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(Sebenico, 1800- Padova, 1878) Prefetto dellÕOrto botanico dal 1836 al 1878

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Roberto De Visiani nacque a Sebenico, cittˆ della Croazia situata sulla costa adriatica nella regione della Dalmazia, da una famiglia di modesta fortuna di origine veneta che vi si era trasferita verso la metˆ del Settecento21. Fece gli studi elementari a Sebenico e gli studi ginnasiali e filosofici a Spalato, dove strinse amicizia con Niccol˜ Tommaseo22.

Nel 1817 si trasfer“ a Padova per frequentarne lÕUniversitˆ. Seguendo lÕesempio paterno, si dedic˜ allo studio della medicina, conseguendo la laurea nel 1822. Fin dai primi anni universitari si interess˜ alla scienza delle piante, incoraggiato e aiutato dal prof. Giuseppe Bonato, che lo spron˜ a studiare dal vivo le piante.

Nel 1820, quando era ancora studente, De Visiani effettu˜ la sua prima campagna scientifica, erborizzando sui monti di Bassano, guidato dal capo giardiniere dellÕOrto botanico, Antonio Lodi.

Nel 1822 il prof. Bonato lo propose come suo assistente, la cui nomina avvenne a seguito di concorso con Decreto dal governo di Venezia. Giuseppe Bonato consent“ al De Visiani di usare e consultare il suo erbario e la sua biblioteca23.

Per quattro anni, dal 1822 al 1826, si applic˜ con passione alla botanica. Durante la sua attivitˆ di assistente, tradusse dal tedesco lÕopera Introduzione allo studio dei vegetabili di Nicolaus von Jacquin, professore allÕUniversitˆ di Vienna, che accrebbe con illustrazioni ed aggiunte (prefazione, indice alfabetico e note esplicative). LÕopera fu stampata a Padova e fu scelta come libro di testo nelle Universitˆ italiane. In questi anni si occup˜ in particolare di ricerche floristiche e tassonomiche.

Tra il 1827 e il 1835, alla fine del suo assistentato, esercit˜ la professione di medico condotto per circa otto anni, a Cattaro (1829), Dernis (1830-1835) ed infine a Budua (1835).

Durante questo periodo De Visiani non smise mai di occuparsi della sua attivitˆ di erborizzazione, con la quale raccolse una consistente documentazione erbariale sulla flora dalmata e dei paesi vicini.

Gli studi sulla flora della Dalmazia lo accompagnarono per tutta la vita, fin dalla pubblicazione del suo primo saggio Stirpium dalmaticarum specimen nel 1826 in cui sono elencate 718 specie, in cui le pi• rare illustrate in 8 tavole fino allÕultimo saggio nel 1882 pubblicato postumo24.

21 Il padre era medico, lo zio un canonico e vicario vescovile in Sebenico, la madre, Magdalena Drazic, era di

origine slava, cfr. BéGUINOT, Roberto De Visiani, in Gli scienziati italiani dallÕinizio del Medioevo ai nostri giorni, p. 24.

22 Niccol˜ Tommaseo (Sebenico, Dalmazia, 1802 - Firenze 1874), scrittore, linguista e patriota. Fu caro amico

di Roberto De Visiani per tutta la vita.

23 ÇBonato aveva acquistato la biblioteca da Marsili ed era stata poi da lui accresciuta di tutte le pi• importanti

opere di botanicaÈ (PIRONA, Della vita scientifica del professore Roberto De Visiani: commemorazione, p. 4).

Nel 1835, il prof. Giuseppe Bonato fu messo a riposo in seguito allo sconforto che ebbe per la bufera che si abbattŽ su Padova il 26 agosto 183425. A sostituirlo in qualitˆ di supplente, professore e prefetto dellÕOrto botanico, fu chiamato nel 1836 Roberto De Visiani, che super˜ gli esami di concorso alla cattedra di Botanica sostenuti a Vienna26. LÕanno dopo, nel 1837, fu confermato stabilmente nel doppio incarico di professore ordinario e prefetto dellÕOrto botanico.

Grazie alle relazioni che aveva intessuto, sia con le istituzioni che con vari botanici, De Visiani ottenne in dono un gran numero di piante nonchŽ notevoli somme di denaro dal Governo. Nel giro di pochi anni riport˜ lÕOrto botanico al suo splendore originario, apportando numerose migliorie27 e aumentando notevolmente il numero delle specie e varietˆ di piante presenti, arrivate ad essere circa 920028. Inoltre, fece realizzare a proprie spese un riparo per la palma Chamaerops humilis, denominata palma di Goethe29.

Nel 1842 De Visiani fece costruire due nuove serre30 e un anfiteatro per le lezioni di Botanica; adib“ il piano terreno della casa del prefetto a biblioteca e museo, ospitando una collezione di funghi modellati in cera e lÕErbario generale che era giˆ stato iniziato da Giuseppe Bonato e da lui arricchito.

