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CAPITOLO II- L’UE E I RISCHI CATASTROFAL

3.2 La riassicurazione

È uno strumento di cui si servono le compagnie di assicurazione per ridurre i rischi assicurati, mediante la loro cessione a compagnie di riassicurazione, quindi riguarda esclusivamente rapporti tra compagnie assicurative 93. Il contratto di riassicurazione è autonomo e separato dal contratto assicurativo sottostante, infatti il contratto assicurativo è quel contratto concluso tra l’assicuratore e il contraente che può essere una persona fisica o giuridica; il contratto di riassicurazione è invece un contratto assicurativo concluso tra due soggetti esercenti l’assicurazione dei rischi cioè il “Riassicuratore” e il “Riassicurato” 94

. Si può essere entrambi i soggetti ma non per lo stesso rischio. Il riassicuratore può decidere, a sua volta, di riassicurarsi presso un altro soggetto detto “Retrocessionario” e anch’esso può decidere di riassicurarsi e così via.

In riferimento a ciò la riassicurazione può essere di due tipi 95:

1. Riassicurazione di primo livello: si intende il primo grado di cessione del rischio, cioè il rapporto tra assicuratore diretto e riassicuratore

91 Generali Italia S.p.A, Fascicolo informativo “Garanzia terremoto casa”

92 Generali Italia S.p.A., Generali Italia co-finanzia la copertura assicurativa del rischio terremoto

scontandola del 50%, 26/09/2016

93A.Coviello, Calamità naturali e coperture assicurative. Il risk management nel governo dei rischi

catastrofali, Palermo: D.Flaccovio, 2013, Pag.123

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F. Marcacci, Coassicurazione e Riassicurazione , Pisa, Dipartimento di Economia e Management, 1/04/2016

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F.Marcacci , Coassicurazione e Riassicurazione, Pisa, Dipartimento di Economia e Management, 1/04/2016

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2. Riassicurazione di secondo livello: è la retrocessione del rischio da un riassicuratore ad un altro riassicuratore

Questa ipotetica “catena di riassicurazione” può essere molto lunga ed il rischio essere livellato in modo diverso da ciascun soggetto nei vari passaggi. La catena è tanto più lunga tanto più il rischio in oggetto è elevato (come può essere il rischio sismico) e tanto è minore il rischio di mettere in pericolo l’equilibrio economico della compagnia assicurativa. L’assicuratore, cedendo i “grandi rischi” ai riassicuratori, non è più obbligato a vincolare il capitale netto nello Stato patrimoniale a copertura degli stessi. Per l’assicuratore la riassicurazione ha una funzione sostitutiva del capitale proprio e in più produce ulteriore capacità di sottoscrizione che a sua volta contribuisce alla stabilizzazione dei risultati. La riassicurazione può essere 96:

1. Tradizionale: che a sua volta può essere facoltativa e per trattato.

Quella facoltativa offre il rischio sul mercato della riassicurazione, il riassicuratore, scelto da un broker riassicurativo, vuole sapere la tipologia del rischio e decide se accettarlo e a che condizioni. Può essere sia proporzionale che non proporzionale. Nel primo caso la quota di rischio ceduto, di premio e il recupero dei sinistri avviene con una uguale percentuale. Nel secondo caso le percentuali sono tra di loro diverse. Il trattato di riassicurazione è un accordo che impegna la compagnia assicurativa a cedere il rischio e il riassicuratore ad accettarlo. Viene utilizzato per rischi numerosi ed omogenei e appartenenti allo stesso ramo, in un stesso ambito territoriale e con stesso massimale. Anch’esso può essere proporzionale e non proporzionale.

Il riassicuratore vuole vedere come l’assicuratore assume i rischi, le statistiche sull’esperienza passata, la previsione dei volumi di sottoscrizione e i criteri di correttezza e trasparenza. Nei trattati proporzionali viene ceduta una parte di rischio e di premio e il prezzo lo

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stabilisce l’assicuratore, mentre nei trattati non proporzionali il prezzo lo fa il riassicuratore, per cui è lui stesso che analizza i rischi e applica un determinato tasso che può essere fisso o variabile.

