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Les Petites Filles Modèles

Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 30-37)

Analisi e commento di tre dei principali ro manzi della Comtesse De Ségur

2. Les Petites Filles Modèles

Les Petites Filles Modèles1 fu il secondo romanzo per l’infanzia re- datto dalla Comtesse De Sègur e pubblicato nel 1858 nella collana La

Bibliothèque Rose2 apparso nella stessa trilogia a cui fanno parte Les

Malheurs de Sophie3 (1858) et Les Vacances (1859)4. Tale romanzo illustra le vicende di due bambine, Camille e Madeleine de Malaret, figlie di Madame de Fleurville, la quale ha perso il marito sei anni prima. Nonostante questa grave disgrazia, madre e figlie formano tra loro una famiglia molto felice e spensierata, alle prese con le piccole- grandi gioie e preoccupazioni quotidiane tipiche di famiglia piccolo- medio borghese della Francia del secondo Ottocento.

L’attenzione della Comtesse sulle figure delle due protagoniste del romanzo è evidente sin da subito, a partire addirittura dalla Prefazione all’Opera stessa:

Mes Petites Filles modèles ne sont pas une création ; elles existent bien réellement : ce sont des portraits ; la preuve en est dans leurs imperfections mêmes. Elles ont des défauts, des ombres légères qui font ressortir le charme du portrait et attestent l'existence du modèle. Camille et Madeleine5 sont une réalité dont peut s'assurer toute personne qui connaît l'auteur.1

1 Les Petites Filles Modèles, op. cit. ... p. 22 n. 2. 2 Cfr. Cap. I, Par. 1, p. 12, n 1.

3 Les Malheurs de Sophie, op. cit. ... p. 22 n. 1. 4 Cfr. Cap. II, Par. 1, p. 20.

5 Come giustamente attesta la Contessa De Segur, è storicamente provato que Camille e Ma Made- leine De Malaret sono realmente vissute: le loro tombe si trovano in un cimitero di Saint-Sernin-

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A dimostrazione che felicità, bontà d’animo, buoni sentimenti, al- truismo e generosità regnano sovrani in questa piccola famiglia, è il fatto che Madame de Fleurville giunge ad accogliere in casa sua una Signora, Madame de Rosenburg con la sua piccola figlia Marguerite, dopo che queste son scampate a un grave e pauroso incidente in car- rozza. E così, necessitando di cure e assistenza immediate, ecco che Madame de Rosemburg con la piccola Marguerite vengono subito ospitate da Madame de Fleurville nel suo castello.

Inizialmente quindi Madame de Rosenburg e la piccola Marguerite ricevono cure e attenzioni per lo scampato pericolo, successivamente, Madame de Fleurville scopre di avere in comune con la sua ospite, una triste condizione: anche Madame de Rosemburg è vedova avendo perso il marito in mare. Inutile affermare che tra queste due signore nasce e cresce col tempo un’unione, una sintonia, un legame di solida amicizia ancor di più avallato dalla “condivisione” dell’esperienza tri- ste, drammatica e dolorosa dovuta alla perdita dei loro mariti. Insieme si fanno forza, si danno coraggio l’una sull’altra, cercando, per quanto sia possibile, di non far pesare l’assenza della figura paterna sulla psi- che e nell’animo delle loro innocenti figliolette. In quest’Opera l’autrice si sofferma soprattutto nella narrazione delle vicende legate alle piccole bambine: Camille, Madeleine e Marguerite , di come cre-

des-Rais, in località Verfeil (comune di Toulouse, departement de l’Haute-Garonne, Région du Midi-Pyrénées).

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scono insieme e di come insieme apprendono a distinguere il bene dal male. Tale percorso di crescita è evidente soprattutto in Marguerite, ancora troppo piccola e poco matura per capire determinati concetti da sola, la quale si lascia ben guidare dalle più grandi e “mature” Camille e Madeleine.

