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Le origini!

La data di nascita ufficiale della biblioteca dellÕOrto botanico di Padova risale al 12 febbraio 1835, giorno in cui il professor Giuseppe Antonio Bonato, prefetto dal 1794 al 1835, consapevole dellÕimportanza che lÕOrto avesse una propria biblioteca stabile, si fece carico di un generoso gesto di donazione e fondazione1.

Fino ad allora, prefetti dellÕOrto e professori di botanica facevano riferimento al loro patrimonio bibliotecario personale. Alla loro morte, le singole biblioteche avevano avuto destini diversi, ma nessuna era rimasta allÕOrto. Sappiamo, ad esempio, che Melchiorre Guilandino (prefetto dal 1561 al 1589) don˜ i suoi libri alla Repubblica Veneta, oggi conservati alla biblioteca Marciana di Venezia, mentre alla biblioteca Universitaria di Padova and˜ la biblioteca del prefetto Felice Viali, in carica dal 1638 al 1719, su donazione del fratello ed erede Vincenzo.

La personale biblioteca di Bonato includeva anche quella di Giovanni Marsili, appassionato bibliofilo, suo predecessore e prefetto dal 1760 al 1794, acquistata da Bonato dallÕerede, la sorella Santina Marsili. Grazie allÕinventario dellÕereditˆ Marsili, si sa che, al tempo, le stanze destinate alla raccolta di libri erano due e che si trovavano al piano terra, rivolte verso sud2.

Il Catalogo deÕ libri Marsili (Ar 34), scritto da Marsili stesso con annotazioni in merito a valore monetario ed elementi di raritˆ delle opere, ne riporta ben 24173, quasi tutte anteriori al 1780, molte derivate dallÕacquisto della biblioteca di Giacomo Soranzo, senatore della Repubblica Veneta (1686-1761), altre acquistate nel viaggio che egli fece a Londra e a Parigi tra il 1757-584.

1 MINELLI, La biblioteca dellÕOrto botanico di Padova, in LÕOrto botanico di Padova 1545-1995, p. 282. 2 MARIO, Il fondo Marsili, in Il Fondo Marsili nella Biblioteca dell'Orto Botanico di Padova, p. 14.

3 Per una trattazione puntuale si rinvia a Minelli che fornisce una descrizione dei pezzi pi• interessanti e

significativi per la botanica (MINELLI, La biblioteca dellÕOrto botanico di Padova, in LÕOrto botanico di Padova 1545- 1995, pp. 284-286).

Il catalogo comprende anche incunaboli e volumi di importanti autori come Gaertner, Scopoli, Aiton, Buffon, Ingenhousz, Jussieu, Linneo ed Haller. Viene riportata inoltre la copia dei Semplici di Luigi Anguillara, primo prefetto dellÕOrto botanico e si trovano i cinque volumi dellÕerbario figurato di Pietro Antonio.

Anche il Catalogo della biblioteca Bonato fu redatto dallo stesso Bonato e vi si trovano 2268 opere che spaziano dalla medicina alla botanica alla storia naturale, poche le opere di letteratura. Non tutta la sua biblioteca per˜ deriva da quella del Marsili in quanto, quasi tutto il materiale che non fosse prettamente di argomento botanico venne avviato verso altre biblioteche dellÕUniversitˆ5

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Con il Bonato comincia a prendere forma anche una prima organizzazione dellÕarchivio storico dellÕOrto patavino, con i documenti e carte dÕufficio relative alla direzione ed amministrazione dellÕOrto, ai corsi di botanica e successive varie acquisizioni di collezioni museali a partire dalla metˆ del Settecento. In archivio sono conservati anche molti manoscritti editi ed inediti dei prefetti ed una piccola collezione di autografi di uomini illustri come Linneo, Albrecht von Haller, Lazzaro Spallanzani, Carlo Allioni, Giovambattista Brocchi, etc.

La biblioteca dellÕOrto botanico nacque, dunque, come fusione in unÕunica donazione delle biblioteche Marsili e Bonato. A metˆ dellÕ800, la guida del Ceni ci informa che al piano terreno della casa del prefetto sono conservate varie collezioni e in particolare in due stanze si trovava la preziosa biblioteca con pi• di cinque mila volumi, per la maggior parte di argomento botanico e manoscritti anche autografi di alcune personalitˆ della botanica.

