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La nuova identità del docente di educazione musicale

Band in a Box: Pitch Invasion e Music Replay

6.7 La nuova identità del docente di educazione musicale

Fino a poco tempo fa l’identità culturale di un individuo era de-terminata dall’insieme delle conoscenze ed abilità che si acqui-sivano durante il percorso scolastico e con le prime esperienze lavorative. Tale identità culturale, poi, accompagnava l’indivi-duo per il resto della sua esistenza. Oggi, come afferma Pierre Lévy134, la maggior parte dei saperi acquisiti all’inizio di una carriera sono obsoleti alla fine del percorso professionale, anzi, ancora prima.

Se nel lontano passato il docente di educazione musicale mirava a far assimilare, passivamente, ai suoi alunni la cosiddetta mu-sica clasmu-sica oggi deve rivedere la sua funzione ora totalmente indirizzata a far padroneggiare criticamente la realtà sonora circostante e a far sviluppare quell’insieme di capacità necessa-rie ad esprimersi attraverso il suono e la musica.

Per gli studenti attuali, quindi, bisogna pensare a nuove co-noscenze e abilità che li mettano totalmente in grado di con-frontarsi con il linguaggio musicale che, grazie all’evoluzione tecnologica, utilizza nuovi mezzi non solo per la diffusione (re-gistratori, lettori di Cd, lettori mp3, i-pod) ma anche per la pro-duzione (in particolare il computer).

Al docente di educazione musicale, pertanto, non bastano più le sole abilità esecutive (intese nel suonare uno strumento secondo le modalità tradizionali), le conoscenze teoriche e le applicazioni delle vecchie metodologie didattiche (come la ritmica di Emile Jaques-Dalcroze, il metodo di Zoltàn Kodàly o di Carl Orff o di Willems) ma occorrono anche nuove competenze informatiche-tecnologiche. Grazie, infatti, all’utilizzo dei computer il senso

134 Lévy Pierre, Cybercultura. Gli usi sociali delle nuove tecnologie, trad. it. D. Ferodi, Milano, Feltrinelli, 1999, p.169.

del ritmo potrà essere rafforzato attraverso l’uso di basi percus-sive; le abilità compositive/creative potranno essere sviluppate con l’ausilio di appositi software con cui è possibile generare e manipolare suoni e strutture sonore (sfruttando, inizialmente, anche le sole tecniche del taglia-copia-incolla); le abilità percet-tive potranno essere raffinate con giochi interattivi (ved. pitch invasion) o con altre attività di variazione dei parametri sonori, ecc…

L’insegnante, non più inteso come soggetto depositario di un sa-pere da trasmettere, dovrà ora essere il registra di un nuovo cli-max tecnologico dal quale non si può prescindere e che, oramai, sta modificando gli stessi processi di sviluppo, apprendimento e conoscenza.

Oltre alle competenze specifiche musicali135, alle competenze pedagogiche136, didattiche e metodoligiche137, quindi, dovrà pos-sedere le buone competenze tecnologiche.

A titolo puramente indicativo si indica quanto segue:

conoscenze informatiche generali: creazione, gestione di file, -

masterizzazione di Cd-Rom, manutenzione dei sistemi, uti-lizzo della rete internet, ecc…

conoscenze funzionali di software specifici musicali: riferiti -

all’utilizzo della notazione, alla percezione, alla produzione, alla composizione , ecc…

conoscenze delle principali tecnologie musicali: il midi, le -

schede sonore e video, le tastiere musicali, ecc…

Fondamentale, comunque, sarà la disponibilità a rinnovarsi ed ad apprendere per tutto l’arco della vita con lo spirito e la

meto-7. Conclusioni

Sulla base di quanto espresso si è potuto verificare come il mon-do scolastico, in generale, ed i mon-docenti di educazione musicale, in particolare, sono, ormai, coinvolti dai grandi cambiamenti che le nuove tecnologie stanno determinando nella società e, quindi, anche nel mondo musicale: il computer, infatti, sta di-ventando il nuovo strumento del “fare musica” e l’aula musicale sta assumendo le caratteristiche fisiche, metodologiche e for-mative del laboratorio informatico.

