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LA CITTÀ VECCHIA DI TARANTO: IL PATRIMONIO CULTURALE DIFFUSO TRA ABBANDONO E POSSIBILI RIMEDI ‚SMART‛

2. La Francigena, una storia diversa guardando a sud

La Francigena era un sistema viario che attraversava longitudinalmente e trasversalmente l’intera penisola italiana, percorsa da viandanti che giungevano d’oltralpe, genericamente chiamato ‚Fran- cia‛, per recarsi dal nord Europa ai luoghi santi presso le peregrinationes maiores della Cristianità: San- tiago de Compostela, San Pietro a Roma, e dopo il “pasagium ultramarinum” a Gerusalemme (Paolucci, 2008, p. 20). Non come erroneamente il sistema mediatico contemporaneo, sempre alla ricerca di semplicismo (Cardini, 2008, p. 24), ha fatto intendere, facendo coincidere la Francigena con il viaggio del vescovo Sigerico, alla fine del X secolo, da Canterbury a Roma.

I primi documenti d'archivio che citano la Francigena risalgono al XI sec. per un tratto di strada nel territorio di Troia, in provincia di Foggia. Il pellegrinaggio a Roma e quello a Gerusalemme erano già praticati nei primi secoli e si trasformarono in una pratica consolidata a partire dal IV sec., quando l’impero fece propria la religione cristiana (Cardini, 2008, p. 27). Fino al VII sec. l’Appia poteva consi- derarsi la principale via per raggiungere la Puglia da Roma, ma già dal VI sec., con la progressiva de- cadenza dell’Impero Romano e il conseguente abbandono della normale attività manutentiva dell’Appia, riacquistò importanza la strada interna successivamente individuata come Francigena. Al- lora, con il perdurare della pace imposta dall’impero Romano verso oriente e sebbene la navigazione dell’Adriatico richiedesse una certa ‚attenzione‛ per le forti correnti marine, raggiungere la Giudea, passando per Costantinopoli, era abbastanza agevole.

Tra il X e XI sec. le mutate condizioni sociali, favorirono l’aumento della popolazione e, conseguen- temente, gli insediamenti per la coltura delle terre nell’entro terra appenninico e verso le coste puglie- si. Fu in questa fase che si trasformò il rapporto tra Italia meridionale, mondo greco-balcano-anatolico e Terrasanta, con la conseguente ‚contaminazione‛ reciproca di storia e cultura. La via Francigena ac- quisì un ruolo crescente e divenne sempre più percorsa da pellegrini, mercanti, re ed imperatori. Templari e Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme fornivano ospitalità a viandanti e pellegrini, ai quali si doveva offrire alloggio, cibo, denaro se necessario, e assistenza quando erano ammalati (Rapetti, 2013, p. 161). Le Crociate diedero impulso ai viaggi verso Gerusalemme innescando mecca- nismi di emulazione e traslazione di reliquie e oggetti sacri. Le strade dal nord Europa sino al sud della penisola si popolarono di guerrieri, pellegrini e briganti, tanto che a volte era difficile distinguer- li gli uni dagli altri. Con l’aumento della ricchezza si edificarono le magnifiche architetture, che pos- siamo ancora in larga parte ammirare, permeate dall’influenza orientale, rappresentative dei diversi popoli, compresa l’arte romanica. Il passaggio e le dominazioni, nonché l’importazione di spezie e specie vegetali dall’oriente, modificarono e trasformarono la società medievale nell’arco di oltre mille anni, durante i quali la religione cristiana svolse un ruolo determinante. Infatti, nello scontro tra le ci- viltà romana e barbara il Cristianesimo assunse un ruolo di contrasto al modello germanico, che al- trimenti avrebbe acquisito il peso maggiore.

Il Cristianesimo professava l’uguaglianza tra donne, poveri e schiavi e a partire dal V secolo tese ad imporre anche il suo modello alimentare. Pane, vino e olio (derivati dalla cultura romana), diven- nero elementi imprescindibili della dieta, perché simboli di sacralità, indispensabili per le funzioni re- ligiose. Di conseguenza il mangiare monacale si diffuse in contrapposizione a quello laico dei ricchi e

potenti e intorno ai monasteri si sviluppano i centri urbani e l’economia a scala locale.

Le rupte, furono molteplici e tra il XII e XIV sec. Con lo sviluppo della nautica fu soprattutto Vene- zia che s’impose nel trasporto dei pellegrini in Terrasanta, assicurando un servizio cadenzato, almeno due volte l’anno tra pasqua e agosto (Cardini, 2008, p. 39).

