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La Sœur de Gribouille

Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 37-44)

Analisi e commento di tre dei principali ro manzi della Comtesse De Ségur

3. La Sœur de Gribouille

Altro romanzo per l’infanzia di successo della Comtesse redatto all’inizio degli anni sessanta dell’Ottocento e pubblicato sempre da Hachette nel 1862 nella collezione nella Bibliotheque en Rose come i romanzi qui precedentemente illustrati. Ispirata a La Sœur de Jocrisse,

dalla quale la Comtesse confessò apertamente di averne ripreso qual- che frase e qualche facezia1 per redigere il suo nuovo romanzo, La

Sœur de Gribouille2 venne dedicata dalla stessa Autrice alla figlia Va-

lentine de Ségur-Lamoignon.

E difatti così scrive La Comtesse nella sua Prefazione all’Opera:

L’idée première de ce livre m’a été donnée par un ancien souvenir d’une des plus charmantes et spirituelles bêtises qui aient été jouées sur la scène : la Sœur de Jo-

crisse. Je me suis permis d’y emprunter deux ou trois paroles ou situations plai-

santes, que j’ai développées au profit de mes jeunes lecteurs ; la plus importante est l’inimitié de Gribouille contre le perroquet. J’espère que les auteurs me par- donneront ce demi-plagiat ; Gribouille et Jocrisse étant jumeaux, mon Gribouille a imité presque involontairement son plaisant et inimitable prédécesseur.

Comtesse de Ségur, née Rostopchine.3

1 Difatti questo è quanto la contessa scrisse nella sua introduzione: “Je me suis permis d’y emprun- ter deux ou trois paroles ou situations plaisantes, que j’ai développées au profit de mes jeunes lec- teurs".

2 Cfr. Comtesse de Ségur, La Sœr de Gribouille, Paris, Hachette, 1862

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Tutta la storia si svolge a Verneuil, in Normandia. Al momento della prematura scomparsa della loro cara Madre, Gribouille e Caroline, ri- spettivamente fratello e sorella, seppur ancor bambini, son costretti a rimboccarsi le maniche per riuscire a tirare avanti da soli. È così che i due cominciano a vivere grazie a proventi che giungono dai lavori di sarta della sorella maggiore Caroline, campo nel quale ella dimostra un vero e proprio spiccato talento. Ma a causa della sbadataggine del fratello Gribouille, ecco che i due si ritrovano spesso alle prese con svariati problemi e innumerevoli tribolazioni. In questo romanzo si as- siste al ritorno dello messaggio educativo-pedagogico già presente ne

Les Petites Fille modèles1.

Difatti ciò che Camille e Madeleine erano per Marguerite e Sophie, ossia delle “Bambine modello”, in questo romanzo è lo è Caroline. Quest’ultima, difatti proprio davanti la Madre morente giura che mai si separerà dal fratello minore e che sempre se ne prenderà cura in modo attento e solerte, assumendosi così sulle proprie spalle un ruolo di grande responsabilità proprio nei confronti di Gribouille. Quest’ultimo, difatti necessita di essere guidato nell’ambiente lavora- tivo così come nella vita, in quanto, pur se non più un bambino ma bensì un adolescente di sedici anni, risulta sì leale e buono di cuore, ma anche ingenuo e maldestro tanto che tali suoi difetti lo portano ad avere continuamente guai soprattutto sul lavoro nella sartoria dei

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Delmis. In più, si rende protagonista di una sonora gaffe con Made- moiselle Rose.

Quest’ultima nutre un odio e un rancore profondo nei confronti dei Trihault, proprio perché offesa da Gribouille che gli ha donato un abi- to che non era in realtà destinato a lei. Per questa incomprensione avu- ta con il giovane, ella, per l’appunto, comincia ad avversare anche l’onesto e duro lavoro di Caroline, giungendo anche a insultare ab- bondantemente.

Ma in tutto questo scenario, lì dove non può arrivare la mediazio- ne e la protezione di Caroline, giunge la saggezza e la comprensione dei coniugi Delmis, proprietari della sartoria e datori di lavoro di Ca- roline e Gribouille. Ed è soprattutto il signor Delmis ad aver più pa- zienza con Griboulle, ad accettar e sopportare le sue marachelle, e a addirittura a prendere in simpatia il ragazzo, vedendo in lui un cuor leale, buono e gentile. Di contro, invece, la signora Delmis si affezio- na maggiormente a Caroline, instancabile e ottima lavoratrice il cui ta- lento per la sartoria pare l’avesse ereditato dalla Madre Trihault. La signora Delmis, però, a lungo andare giunge a mal tollerare i guai con- tinui e costanti di Gribouille. Uno dei più gravi di questi è quello ri- guardante lo strangolamento del pappagallo Jacqot. Gribouille e Jacqot a lungo andare cominciano a mal sopportarsi fin quando lo stesso Gribouille strangolerà il pappagallo.

E proprio nella descrizione di questa scena si può meglio consta- tare l’autentico realismo letterario della Comtesse:

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— Gribouille ! Ha ! ha ! ha ! Gribouille est bête ! Imbécile de Gribouille ! Ha ! ha ! ha ! dit une voix forte qui partait de derrière le rideau.