L’uomo, fin dalle origini della sua evoluzione, ha sempre ideato e usato mezzi tecnologici: ma se nell’era della meccanica questi strumenti potevano essere intesi come estensione degli organi fisici dell’uomo (si pensi alla freccia come estensione della mano o alla ruota come estensione dei piedi) oggi, dopo oltre un secolo di utilizzo dell’elettricità i nuovi mezzi tecnologici vanno intesi come estensione del nostro stesso sistema nervoso. I computer e le reti telematiche aboliscono le distanze di tempo e spazio e, come mai nel passato, coinvolgono l’uomo nella totalità del processo sociale: oggi ogni esperienza umana è messa istanta-neamente in rapporto con le altre138.

Le nuove tecnologie, quindi, stanno ristrutturando gli stessi processi di apprendimento, perciò, le metodologie didattiche dell’insegnamento devono adeguarsi a questi cambiamenti.

Fino a pochi decenni fa ci si basava molto sulla comunicazione verbale e scritta e, di conseguenza, su schematizzazioni linea-ri che procedevano dal particolare al generale. Dalle linea-ricerche effettuate è emerso che il docente di educazione musicale, per esempio, per le lezioni di storia della musica si serviva della

138 Cfr. McLuhaN MarshaLL, Understanding Media: The Extensions of Man, New York, New American Library, 1964 (trad. it. Gli strumenti del comunicare, Milano, Il Saggiatore, 1999).

cosiddetta “lezione frontale”, di qualche immagine riportata sul testo e di qualche ascolto musicale riprodotto sul pianoforte (primi anni ’70) o da qualche giradischi o registratore (anni ’80);

oggi, grazie ai Cd-Rom, agli ipertesti e a internet la situazione è totalmente cambiata: oltre alla immersione plurisensoriale offerta già dalle immagini abbinate ai suoni gli alunni hanno la possibilità di interagire con quanto proposto e di seguire i percorsi più rispondenti ai propri interessi e stili di apprendi-mento.

Le novità maggiori, comunque, si prospettano per le attività di produzione e creazione musicale: è in questi ambiti, infatti che si aprono nuovi e stravolgenti scenari che, di sicuro, nei prossi-mi anni rinnoveranno il mondo scolastico e musicale.

Il presente lavoro ha verificato come pian piano sia a livello teorico (inteso come atti di indirizzo ministeriali) che a livello pratico (inteso come prassi didattica quotidiana) le nuove tecno-logie stanno sempre più affiancando le attività di insegnamen-to. I legislatori, infatti, dopo una prima fase di indifferenza (nei programmi per la scuola media del 1979 il riferimento alle nuo-ve tecnologie è totalmente assente) e, poi, di una comprensibile cautela (nei programmi per la scuola elementare del 1985 si ri-conosce l’importanza del computer nella società ma si invita ad evitare infatuazioni verso uno strumento, che seppur tecnologi-camente sofisticato, allora non si pensava potesse avere effetti risolutivi) hanno riconosciuto definitivamente l’importanza e il ruolo di questi nuovi mezzi nei processi di apprendimento. Dai documenti analizzati, infatti, è emerso che dal 2000 al 2005 il

A partire dal 2004, in particolare, l’informatica è diventata uno dei tre pilastri (con l’inglese e l’impresa) su cui rafforzare la scuola italiana. Così, anche a livello teorico per l’educazione musicale viene ufficialmente previsto l’utilizzo di software mu-sicali per manipolare e elaborare materiali sonori139.

Ma a livello pratico qual è la situazione nelle varie realtà sco-lastiche? Durante il lavoro di ricerca è emerso che in Italia non esiste, a tutt’oggi, una documentazione ufficiale riferita alla prassi didattica dei docenti. Solo in questo anno scolastico 2007-2008 il Ministero della Pubblica Istruzione ha promosso una prima Indagine Conoscitiva Nazionale sulla presenza del-la musica neldel-la scuodel-la italiana; i risultati, però, non sono an-cora disponibili. Dato di fatto, comunque, è l’interesse per la verifica della presenza nelle scuole di strumenti elettronici e di attrezzature per la produzione della musica mediante tecnolo-gie musicali. Alcuni dati, però, elaborati nel 2005 dalla SIEM (Società Italiana Educazione Musicale) e riferiti ai docenti della scuola secondaria di primo grado dell’Emilia Romagna e della Campania, testimoniano che durante le attività di educazione musicale il computer è tra i mezzi e sussidi più utilizzati: si rile-va una frequenza pari quasi al 45% rispetto al 90% rappresen-tato dall’impianto stereo e al quasi 55% dell’impianto video. Il suo utilizzo, inoltre, è principalmente finalizzato alle attività di ricerca di informazioni (27,13%); notazione musicale (26,60%);

esecuzione (22.34%); stesura testi (20,74%); invenzione/compo-sizione (20.74%); percezione (4,26%).

