ANALISI DELLO STATO DI FATTO
5. RILIEVO ARCHITETTONICO E FOTOGRAFICO
5.1. DESCRIZIONE MORFOLOGICA DEL SITO
5.3.3 La navata, presbiterio e abside, la loggia
5.3.3 La navata, presbiterio e abside, la loggia
Per quanto riguarda il rilievo fotografico dei piani superiori e nello specifico quello della navata affrescata da Giotto, si è deciso di fornire di seguito solo delle viste generali, in quanto la trattazione sarà maggiormente dettagliata nelle tavole allegato. Nella Fig. 5.25 si può notare la vista che ritrae la navata ed i relativi affreschi, catene a vista e la volta stellata; nello specifico si può osservare il Giudizio Universale dipinto sulla controfacciata della navata. Nella Fig. 5.26 si possono invece osservare gli affreschi che ricoprono interamente le pareti e la volta a botte della loggia.
5.3.4 Il sottotetto
Le uniche pareti interne non coperte dagli affreschi sono quelle presenti nel sottotetto ed è così possibile osservare la tessitura della muratura e tutte le problematiche presenti. Nella Fig. 5.27 è possibile osservare le capriate metalliche soprastanti la volta Fig. 5.26. La ripresa fotografica, realizzata il 20 novembre 2014, offre una vista della parete di fondo della loggia e della sua volta (Si veda cono visivo n.5 tav. 4.05).
Fig. 5.25. La ripresa fotografica, realizzata il 20 novembre 2014, offre una vista sulla navata. Sul fondo si può notare il Giudizio Universale (Si veda cono visivo n.1 tav. 4.05).
Fig. 5.24. La ripresa fotografica, realizzata il 20 novembre 2014, raffigura la serie di setti murari ed una delle travi cave contenente una catena (Si veda cono visivo n.6 tav. 4.01).
Fig. 5.23. La ripresa fotografica, realizzata il 20 novembre 2014, raffigura la nicchia della parete sud-ovest con gli annessi fori e le tracce degli affreschi (Si veda cono visivo n.7 tav. 4.01).
Rilievo architettonico e fotografico
152
della navata, si può vedere dall’immagine come sia presente una passerella in legno sospesa al di sopra della volta in modo da non calpestarla, poiché viene utilizzata dagli addetti al controllo delle strutture e del sistema di monitoraggio.
Per quanto riguarda invece i locali presenti al di sopra del presbiterio, sono costituiti da due ambienti separati da un arco in mattoni pieni trattenuto da una catena (Fig. 5.28). Entrambi i locali presentano altrettante passerelle in legno, aventi la stessa funzione di quelle del sottotetto della navata, poiché al di sotto è presente la volta a crociera del presbiterio. Infine nella Fig. 5.29, è possibile individuare l’accesso al locale della torretta soprastante l’abside, i tiranti in acciaio ed i travetti in calcestruzzo a vista della copertura e, sulla parete di fondo, le tracce delle vecchie travi in legno che costituivano il coperto del locale prima degli interventi e alcune antiche canalette di scolo delle acque piovane. Dall’immagine si può inoltre notare come le murature dei suddetti locali siano piuttosto degradate.
Fig. 5.27. La ripresa fotografica, realizzata il 15 ottobre 2014, offre una vista della serie di capriate presenti nel sottotetto soprastante la volta della navata. (Si veda cono visivo n.1 tav. 4.07).
Rilievo architettonico e fotografico
153 Fig. 5.30. La ripresa fotografica, realizzata il 26 gennaio 2015, mostra la facciata interna tra torretta e locale soprastante il presbiterio. Si può notare la scala di accesso al tetto e la relativa finestra non tamponata. (Si veda cono visivo n.5 tav. 4.07).
La torretta soprastante l’abside presenta due finestre completamente tamponate, due parzialmente ed un’altra chiusa solamente da un battente in legno piuttosto degradato. Tramite una scala a pioli è possibile accedere da questo locale al tetto, passando attraverso una delle due finestre non tamponate (Fig. 5.30). Infine è presente un locale-sottotetto al di
sopra della loggia: è difficilmente raggiungibile visto il precario accesso al di sopra della botola della loggia ma si possono comunque osservare la struttura dei solai ed i tiranti presenti. Un’altra importante osservazione da riferire a proposito di questo locale è la presenza di decorazioni uguali a quelle presenti all’esterno dell’edificio: è quindi questa un’ulteriore conferma della differente fase costruttiva della loggia rispetto ai locali adiacenti.
Fig. 5.29. La fotografia, realizzata il 26 gennaio 2015, mostra il maggiore tra i due locali soprastanti il presbiterio. Sul fondo si può vedere anche l’accesso al locale della torretta dell’abside. (Si veda cono visivo n.3 tav. 4.07).
Fig. 5.28. La fotografia, realizzata il 26 gennaio 2015, illustra l’arco in muratura che separa i due locali soprastanti la volta del presbiterio, è possibile osservare anche la relativa catena. (Si veda cono visivo n.2 tav. 4.07).
