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La reciprocità generalizzata in Freecycle

2.5 Il regalo all'interno delle community

2.5.1 La reciprocità generalizzata in Freecycle

Nel precedente capitolo è stato introdotto il concetto del sistema di regali in relazione a Napster. Tuttavia, il funzionamento di questa piattaforma a causa della propria natura, presentava alcune sostanziali differenze nei confronti di altre situazioni di scambio di regali all'interno di altre

community.

Come hanno sottolineato Weinberger e Wallendorf (2012, p. 83), i ruoli di donatore e ricevente all'interno di Napster non erano mutualmente esclusivi. Il funzionamento di Napster, infatti, prevedeva che molti utenti garantivano l'accesso alla stessa parte di un file, i quali a turno diventavano beneficiari di altre parti (dello stesso file) da altrettanti utenti. Era presente una reciprocità generalizzata all'interno della community, ma questa era contraddistinta dalla mancanza di sacrificio (Giesler, 2006, p. 287); si poteva cioè essere donatori di file, senza privarsene, grazie alla duplicazione permessa dalla tecnologia.

Freecycle è un'organizzazione non profit che favorisce lo scambio gratuito di beni tangibili all'interno delle community locali. Deron Beal, che già si occupava di servizi di riciclo per una piccola organizzazione, creò il 1° maggio 2003 una mailing list alla quale chiunque poteva iscriversi e cominciare a regalare e ottenere vecchi oggetti, destinati allo smaltimento, che avevano ancora una vita utile. Nata a Tucson (Arizona, Stati Uniti), originariamente contava poche decine di aderenti. In seguito, l'organizzazione è cresciuta in modo notevole e, attualmente, è presente in più di 85 Paesi. La modalità tramite la quale l'organizzazione si è espansa nelle varie località del mondo è quella della nascita dei gruppi locali (www.freecycle.org/about/background)70.

Tramite il sito, infatti, ciascun individuo, dopo essersi registrato gratuitamente, può creare una sezione di Freecycle nella propria città o nel proprio comune71. Dopo aver aderito ad uno o più gruppi locali, l'utente può scrivere un post sul sito o inviare una e-mail per offrire o cercare un oggetto (Fig. 2.14).

70 Attualmente i gruppi sono più di 5000 e sono coinvolte 7 milioni di persone (www.freecycle.org/about/background). 71 In Italia, nel novembre 2015, sono presenti 30 gruppi (www.freecycle.org/browse/IT/Italy).

Nell'annuncio egli può inserire una breve descrizione e una fotografia del bene, la propria ubicazione approssimativa72 ed eventuali ulteriori dettagli. Gli utenti iscritti ad un gruppo ricevono alcune e-mail73 in cui sono descritti gli annunci. Quando un altro utente cerca (o offre) il bene desiderato, può rispondere al post e accordarsi sulla consegna.

Freecycle si colloca nel terzo quadrante della classificazione proposta da Bardhi et al., (2014). L'utente che riceve un bene, infatti, ne diventa proprietario a tutti gli effetti tramite una transazione non mediata dal mercato. L'organizzazione di Tucson, infatti, evidenzia che ogni bene deve essere ceduto obbligatoriamente in modo gratuito.

Come emerge dallo studio di Nelson e Rademacher (2009), tra i membri di questa community vige principalmente una reciprocità di tipo generalizzata. In questa situazione i membri cedono beni senza aspettarsi nulla in cambio, al contrario dei contesti di reciprocità bilanciata (aspettativa di contraccambio in uno scambio futuro) e negativa (aspettativa di immediato contraccambio).

I due autori fanno notare che questo aspetto differenzia Freecycle dal concetto di regalo classico analizzato in antropologia, caratterizzato dall'obbligo sociale di reciprocità. Essi ricordano che, affinché un individuo pratichi una reciprocità generalizzata, ci debba essere la convinzione che altre persone si comportino allo stesso modo e che esso abbia beneficiato di atti di simile generosità in passato. Questa situazione, inoltre, rientra in modo appropriato nel concetto di “mutuality” (Arnould e Rose, 2015), descritta nel precedente capitolo.

Alla base dell'idea di Freecycle c'è la voglia di dare una nuova vita ad oggetti che non vengono più utilizzati, ma che possono ancora avere un'utilità per altre persone. Il sito sottolinea che, grazie agli scambi effettuati nella piattaforma, ogni giorno un ammontare di 500 tonnellate di beni non viene scaricato nelle discariche, ma cambia proprietario. Inoltre, cedendo i beni gratuitamente, “i membri di Freecycle aiutano a infondere nella comunità un senso di generosità di spirito dal momento che rinforzano i legami della comunità locale e promuovono la sostenibilità ambientale e il riuso” (www.freecycle.org/about/background).