Una ulteriore verifica sull’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica musicale è stata realizzata in modo “indiretto” analiz-zando, cioè, le proposte di vari libri di testo in uso nella

scuo-139 Cfr. D.L. n. 59 del 19/2/2004 (Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle scuole dell’Infanzia, nelle scuole Primarie e nelle scuole Secondarie di I grado).

la secondaria di primo grado. I libri di testo in adozione nelle varie scuole, infatti, sono un importante punto di riferimento per il lavoro d’aula dei docenti. Dalla ricerca è risultata eviden-te la progressiva trasformazione delle metodologie didattiche:

si è gradualmente passati dalle attività della semplice lezione frontale, con contenuti teorici e ascolti passivi, alle attività di pratica corale e strumentale che hanno visto il sempre maggio-re coinvolgimento degli alunni. Dal pianoforte e dischi in vinile, unici mezzi che permettevano agli alunni di ascoltare musica, si è pian piano passati alle videocassette, alle audiocassette, ai Cd, ai Cd-Rom a ai software musicali che hanno facilitato le attività di contatto diretto con la musica (attività corali, stru-mentali, di ascolto, di ricerca, di manipolazione e elaborazione dei materiali sonori). Le basi preregistrate hanno permesso agli alunni di cantare e suonare in modo più gratificante e, poi, sem-pre più rispondente alle proprie abilità grazie alla possibilità di modifica della tonalità e velocità di esecuzione presente nei formati midi.

Le grandi novità, comunque, riguardano l’utilizzo dei software musicali. Dalle ricerche, infatti, è emerso che grazie ad alcune sperimentazioni realizzate in varie scuole italiane molti docenti sono stati formati sull’utilizzo di nuove metodologie didattiche innovative e molti prodotti multimediali realizzati hanno per-messo la divulgazione di nuovi materiali didattici (esercizi rit-mici interattivi, creazione di esecuzioni polifoniche, studio dei parametri del suono, ecc…). Oggi, così sono disponibili software musicali che ben si adattano a tutti i tipi di attività e che

posso-L’utilizzo delle nuove tecnologie, dunque, apre nuovi scenari sia per la scuola per le nuove modalità di apprendimento che le caratterizzano sia per la musica stessa, per le nuove modalità di produzione e per un nuovo concetto di suono che si sta pian piano affermando.

Per quanto riguarda la scuola l’intreccio tra musica e tecnologia porterà ad una nuova ridefinizione dei saperi ed a nuove moda-lità formative. L’universo digitale e telematico, infatti, permette l’acquisizione dei saperi sia tramite le modalità di immersione (emozione, intuizione) che tramite le modalità dell’astrazione (senso logico). In questo modo l’apprendimento è sollecitato sot-to gli aspetti sia visivi che uditivi, sia formali che informali. La scuola del futuro, pertanto, dovrà aprirsi ad una nova modalità

“sonora” del trattamento dei saperi e, rivalutando la “sensibi-lità” sull’”astrattività”, dovrà accettare di farsi guidare da una pedagogia dell’orecchio. Già oggi, inoltre, l’utilizzo delle nuove tecnologie porta con se l’applicazione della didattica laboratoria-le che induce a riconsiderare tempi e modi dell’apprendimento e a concretizzare l’ apprendimento stesso su compiti e progetti da realizzare. Con le nuove tecnologie l’alunno opera da pro-tagonista in una dimensione significativa e collaborativa. Nel laboratorio, quindi, si abbandona la logica della ri-produzione del sapere per dare spazio alla ri-costruzione, alla re-invenzione delle conoscenze. Tutto ciò in piena sintonia con quanto affer-mato dal costruttivismo e con una prospettiva di un nuovo ruolo e di una nuova identità del docente. In queste situazioni, infat-ti, il docente non è più un semplice trasmettitore di informa-zioni ma è regista e promotore di occasioni di apprendimento in cui l’alunno agisce, manipola, progetta, ipotizza, seleziona, interpreta e valuta. L’identità del docente di educazione musi-cale, pertanto, è costituita non solo da competenze specifiche musicali e da competenze didattiche e metodologiche ma anche

da competenze tecnologiche quali, ad esempio, le conoscenze in-formatiche, le competenze di utilizzo e gestione delle tecnologie e dei software musicali.

