strutturalista considera il tasso dell’interesse lo strumento principale per escludere o includere potenziali debitori dal credito bancario, la visione orizzontalista ritiene che le banche commerciali selezionano la propria clientela tramite fattori non legati al prezzo
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del credito bancario. In particolare, tramite la richiesta di collaterali, il sistema bancario riesce a razionare o a espandere la domanda effettiva di credito (Wolfson, 1996; 2012). Nella figura 9, e in particolare nel quadrante in alto a destra, è possibile osservare come la teoria orizzontalista interpreta il razionamento del credito.
Figura 9.La visione orizzontalista e il razionamento del credito (Rielaborazioni proprie)
Cdp rappresenta la domanda potenziale di credito, ossia la domanda di credito totale, richiesta da famiglie e imprese; Ce0 e Ce1 rappresentano la domanda effettiva di credito, ossia la domanda a cui viene effettivamente concesso il credito; X0 e X1 rappresentano delle variabili
esogene di politica creditizia e in particolare sono espressione della volontà del sistema bancario di accomodare o meno la domanda potenziale di credito. La variabile X può assumere un valore compreso tra zero e uno. Quando X è uguale a zero, la domanda potenziale ed effettiva coincidono, contrariamente quando X è uguale a uno, la domanda effettiva è nulla. Infatti, come si può osservare in figura 9, in corrispondenza di Ce0 il valore che assume X è maggiore rispetto a quello che assume in corrispondenza di Ce1. Per quanto appena detto, in relazione alle due funzioni di domanda Ce0 e
Ce1, le quantità di credito effettivamente concesse dal sistema bancario sono C0 e C1 (con C0 < C1). È dunque plausibile sostenere che – per una data distribuzione del reddito – tanto maggiori sono i
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collaterali richiesti dal sistema bancario e tanto maggiore è il razionamento del credito. Nell’esempio precedente, la variabile X assumerebbe valori che tendono all’unità. Contrariamente, tanto minori sono le garanzie richieste dal sistema bancario e di conseguenza tanto minore è il razionamento del credito. In quest’ultimo caso, la variabile X assumerebbe valori tendenti a zero.
Quanto appena mostrato, oltre a incorporare il concetto di razionamento del credito all’interno della tesi orizzontalista, permette di comprendere una peculiarità propria del mercato del credito. In particolare, mentre nel mercato dei beni e dei servizi le funzioni di domanda e di offerta sono da considerarsi come relazioni indipendenti e l’offerta seleziona la propria domanda effettiva esclusivamente attraverso il livello dei prezzi dei beni, nel mercato del credito domanda e offerta non possono essere considerate funzioni indipendenti (Moore, 1988b). Infatti, il sistema bancario, tramite controlli quantitativi sui collaterali dati a garanzia, è sempre in grado di selezionare coloro che ritiene good borrowers e che dunque possono accedere al credito bancario, da coloro che sono considerati bad borrowers poiché non in possesso delle garanzie adeguate.