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La formazione dell'asse Siria-Iran, 1979-1982 283

LE RELAZIONI SIRIA-IRAN Un'ambigua alleanza

4.1.1 La formazione dell'asse Siria-Iran, 1979-1982 283

Se le relazioni tra i due paesi sono definitivamente decollate dopo la caduta della dinastia dei Pahlavi, il regime siriano aveva già dai primi anni Settanta intessuto relazioni importanti con personaggi di spicco del clero sciita. Era stato infatti l'imam Mūsa Ṣadr nato a Qom (Iran) e poi naturalizzato libanese, a riconoscere con una fatwa del 1973 l'appartenenza degli alauiti 282 Si veda: Hirschfeld Y., The Odd Couple: Ba'thist Syria and Khomeini's Iran” in Ma'oz M.,

Yaniv A., (eds.), Syria under Assad. Domestic Constraints and Regional Risks, Croom Helm, Beckenham, 1986, pp.105-124.

283 Per una cronologia delle relazioni Siria-Iran si veda: Ehteshami A., Hinnebusch R., Syria

and Iran: Middle Powers in a Penetrated Regional System, Routledge, London, 1997

all'islam sciita, contribuendo a consolidare la posizione interna di Ḥāfiẓ al-Asad284, minacciata da rivolte popolari nel momento in cui aveva emendato la Costituzione abrogando l'articolo che stabilisce per il presidente siriano l'obbligo di appartenere all'Islam285. Il regime di Damasco aveva peraltro fornito un modesto contributo alla rivoluzione iraniana offrendosi di accogliere Khomeini nel 1978, al momento dell'espulsione dall'Iraq286, e dando poi asilo ad alcuni dei suoi più stretti collaboratori287. La rivoluzione islamica porta con sé un rovesciamento del posizionamento geopolitico dell'Iran: si interrompono le relazioni di lungo corso con Israele e Stati Uniti e, in generale, si raffreddano i rapporti con gli stati arabi filo-occidentali. Sul piano regionale, ciò porta a un riallineamento del sistema di alleanze inter-arabe288. La situazione della Siria alla fine degli anni Settanta la vede isolata: l'Egitto ha « tradito la causa araba » avvicinandosi gradualmente (con i trattati del 1974 e del 1975) alla firma di una pace separata con Israele, che avverrà un mese dopo la rivoluzione iraniana. I rapporti con l'Iraq, segnati dai falliti tentativi d'unione, sono ai minimi storici, per la chiusura dell'oleodotto Banias-Kirkuk, che provoca per il regime di al-Asad una perdita economica enorme in un momento di forte instabilità politica 289. Giordania, Iraq ed Egitto sono inoltre sospettati di sostenere l'opposizione sunnita al regime290. Iran e Siria condividono dunque in questo momento la linea intransigente nei confronti di Israele e dell'influenza americana nella regione, un conseguente stato d'isolamento nei confronti degli stati arabi moderati e la volontà di arginare, a livello regionale, Iraq e Turchia.

Al-Asad è quindi il primo leader arabo a felicitarsi con Khomeini dopo la sua ascesa al potere, lodando « la vittoria del popolo iraniano » e

284 Sulla “normalizzazione” della posizione degli alauiti in seno all'Islam si veda ad esempio: Mervin S., Quelques jalons pour une histoire du rapprochement (taqrīb) des alaouites vers le

chiisme, in Islamstudien ohne Ende, Festschrift für Werner Ende, Deutsche Morgenländische

Gesellschaft, Ergon Verlag, Würzburg, pp.281-288.

285 Si veda il cap.I.

286 Khomeini aveva però preferito riparare a Parigi, Ehteshami, Hinnebusch, Syria and Iran, p.89.

287 Fra questi Ibrāhīm Yazdi, Mustafa Shamran e Sadiq Qutbzadeh; a quest'ultimo fu dato un passaporto siriano e un incarico come corrrispondente da Parigi del quotidiano governativo “al-Tawra”. Seale P., Mc Conville M., The Struggle for the Middle East, Oxford University Press, London, 1989, p.253.

288 Goodarzi J., Syria and Iran. Diplomatic Alliance and Power Politics in the Middle East, I.B.Tauris, London, 2009, p.11.