Difatti, sin da subito, da dopo l’incidente, s’instaura tra le due sorel- le e la piccola, un rapporto di forte e reciproca amicizia, basata su sen- timenti leali, puri e sinceri su una grande dose di fiducia. La piccola si sente molto protetta e al sicuro con le sorelle, probabilmente anche co- sciente del fatto che son state proprio loro a soccorrerla e a trarla in salvo dopo l’incidente che Madame de Fleurville si occupava di Ma- dame de Rosemburg rimasta nella carrozza in condizioni ben più gra- vi. E così Marguerite, avverte da parte delle sorelle un senso di forte e profonda protezione, addirittura giunge a chiamarle “mamans” (mamme).

Pertanto è chiaro che si lascia correggere e educare da loro. Lei cerca così di imitarle emularle e di prenderle come sano esempio da seguire, alla stessa stregua di come di solito le figlie fanno con le proprie Ma- dri. Da qui dunque il titolo del romanzo “Le bambine modello”.

Ma Camille e Madeleine fungeranno da modelle non soltanto alla piccola Marguerite, ma anche a Sophie, protagonista del precedente romanzo Les Malheurs de Sophie1. Quando nel settimo titolo fa la comparsa nel romanzo un nuovo personaggio Fedor Fichini, ecco che

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il baricentro dell’attenzione delle vicende narrative si sposta sulla nuova entrante figura di Sophie, per l’appunto.

Quest’ultima, difatti, spesso si reca con la sua matrigna, Madame Fi- chini, proprio in visita a madame Fleurville e alle sue due figlie e no- nostante che Sophie non si comporti in modo cattivo e insolente con le due sorelle, quest’ultime devono far appello a tutta la loro più grande e lungimirante pazienza affinché l’atmosfera rimanga calma, serena e pacifica.

Da questo punto di vista, è Marguerite, più piccola, per l’appunto, e meno matura di Camille e Madeleine, a dare chiari segni d’insofferenza di mal sopportazione nei confronti di Sophie, la quale, seppur non cattiva, si dimostra a ogni modo nervosa, in preda a un’angoscia chiara ed evidente accompagnando al tutto un comporta- mento talvolta poco leale e onesto. Ma le due sorelle compresa la pic- cola Marguerite, giungono ben presto a comprendere, tanto palese che fosse, che lo stato ‘animo, i comportamenti riprovevoli di Sophie son dovuti alla paura, al terrore che quest’ultima subisce dalla figura di Madame Fichini, sua matrigna, la quale era non poco avvezza a casti- gare severamente la piccola con dure e umilianti punizioni corporali.

Difatti l’educazione e formazione della Matrigna, molto severe, ri- gide e intransigenti la portavano a pensare che “le fouet est le meilleur des maîtres”, “le seul moyen d'élever des enfants”1. Ed è soltanto quando Madame de Fleurville e de Rosenburg riescono a persuadere

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Madame Fichini di lasciar Sophie più tempo in compagnia delle loro figliolette che la stessa Sophie giunge a dei significativi progressi ca- ratteriali e comportamentali, proprio perché Madeleine e Camille fun- gono per lei, così come per la piccola Marguerite da bambine modello. Ciò nonostante, Sophie avverte che mai e poi mai potrà debellare dal suo animo difetti così troppo profondi e radicati del suo Essere. Ed è per questo ch’ella giunge a dire proprio a Camille:

Chère Camille, je vois que je resterai toujours méchante ; jamais je ne serai bonne comme vous.1

Ma per quanto il carattere e i comportamenti di Sophie possano appa- rire del tutto destabilizzanti al lettore, in realtà è proprio la sua irru- zione nella storia a rimettere in discussione anche le più fervide e ac- cese convinzioni e nozioni di natura etico-morale, conformiste, perbe- niste e benpensanti di Camille, Madeleine e Marguerite.

