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Il “modello cinese”

DA UN'ECONOMIA SOCIALISTA A UN'ECONOMIA “SOCIALE DI

2.2.7 Il “modello cinese”

Sebbene fin dagli anni Settanta -ovvero dal Movimento correttivo lanciato da Asad padre- l'economia siriana abbia cominciato a distaccarsi dal socialismo, con una decisa svolta a partire dal 1986, è solo dagli anni Duemila che i principi dell'economia di mercato vengono introdotti nel linguaggio pubblico. Ricorrono i concetti di efficienza, modernizzazione e produttività, ritorna il refrain della lotta alla corruzione. Il governo, per bocca del presidente Bašār al Asad, rivendica una scelta autonoma, quella di un'economia “sociale di mercato”, proposta ancora una volta come via siriana allo sviluppo. Il modello scelto è quello di una transizione graduale, controllata rigidamente dallo stato e non accompagnata da riforme istituzionali significative: l'obiettivo è dinamizzare l'economia senza intaccare il sistema di potere. Le riforme economiche messe in atto negli anni Duemila hanno dato risultati contraddittori: il PIL pro capite, benché si situi tuttora a un livello molto basso -anche considerando la media dell'area- è aumentato considerevolmente e costantemente nel quinquennio 2005-2009; l'inflazione è cresciuta mediamente

180 Cugino di Bašār al Asad Ramī Maḫlūf è considerato la principale figura economica del paese. È l'erede di Muhammad Maḫlūf, fratello della moglie di Hafiz al-Asad, uomo che ebbe con il defunto presidente rapporti stretti e confidenziali, tanto che pare influenzò l'approvazione della legge 10 del 1991. La vicinanza al clan della famiglia Asad gli ha permesso di gestire il settore delle comunicazioni praticamente come un monopolio attraverso le società BTP e Syria Tel. Le sue società spaziano dai trasporti (possiede una quota maggioritaria della compagnia aerea siriana) alle nuove teconologie, al ramo turistico (Talisman e Sham Hotel).

181A Decade in Power Part 6: The Market but at what Cost? “The Damascus Bureau”,

26/08/2010, http://www.damascusbureau.org/?p=1094&cpage=1#comment-1054, consultato il 20 ottobre 2010.

del 14% nei primi quattro anni, con un calo del 7,6% nel 2009. L'inefficienza e la corruzione dell'apparato burocratico continuano a scoraggiare gli investitori 182; la situazione di monopolio che ancora caratterizza diversi settori, il basso livello tecnologico e la scarsa specializzazione dei lavoratori rendono inoltre i prodotti siriani poco competitivi sul mercato estero. La produttività, in generale, rimane bassa. Nella classifica -stilata dalla Banca Mondiale- delle economie che maggiormente favoriscono gli investimenti la Siria è 144esima su 183 paesi, ben al di sotto degli altri paesi dell'area; è 176esima per quanto riguarda i mezzi di tutela giudiziaria183 e 168esima per la possibilità di accesso al credito (Tabella 3).

Tabella 2: Indicatori economici 2005-2009

Anno 2005 2006 2007 2008 2009

Pil pro capite (in USD)

1430 1570 1780 2150 2410

Inflazione 12,9 9,1 13,7 19 -7,6

Fonte: World Bank, data.worldbank.org.

Il paese subisce inoltre l'impatto negativo delle sanzioni americane184, il raffreddamento dei rapporti con l'Arabia Saudita a partire dal 2005185 e l'allentamento dei rapporti con il Libano, partner economico importante vuoi 182 De Saint Laurent B., Luçon Z. (Eds), Investments and Partnerships in the MED Region in

2009, Anima Investmente Network,

http://www.animaweb.org/uploads/bases/document/AIN_FDI_Partnerships-2009_Eng_6-05-2010.pdf, p.46.

183 L'indice originale si chiama “enforcing contracts”, e valuta i mezzi di tutela giudiziaria che possono essere adottati per far si che gli obblighi contrattuali siano concretamente adempiuti. Esso si traduce nel tempo necessario ad un creditore coinvolto in una controversia, per recuperare il credito ed è conteggiato dal giorno di inizio del procedimento davanti all’autorità giudiziaria.