Tra il 1836 e il 1867 furono pubblicati vari suoi lavori, tra cui: Semina rariora in Horto

patavino lecta, Recensio plantarum minus cognitarum quas Hortus patavinus colit e Illustrazione delle piante nuove o rare dellÕOrto botanico di Padova, in cui riportava la descrizione delle nuove specie

e in particolare quelle acquistate dagli orticoltori, apportando correzioni sulla loro nomenclatura.

In qualitˆ di docente, fece il possibile affinchŽ gli studenti di medicina potessero osservare le piante nellÕOrto botanico, preoccupandosi di ottenere i finanziamenti utili alla costruzione di un anfiteatro botanico, costituito da unÕaula di duecento posti, utile ad

25 ÇIn quel giorno una grandine di mole smisurata cadde su Padova riducendo i tetti di tutti gli edifizii in un

cumulo di macerie, fracassando, distruggendo quanto era colpito allÕapertoÈ (PIRONA, Della vita scientifica del professore Roberto De Visiani: commemorazione, p. 6).

26 AllÕepoca Vienna era la capitale dellÕImpero Asburgico, cui apparteneva Padova in quanto inserita nel

Regno Lombardo-Veneto.

27 ÇSi vide ristorata e quasi rifabbricata la metˆ meridionale del muro di cinta; rifatta presso che per intero la

stufa che dicesi delle palme; riparati tutti gli edifizii, i cancelli, le fontane e le vasche del giardino; costrutta dalle fondamenta una stufa sotterranea; piantato un boschetto di pini ed uno assai pi• esteso di alberi forastieri nel terreno adjacente al giardino; allogata e disposta in regolari scompartimenti dinanzi alle grandi conserve una ricca collezione di arbusti; fornita stabilmente di piante esotiche la grande ajuola della conserva mobile posta a levante, che sino allora non serviva che di ricovero ai vasi durante lÕinverno; eretta una grande macchina idraulica in sostituzione dellÕantica giˆ infracidita e inoperosa; cinto il perimetro dellÕOrto di fosso e siepe; distribuita in uno degli stanzini intermedii alle grandi conserve una copiosa raccolta di frutti e di semi [É]È (Ivi, p. 6-7).

28 Fino al 1935 lÕOrto botanico contava circa 6000 specie.

29 Palma di cui il poeta e naturalista Johan Wolfang Goethe trasse nel 1807 il concetto della sua metamorfosi

delle piante.

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ospitare le lezioni di botanica che prima si tenevano allÕUniversitˆ a Palazzo Bo. Fu grazie a lui che nel 1860, nellÕUniversitˆ di Padova, lÕinsegnamento della Botanica divenne autonoma da quello della Medicina.

Nel 1845 istitu“ la ÒSocietˆ promotrice del GiardinaggioÓ con lÕintento di dare una spinta allÕattivitˆ floro-vivaistica nel Veneto e organizz˜ una ÒFesta dei FioriÓ, ossia unÕesposizione pubblica di piante. Entrambe avevano il compito di commemorare il terzo centenario della fondazione dellÕOrto botanico31. LÕesposizione si ripetŽ negli anni successivi e termin˜ nel 1868 quando la Societˆ venne sciolta32.

Durante la sua vita, De Visiani si dedic˜ in modo particolare allo studio delle piante fanerogame, seguendone lÕanalisi della parte sistematica e descrittiva. Nel 1836, descrisse infatti la flora dellÕEgitto e della Nubia e nel 1842 la flora della Grecia e dellÕAsia. Ma la sua opera pi• importante riguarda la Flora Dalmatica, costituita da tre volumi contenenti 56 tavole colorate, pubblicati nel 1842, 1847 e 185233. In questÕopera, enumera e descrive 2.251 specie e varietˆ di piante vascolari dei monti e dei litorali dalmati, di campagne e rive dei fiumi, tra cui 62 specie nuove alla scienza. Inoltre, coni˜ nuove specie e generi di piante come Amphoricarpos, Chamaemetum, Portenschiagia, Taeniopetalum e Chamaecistus. De Visiani scrisse poi anche due supplementi in cui illustrava la realtˆ botanica di Paesi allora poco conosciuti come la Bosnia, lÕErzegovina e il Montenegro. De Visiani inoltre non tralasci˜ mai di studiare anche la flora del Veneto e nel 1858 pubblic˜ il Catalogo delle piante fanerogame

indigene delle provincie venete, aggiuntevi le esotiche pi• generalmente coltivate per utilitˆ o per ornamento.

Oltre a concentrarsi sui lavori di floristica e tassonomia, De Visiani si focalizz˜ anche su quelli in botanica applicata, per esempio nel 1854 si occup˜ delle malattie dellÕuva e di due piante insettifughe. Un suo importante lavoro di fisiologia vegetale, Del metodo e delle

avvertenze che si usano nellÕOrto botanico di Padova per la fecondazione e fruttificazione della vaniglia, fu

pubblicato nel 1844 e gli valse la medaglia dÕoro della Societˆ orticola di Vienna34.

