Dopo aver delineato la composizione degli organi sociali e l’evoluzione della presenza femminile in seguito all’entrata in vigore della Legge 120/2011, si è passati alla seconda parte della ricerca, la quale prevede l’analisi della comunicazione svolta dalle società del campione in relazione alla parità di genere. Nel secondo capitolo sono già stati riportati alcuni esempi di comunicazione di iniziative di varia natura riguardanti la tutela delle donne e l’uguaglianza di genere realizzate da alcune società del campione. Ora, invece, verrà analizzata più nello specifico la comunicazione del rispetto della parità di genere nelle imprese tramite documenti societari, tra cui le relazioni di Corporate Governance, i comunicati stampa e lo Statuto.
In primo luogo, è stata analizzata la comunicazione dell’adeguamento alla Legge 120/2011 a partire dai documenti di Corporate Governance relativi all’anno dell’applicazione della legge nella società di riferimento e/o nell’anno precedente. L’analisi ha lo scopo di verificare se le società hanno comunicato il rispetto delle quote di genere facendo esplicito riferimento all’adeguamento della normativa entrata in vigore. In secondo luogo, l’analisi è proseguita verificando se le società hanno comunicato tramite comunicato stampa la modifica dello Statuto in seguito all’applicazione della Legge, sempre considerando un esplicito riferimento alla normativa. Infine, è stata verificata la presenza nello Statuto del rispetto della parità di genere negli organi. Anche in tal caso è stato verificato il riferimento al rispetto della Legge in vigore, alla luce del fatto che, secondo quanto riporta Bariatti (2019), molte società nell’indicare il rispetto delle quote di genere “in base al rispetto della normativa in vigore” fanno presagire che, quando questa cesserà, potranno automaticamente ridurre la presenza femminile nei board e tornare alla situazione di partenza, eliminando l’obbligo senza dover modificare lo Statuto.
95
Tabella 14: Comunicazione del rispetto della Legge 120/2011 Comunicazione adeguamento alla Legge 120/2011 tramite relazione di Corporate Governance Comunicazione adeguamento dello
Statuto alla Legge 120/2011 tramite comunicato stampa Presenza rispetto parità di genere nello Statuto Riferimento alla temporalità della normativa nello Statuto AEFFE SPA Sì Sì Sì Sì
B&C SPEAKERS SPA No, ma riferimento al
rispetto delle quote Sì Sì Sì
BIALETTI INDUSTRIE
SPA Sì Sì Sì Sì
BRUNELLO CUCINELLI
SPA Sì
No, ma riferimento alla modifica dello
Statuto per la nomina di consiglieri e sindaci Sì Sì CSP INTERNATIONAL SPA Sì Sì Sì Sì
DE' LONGHI SPA Sì Sì Sì Sì
DIGITAL BROS SPA Sì Sì Sì Sì
ELICA SPA Sì
No, ma riferimento alla modifica dello
Statuto in conformità di quanto deciso in Assemblea Sì Sì EMAK SPA Sì
No, non presenti comunicati stampa
antecedenti al 01/12/2015
Sì Sì
FILA SPA No, ma riferimento al
rispetto delle quote No Sì Sì
GEOX SPA Sì Sì Sì Sì
MONCLER SPA Sì No Sì Sì
OVS SPA No, ma riferimento al
rispetto delle quote No Sì Sì
PIQUADRO SPA Sì Sì Sì Sì
RATTI SPA Sì Sì Sì Sì
ROSSS SPA Sì Sì Sì Sì
SAFILO GROUP SPA Sì No Sì Sì
SALVATORE
FERRAGAMO SPA Sì Sì Sì Sì
TECHNOGYM SPA No, ma riferimento al
96
TOD'S SPA Sì Sì Sì Sì
ZUCCHI SPA Sì Sì Sì Sì
Totale 17/21 13/21 21/21 21/21
Fonte: elaborazione propria
L’analisi evidenzia che quasi tutte le società del campione (18 su 21) hanno comunicato ai propri stakeholder l’adeguamento alla Legge 120/2011 in modo esplicito, o mediante comunicazione dell’adeguamento dello Statuto tramite comunicato stampa o mediante comunicazione del rispetto della disciplina negli organi sociali tramite la relazione di Corporate Governance. Nel dettaglio, sono dodici le imprese che hanno comunicato in entrambi i canali esplicitamente l’adeguamento alla Legge 120/2011, mentre le altre sei lo hanno fatto esclusivamente tramite un canale, di cui cinque hanno privilegiato la relazione di Corporate Governance e una (B&C Speakers) il comunicato stampa.
