L’ultima fase di analisi ha lo scopo di verificare se le imprese del campione hanno comunicato il rispetto della parità di genere anche attraverso altri mezzi non imposti da obblighi normativi. L’analisi è stata svolta tramite la ricerca di conferenze stampa, dichiarazioni del CEO, interviste, articoli, comunicazioni tramite social e comunicazioni tramite il sito web delle società, relativamente al rispetto della parità di genere in azienda sia per quanto riguarda gli organi societari sia per i dipendenti. In generale, è emerso che le società del campione hanno comunicato le azioni intraprese per garantire la parità di genere esclusivamente tramite i documenti già analizzati: la relazione di corporate governance, la dichiarazione non finanziaria e i comunicati stampa. Tuttavia, quattro società, Geox Spa, Moncler Spa, Safilo Group Spa e Tod’S Spa, hanno riportato in una
107 sezione apposita del proprio sito web una politica aziendale formalizzata sulla diversità degli organi sociali, la quale era stata presentata anche nelle dichiarazioni non finanziarie. Geox Spa riporta la politica sulla diversità degli organi sociali nella sezione “regolamenti e procedure” relativa alla Governance. In questo documento si fa esplicito riferimento alla volontà dell’impresa di assicurare un’adeguata diversificazione nella composizione degli organi sociali al fine di garantire una maggiore indipendenza di giudizio e una maggiore capacità di confronto. Inoltre, Geox sottolinea che attraverso questa politica attua la responsabilità sociale d’impresa, dal momento che lo scopo di essa è rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano le libertà del singolo in applicazione del principio di eguaglianza sostanziale, oltre al fatto che riconosce che tale politica si riflette, all’esterno, in un vantaggio competitivo per l’azienda e, all’interno, in un vantaggio per i dipendenti poiché contribuisce a creare un ambiente inclusivo e stimolate. Tale osservazione è l’esemplificazione di quanto riportato da Mahesh Chandra Guru et al. (2013), ovvero la creazione di valore tramite la comunicazione sia per gli stakeholder esterni all’impresa, sia per la produttività della stessa all’interno.
Moncler Spa riporta la politica sulla diversità degli organi sociali nella sezione “Governance ed Etica”. In tale documento si sottolineano le azioni messe in atto per garantire la parità di genere nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale dell’azienda anche in seguito alla cessazione della Legge 120/2011, ovvero il mantenimento del principio relativo alla destinazione di almeno 1/3 delle quote al genere meno rappresentato. Inoltre, Moncler sottolinea che verrà fornita una descrizione dei risultati di tale politica nella relazione annuale di Corporate Governance.
Safilo Group Spa riporta una politica sulla diversità del consiglio di amministrazione e una per il collegio sindacali, entrambe presenti nella sezione “documenti di Governance”. I due documenti, allo stesso modo, mettono in evidenza la consapevolezza della società dell’importanza della diversità negli organi societari per la sostenibilità. Infatti, Safilo sottolinea che un’equilibrata rappresentanza di genere è uno strumento fondamentale per promuovere il dibattito e per bilanciare i processi decisionali.
Come nel caso di Safilo, anche Tod’S Spa riporta due documenti separati relativi alla politica sulla diversità dei due organi societari; questi sono presenti nella sezione “modello di Governance”. All’interno dei documenti, sempre in virtù del principio della
108 valorizzazione delle diversità come elemento fondante della sostenibilità, si fa riferimento al rispetto dell’equilibrio tra i generi in conformità di quanto previsto dalle leggi e della Statuto.
Inoltre, Salvatore Ferragamo Spa nella sezione “persone e principi” dedicata alla CSR dell’azienda fa riferimento all’adozione degli “Women’s Empowerment Principles”, promossi da UN Women e dal Global Compact delle Nazioni Unite, i quali forniscono alle aziende una guida su come promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile sul luogo di lavoro e nelle comunità, a conferma dell’impegno della società in termini di inclusione e rispetto dei principi di uguaglianza e dignità.
Oltre a queste società, nessun’altra ha direttamente informato, attraverso canali che non prevedevano una rendicontazione obbligatoria, le azioni intraprese per promuovere la parità di genere.
Per quanto riguarda, invece, il tema della diversità e delle iniziative a sostegno delle donne, questo è stato in parte trattato da alcune imprese, come messo in evidenza nel capitolo precedente. In questo caso il mezzo più utilizzato è stato il sito web, ad eccezione del caso di Aeffe Spa in cui è il Cgil di Rimini a darne notizia.
Nonostante la mancanza di comunicazione diretta da parte delle società, alcune di queste sono state partecipi di articoli che le hanno messe in risalto per questioni legate alla parità di genere:
Salvatore Ferragamo Spa in un articolo di “Il Corriere” dell’11 giugno 2019 viene delineata come l’unica società del Ftse Mib con un amministratore delegato donna, Micaela le Divelec Lemmi;
Sempre in questo articolo, Moncler Spa e la stessa Salvatore Ferragamo Spa vengono citate tra le società che presentano una percentuale maggiore di quote rosa nei board rispetto a quanto previsto dalla Legge 120/2011;
“La Stampa” in un articolo del 2 giugno del 2015 cita Bialetti Industrie Spa tra le imprese che hanno ricevuto il premio “Mela Rosa” da parte della Fondazione Belisario, il quale viene consegnato ai presidenti e agli amministratori delegati delle società quotate che hanno recepito e condiviso la Legge Golfo-Mosca, valorizzando il talento femminile ai vertici.
109 Tenuto conto dei risultati ottenuti da tale analisi, è possibile concludere che la comunicazione relativa al tema della parità di genere per la maggior parte delle società quotate del settore “moda, prodotti per la casa e per la persona” è limitata ai documenti informativi delle società. Nel dettaglio, prima dell’introduzione del Dlgs. 254/2016 la comunicazione era contenuta nelle relazioni di corporate governance e, per l’adeguamento dello Statuto alla Legge 120/2011, nei comunicati stampa. Come previsto, con l’introduzione del decreto, le imprese hanno cominciato a fornire più informazioni in materia di pari opportunità e, più in generale, di diversità, anche se non tutte hanno rispettato la normativa includendo le azioni attuate per promuovere la parità di genere. Tuttavia, in generale, emerge che, se non ci sono obblighi, sono poche le società che su base volontaria adottano politiche di genere e promuovo la parità, soprattutto in relazione alle posizioni dirigenziali, confermando i dati italiani sulla scarsità di donne ai vertici aziendali. In aggiunta, nonostante siano imprese b2c, non c’è nemmeno stato un utilizzo di mezzi di massa per promuovere la parità di genere. Alla luce di ciò, la qualità della comunicazione delle imprese analizzate nei confronti del tema della parità di genere può essere fatta rientrare nel primo stadio individuato da Pastore & Vernuccio (2016), ovvero quello della Corporate Social Obligation, intesa come il rispetto delle leggi e dei meccanismi propri del mercato. Per quanto riguarda, invece, Geox Spa, Moncler Spa e Safilo Group Spa, le quali sottolineano chiaramente la volontà di continuare a rispettare la parità di genere negli organi societari anche in seguito alla cessazione della Legge 120/2011, in via volontaria, attraverso un’apposita sezione nel sito web, si può parlare di Corporate Social Responsibility.