184 Con il Syria Accountability and Lebanese Sovereignty Restoration Act (04/12/2003) il Congresso degli Stati Uniti chiedeva alla Siria di interrompere le relazioni con Hamas, Ḥizbollāh e con il Fronte Popolare di Liberazione Palestinese; di tagliare i rapporti con ogni formazione terroristica e impedire il passaggio sul proprio territorio di armi e individui destinati alla guerra in Iraq; di organizzare il completo ritiro delle proprie truppe dal Libano. Nell'attesa imponeva al paese le seguenti sanzioni: 1) proibisce le esportazioni dagli Stati Uniti (salvo cibo e medicinali); 2) proibisce gli investimenti in territorio siriano; 3)impone severe restirizioni di movimento ai diplomatici siriani; 4) proibisce l'utilizzo dello spazio aereo statunitense agli aerei siriani; 5) ridimensiona i contatti diplomatici USA-Siria; 6) blocca le transazioni in cui sia in qualsivoglia modo coinvolto il governo siriano. Syria Accountability

and Lebanese Sovereignty Restoration Act of 2003,

http://www.congress.gov/cgi-bin/bdquery/z?d108:HR01828:@@@D&summ2=m&.

nel settore formale che in quello informale186. La dipendenza delle esportazioni dal settore petrolifero rimane alta.

Tabella 3: Classifica “Doing Business”

PAESE RANKING REGIONALE RANKING MONDIALE Arabia Saudita 1 11 Turchia 2 65 Egitto 3 94 Giordania 4 111 Libano 5 113 Iran 6 129 Siria 7 144 Iraq 8 166

Fonte: International Finance Corporation, The World Bank, Doing Business

Economy Rankings, aggiornato al 10 giugno 2010, www.doingbusiness.org

Il settore economico in maggiore ascesa è quello turistico, che attualmente contribuisce al PIL nella misura del 14%. Nel 2009 la Siria ha avuto oltre sei milioni di visitatori e risulta al terzo posto nella classifica - stilata dall'Organizzazione Mondiale del Turismo - dei paesi che hanno registrato la maggiore crescita nel settore. Le stime per l'anno appena concluso, otto milioni e mezzo di turisti, confermano questo trend positivo, influenzato positivamente dalla revoca dell'obbligo del visto per i cittadini di Turchia e Iran che hanno così raddoppiato le loro presenze nel paese187. Il segmento del turismo religioso ha contribuito a questa crescita con i pellegrinaggi rivolti ai santuari sciiti effettuati soprattutto da cittadini iraniani188.

Il sistema tradizionale di gestione del potere, basato sul trittico esercito-partito-comunità alauita non è stato scardinato così come sono rimaste le

186 Berthelot P., Les 10 ans de Bashar al Assad: un bilan “globalment positif”?, in “Actualité du Moyen -Orient et du Maghreb”, 15 (2005),

http://www.irisfrance.org/docs/kfm_docs/docs/2010-07-amo15.pdf.

187 Per maggiori dettagli si veda il sito del Ministero del Turismo siriano:

http://www.syriatourism.org/ (i dati sono contenuti unicamente nella versione in lingua araba).

restrizioni delle libertà civili, a dispetto delle speranze suscitate dalla “primavera di Damasco”. Nel processo di riforma dello stato il governo ha infatti preferito fare riferimento al “modello cinese”, compatibile con la sopravvivenza di un regime autoritario; benché graduale e controllato questo processo rischia in ogni caso di erodere i pilastri del regime: al momento gli alauiti occupano ancora la maggior parte delle posizioni chiave nel settore pubblico mentre sunniti e cristiani, tendenzialmente esclusi dal sistema di potere, hanno preso l'iniziativa nel settore privato. La regione alauita, interessata fra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta da ingenti investimenti statali, è ora considerata poco attraente dagli imprenditori, mentre le due città maggiori, Aleppo e Damasco, assorbono il 75% degli investimenti e sono la sede dell'80% delle imprese industriali e commerciali; un ulteriore passo verso la liberalizzazione potrebbe preparare il campo alla sua ri-marginalizzazione e quindi all'allentamento dei legami (ʻasabiyya) che avevano contribuito a portare gli alauiti al potere nel 1966189.

CAPITOLO III

LA SIRIA E IL CONTESTO REGIONALE