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La distribuzione dell’associazionismo a livello regionale

IL FENOMENO DELL’ASSOCIAZIONISMO NEL CONTESTO EUROPEO, ITALIANO E

3.2 L’associazionismo in Italia

3.2.2 La distribuzione dell’associazionismo a livello regionale

I dati sopra menzionati ci permettono di posizionare il fenomeno dell’associazionismo italiano in relazione ad altri paesi europei e per macro-regioni (Nord, Centro e Sud Italia) ma non consentono ad ora di avere una chiara immagine della distribuzione della partecipazione nelle regioni.

Informazioni su questo aspetto le si hanno soltanto dal 1993, anno in cui l’ISTAT avvia il sistema Multiscopo. Si tratta di un’indagine annuale su Aspetti della vita quotidiana

attraverso questionario comprendente un’insieme di domande sulla partecipazione alle associazioni. Questo strumento è ad oggi la fonte più completa per comprendere il fenomeno associativo in Italia: esso è condotto su un campione abbastanza vasto (oltre 50.000 soggetti), di modo da avere una rappresentatività statistica anche a livello regionale. Avendo poi una

regolare cadenza, permette di osservare l’evolversi del fenomeno nel tempo come prima non è mai stato fatto.

Come si può ben vedere dalla tabella in figura 8, le differenze tra le regioni italiane sono rilevanti: i due valori estremi dell’ultima colonna, riguardante la media tra il 1993 e 2001 dell’indice di partecipazione complessiva, vanno dal 41,5% del Trentino-Alto Adige al 16,3% della Sicilia.

Appena dietro il Trentino-Alto Adige, troviamo il Veneto con il 29,8% di partecipazione e al quarto posto il Friuli Venezia Giulia con il 27,9%. Risulta evidente che quello del Trentino- Alto Adige non è un caso isolato ma si inserisce nel quadro più generale del Triveneto che si dimostra essere la macro-regione dove l’impegno nelle associazioni è più frequente, rispetto al Sud, ma anche rispetto al Nord-Ovest e al Centro. Valori comunque importanti si registrano in Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Sardegna, Piemonte e Valle d’Aosta, tutte sopra la media. Le regioni del Nord-Ovest mostrano buoni livelli di partecipazione, con la sola eccezione della Liguria.

Figura 8: Persone dai 14 anni in su che dichiarano di aver partecipato ad almeno una delle nove attività presenti nel questionario Multiscopo, 1993-2001. Fonte: indagine Multiscopo, elaborazione dati ISTAT

Vengono poi le altre regioni del Centro e del Sud: Umbria, Marche, Basilicata, Puglia, Molise, Abruzzo e Lazio, tutte sotto la media; infine le restanti regioni meridionali e la Sicilia, come detto fanalino di coda del Paese.

In sintesi: ai primi posti notiamo le regioni dove particolarmente importante è stato il ruolo delle subculture che hanno disegnato il panorama politico italiano: le regioni a tradizione bianca e poi le due regioni rosse, Emilia-Romagna e Toscana. A fondo classifica vediamo le regioni meridionali , insieme al Lazio e, ultima, la Sicilia.

Viene spontaneo chiedersi se sia la partecipazione ai partiti a produrre questo risultato. Le regioni e macroregioni con una più forte tradizione politica sono nelle posizioni più alte della classifica per il maggiore impegno dei cittadini nella vita partitica?

Non sembra essere esattamente così. Se osserviamo il dato relativo alla partecipazione degli italiani nei partiti, in tabella in figura 9, troviamo in questo periodo una classifica quasi ribaltata: sono le regioni meridionali a rappresentare, per la maggior parte, i casi al di sopra della media.

Figura 9: Persone dai 14 anni in su che hanno partecipato a riunioni e/o svolto attività gratuite nei partiti politici, 1993-2001. Fonte: elaborazione dati Istat, Indagine

In prima posizione la Basilicata e al terzo la Calabria; ma anche le altre regioni del Sud e insulari (Sicilia compresa) sono sopra la media. Notiamo che Trentino-Alto Adige e Emilia- Romagna sono nella parte alta della classifica ma in una posizione inferiore a quella occupata nella classifica riguardo la partecipazione nel suo complesso.

Gli anni tra il 2002 al 2012 non presentano novità rilevanti. Anche questo decennio mostra una complessiva stabilità nell’impegno della popolazione italiana. Da segnalare una breve fase di crescita iniziale che viene meno nell’ultimo anno dell’indagine, il 2012.

A livello regionale, mettendo a confronti i valori medi per regione del periodo 2002-12 con quelli del periodo1993- 2001, si nota una crescita della risposta associativa in Basilicata, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Piemonte e Marche. Parallelamente a ciò, la partecipazione è scesa in Puglia, Toscana, Emilia- Romagna e Campania, soprattutto negli ultimi anni.

Le regioni del Sud non sono dunque riuscite a colmare il gap con quelle settentrionali ma, anzi, la distanza sembra essere aumentata con la sola eccezione della Basilicata. Si registra quindi una conferma del trend già avviatosi negli anni ’90, anche se a monte di questa stabilità a livello nazionale possiamo individuare la progressiva diminuzione delle attività all’interno dei partiti e nei sindacati (tabella in figura 10) e, dall’altro lato, l’aumento

dell’impegno nel volontariato. Trentino-Alto Adige e Veneto si confermano essere le regioni Figura 10: Persone dai 14 anni in su che hanno partecipato a riunioni

e/o svolto attività gratuita nei sindacati nelle regioni italiane, 2002- 2012. Fonte: indagine Multiscopo, elaborazione dati ISTAT

più attive del Paese con il Friuli Venezia Giulia che sale al quarto posto, preceduto dalla Lombardia (tabella in figura 11).

La diminuzione dell’impegno nei partiti e nei sindacati è compensata dalla crescita del volontariato che, a differenza del costante segno negativo della tabella in figura 11 presenta, nella tabella in figura 12, un segno positivo per tutte le regioni, con un incremento consistente in Basilicata, Marche, Abruzzo, Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte e Valle d’Aosta. Una crescita inferiore a quella media si nota in

Campania,Puglia, Sardegna e Trentino-Alto Adige.

Figura 11: Persone dai 14 anni in su che hanno partecipato a riunioni e/o svolto attività gratuite in associazioni o gruppi di volontariato nelle regioni italiane, 2002-2012. Fonte:elaborazioni dati Istat, Indagine Multiscopo

Cresce in parallelo la partecipazione in associazioni «culturali, ricreative o di altro tipo» come emerge dalla sottostante tabella in figura 12.