2. Non tradizionale: o ART (Alternative Risk Transfer) sono detti contratti

di riassicurazione ad hoc. Sono prodotti specifici e servono per poter riassicurare rischi non omogenei tra di loro oppure tipologie di coperture pluriennali. Non viene fatta una selezione dei rischi, possono essere riassicurati rischi che tradizionalmente non lo sarebbero. Essa in Italia non è molto diffusa.

La riassicurazione determina una ripartizione del rischio perché tanto più grosso è il rischio e tanto più una compagnia tende a riassicurarlo in modo da limitare l’esposizione massima nei confronti di quel determinato rischio, inoltre incrementa la capacità di sottoscrizione del rischio della stessa compagnia assicuratrice perché, tanti più rischi ha la stessa e tanto più si abbassa il suo margine di solvibilità e arriverà al punto di non poterne più assumere, quindi la cessione del rischio migliora il margine di solvibilità, lo rafforza anche se esiste un tasso minimo al di sotto del quale le compagnie assicurative non possono operare ed è il così detto Tasso minimo di solvibilità. Stabilizza i risultati economici della compagnia cedente nel tempo, in quanto se l’andamento del rischio in un determinato periodo è particolarmente negativo può essere messo a rischio il risultato economico della stessa, per evitare ciò è necessaria la cessione dei rischi 97.

La riassicurazione è un prodotto comprato e venduto in tutto il mondo e i mercati più importanti sono Londra, New York, Zurigo, Monaco, Parigi, Tokyo e Bermuda. Per i grandi rischi catastrofali la possibilità di accedere ad un mercato

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internazionale così vasto permette il frazionamento del rischio, che rendere assorbibile qualsiasi tipo di esposizione al rischio 98. Essa diventerà sempre più uno strumento di gestione strategica del portafoglio dei rischi dell’impresa. Può essere vista coma una leva operativa anche per diversificare opportunamente il portafoglio ottimizzando il rapporto rischio-rendimento, e l’implementazione di un modello interno consentirà alle compagnie di dotarsi di uno strumento in grado di valutare preventivamente gli impatti economico-patrimoniali e la convenienza di differenti strategie riassicurative 99.

Figura 1.3: capitale riassicurato misurato in mld di $ (Fonte:AON-Benfield) 100

Secondo una pubblicazione dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), risalente ad ottobre 2016, il capitale a disposizione del settore riassicurativo mondiale alla fine del I semestre 2016 ammontava a 585 miliardi di dollari, segnando un più 4% rispetto al 2015, anche per la riassicurazione tradizionale il capitale accumulato è cresciuto del più 3%,

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F.Marcacci, Coassicurazione e Riassicurazione, Pisa, Dipartimento di Economia e Management 1/04/2016

99 R. G.Avesani, La Riassicurazione come strumento di gestione del rischio e del capitale in Solvency II, 3

novembre 2011, pag.2

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ANIA, Ania Trends: newsletter ufficio studi ANIA, 2016 410 340 400 470 455 505 540 575 565 585 0 100 200 300 400 500 600 700

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raggiungendo i 510 miliardi di dollari. Anche nel 2014 l’andamento del mercato riassicurativo mondiale è stato caratterizzato da un espansione dei capitali messi a disposizione del settore assicurativo, si pensi che nel solo terzo trimestre si registrò un più 6,5% rispetto al quarto trimestre del 2013 101.

L’agenzia di rating Fitch Rating sostiene che l’assottigliarsi dei saldi tecnici negli ultimi quattro anni ha reso i profitti dei riassicuratori più sensibili a variazioni anche modeste nell’attività catastrofale. Secondo gli analisti, con l’entrata in vigore (lo scorso 1° Gennaio) di Solvency II, si potrà assistere ad un aumento della domanda di riassicurazione da parte degli assicuratori primari derivanti dall’opportunità, per gli stessi, di rafforzare il proprio capitale di solvibilità. Fitch ha stimato un progressivo peggioramento del “Combined Ratio” 102 del settore dall’86,8% del 2015, al 94,2% del 2016 al 99,2% nel 2017, riconducibile anche ad un aumento delle perdite derivanti da catastrofi naturali.