Per quanto riguarda il campo specifico musicale si prospettano delle novità per quanto riguarda sia l’autoproduzione musicale che l’elaborazione di un nuovo concetto di suono. Le tecnologie attualmente disponibili, infatti, consentono a una vasta uten-za la possibilità di creare musica con mezzi relativamente poco costosi: bastano un normale computer e dei semplici software musicali per pensare, modificare e produrre musica di tutti i tipi e di alta qualità sonora. In un solo computer sono racchiusi i più bei suoni dei più costosi pianoforti o organici strumenta-li! Programmi quali Band in a Box o altri semplici software di composizione automatica permettono all’utente di inserire solo una semplice successione di accordi per vedersi, poi, elaborare brani musicali completi anche con assoli virtuosistici. La rete telematica, inoltre, si è trasformata da semplice contenitore di informazioni ad ambiente collaborativo e cooperativo e che può essere intesa come la nuova “Bottega Artistica Universale”;

sempre più diffusa, infatti, è la modalità di composizione “a più mani” tra persone che vivono anche a grandi distanze spaziali e che in rete si incontrano, si scambiano esperienze, progetti e prodotti artistici e creativi. In più, la stessa persona può pro-durre e distribuire la propria musica (tramite Cd o la rete tele-matica) in modo totalmente autonomo e superando, così, il “fil-tro” delle case discografiche, dei produttori, ecc… La possibilità, in fine, di creare nuovi suoni, di destrutturate brani precedenti

ogni suo aspetto: si possono creare intonazioni del tutto nuove, scale basate su nostre percezioni dei suoni. Di fatto, cioè, ogni volta si può creare un nuovo universo sonoro. Ciò pone in nuova angolazione il concetto stesso di timbro che diventa, così, “ma-teria e forma stessa” del suono.

La tecnologia influenza ora l’atto stesso del comporre e proietta su nuovi orizzonti in cui non esistono più i paradigmi univer-sali della musica tonale quali, ad esempio, la funzionalità degli accordi e dei gradi della scala, le modulazioni, le cadenze, ecc…

All’inizio del secolo diverse personalità del mondo musicale, quali, ad esempio, Russolo e Varèse, prefigurarono già impor-tanti mutamenti riferiti al concetto di suono e rumore e finaliz-zati all’arricchimento dell’alfabeto musicale e alla creazione di strumenti musicali “più espressivi”. Oggi grazie all’innovazione tecnologica, facilmente disponibile alla grande utenza, lo spazio creativo è diventato infinito, interminabile e assolutamente pri-vo di confini e limiti.

Nessuno può dire come sarà la musica domani ma di sicuro l’uomo

si affiderà a mondi sonori nei quali convergono tutti i suo-ni e le lingue del mondo, dove agiscono le tecnologie più avanzate e più semplici, non oscure, non aliene, ma sorri-denti, attive, amiche140.

140 Cf r. quanto riportato sul sito internet : www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/mo-nitoraggio

da Federico Ballanti “Alfabeti interior: dal codice binario alla lingua universale”.

8. Ringraziamenti

Questo lavoro di tesi non sarebbe stato realizzato senza la lun-gimiranza, il supporto e il sostegno del Prof. Pietro P. Cusato.

A lui, che ha guidato e seguito con passione le diverse fasi della ricerca e della stesura del testo, vanno, quindi, i miei più sentiti ringraziamenti.

Un ulteriore “grazie”, in fine, va a tutti i componenti del Polisa di Sassano e Vibo Valentia che hanno accompagnato con il loro affetto tutti i momenti trascorsi al Politecnico.

Vibo Valentia 31/07/2008

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