31 Saccardo scrive nella sua cronistoria che Çper iniziativa e cura del prof. De Visiani fu tenuta allÕOrto una

pubblica mostra di fiori con ottimo successoÈ (GOLA, L'Orto Botanico: quattro secoli di attivitˆ (1545-1945), p. 38).

32 Societˆ amici del Giardinaggio, pp. 12-14.

33 CURTI Ð MENEGALLE, Roberto De Visiani, in Professori di materie scientifiche allÕUniversitˆ di Padova

nellÕOttocento, p. 80.

34La Vanilla planifolia • unÕorchidea originaria del Messico i cui frutti producono la vaniglia utilizzata per dolci

e liquori. Il De Visiani aveva compiuto uno studio sulla struttura del fiore, in particolare sulla fecondazione artificiale che fu attuata da lui stesso per permettere la produzione della vaniglia anche in Europa.

De Visiani inoltre, insieme al botanico serbo Josif Pančić35, scrisse unÕopera sulle piante della Serbia, Plantae serbicae rariores aut novae e insieme a Pier Andrea Saccardo, suo assistente, scrisse il Catalogo delle piante fanerogame indigene delle Provincie Venete.

Insieme ad Abramo Massalongo36, allievo e amico, si interess˜ al campo di ricerche delle flore fossili: pubblic˜ diversi lavori sullo studio della flora terziaria di Noale, sulle piante fossili della Dalmazia e del Veneto, collezionando una raccolta di palme fossili.Nella sua Revisio plantarum minus cognitarum quas hortus patavinus colit, cominciata nel 1840 e finita nel 1862, De Visiani descrive delle specie rare e ne fa conoscere di nuove allevando delle piante dai semi provenienti da regioni lontane.

La corrispondenza scientifica di De Visiani conservata nella biblioteca dellÕOrto botanico mostra come i pi• celebri botanici del tempo e molti naturalisti, sia italiani che stranieri, lo tenessero in alta considerazione, dedicandogli piante viventi e fossili.

De Visiani non abbandon˜ mai lo studio della lingua e della letteratura latina e italiana e su queste materie collezion˜ libri che lasci˜ in ereditˆ al Museo civico della cittˆ di Padova.

Nel 1871 fece dono allÕOrto di tre collezioni: un erbario di pi• di 12.000 piante raccolte tra Grecia, Serbia, Italia, Germania, Russia, Africa e Dalmazia; una raccolta di piante fossili e la sua biblioteca, composta da circa 1500 volumi e circa 1000 opuscoli37. Don˜ anche un suo ritratto ÇperchŽ desiderava di rimanervi sempre presente almeno in effigieÈ38.

De Visiani fu insignito di Ordini cavallereschi39, premiato con medaglie dÕoro40 e fu rappresentante del Governo italiano allÕesposizione internazionale di Botanica e Orticultura a Pietroburgo, in Russia41.

Nel 1877, dopo quarantadue anni di direzione, il suo assistente, il prof. Pier Antonio Saccardo, lo sostitu“ alla cattedra di Botanica. Nonostante ci˜, continu˜ alcuni studi sulle piante fossili e sulla flora dalmatica.

35Josif Pančić (Valdivino, Croazia, 1814 Ð Belgrado, Serbia, 1888). Botanico, dottore, docente alla Great

School di Belgrado e primo presidente dell'Accademia reale serba. Ha ampiamente documentato la flora della Serbia.

36Abramo Bartolomeo Massalongo (Tregnago, 1824 Ð Verona, 1860). Allievo di De Visiani, era naturalista,

lichenologo e paleobotanico.

37 CANESTRINI, Commemorazione del prof. Commendatore Roberto De Visiani letta nellÕaula magna della R. Universitˆ

di Padova li 10 maggio 1878, p. 26.

38 PIRONA, Della vita scientifica del professore Roberto De Visiani, p. 32

39 ÇUffiziale dellÕordine deÕ SS. Maurizio e Lazzaro, comm. dellÕOrdine della Guadalupa, cavaliere dellÕOrdine

di S. Stanislao di RussiaÈ (Ivi, p. 30).

40 ÇPremiato con medaglia dÕoro per il merito scientifico dal Re di Sassonia, dal Re di Grecia, dal Granduca di

Toscana, e dÕanello dÕoro con cifra in brillanti dallÕImperatore Ferdinando I dÕAustriaÈ (Ibidem).

41 MARZOLO, Commemorazione del socio emerito prof. Roberto De Visiani letta allÕAccademia di Scienza, lettere ed arti di

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Mor“ nel 1878, senza moglie nŽ figli e volle essere seppellito nella sua cittˆ natale a Sebenico. Oltre alle sue collezioni personali, lasci˜ anche il cospicuo patrimonio di lire 37.000 circa, Çdestinandone il reddito allÕincremento delle raccolte botaniche, dei libri e dÕogni altro utile ornamento allÕOrtoÓ42.