L’Appia, sempre più via commerciale e sempre meno strada per le persone a piedi o a cavallo, fa- vorì la direttrice Prenestina/Casilina/Latina, che passava per Montecassino o per la Valle del Liri. Un itinerario che assunse nel tempo un ruolo nodale, esaltato dalla funzione legata ai miracoli di santi come San Nicola da Bari, San Benedetto solo per citarne alcuni. Divenne così, d’uso comune per i pel- legrini, trasformandosi sempre più in strata Francorum, a partire dalla seconda metà del VIII sec. e fa- vorendo, non soltanto lungo le vie consolari romane, la nascita di borghi e castelli.

I giubilei inaugurati da Bonifacio VIII a partire dal 1300, rafforzarono il valore religioso di questo percorso, rinnovando il culto delle reliquie amplificando lo sviluppo di riferimenti religiosi diffusi lungo le direttrici di penetrazione a Roma (Di Paola, 2012, p. 86), tanto che l’andirivieni di viaggiatori e pellegrini non si è mai interrotto sino alla fine del 1800. La mappa di Erhard Etzlaub, realizzata alla fine del 14002, descrive dettagliatamente ben otto itinerari del sistema viario germanico che conflui-

scono a Roma partendo da altrettante località poste ai confini settentrionali del Sacro Romano Impero. In occasione del giubileo del 1500 giunse a Roma una grande moltitudine di pellegrini diretti ad limina

Sanctis Petri. Molti proseguirono per il Santo Sepolcro, dopo essere stati ‚riconosciuti‛ a Roma, infatti

vigeva l’obbligo, prima d’imbarcarsi3 per Gerusalemme, di passare a ritirare dal papa la licenzia mundi

ad Terram Sanctam4.

Sempre nel quattrocento si afferma il pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto tanto che all’inizio del secolo successivo, Leone X, lo equiparerà alle tre peregrinationes maiores (Arlotta, 2011, p. 25), così come per il santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano (Dalena, 2001, p. 67).

I diaristi del quattrocento e quelli che li hanno preceduti, raccontarono i viaggi attraverso gli itine- rari, le tappe e i giorni impiegati, i posti dove mangiare e dormire, le spese sostenute, ma descrissero anche i luoghi che attraversavano, le caratteristiche geografiche, i monumenti, la società, la gente co- mune che incontravano, le loro consuetudini. Non trascuravano gli aspetti religiosi del pellegrinaggio stesso, descrivendo chiese, cerimonie sacre, indulgenze, reliquie, leggende cristiane, cortei processio- nali, aspetti spirituali, devozionali e liturgici. Alcuni si soffermano sugli aspetti economici e merceolo- gici, ai fini commerciali, ma anche con finalità spionistiche per valutare le strutture difensive e l’assetto militare dei territori visitati.

Un ‚moto perpetuo‛ verso i luoghi santi che è ancora oggi testimoniato da pellegrinaggi nel Lazio, in Molise, Campania e Puglia, sebbene di carattere locale o interregionale, che si ripete da secoli senza soluzione di continuità chiaramente evidente nel tracciato della Francigena riconosciuto dal Consiglio d’Europa che, a differenza di quello del tratto a nord di Roma, è ramificato e innerva la penisola sino a Santa Maria di Leuca.

Questo breve excursus storico evidenzia la radice euro-mediterranea dei territori attraversati dalla Francigena verso sud, i legami indentitari tra le comunità, il sincretismo degli influssi culturali visibile nelle forme del paesaggio e delle architetture, devono essere riconvertiti in forme evolute di narrazio- ne dei territori e fattori fondativi per la creazione anche e soprattutto di un sistema turistico integrato (Mautone e Ronza, 2014).

2 Si tratta di una xilografia stampata a Norimberga con i tipi di Caspar Hochfeder, nel 1496-98 ca.

3 Per andare in Terrasanta l’imbarco più sicuro era quello di Venezia che disponeva di un efficiente servi-

zio di navi. In particolare, nel 1399 il Senato veneziano autorizzò alcuni privati a costruire galee per adibire al trasporto esclusivo dei pellegrini in Terrasanta i cui viaggi sono attestati in un periodo compreso tra aprile e luglio di ogni anno.

4 La licenzia mundi ad Terram Sanctam, poteva essere rilasciata solo dal papa, o dalla Penitenzieria Aposto-