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1.La Pedagogia: Sviluppo storico dell’approccio al bambino

Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 71-82)

Parlare di letteratura giovanile è, per la maggior parte di noi, associare racconti a riferimenti prettamente legati con la nostra infanzia perso- nale. Il solo menzionare queste parole porta con sé nomi come Cap- puccetto Rosso1, Biancaneve, Cenerentola o Hansel e Gretel2, ma an- che i film con indimenticabili colonne sonore, bambini volanti, finali inevitabilmente felici e innumerevoli animali loquaci, il tutto coronato da trame dal design romantico e dal discorso moralistico associato a un marchio che ci ha accompagnato per molti anni come Walt Disney a esempio. Ma la letteratura Junior è molto più di questo. Si tratta di un’incursione nella storia dell’essere sociale, della politica e della cul- tura dell’essere umano. Pertanto definire la letteratura giovanile di- pende in gran parte da una conoscenza approfondita del concetto e del ruolo che l’infanzia ha avuto sulla società attraverso la storia.

Qualsiasi genitore o insegnante che si sia tuffato nella fornitura com- merciale di libri per bambini ha avuto di certo modo di esprimere o

1 Charles Perrault, Le Petit Chaperon Rouge, Paris,Barbin, 1698.

2 Jacob Grimm e Wilhem Grimm, Hansel e Gretel, titolo risalente al medioevo anche se non ci so- no notizie certe sulla data della sua prima edizione.

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solo considerare la grande differenza tra materiali di lettura attuali e quelli che invece incontravano anche soltanto poche decadi fa.

I formati dei libri, contenuti, illustrazioni, le problematiche e le moda- lità di affrontarle lungi dal limitarsi a letteratura didattica abbondano nelle nostre letture quotidiane .

Indubbiamente la lettura e suoi obiettivi sono cambiati adattandosi a dei cambiamenti sociali che si sono verificati e continuano a verificar- si. Anche se ci sono molti che dissociano da questo pensiero, la rapida analisi delle esigenze degli individui, ci porta a concludere che sia sta- ta necessaria un'azione rapida ed efficace per i nuovi concetti e la loro applicazione per facilitare l’inclusione sociale e culturale dei giovani individui.

Siamo di fronte a un’offerta editoriale varia, innovativa, a volte con successo, a volte no, comunque vadano a finire gli scaffali delle libre- rie, nel tentativo di intrufolarsi nella vita dei nostri figli, fornendo loro centinaia di scelte per un partner di lettura, conoscenza e ragionamen- to induttivo che consentono di aprire un dialogo, un'analisi, uno svi- luppo delle proprie idee, ecc. le linee guida oggi sono essenziali per lo sviluppo delle competenze che i più giovani hanno bisogno per il loro lavoro sociale ed emotivo.

Il numero crescente di pubblicazioni ogni giorno si allontana sempre più dai modelli didattici e moralisti .

Questo sviluppo è dovuto non solo alla crescita editoriale o all’aumento del numero di artisti che scrivono per i bambini, ma riflet-

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te il modo in cui la società percepisce il bambino, dando priorità alla formazione del bambino stesso.

Tuttavia, non è sempre stato così; la Letteratura giovanile ha poco più di tre secoli di esistenza, mentre i bambini sono esistiti da quando è esistito l’uomo.

Nelle società antiche, i bambini venivano considerati "pre- adulti" o adulti in miniatura, o adulti in processo di formazione. Essi sono stati oggetto di letteratura e quindi non è stato scritto per loro; basta pensa- re alle favole di Esopo che vedeva spesso contrapporsi il grande al piccolo1 e quest’ultimo riusciva sempre a trovare il modo per scam- parla. Fino al XV secolo non esistevano più possibilità per il bambino che giochi o al massimo racconti popolari che erano impropri ma affa- scinanti, come miti e leggende in disuso o distorti con canti il più delle volte non educativi; ma anche più tardi, un’istruzione su morale e reli- gione veniva considerata sufficiente. Bisogna aspettale il XIX secolo, quando la società comincia a rendersi conto che l'infanzia è una fase della vita umana e compare così il concetto di " letteratura per ragazzi " e, quindi, un prodotto denominato " Libro per bambini ". La nascita della Letteratura Giovanile è legata alla comparsa dell’educazione del bambino, quel lungo periodo durante il quale la letteratura venne as- sociata alla didattica, assumendo un aspetto pedagogico che manifesta direttamente l’utilità, sotto lo slogan di "materiale scolastico ".

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Il Moralismo attraverso la letteratura, presentato sotto forma di favole, racconti cautelativi e versi di buon comportamento, la maggior parte delle volte esaltando virtù e valori religiosi come a esempio le vite dei santi, ecc.

Nel frattempo la tradizione orale, ossia la voce del popolo, ha contri- buito alla letteratura per ragazzi come una molla di ricchezza che ha saputo rimanere fino a oggi, nonostante le molte corruzioni di cui hanno sofferto e soffrono queste storie di tutti i tempi .