Ottocento: il patrimonio librario aumenta

Quando Roberto De Visiani succedette al suo maestro Giuseppe Bonato, trov˜ a disposizione una delle biblioteche pi• fornite in Italia per gli studi allora in voga nel campo della botanica, cio• quelli tassonomico-sistematici. De Visiani, conosciuto a livello internazionale come valido florista, era uomo di vasta cultura scientifica, nonchŽ colto e raffinato umanista. Per lui, i libri di botanica non erano solo oggetti da collezionare, ma indispensabili strumenti di lavoro; si prodig˜, quindi, nel rendere pi• ricca la biblioteca dellÕOrto con varie acquisizioni nonchŽ di aggiornarla sui continui progressi delle scienze botaniche. Oltre a ci˜, nel 1871 don˜ allÕOrto la parte scientifica della sua biblioteca privata. Altri manoscritti dei numerosi suoi lavori e buona parte del suo epistolario scientifico, codici figurati ed erbari antichi furono donati od acquistati dal suo successore

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Pier Andrea Saccardo, prefetto dal 1879 al 1915, cui si deve anche lÕistituzione della

Iconotheca botanicorum, una delle pi• ricche raccolte di tutti i tempi di ritratti di botanici e

naturalisti, italiani e stranieri, la maggior parte riproduzioni fotografiche, ma anche incisioni, disegni, dipinti ad olio ed acquerelli, descritta dallo stesso Saccardo in due pubblicazioni dal titolo La Iconoteca dei Botanici del R. Istituto botanico di Padova (1899, 1901).

La Biblioteca possiede quasi tutti i manoscritti editi e inediti del Saccardo, i suoi disegni di piante e funghi e la corrispondenza scientifica di eccezionale importanza perchŽ documenta un cinquantennio determinante soprattutto per la storia della micologia.

Nel 1870, Saccardo scriveva:

ÇLÕArchivio dellÕOrto consta di circa 20 pacchi di documenti, decreti, registri relativi alla Amministrazione e storie dellÕOrto e alla cattedra di Botanica. Di questi pacchi 13 sono muniti di buste in cartone ed alcuni contengono mss. di insigni autori e lettere autografe dei pi• celebri botanici. Conservato pi• o meno bene. Osservazioni: La maggior parte delle lettere autografe dÕillustri botanici sono dirette al prof. De VisianiÉÈ6.

Ed ancora, nel 1878-79:

ÇViene sistemato lÕarchivio storico e lÕamministrativo cattedratico. Le carte vengono disposte cronologicamente e divise in pacchi. I vecchi manoscritti scientifici e quelli riguardanti la storia dellÕOrto vengono riuniti in uno scaffale dellÕufficio del Direttore insieme ai precedenti. Tutti i libri editi riguardanti la storia dellÕOrto sono riuniti in uno scaffale della libreria insieme alle opere dei vari professori di botanica e prefetti dellÕOrto, che pure vengono radunati in un solo luogo7È.

Dopo quello di Saccardo, i pi• importanti contributi di materiale librario saranno costituiti dalla biblioteca di Achille Forti8, preziosa soprattutto nel settore dellÕalgologia e

comprensiva di riviste botaniche e naturalistiche, nonchŽ di monografie e dalla biblioteca Cecidologica del prof. Alessandro Trotter9 (1954).

Come giˆ accennato, oltre alle opere a stampa, nella biblioteca dellÕOrto venivano conservati anche preziosi materiali dÕarchivio ed altri documenti. Questi materiali, che

6 SACCARDO, Cronaca e documenti relativi alla storia dellÕOrto Botanico e dellÕannessa cattedra di Botanica della R.

Universitˆ di Padova, raccolti e ordinati da P.A. Saccardo (1545-1915), p. 66.

7 Ivi, p.51.

8 Achille Forti (Verona, 1878-Verona, 1937), professore allÕUniversitˆ di Padova, la sua biblioteca, ricchissima

soprattutto nel settore dellÕalgologia, comprendeva riviste botaniche e naturalistiche, monografie e una miscellanea di circa 15.000 titoli.

