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Capitolo 2: Le Origini del Crowdfunding e la sua regolamentazione

2.4 La regolamentazione Americana ed il Jobs Act

Il 5 aprile 2012 è stato firmato dal presidente degli Stati Uniti il Jumpstart Our Business, meglio conosciuto come JOBS ACT; questo intervento è stato necessario da parte del presidente Obama in quanto la raccolta di capitale con i portali di crowdfunding appariva una soluzione ai problemi riscontrati dalle imprese americane nell’accesso al credito, infatti già era difficile ottenere un prestito bancario, ora con questa crisi anche le imprese finanziate con strumenti quali il venture capital hanno assunto una piccola percentuale rispetto al numero totale di aziende statunitensi. La normativa americana si suddivide in due atti normativi successivi69: l’Act Registration and Disclosure Requirements del 1933 e l’Act Periodic Reporting Requirements del 1934. Il primo è nato subito dopo la crisi finanziaria che aveva colpito gli U.S.A. nel 1929 per proteggere il consumatore, in modo tale che questi fosse in

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grado di valutare le offerte di investimento avendo tutte le informazioni necessarie, infatti come meglio spiega A.R.Stemler70: “ The Securities Act originally was enacted in response to

the Great Depression, and it was designed to ensure full disclosure of truthful information regarding the character of securities offered to the public. Additional purposes include market stability, market integrity, and preventing and repairing damage caused by free market failures”. Il problema derivante da questa regolamentazione stava nel fatto che

imprese di piccole dimensioni e con limitate possibilità economiche dovessero affrontare delle spese sopra la loro portata solamente per proporre un’offerta al pubblico, in merito è utile ancora una volta il pensiero di A.R. Stemler 71: “To advertise and sell securities to the

general public under the Securities Act, a company must fully comply with the complex registration requirements. Registration under the Act is prohibitively expensive for most small businesses; legal accounting, filing, and other fees for an underwritten public offering typically range from $300,000 to $500,000”. Per evitare questo genere di costi un’impresa

potrebbe chiedere di seguire il “Regolamento A” oppure il “Regolamento D”, ma anche seguendo, per esempio, il “Regolamento A” un’impresa dovrebbe affrontare delle spese che variano dai 40,000 ai 60,000 dollari, dovendo però effettuare delle sollecitazioni generali al pubblico, rispettando il limite di offerta di 5 milioni di dollari all’anno.

Detto questo bisogna specificare che il Governo americano distingue gli investitori accreditati da quelli non accreditati, infatti in base alla dimensione del loro patrimonio questi vengono divisi in queste due categorie per poter stabilire con chi le società possono sollecitare liberamente gli investimenti. Gli investitori accreditati devono avere un patrimonio superiore a milione di dollari ( senza però contare il valore della casa), e le entrate correnti devono avere un valore di 200,000 dollari ( 300,000 se sommato con quello del coniuge). Questa specificazione è stata fatta in quanto se un’impresa decide di seguire il “Regolamento D” può avere al massimo 35 investitori non accreditati, e solo questa regola è molto limitante considerando che gli investitori accreditati rappresentano solamente il 3% della popolazione americana. Inoltre le imprese, prima dell’approvazione del JOBS ACT, non potevano emettere una “sollecitazione generale”, ma dovevano prima ottenere l’approvazione della SEC la quale determinava tutti i punti riguardanti l’offerta di sollecitazione al pubblico,

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The JOBS Act and crowdfunding: Harnessing the power-and money-of the masses, Stemler, AR, Business Horizons, 2013, Vol.56(3), pp.271-275

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The JOBS Act and crowdfunding: Harnessing the power-and money-of the masses, Stemler, AR, Business Horizons, 2013, Vol.56(3), pp.271-275

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limitando molto spesso le possibilità di raccolta dell’impresa, quindi per questa appariva pressoché impossibile raccogliere capitale attraverso il crowdfunding.