289 Baram A., Ideology and Power Politics in Syrian-Iranian Relations, in Ma'oz, Yaniv (Eds.),

Syria under Assad, p.130.

290 Abbas W. S., Syria and Iran: an Enduring Axis, “Mideast Monitor”, V.1, n.1 (2006), http://www.mideastmonitor.org/issues/0604/0604_4.htm#_ftnref3.

proclamando il proprio supporto alla causa della rivoluzione291. Nel settembre del 1980, poco prima dell'inizio della guerra tra Iran e Iraq, un inviato del presidente iraniano Bani Sadr si reca a Damasco nella speranza di concludere un'alleanza diplomatica e militare, al-Asad rifiuta di dare apertamente e pubblicamente all'Iran il proprio supporto. Ma lo spettro di una vittora irachena, e quindi del rafforzamento sul piano regionale del vicino orientale, che sostiene apertamente i Fratelli Musulmani ostili al regime, sono per la Siria una minaccia troppo evidente e al-Asad si vede praticamente costretto a schierarsi dalla parte degli ayatollah. Sul piano teorico si verifica la definitiva rottura con l'Iraq -paese rivale nella lotta per l'egemonia regionale nonostante la comune appartenenza al partito Baʻt- e il tradimento di uno dei refrain della sua politica regionale, ovvero la pretesa di rappresentare il qalb al-ʻurubah, il cuore dell'arabismo, motore dell'unione di tutti i popoli arabi. Dal punto di vista pragmatico la scelta di Damasco rappresenta in realtà la presa d'atto di una situazione regionale d'isolamento ed è sostenuta da argomenti fondamentalmente difensivi. L'Arabia Saudita, allineata della prima ora sul fronte filo-iracheno, e gli altri paesi arabi « moderati » fanno invece mostra di considerare la posizione della Siria una breccia enorme nel campo della solidarietà araba: per questo motivo al-Asad dovette difendersi dall'accusa di « tradimento della causa araba » di fronte al tribunale dell'Organizzazione dei paesi arabi produttori di petrolio nell'agosto del 1983292. Negli anni seguenti la Siria fornisce all'esercito iraniano armamenti, permette l'atterraggio e il rifornimento degli aerei iraniani nelle basi siriane, personale siriano addestra inoltre e arma gruppi di curdi iracheni. Ma soprattutto la Siria è il prezioso mediatore dell'Iran presso la Lega Araba e i paesi del Golfo ed è in massima parte grazie al suo intervento diplomatico che Teheran riesce a evitare il formarsi di un fronte arabo unito allineato con l'Iraq che l'avrebbe portata a una certa sconfitta. In questo periodo è Damasco dunque a dominare la relazione dal punto di vista strategico. Nel 1982 l'alleanza siro-iraniana è formalizzata con la visita a Damasco di una delegazione di 48 funzionari, guidati da ʻAbd al-Ḫalīm Ḫaddām, allora ministro degli esteri. In quest'occasione viene approvato un trattato di cooperazione economica della durata di dieci anni all'interno del 291 Goodarzi, Syria and Iran, p.18.

292 Galletti M., Storia della Siria contemporanea. Popoli, istituzioni, cultura, Bompiani, 2006, p.127.

quale l'Iran accetta di fornire all'alleato 2,7 milioni di tonnellate di greggio in cambio di prodotti agricoli, tessili e chimici per l'agricoltura ed altri 6,3 milioni di tonnellate a prezzo calmierato. La quantità di greggio fornito anualmente dall'Iran salirà gradualmente negli anni a seguire, così come il debito siriano, più volte ridiscusso293. Contestualmente i due alleati firmano un accordo segreto per la fornitura di armamenti294.

L'invasione del Libano da parte d'Israele nel 1982 rinforza ulteriormente l'asse Siria-Iran, fornendo un nuovo teatro di cooperazione contro i mutui rivali (Israele stesso e i suoi sostenitori, Francia e Stati Uniti). La Siria infatti, presente sul territorio fin dal 1975 -su invito dei maroniti e poi delle Lega araba- permette alle Guardie rivoluzionarie iraniane di schierarsi nella valle della Bekaa, sotto controllo siriano, dove contribuiscono alla formazione del movimento sciita Ḥizbollāh. In questo momento, con l'Egitto ancora isolato e l'Iraq impegnato nella guerra, la posizione regionale della Siria appare dominante.