Tuttavia, è bene sottolineare che le società che non hanno effettuato questo tipo di comunicazione si sono comunque adeguate alla normativa e hanno modificato lo Statuto in linea con il contenuto della Legge. Infatti, le società che non hanno fatto esplicito riferimento alla Legge Golfo-Mosca nelle relazioni sulla Corporate Governance hanno quanto meno esplicitato l’attribuzione di quote al genere meno rappresentato in tale documento, senza però fare esplicito riferimento alla normativa che ne ha dettato l’obbligo. Nel dettaglio, tale atteggiamento potrebbe suggerire un recapito “passivo” e implicito della Legge, il quale non esclude l’importanza del tema ma una mancata attenzione a livello comunicativo.
Inoltre, le società che non hanno sottolineato espressamente l’applicazione della Legge 120/2011 né tramite comunicato stampa né tramite relazione sulla Corporate Governance sono in tutti e tre i casi imprese che sono state quotate in borsa in seguito all’entrata in vigore della normativa e che, implicitamente, hanno rispettato le quote di genere dal primo rinnovo degli organi sociali dopo l’entrata in borsa. Nonostante ciò, una di queste società, Ovs Spa, è stata denunciata da un socio nel 2015 per non aver rispettato la parità di genere nei propri organi, non avendo nessuna quota femminile né nel consiglio di amministrazione né nel collegio sindacale, come riportato nel verbale dell’assemblea del 26 maggio 2015 della stessa società. L’accusa è stata portata in assemblea da
97 Gianfranco D’Atri, delegato degli azionisti D’Atri Stella e Investimenti Sud Italia, il quale, oltre a ciò, ha evidenziato una scarsa trasparenza da parte della società. Il dottor D’Atri in tale occasione ricorda che la Consob aveva raccomandato alle società in procinto di quotazione di adeguarsi ai limiti imposti dalla normativa anche prima dell’entrata in borsa e che, secondo lui, è importante che, se la società disattende le raccomandazioni, almeno ne dia spiegazione. L’amministratore delegato e direttore generale di Ovs, Stefano Beraldo, si è difeso dall’accusa sottolineando che in Ovs c’è sempre stata una valorizzazione della persona a prescindere dal genere poiché la società desidera dare a chiunque la possibilità di entrare a far parte della società, mettendo comunque l’accento sul fatto che in azienda sono presenti molte donne in posizioni di responsabilità. Questo episodio è significativo in quanto evidenzia ancora una volta l’importanza di una comunicazione chiara e trasparente con i propri stakeholder, anche nel caso di giustificazioni di inadempienze.
Infine, in questo campione è confermato quanto detto da Bariatti (2019). Infatti, tutte le società analizzate specificano nel proprio Statuto che la nomina di amministratori e sindaci viene effettuata nel rispetto di una disciplina inerente all’equilibrio tra i generi
pro-tempore, ovvero sottolineano il fatto che è una legge ad esaurimento. Da una parte, è
possibile interpretare quest’azione come un segnale che, allo scadere della Legge, le società possano fare un passo indietro in materia; dall’altra, come riporta la stessa Bariatti (2019) e come sarà analizzato nei prossimi paragrafi, alcune società comunicano tramite altri documenti l’intenzione di proseguire con il rispetto delle quote di genere, anche in seguito alla cessazione della Legge 120/2011.