Difatti i suoi atteggiamenti e la sua condotta di vita inducono ogni qual volta le tre amiche a riflettere e a rivedere meglio la loro conce- zione del bene e del male, su ciò che può essere giusto e sbagliato, e su come ci si deve comportare nei confronti degli adulti.

Con l’arrivo di Sophie, importante è sottolineare come l’Autrice vo- glia evidenziare il ruolo delicato e fondamentale delle sorelle Made- leine e Camille nella gestione del difficile rapporto che comincia a in- tercorrere tra Sophie e Marguerite. Difatti le due bambine mal si sop-

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portano, e Marguerite, essendo più piccola, il più delle volte cede alle provocazioni della più grande Sophie. E’ qui che le Camille e Made- leine tentano d’intervenire ogni volta, riuscendo col tempo a calmare gli animi e a rendere più sereno, pacato e pacifico il delicato rapporto d’amicizia tra le due.

Da qui l’importanza del messaggio etico-morale e pedagogico- educativo della Comtesse De Ségur espresso dalla stessa Autrice at- traverso uno stile semplice e sobrio, un lessico familiare e facilmente comprensibile e la narrazione dell’avvenimento in questione, il quale pur se del tutto immaginario o quasi, viene descritto in modo realisti- co, riportato vivo su carta, battuta dopo battuta e calato direttamente in una dimensione completamente quotidiana e verista.

Ed è proprio in linea con questo realismo, in certi casi nudo e crudo, che l’autrice si sofferma non poco anche nella descrizione/denuncia delle severe e umilianti punizioni corporali subite da e per conto della sua Matrigna madame Fichini.

A questo tema così doloroso, difatti, la Comtesse era molto legata, in quanto anche lei subì durante la sua infanzia più e più volte le stesse punizioni di1, tanto da riprenderlo più volte nell’intera sua produzione letteraria2. In conclusione, Les Petites Filles modèles3 ha ispirato an-

1 Les Petites Filles modèles Op. cit. ... p. 15 n. 2.

2 A tal proposito meritano assolutamente di essere citati in specifico altri due Romanzi della Com- tesse: Le Général Dourakine, Paris, Hachette 1863, acuto quanto profondo ritratto del caro Padre a cui l’Autrice rimase sempre legatissima, e Un bon petit diable, op. cit. ... p. 16 n.2, che trae chia- ra ispirazione dalla narrativa di Charles Dickens (ed in particolare dal romanzo Oliver Twist), auto- re, quest’ultimo, che pure tanto si contraddistinse per aver denunciato i soprusi e le ingiustizie de- gli adulti nei confronti dei bambini perorando sempre, con le sue opere, la causa di quest’ultimi. 3 Op. cit. ... p. 35 nota 1.

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che due film1 e due opere letterarie2. In particolare, il film che riscos- se maggior successo fu quello del 1971 dal titolo omonimo che rac- conta la storia di una teenager dei primi anni 70 con i problemi carat- tesristici della sua età. Nella loro bella cittadina la protagonista del film, Sofia de Segur, le sue sorelle e la madre avvertono il bisogno di qualcosa che i loro giochi femminili non possono colmare: la mancan- za di un uomo.

1 1952 : Les Petites filles modèles film francese (incompiuto) di Éric Rohmer, con Josette Sinclair (Madame de Fleurville), Josée Doucet (Madame de Rosbourg) e Olga Baïdar-Poliakoff (Madame Fichini)

1971 : Les Petites Filles modèles, film di Jean-Claude Roy avec Marie-Georges Pascal, Michèle Girardon e Bella Darvi

2 1982: Les petites filles modèles, riadattamento di Georges Lévis, Jean-Claude Baboulin e Francis Leroi, Éd. Dominique Leroy, 1982.2010-2011: Les Nouvelles Petites Filles Modèles, série di cinque uscite di Rosalind Elland-Goldsmith (Hachette Jeunesse).

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Nel documento Vita e opere de la Comptesse de Segur (pagine 30-37)