9 Alessandro Trotter (Udine, 1874 Ð Vittorio Veneto, 1967), professore di Patologia vegetale allÕUniversitˆ di

erano giˆ stati in buona parte radunati e ordinati dai prefetti De Visiani e Saccardo, furono accuratamente elencati e illustrati nel 1922 da Augusto BŽguinot, prefetto dal 1915 al 1921, che contatt˜ gli eredi di Saccardo per portare allÕOrto la sua corrispondenza domestica, secondo la volontˆ del possessore affinchŽ la raccolta potesse essere completa.

Con la sistemazione attuata dal BŽguinot, il materiale dÕarchivio viene a trovarsi nella stanza della Direzione, racchiuso in 46 buste: esso • lÕArchivio propriamente detto. Tutto il resto, contenete codici e manoscritti di minor pregio, iconografie botaniche e codici erbari, risulta di 60 cimeli in 79 volumi conservati in uno scaffale sotto il nome di ÒAntiquaÓ temporaneamente collocato nel Laboratorio degli Assistenti.

Racconta BŽguinot nel 1917:

ÇLa stanza pi• vicina alla porta di ingresso della casa di abitazione • la stanza delle piante fossili, nella stanza attigua e nel resto le pareti sono tappezzate di libri fatti collocare dal Saccardo. Ma la parte pi• importante della biblioteca • posta nella stanza seguente e tutte assieme contengono circa diecimila volumi, tra i quali emergono per mole e valore commerciale le pi• grandiose opere sistematico-iconografiche., un cospicuo numero di periodici. É.Segue lo studio del Direttore in cui si conserva lÕArchivio dellÕOrto contenente, tra lÕaltro, manoscritti e lettere preziose di eminenti personalitˆ nel mondo della botanica. Tutti questi locali sono a pian terreno della casa di abitazione del Direttore dello StabilimentoÈ10.

Ancora, tra il 1919 e il 1921, BŽguinot scrive:

ÇNel laboratorio degli assistenti fu collocato un nuovo scaffale destinato a contenere [É] una parte dei materiali di archivio ed i vecchi erbari; nei due auditi precedenti la stanza della Direzione furono posti due vecchi scaffali, rimessi a nuovo [É] e due nuovi furono fatti costruire destinati lÕuno a contenere tutti i lavori pubblicati da Direttori, Assistenti ed allievi della Scuola Padovana (1561-1921) e lÕaltro le ÇaddendaÈ alla biblioteca in attesa della loro definitiva collocazione [É] LÕUniversitˆ di Padova si accinge a celebrare nella prossima primavera il settimo centenario della sua fondazione ed in questa occasione saranno pubblicati alcuni volumi di carattere storico e documentativo. Convinto della cospicua importanza che hanno i materiali dÕarchivio conservati nel nostro istituto e solo in parte noti, espressi il desiderio di celebrare con una illustrazione, bens“ rapida e sommaria, di tali cimeli e la mia proposta venne accettata. La compilazione di tale memoria fu preceduta da un generale riordino di detti materiali (una parte era giˆ stata riunita a cura dei professori De

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Visiani e Saccardo nelle stanze del direttore in apposite buste mentre altri giacevano qua e la e gli erbari antichi si trovavano in uno scaffale a se sotto il titolo di Antiqua collocato nella sala degli erbari fanerogamico e crittogamico), concentrandone una parte in uno scaffale della stanza della Direzione Ð dove giˆ si conservavano i cimeli pi• importanti Ð ed unÕaltra in una scansia, temporaneamente collocata nel Laboratorio degli Assistenti dove, accanto ad alcuni codici e mss. di minore importanza, riunii tutti i vecchi erbari e le iconografie. Il compianto Saccardo, prima del suo ritiro, lasci˜ in proprietˆ dellÕOrto quasi tutti i manoscritti dei lavori editi ed inediti e buona parte del suo carteggio scientifico che collocai in Archivio. Dagli eredi ottenni che le lettere rimaste presso di loro siano pure passate allÕOrto e la preziosa raccolta diventerˆ tra breve completaÈ11.