GRIBOUILLE.

Qu’est-ce que c’est que ça ? Qui parle de Gribouille ?

LE PERROQUET.

Jacquot ! pauvre Jacquot ! Gribouille l’a battu !

GRIBOUILLE.

Ah ! c’est toi! menteur ! voleur ! scélérat emplumé ! Ah ! c’est toi,… et nous sommes seuls ! À nous deux, calomniateur ! traître !

Gribouille s’élança vers la fenêtre et ne tarda pus à découvrir le perroquet, qui grimpait le long du rideau en s’aidant du bec et de ses griffes. Voyant arriver son ennemi, Jacquot précipita son ascension en criant : « Ha ! ha ! ha ! imbécile de Gribouille ! »

Cette dernière injure exaspéra Gribouille, qui sauta sur le perroquet, presque hors de sa portée ; Gribouille ne saisit que la queue, dont quelques plumes lui restèrent dans les mains. Il s’élança une seconde fois sur le rideau après lequel grimpait le pauvre Jacquot avec prestesse et terreur tout en criant : « Au secours ! Gribouille ! Jacquot ! Gribouille l’a battu ! pauvre Jac- quot ! »1

Lo stesso Gribouille confesserà l’accaduto proprio al Signor Delmis, il quale pur di proteggere il ragazzo, tenterà di non rivelare il fatto, che,

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alla fine verrà a scoprirsi. Il signor Delmis, difatti, anche dinanzi a eventi incresciosi come questo, tenta sempre di difendere Caroline e Gribouille, cercando di comprenderli e di averli sempre a cuore in quanto completamente orfani. L’uccisione del pappagallo da parte di Gribouille dimostra che il ragazzo, pur se animato da buoni e sani principi, è facile preda di indomite pulsioni rabbiose, e da incontrollati isterismi. È per questo che secondo la Madre la figura di una persona più matura e saggia, come Caroline, o come lo stesso signor Delmis, che lo guidi e completi la sua educazione, diviene quasi di fondamen- tale importanza. In altro modo rimarrebbe uno spirito puro e leale, ma anche estremamente ingenuo e selvaggio e secondo la cultura dell’epoca andrebbe addolcito e addomesticato.

Ma oltre al Signor Delmis, come amico, dalla sua parte c’è il Briga- diere, la cui coscienziosità bontà d’animo e saggezza, lo portano a le- garsi al ragazzo attraverso un legame di profonda amicizia, anche per- ché comprende che Gribouille non è affatto cattivo, ma solo maldestro e ingenuo.

E una prova di tale verità la si ha proprio alla fine del romanzo, quan- do proprio Gribouille salva la vita allo stesso Brigadiere, che intanto aveva sposato Caroline, frapponendosi tra lui e una pallottola sparata da un malvivente.

E così Gribouille, proteggendo con il suo corpo il Brigadiere gli fa scudo e muore eroicamente. . Ed ecco riportato qui di seguito il passo

in cui la Comtesse, con agghiacciante realismo descrive il tragico ac- caduto:

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…un homme portant une lanterne sourde entra à pas de loup ; la porte ou- verte laissait pénétrer assez de lumière pour que le brigadier reconnût Mi- chel. Gribouille se serra contre le brigadier, qui n’avait pas bougé. Avant de s’engager plus avant dans la chambre, et aussi pour reconnaître la place du meuble qui devait contenir le petit trésor de la pauvre Caroline, Michel diri- gea la lumière de sa lanterne sourde du côté où se trouvait le brigadier, il l’aperçut, et, poussant un cri de rage, il dirigea le canon d’un pistolet, qu’il tenait à la main, sur le brigadier, qui allait s’élancer pour le saisir. Gribouil- le, devinant l’intention de Michel, se jeta sur le brigadier, préservant de son corps la poitrine de son ami avant que le brigadier eût pu prévoir et prévenir ce mouvement, le coup partit et Gribouille tomba.

« Je l’ai sauvé ! s’écria-t-il en tombant. Caroline, je l’ai sauvé ! »1

Ed ecco che Gribouille appare l’emblema della purezza, della bontà fatta persona e vittima del mondo degli adulti, la cui condizione esi- stenziale non riesce ad accettare: non riesce ad accettare le sue regole, i suoi schemi, le sue imposizioni e i suoi soprusi.

E la sorella Caroline, comprendendo più di tutti l’animo del fratello, tenta di condurlo al meglio nell’intricato mondo degli adulti, sì, pren- dendosi cura di lui, ma allo stesso tempo cerca anche di proteggerlo da quel mondo che la personalità di Gribouille non riesce ad accettare, proprio perché troppo indomita libera e selvaggia.

La semplicità di spirito, la bontà d’animo e la spiccata onestà d’intenti, sono alcuni dei saldi e fervidi principi e d insegnamenti eti-

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co-morali che Caroline e il fratello ereditano non solo dall’ambiente socio-familiare povero da cui provengono, ma soprattutto dall’educazione e dalla stessa figura della madre Trihault, donna umi- lissima, leale e ottima sarta e grande lavoratrice.

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CAPITOLO III

1. Cultura e pensiero pedagogico nel mondo bor-

Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 37-44)