Tramite lo studio di un gruppo Freecycle nel Wisconsin, Nelson et al., (2009) hanno identificato quattro categorie di motivazioni che spingono gli individui a partecipare alla community: “la voglia di una vita semplice”, l'interesse personale, le preoccupazioni per l'ambiente e la volontà di aiutare gli altri. La prima categoria, coerente con gli scopi della community, è risultata la più frequente nel campione oggetto di analisi (33%), ed ha a che fare col ridurre l'ingombro e il disordine causati dai troppi beni posseduti. Molti rispondenti (27%) hanno ammesso di essere stati spinti da motivazioni personali come scopi economici o funzionali (es. risparmiare denaro) oppure per desideri come

72 Freecycle si raccomanda di non inserire numeri telefonici o indirizzi esatti. Questi possono essere scambiati quando un utente che cerca (o offre) contatta il creatore dell'annuncio.

ottenere oggetti gratuitamente o mera curiosità. Questo aspetto potrebbe minare la reciprocità generalizzata all'interno del sito. Tuttavia, Freecycle si occupa di creare delle linee guida sul numero di annunci di richieste che possono essere postati; sulla frequenza con cui poter ripetere le richieste; e, inoltre, richiede di creare un annuncio di offerta prima di crearne uno di richiesta. Infine, i moderatori controllano i rapporti di offerte e richieste nei propri gruppi e inviano richiami a coloro che praticano una reciprocità negativa (Nelson e Radamacher, 2009).

Al pari delle motivazioni personali si ritrovano quelle per l'ambiente, e anche queste ultime rientrano nella mission di Freecycle. Gli intervistati che si sentono spinti da questi principi vogliono riciclare, togliere beni funzionanti dalle discariche e regalare beni che “hanno ancora vita”. Infine, è interessante notare che, all'interno del campione, la volontà di aiutare gli altri sia percepita come meno stimolante (8%) rispetto alle motivazioni personali. Questi membri avvertono un senso di legame o di community, si augurano, tra gli altri aspetti, di dare oggetti a chi ne ha bisogno. Secondo Nelson e Radamacher (2009), quest'ultimo aspetto è importante per la realizzazione della reciprocità generalizzata. Piuttosto che donarli in beneficenza ai charity shop, questi membri preferiscono dare i propri beni direttamente a persone specifiche. A tal proposito, quando ci sono più richieste per lo stesso bene, essi scelgono di darlo all'individuo che mostra più bisogno e più interesse, in base alle storie personali che emergono dagli annunci di ricerca e dalle risposte.

Tuttavia, Arsel e Dobscha (2011) fanno notare che la politica di Freecycle è quella di rimuovere le storie personali per scoraggiare gli scambi mossi da compassione e aumentare l'efficienza di mercato. Questa situazione provoca una delle quattro tensioni che, come emerge dal loro lavoro, si manifestano con lo scontro tra le norme imposte dalla community e l'attività dei membri. Un altro motivo di conflitto riguarda la questione del materialismo. I risultati emersi dallo studio citato precedentemente dimostrano che alcuni membri della community vi partecipano per ottenere oggetti gratuitamente o per curiosità, e non perché ne abbiano realmente bisogno. Questa tendenza si scontra con lo scopo di Freecycle di ridurre l'iperconsumismo74.

Inoltre, le due autrici fanno notare che animali domestici e servizi vengono frequentemente donati all'interno della community, nonostante Freecycle consideri tale pratica inappropriata. Un'ultima tensione riguarda la possibilità di rivendere in mercati online di seconda mano i beni ricevuti in regalo. I partecipanti mostrano visioni differenti tra loro, e Freecycle non ha una posizione ufficiale, ma alcuni moderatori di gruppi locali hanno motivato i membri a riportare eventuali casi evidenti di questo tipo, affinché i responsabili vengano rimossi dalla community (groups.freecycle.org/group/carboncountyfreecycle/admin/15041).

74 Le autrici sostengono che, in un certo senso, Freecycle permetta agli individui di dedicarsi alla “variety seeking” e accumulare beni minimizzando l'impatto ambientale, rispetto all'acquisto di nuovi beni (Arsel e Dobscha, 2011).

Alcune di queste considerazioni, infine, mettono in discussione la natura della community. Come fanno notare Arsel e Dobscha (2011), Freecycle appare un contesto in cui le transazioni sono degli ibridi tra le diverse pratiche di acquisizione analizzate da Belk (2010). Se, come abbiamo visto, la regola della reciprocità generalizzata allontana questa community dal prototipo del regalo; quella del divieto di fornire informazioni sulla vita personale la distanzia dal costrutto della condivisione nell'accezione di Belk (2010)75.