Novecento: nuovi spazi per la Biblioteca

AllÕinizio del XX secolo, il prefetto BŽguinot, evidenziava lÕinsufficienza dello spazio nelle due stanze del pianterreno e nel 1921 il nuovo prefetto Giuseppe Gola dava inizio ad una grande ristrutturazione degli edifici dellÕOrto botanico che avrebbe dovuto portare al potenziamento dei laboratori e degli spazi per gli studenti12. Si ottenne una nuova biblioteca

e un museo che venivano ad occupare due saloni sovrapposti ad est, oltre la grande serra dellÕAraucaria dove oggi si trovano gli spazi dellÕErbario del Centro Musei. Al piano terra venivano conservate le collezioni librarie di maggior pregio (edizioni prelinneane, linneane, opere in folio, lÕArchivio dellÕOrto e i fondi micologico di Saccardo e Algologico di Forti) in scaffalature apposite in legno e vetro mentre al piano superiore in scaffalature metalliche si tenevano riviste e opere correnti. Tra il 1925-1926 i volumi erano stati posti con nuove collocazioni e la biblioteca era organizzata per lo pi• secondo criteri contenutistici13 in cui si

distruggeva la storica distinzione tra Çsala azzurraÈ e Çsala giallaÈ14.

Secondo la concezione della botanica, si decise di conservare solo quello pi• propriamente di interesse botanico, tutto il resto venne trasferito ad altri istituti (gran parte del materiale storico alla biblioteca Universitaria e agli istituti di Farmacologia, di Geologia e di Zoologia).

Tutto il materiale Ònon librarioÓ finisce in una sezione chiamata Ar., ossia Archivio (che corrisponde alla collocazione Antiqua data dal BŽguinot) Ð anche se non •

11 Ivi, pp. 4-5.

12 MARIO, Il fondo Marsili, in Il Fondo Marsili nella Biblioteca dell'Orto Botanico di Padova, p. 18.

13Ancora oggi alcune collocazioni sono state conservate come: A.P.L., O.L., O.f., A.H.P., H.H.P., Ar., B.S. e

M.A.F.

propriamente un archivio in quanto vi sono conservati i cataloghi della biblioteca, erbari a fumo e secchi Ð che rappresenta una sorta di Çmiscellanea residualeÈ di ci˜ che non era libro inteso negli anni Õ20 del Ô900. AllÕArchivio della biblioteca (contenente documenti amministrativi, carte personali, manoscritti di opere ecc.) invece viene data la collocazione Ar.B. (Archivio Buste) e un numero di inventario.

Tra il 1935-1936 vengono eseguiti nuovi lavori di sistemazione e restauro dellÕIstituto e dellÕOrto. La biblioteca viene ricostruita ex novo a Est della serra dellÕAuricaria: in due sale lÕuna a piano terra per contenere le opere pi• rare e la biblioteca micologica di Saccardo e lÕalgologica di Forti. LÕaltra in ferro al primo piano per i trattati e le riviste.

Nel 1989-90, sono stati trasferiti nel nuovo complesso universitario di via Trieste i laboratori e il personale docente e tecnico dellÕex Istituto di Botanica nonchŽ una parte, quella moderna, della biblioteca; nella sede originaria rimasero lÕOrto e le collezioni museali. La porzione di biblioteca trasferita entr˜ a far parte della biblioteca biologico- medica ÒA. VallisneriÓ, nata dalla fusione della parte moderna delle Biblioteche del Dipartimento di Biologia (ex-istituti di Antropologia, di Zoologia e Anatomia comparata, e di Botanica della Facoltˆ di Scienze) e del patrimonio librario di tre istituti/dipartimenti della Facoltˆ di Medicina. Nel contempo, fu decisa la costituzione della Sezione antica della nuova biblioteca ÒAntonio VallisneriÓ che, con sede nellÕedificio dellÕOrto botanico, riun“ il patrimonio librario ÒanticoÓ dei tre istituti della facoltˆ di Scienze. Inoltre, fu deciso che restassero nella vecchia sede anche i libri e le riviste legati alle attivitˆ colturali dellÕOrto e quelli inerenti le collezioni museali, in particolare gli erbari, che sono ospitate negli edifici dellÕOrto stesso.