Abbiamo parlato di canzoni, ballate e racconti per distrarre e divertire gli adulti.

Questa letteratura divertimento è diventata sempre più popolare e con il passare del tempo è stata adottata e adattata per l’infanzia con cam- biamenti spesso inappropriati.

L’invenzione della stampa ha fatto si che, nei secoli XVI e XVII, que- sta corrente si propagasse in Europa e permise la pubblicazione di opere ritenute dirette a un pubblico giovanile che oggi riterremo poco appropriate, tra gli autori possiamo citare Charles Perrault, che nel 1695 pubblica Contes en Vers1 (favola che ebbe enorme successo nei

saloni letterari europei).

Le Favole che seguono, come a esempio quelle di La Fontaine, pub- blicate nel 1668, non sono dirette a un pubblico giovane, eppure veni- vano considerate favole per bambini.

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Nel 1658 a Norimberga viene pubblicato quello che è considerato il primo libro per bambini: Orbis sensualium pictus di Johan Amos Co- menius1, fondatore della pedagogia moderna; un opuscolo illustrato che rappresenta il vocabolario latino e che fu divulgato in ben 175 piccole stampe. Il lavoro è stato imitato e tradotto in tutte le lingue eu- ropee, perché presentava un apprendimento alternativo che riscontrava le esigenze di un’alternativa all’apprendimento del bambino. Più tardi, l’influenza di pedagoghi come John Locke e Jean Jacques Rousseau, che hanno presentato l'importanza di prendere in considerazione le esigenze e gli interessi dei più giovani in combinazione con l'osserva- zione dei principi educativi da rispettare, hanno dato inizio alla com- binazione di una proliferazione di opere e adattamenti per bambini che nei secoli XVII e XVIII riflettono un rinnovamento di idee per la Let- teratura per ragazzi.

E ' necessario notare che, sempre accanto a popolare, la letteratura ri- creativa e la letteratura religiosa giocavano il ruolo di letteratura edu- cativa rivolto ai bambini e ai giovani.

Questa, infatti, comprendeva giochi linguistici, indovinelli, filastroc- che, canzoni, ninne nanne. Molte di queste raccolte sono state riunite dall’editore John Newbery, che ha aperto il primo mercato del libro per bambini creando in Inghilterra, nel 1744, un negozio di libri per bambini. Questi racconti divennero molto popolari nel XVIII secolo e

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presero l’appellativo di Chap-books, in seguito rimpiazzati con i Poc- ket-books, racconti di piccole dimensioni, tascabili e pieni di giochi, favole, storie in rima, alfabeto e regole del galateo; istruivano, forma- vano e premiavano.

A tutto questo panorama va aggiunto l'arrivo dei romanzi di av- ventura e di viaggio di Swift1 e Defoe2 dalla seconda metà del XVIII. In Spagna, Thomas de Iriarte3 traduceva Robinson Crusoe, divenendo così il Robinson spagnolo.

Nel resto d’Europa nel frattempo proliferava un antenato della rivista Child: Alleluia.

Originariamente dedicata a soggetti religiosi, affrontò in seguito ar- gomenti puramente rivolti all’infanzia ottenendo così un’enorme dif- fusione fino al XIX secolo.

Eppure, senza dubbio l'età d'oro della letteratura per bambini europei è stata quella del XIX secolo.

Durante il primo decennio venne pubblicata un'antologia di racconti popolari filologi tedeschi da Jacob e Wilhelm Grimm. Nei cinque rac- conti pubblicati nel 1812, venivano fedelmente raccontate storie di li- gnaggio popolare che riscossero enorme successo tra la popolazione. Hanno mantenuto le loro formule di calore, bellezza e narrativa, ma le idee moraliste e religiose all’avanguardia provocarono la pubblicazio-

1 Jonathan Swift, Gulliver’s travels, Dublin, Motte, 1726. 2 Daniel Defoe, Robinson Crusoe, London, W. Taylor, 1719.

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ne di versioni "corrette" di queste storie, modificando quei punti in cui si "attentava" alla morale dei costumi religiosi del tempo. Così nasco- no le varianti di Biancaneve che hanno provocato mal di testa agli stu- diosi di oggi.

Nello stesso secolo nasce e comincia a scrivere il più straordinario au- tore di letteratura per l'infanzia: Hans Christian Andersen; nato in Da- nimarca nel 1805, pubblicò per la prima volta nel 1835 Il brutto ana- troccolo, Il vestito nuovo dell'imperatore, La Sirenetta, La regina delle nevi, e molti altri racconti.