Rilievo architettonico e fotografico
154
Fig. 5.32. La ripresa fotografica, realizzata il 26 gennaio 2015, mostra le decorazioni presenti nel sottotetto della loggia, del tutto uguali a quelle presenti all’esterno dell’edificio. Si può anche notare il capo chiave della catena presente nel sottotetto del locale soprastante il presbiterio. (Si veda cono visivo n.23 tav. 4.08).
Fig. 5.31. La ripresa fotografica, realizzata il 26 gennaio 2015, mostra il sottotetto della loggia. Si possono osservare le strutture dei solai ed i relativi tiranti. (Si veda cono visivo n.4 tav. 4.07).
Appendice E. Anfiteatro patavino
155
APPENDICE E. ANFITEATRO PATAVINO: “PLANIMETRIA DEGLI SCAVI
ESEGUITI DALL’ANNO 1880 AL 1907”
La planimetria dell’Arena eseguita in seguito ai lavori di scavo effettuati dall’anno 1880 al 1907, è riportata nel volume di Girolamo Zampieri1 e nella relazione al comune di Padova di Vittorio Iliceto2, accompagnata dalla descrizione qui riportata.
«L’Arena è orientata, secondo il suo asse maggiore, in direzione nord-est/sud-ovest, e misurava, secondo le ricostruzioni di Brunelli Bonetti, all’esterno m 134,26 x 97,31 e 1all’interno m 76,40 x 39,45, formando un’ellissi leggermente schiacciata,
1
ZAMPIERI, La Cappella, cit., p. IV.
2
ILICETO, Studio del sottosuolo, cit., pp. 11.
Fig. F.1. B. BONETTI, Studi intorno l’Anfiteatro Romano di Padova, in «Atti e memorie delle Regia Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Padova», XXXII, Dispensa IV degli Atti e memorie, tav. I, 1916.
Appendice E. Anfiteatro patavino
156
accorgimento che garantiva una migliore visuale agli spettatori degli ordini privilegiati e che aumentava lo spazio dell’Arena nel senso della lunghezza.
Per quanto riguarda la compressione della struttura dell’anfiteatro, è utile fare riferimento alla planimetria complessiva degli scavi dal 1880 al 1907 del Brunelli Bonetti. Partendo dall’interno dell’anfiteatro e proseguendo verso l’esterno, si possono individuare cinque muri ellittici: A, B, C, D, E.
Il primo muro A attualmente non è più visibile, ma è solamente intuibile
dall’andamento del terreno. Esso apparteneva al podio e lo delimitava lungo il perimetro tranne che in corrispondenza degli ingressi principali sull’asse maggiore.
Il muro seguente, B, ancora oggi visibile a tratti, formava con il muro C l’appoggio della
volta dell’ambulacro che fungeva da sostegno alla cavea, ad una distanza dal muro C di 2,50 m.
Il muro C, ancora oggi in elevato per circa 2/3 dell’ellisse, anche se notevolmente
modificato dai tamponamenti medievali e dagli interventi successivi, è conservato per un’altezza media di oltre 4,5 m.
Al di sotto dei muri C e B, ad una profondità di 1,67 m dal corso di mattoni, vi è una platea di costruzione M, costituita da pezzame di pietre e laterizi cementati, larga circa 4,5 m e profonda 3,5 m.
All’esterno del muro C, e impostati su di esso, si dipartono i muri radiali, larghi 0,90 m. Essi terminano ad una distanza di 10,55 m da C, dove si trovano tre corsi di laterizio che dovevano supportare il muro D, il muro di testa dei radiali. A 2,70 m da questo limite vi sono altri tre corsi di laterizio, segno della presenza di una serie di pilastri di
facciata, E.
Al di sotto di C ed E vi è un’estesa massicciata M’, da mettere in relazione con quella al di sotto di B e C; si tratta di una robusta sostruzione che doveva garantire, soprattutto data la breve distanza dall’alveo del Meduacus, un adeguato costipamento del terreno e di conseguenza maggiore solidità per il sostegno degli alzati e degli ordini più alti della cavea. Nel corpo di tale massicciata vi è un cunicolo voltato, largo 1,20 m e alto 1,50 m, in mattoni romani. Il Brunelli Bonetti, seguito anche dagli studiosi moderni, interpreta lo spazio compreso tra D e E come l’ambulacro più esterno dell’anfiteatro,
Appendice E. Anfiteatro patavino
157 cui era legato, al di sotto, per lo smaltimento delle acque, il cunicolo, che seguiva l’andamento dell’ellisse; l’ambulacro doveva aprirsi sul perimetro più esterno di facciata con una serie di 80 arcate *…+.
Infine è il caso di segnalare la conservazione per alcuni tratti, come ad esempio al di sotto dell’odierno Corso del Popolo, della galleria perimetrale che correva parallelamente al muro D. Questa galleria di medie dimensioni, circa 1,50 m di altezza e un metro di larghezza, è posizionata appena sotto il pavimento del colonnato esterno (muro E) e, con molta probabilità, fungeva da scolo dell’anfiteatro»3.
Appendice E. Anfiteatro patavino
Rilievo costruttivo strutturale
159 Fig. 6.1. La fotografica, effettuata il 20 novembre 2014, dimostra la stretta relazione tra Cappella e Arena.