Gli erbari

AllÕepoca della fondazione dellÕOrto botanico di Padova, era giˆ in uso anche la collezione di piante secche, soprattutto officinali. LÕerbario rappresentava, infatti, uno strumento indispensabile per i botanici che si occupavano di ricerche di tassonomia, oltre a rappresentare una ricchissima fonte di notizie sulle piante e sul loro habitat.

L'erbario pu˜ essere definito come:

Çun libro, in uso dall'Antichitˆ classica fino agli ultimi decenni del sec. XV, che raccoglie descrizioni delle piante e delle loro virt• farmacologiche, spesso accompagnate dai nomi con cui ciascuna essenza vegetale era conosciuta nelle varie lingue e da notizie sul loro habitat [...] il testo fu ben presto integrato anche con le raffigurazioni [...e] soprattutto a partire dal sec. XI alle immagini delle piante vennero spesso associate anche figure umane, con la finalitˆ di

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esplicitarne pi• chiaramente le virt• officinali o per esemplificare particolari metodi di raccolta15È.

ERBARI FIGURATI

Sono quelli che descrivevano e illustravano le piante attraversi le figure. Nella biblioteca dellÕOrto botanico sono conservati diversi codici illustrati che permettono di seguire lÕevoluzione della rappresentazione delle specie vegetali nei secoli.

LÕopera I Semplici del prefetto Anguillara del 1561 contiene due disegni di piante in bianco e nero; dello stesso periodo, • anche il codice erbario di Pietro Antonio Michiel (conservato alla biblioteca Marciana di Venezia), che riporta 1028 figure a colori di piante riportanti la nomenclatura della specie allora in uso e le proprietˆ medicinali possedute. Nel

De Plantis Aegyptii (1592) e De Plantis exoticis (1627) di Prospero Alpini sono contenute

illustrazioni delle piante trovate durante il suo viaggio in Egitto.

I codici cartacei figurati di Gian Girolamo Zannichelli (1722-1726) con le Piante dei Lidi

attorno a Venezia e con le Piante del monte Cavallo presentano tavole disegnate e colorate a

mano, che sono state poi illustrate dal prefetto P.A. Saccardo tra 1904 e 1907.

Di particolare interesse, in quanto correlato alle piante coltivate nellÕOrto e allÕattivitˆ didattica, • lÕerbario impresso a fumo16 (seconda metˆ del Settecento) di Giovanni Crasso,

studente di medicina del prefetto G. Marsili.

Tra fine Settecento e inizio Ottocento, invece, il prefetto Giuseppe Bonato fece realizzare 360 tavole a colori riunite nella raccolta Piante del R. Orto botanico di Padova17 e

utilizzate nelle lezioni di botanica di inizio Ô80018.

15 http://www.treccani.it/enciclopedia/erbario_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/

16 La tecnica consisteva nellÕannerire un campione vegetale esponendolo al fumo per poi comprimerlo tra due

fogli di carta leggermente umidi. Questa tecnica viene descritta anche da Leonardo Da Vinci nel suo Codex Atalnticus.

17 Al seguente link si pu˜ trovare la collezione di immagini botaniche della biblioteca dellÕOrto botanico di

Padova: https://phaidra.cab.unipd.it/detail_object/o:269936

18 Si rimanda al seguente link per una trattazione sui volumi illustrati della biblioteca dellÕOrto botanico di

ERBARI SECCHI

Gli erbari horti sicci, ossia erbari secchi, sono costituiti da piante secche che vengono incollate su fogli successivamente rilegati sotto forma di codici, oppure lasciati sciolti.

Nel corso del Settecento, a valorizzare lÕuso dellÕerbario secco come strumento di studio, fu Carlo Linneo19, che prefer“ montare i campioni su singoli fogli di carta invece che

tenerli in volumi rilegati. Si pu˜, quindi, parlare di erbari pre-linneani (per la tecnica dei libri rilegati e uso della nomenclatura per lÕindicazione della specie) e post-linneani (per la tecnica dei fogli staccati e uso della nomenclatura scientifica moderna).