Fantasia e Umore ispirarono così i racconti popolari di Andersen, Er- nesto Teodor Hoffman e Guglielmo Hauff; fantasia mista a umorismo in scrittura creativa. Edgar Lear crea l’umorismo assurdo, il nonsense; Lewis Carroll da vita alla miscela ideale di fantasia, sogno e scioc- chezze nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie; Oscar Wil- de scrisse Il principe felice; Carlo Collodi la storia a puntate di un bu- rattino che in seguito divennero note come le Avventure di Pinocchio1.

Ma il XIX secolo non finisce qui. Nella seconda metà arrivano Realismo e Costumbrismo, che ispirarono la costruzione di trame e personaggi di osservazione della vita quotidiana; prendere argomenti del sociale, sentimentali, alla ricerca della valorizzazione della vita di tutti i giorni. In questo quadro abbiamo conosciuto romanzi come Pic- cole donne, Piccoli uomini, Oliver Twist, Cuore, il Principe e il pove- ro, Adventures, Un americano alla corte di re Artù, ecc.

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Anche romanzi appartenenti a generi adulti come il romanzo storico venne adottato dai bambini e giovani.

Questo è stato un secolo di luci: mentre Pasteur si misurava con la fermentazione del lievito, Darwin aveva stabilito la teoria dell'evolu- zione della specie, Livingstone attraversava l'Africa, veniva inventato il motore a combustione e uno scrittore di nome Jules Verne1 avvicinò al suo editore un manoscritto di cinque settimane pubblicato nel 1863. Molto più si può ancora dire a proposito della letteratura giovanile e tuttavia non essere in grado di trovare una definizione in base alle no- stre esigenze.

I cambiamenti e i flussi si sono evoluti, proprio come i nostri bambini e giovani, perché, come essi sono vivi, in crescita e in fase di svilup- po. L’inevitabile adattamento sociale, politico ed economico fa sì che il suo contenuto oscilli sempre tra realtà e fantasia.

Pertanto non può esistere una sola definizione di Letteratura Giovani- le.

1 Nantes, 8 Febbraio 1828, Amiens 24 Marzo 1905. Famoso per la fervida fantasia e per il suo ca- rattere visionario che ha ispirato scienziati e sviluppi tecnologici per le epoche successive.

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CONCLUSIONI

La pedagogia è da sempre una delle discipline più complesse tra quelle trattate nella letteratura europea.

E’ uno dei campi che meglio si adatta a interpretazioni persona- li, e che risente più profondamente del contesto di appartenenza, dello stato sociale o del periodo storico.

Ai tempi, soprattutto nelle famiglie nobili o comunque ricche, la disciplina era presa molto seriamente.

Gli adulti erano al centro di tutto, e i bambini di qualsiasi età venivano educati a loro imitazione.

Questo ovviamente implicava molta rigidità, e l’eliminazione di ogni comportamento scherzoso che rimandasse a elementi della vita adulta ritenuti sbagliati, anche se impossibili da compren- dere per bambini di quell’età.

Inoltre era costume colpire coloro che non si adeguavano anche in maniera piuttosto severa, e le punizioni corporali, anche dure, erano all’ordine del giorno.

Questo portò la società verso standard di comportamento uni- formi quanto graditi ai ceti nobiliari, ma secondo alcuni, tra cui ovviamente un buon numero di scrittori, questo rischiava seria- mente di avere pesanti ripercussioni sulla crescita emotiva dei ragazzini.

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Tra le autrici che in Francia maggiormente si espressero contro queste pratiche, molto comuni all’epoca, spiccava sicuramente la Comtesse De Segur.

Nei suoi lavori di carattere pedagogico e nei suoi romanzi, oltre alla vena decisamente autobiografica infatti, si esprime a carat- teri chiari tutto il suo disappunto verso i metodi disciplinari in uso presso le famiglie agiate.

Grazie all’esperienza diretta avuta durante la sua non difficile convivenza con una madre severa, cosa che le aveva provocato non pochi problemi emotivi, tra cui un mutismo che le permet- teva di esprimersi bene solo attraverso la scrittura, questa scrit- trice, giunta alla fama solo in tarda età, espresse nelle sue opere tutto il disagio e i danni che si rischiavano di arrecare a bambini troppo giovani per essere educati in quel modo.

La sua rivoluzione prese spunto proprio da questo, decidendo di proporre una concezione di educazione che metteva al centro i bambini e non gli adulti, che non si basava sulla rigida discipli- na ma sul dialogo, e che prevedeba di far capire gli errori piut- tosto che reprimerli.

Certo questo non significava permettere ai propri figli di fare ciò che volevano, impedendogli di capire cosa fosse sbagliato, ma si prefiggeva di evitare che la troppa rigidità finisse per traumatizzare i ragazzini, finendo per danneggiarli emotivamen- te durante la crescita e forse per sempre.

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Dal quel momento quindi le cose iniziarono a cambiare, e nac- quero sempre maggiori opere letterarie dedicati a un pubblico di bambini, con tematiche in continua evoluzione.

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BIBLIOGRAFIA

Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 71-82)