Con l’approvazione del Jobs Act del 5 aprile 2012 questi problemi sono stati “superati” grazie ad una regolamentazione formulata sempre in un’ottica di protezione del consumatore72:

 Le piattaforme di crowdfunding sono soggette ad un obbligo di iscrizione,

 Un investitore non può investire in una società una somma superiore ai 2,000 dollari o una percentuale del suo reddito annuo netto o ricchezza netta, se maggiore,

 La società che sollecita l’investimento deve fornire delle informazioni alla SEC (gli obiettivi della società, il capitale che si intende raccogliere, il termine massimo di validità dell’offerta, il prezzo degli strumenti finanziari offerti, notizie relativa alla società ed al management, notizie relative ai principali azionisti ed alla struttura del capitale, business plan e situazione finanziaria),

 Particolare attenzione è dedicata ai rischi, che devono essere prospettati sia alla SEC sia ai potenziali investitori,

 La Sec può richiedere informazioni aggiuntive,

 Nel caso in cui l’offerta di strumenti finanziari superi i 500,000 dollari i bilanci presentati devono prima essere sottoposti alla revisione, nel caso invece che l’offerta sia tra i 100,000 e i 500,000 dollari, la revisione può essere fatta da un esperto indipendente che però segua le regole stabilite dalla SEC, nel caso, infine, che l’offerta non superi i 100,000 dollari basterà che il bilancio e l’ultima dichiarazione dei redditi siano certificati dal C.E.O.

Nella legislazione italiana la facoltà di rivolgersi al mercato di capitali via internet è riservata solamente alle imprese che hanno le caratteristiche per essere considerate start-up innovative ( si veda il paragrafo precedente), nella legislazione americana, invece, questo privilegio è riservato a tutte quelle imprese che possono essere considerate Emerging Growth Company (EGC), ossia il Legislatore americano non qualifica l’impresa in base all’attività da essa svolta, ma in base al volume di vendite annue, che non deve superare la cifra di un miliardo di dollari nell’ultimo esercizio sociale. Appare quasi contradditorio un tetto così elevato per delle normali start-up che sono solamente all’inizio della loro vita e che non riescono ad eccedere alle vie “classiche” del finanziamento, tutt’al più se si considera un altro limite imposto dal Jobs Act, ossia il divieto di sconfinamento di un milione di dollari per la raccolta di capitale di rischio nell’anno solare.

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L’emanazione del Jobs Act è dovuta alla presa di coscienza dell’importanza che le piccole imprese e le start up possono avere nell’economia locale, infatti sono proprio queste quelle con maggiori capacità di creare posti di lavoro, sviluppando un forte legame tra investitori e comunità, dato che molto spesso queste piccole attività si preoccupano principalmente dello sviluppo locale. Interessante a riguardo l’analisi svolta da A.Cortese73: “ …mentre un dollaro

investito in Apple contribuirà allo sviluppo di un migliore iPad, lo stesso dollaro investito in un’attività agricola, consente di generare uno sviluppo virtuoso dell’economia locale, favorendo un indotto di attività che rimangono sul territorio” . Inoltre si ritiene che il tetto di

offerta di un milione di dollari consente a queste piccole realtà di focalizzare le proprie risorse ed energie negli aspetti più importanti e nei bisogni più imminenti per la loro impresa, dato che non vi è alcuna legge che preclude la possibilità di lanciare un’altra offerta l’anno successivo, senza poi dimenticare altri sistemi di finanziamento, come il venture capital e i business angels che nel mercato finanziario americano sono diffusi e ben conosciuti, al contrario di quello italiano dove vi è, tuttora, un sentimento di scetticismo dovuta alla scarsa educazione finanziaria dei nostri manager.

Nel paragrafo precedente si sono analizzate le caratteristiche che un’impresa deve avere per poter lanciare una proposta di equity-crowdfunding al popolo di internet, e l’oggetto sociale di queste imprese deve riguardare lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto ad alto contenuto tecnologico. A differenza del Legislatore italiano quello americano non ha posto alcun limite riguardo l’oggetto sociale, infatti possono effettuare delle offerte di equity crowdfunding anche le cosiddette aziende generaliste; questo risultato si pensa sia dovuto alla riflessione ben spiegata da Best, Neiss e Cassady-Dorion74: “Una piccola azienda

generalista ha meno probabilità di fallire rispetto ad una start up altamente tecnologica”. In

questa maniera si creano anche dei posti di lavoro più stabili e duratori per la comunità ed allo stesso tempo si espone l’investitore ad un rischio minore, in quanto otterrà con più sicurezza i suoi dividendi derivanti, ad esempio, da un nuovo ristorante o da un nuovo negozio che, invece, da un’azienda che ha le potenzialità di diventare la nuova eBay, ma che invece per una serie di ragioni avrà farà fatica ad arrivare ai 5 anni di vita.