Nella biblioteca dellÕOrto botanico patavino sono conservati vari codici di erbari a secco che vanno dal Settecento ai primi dellÕOttocento; a questo riguardo, di notevole interesse sono lÕErbario di FraÕ Giorgio (esempio di Erbario pre-linneano) e lÕErbario Marsili20

(esempio di erbario post-linneano).

La Biblioteca oggi

Nel marzo 2000 la biblioteca dellÕOrto botanico si stacca definitivamente dalla biblioteca biologico-medica ÒVallisneriÓ diventando una struttura a sŽ. A livello organizzativo e catalografico essa oggi fa parte del Centro di Ateneo Biblioteche ed ha trovato collocazione fisica al piano nobile dellÕedificio Òcasa dei prefettiÓ, nei locali che fino al 1970 costituivano lÕabitazione del prefetto in carica. Il suo patrimonio comprende circa 21.000 volumi21, di cui la metˆ antichi, e 150 riviste. Le informazioni principali sulla

biblioteca si possono trovare in linea nel sito dedicato alla biblioteca e ai suoi servizi22.

é tuttora in corso un progetto di catalogazione della parte riguardante la corrispondenza scientifica e domestica del prefetto Saccardo curato dalla bibliotecaria Paola Mario. Ad ogni lettera viene assegnato un numero progressivo e la catalogazione • fatta mediante il gestionale Aleph in cui vengono riportati titolo generico, estensione, data, misura, destinatario e possessore della lettera manoscritta.

19 Carl Nilsson Linnaeus (Rashult, 1707 Ð Uppsala, 1778), medico, naturalista e botanico svedese. Ide˜ il

metodo di classificazione della nomenclatura binomia, assegnando due nomi agli organismi viventi: il primo indica il nome generico (genere), il secondo quello specifico (specie).

20 LÕErbario Marsili rappresenta la prima collezione di un prefetto dellÕOrto botanico di Padova ed • formata

da quattro pacchi contenenti 430 specie munite di etichetta quasi sempre autografa; la nomenclatura utilizzata

riprende i criteri di Linneo di cui il Marsili fu contemporaneo.

Digitalizzato: https://phaidra.cab.unipd.it/detail_object/o:269365

21 Si possono distinguere nella collezione in particolare incunaboli e cinquecentine. 22 http://www.bibliorto.cab.unipd.it/

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LÕIconoteca dei botanici

LÕIconoteca dei Botanici comprende 2380 ritratti di botanici italiani e stranieri ed • composta da carte salate, albumine, aristotipi, platinotipi, stampe alla gelatina a sviluppo, negativi in bianco e nero su lastra di vetro e pellicola, incisioni, acquarelli, disegni, quadri ad olio e stampe fotomeccaniche.

Pier Antonio Saccardo, che la istitu“, scrive a riguardo che la raccolta dei ritratti inizi˜ nel 1843, dopo che gli eredi del prefetto Giuseppe Antonio Bonato fecero dono

ÇallÕOrto stesso [d]i sette quadri ad olio rappresentanti i professori Fallopio, Prospero Alpino, Giovanni Prevozio, Giovanni Rhodio, Giovanni Veslingio, Felice Viali e Giulio Pontedera. A questi il De Visiani aggiunse allora le incisioni del Cortuso, del Dalla Torre e del Bonato e lo scrivente, dal 1885 ad oggi, gli acquerelli di Fr. Bonafede, Daniele Barbaro, Melchior Guilandino, Jacopo Pighi, Pietro Arduino, Giovanni Marsili ed il pastello di R. De Visiani [É]

Occupato nel 1893-95 a scrivere un Sommario [La Botanica in Italia] bio-bibliografico dei botanici italiani e degli stranieri [É] intrapresi molteplici ricerche per preparare un completamento di detto Sommario, riguardante anche la notizia se e dove trovinsi le effigie deÕ Botanici stessi. Questa ricerca e la giˆ iniziata raccolta, furono sprone perchŽ in pari tempo cercassi di procurarmi gli esemplari dei ritratti]È23.