Altra caratteristica rilevante del Jobs Act è quella relativa alla nazionalità, infatti la target company può essere solamente americana, la legislazione statunitense non ha voluto aprire le

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barriere come ha fatto quella italiana, volendo quindi incentivare solamente l’economia nazionale.

Una volta acquistati i titoli di queste società target gli investitori hanno il divieto di venderle per l’intero anno successivo all’acquisto, questo per evitare sia che i titoli non siano oggetti di attività di speculazione o di trading, e sia per dare del tempo alle start up di “ingranare” con la loro attività, visto che il tempo è una delle risorse più importanti e fondamentali per le piccole aziende all’inizio della loro attività.

La sollecitazione dell’investimento può avvenire solamente tramite un intermediario finanziario, infatti è assolutamente vietata la creazione di un proprio sito web che si rivolga direttamente al pubblico e lo solleciti all’investimento; è quindi obbligatorio rivolgersi ad un intermediario o ad una piattaforma di crowdfunding che deve essere registrata alla SEC ed alla FINRA (Financial Industry Regulation Authority), questo intermediario diventa automaticamente responsabile del trasferimento delle somme raccolte durante il periodo di sollecitazione. Le somme saranno però erogate alla società richiedente solo una volta raggiunta la quota-obiettivo prestabilita e non prima, in quanto se questa non venisse raggiunta nel limite di tempo prestabilito ci si troverebbe in difficoltà nella restituzione di ogni singolo finanziamento ricevuto. L’intermediario deve inoltre vigilare sulla società proponente, infatti deve controllare che la società ed il suo management rispettino la normativa, sia per quanto riguarda gli obblighi informativi sia per quanto riguarda il deposito di tutta la documentazione nei tempi stabiliti.

Oltre a far rispettare il regolamento all’impresa, l’intermediario deve svolgere una serie di adempimenti75:

1) Deve informare gli investitori dei rischi,

2) Deve fornire agli investitori degli strumenti educativi per poter valutare le offerte, 3) Deve verificare che gli investitori esaminino le informazioni pubblicate dagli offerenti, 4) Deve assicurarsi che gli investitori rispondano ad alcune domande e che confermino di aver capito i rischi che corrono.

Secondo il regolamento americano ( ed anche quello italiano) l’unico tipo di pubblicità concesso per il crowdfunding è quella che indirizza alla piattaforma web, infatti in questa maniera si rende più agevole l’attività di vigilanza svolta dalla SEC che può controllare le comunicazioni e le informazioni fornite dalla società. Inoltre deve essere altrettanto

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trasparente agli occhi dell’investitore la percentuale dell’investimento che viene trattenuta dall’intermediario/piattaforma.

L’ultimo aspetto rilevante che merita di essere segnalato è quello relativo al diritto di recesso da parte dell’investitore, infatti questi ha solamente 21 giorni di tempo per recedere dall’investimento, questo intervallo di tempo inizia a decorrere dal primo giorno in cui l’azienda sollecita il pubblico ad intraprendere l’investimento, questo perché secondo il legislatore americano tre settimane sono sufficienti al pubblico ( al crowd) per smascherare qualsiasi tipo di truffa, così entro il 21esimo giorno decorrente dall’inizio dell’offerta possono recedere anche gli investitori che avevo già sottoscritto l’investimento il primo giorno, a differenza della regolamentazione italiana, dove l’investitore ha un vero e proprio diritto di recesso ( si veda nei prossimi paragrafi).

Figura 2.4: Il JOBS ACT

Fonte: Elaborazione Personale

JOBS

ACT

- Limite di offerta annuale: 1 milione di dollari - Obbligo di registrazione delle piattaforme e degli intermediari

- Diritto di recesso nei primi 21 giorni - Attività di controllo svolta dalla SEC

- Divieto di vendita dei titoli per i primi 12 mesi

- Status obbligatorio di EGC

- Nazionalità dell'impresa: americana

- Pubblicità ammessa è quella che indirizza alla piattaforma web

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