• Non ci sono risultati.

La ricerca dell’equilibrio tra cristiano e profano

Nel documento Jean- Baptiste de La Salle (pagine 146-153)

III LA PEDAGOGIA LASALLIANA

3.3 I tratti salienti della pedagogia lasalliana

3.3.3 La ricerca dell’equilibrio tra cristiano e profano

Per la sua scuola Mr De la Salle non stimò soddisfacenti i manuali scolastici dell’epoca, perciò ne redasse e pubblicò di nuovi, rivolti sia ai maestri che agli alunni. Caratteristica fondamentale dei manuali è l’equilibrio tra sacro e profano benché soltanto due siano di natura profana e ben sette di natura religiosa.

Le pubblicazioni profane a uso scolastico sono:

- Syllabaire français.

- Les règles de la bienséance et de la civilité chrétienne. Le pubblicazioni religiose a uso scolastico sono:

- Exercises de piété qui se font pendant le jour dans les écoles chrétiennes. - Instructions et prières puor la sainte messe.

- Instruction méthodique pour apprendre à se bien confesser. - Instructions et prières pour la confession et la communion.

- Instructions chrétiennes, o Les devoirs d’un chrétien envers Dieu et les moyens de pouvoir bien s’en acquitter.

- Cathéchisme des Frères des écoles chrétiennes ou Les devoirs d’un chrétien envers Dieu par demandes et réponses.

- Grand abrégé des devoirs du chrétien envers Dieu et Petit abrégé des devoirs du chrétien envers Dieu.

Infine va citata un’ultima pubblicazione, che non è del tutto di Mr De la Salle, ma che è composta da diversi musicisti: Cantiques spirituels.

Mr Jean Baptiste si inserì in un panorama scolastico dalle forti connotazioni religiose. I maestri delle petites écoles insegnavano innanzitutto la lettura del latino affinché tutti disponessero dei mezzi per seguire la messa, fossero in grado di recitare le preghiere, potessero entrare a nove anni in un collegio. Anche nelle écoles de charité si apprendeva a leggere prima il latino e successivamente il francese. Inoltre le opere utilizzate per la lettura in francese erano religiose, perciò l’apprendimento riguardava essenzialmente un vocabolario morale, dogmatico, pietoso. Assumendosi la responsabilità di istruire bambini poveri, che difficilmente sarebbero andati in collegio, Mr De La Salle si impegnò a rivoluzionare la tradizione, iniziandoli alla lettura del francese. Occorre riconoscere che l’originalità di Mr De la Salle non era assoluta. Nella prima metà del 1600, in Francia, esistevano alcune voci fuori dal coro di precettori privati, come Pierre Le Gaignard o Jean Behourt, che scrivevano testi per i propri allievi. Connotati decisamente più generali assunse la campagna di Comenius, che, inserendosi nella propaganda protestante, si proclamò a favore della priorità della lingua madre. Nella seconda metà del XVII secolo altri autori, come Irson, Le Soyeur, Lartigaut, Le Laboureur, Charpentier, sostenitori della polemica tra Antichi e Moderni, propugnarono la priorità del francese. Tra il 1688 e il 1703 Mr Jean Baptiste si pose in difesa del suo metodo, attaccato sia dai Maîtres écrivains sia dai Maîtres delle petites écoles di Saint-Sulpice sia dal vescovo di Chartres. Quest’ultimo si arrese di fronte alle ragioni di Mr de La Salle e accettò che i ragazzi cominciassero ad apprendere la lettura in francese, mentre le ragazze dovevano continuare a usare il latino.

Il biografo Blain ha conservato gli argomenti utilizzati da Mr Jean Baptiste: - La lettura del francese ha un’utilità plus grande et universelle259 rispetto a

quella del latino.

- La lingua francese, étant naturelle260, è più facile da apprendere: i fanciulli la capiscono a differenza del latino di cui ignorano le parole. - Occorre meno tempo per apprendere a leggere in francese che in latino. - Una volta che i fanciulli sono in grado di compitare e leggere in francese,

per leggere in latino è sufficiente d’appuyer sur toutes les syllabes et de bien prononcer tous les mots261.

- Se si ignora il significato delle parole è difficile interessarvisi.

- Qual è lo scopo di imparare la lingua latina per delle persone che n’en feront aucun usage dans leur vie262?

- I fanciulli delle écoles chrétiennes non restano a scuola abbastanza tempo per apprendere a leggere bene sia il francese che il latino in quanto, raggiunta l’età, vanno a lavorare, perciò si ritirano senza sapere jamais lire ni en latin , ni en francais263.

- Se si comincia con il francese i fanciulli imparano a leggerlo bene e possono s’instruire par elles-mêmes de la doctrine chrétienne264.

259

Blain J. B., La vie de Mr J.-B. de La Salle, Instituteur des Fréres des E. C., Société de Saint Agustin, Lille-Paris. 260 Ibidem 261Ibidem 262 Ibidem 263 Ibidem 264 Ibidem

- L’esperienza insegna che i poveri che imparano latino fanno pitié quand il le lisent à ceux qui entendent cette langu265 e, perciò è inutile sprecare del tempo inutilmente.

Il testo utilizzato da Mr De la Salle per insegnare a leggere in francese è il Syllabaire français. Si tratta di un testo rivoluzionario in cui non ci sono preghiere, ma sillabe e regole per formare e leggere le parole. Di solito questo tipo di testo era destinato a preparare i fanciulli alla lettura del latino in qualità di lingua ufficiale della santa messa e delle preghiere, mentre il sillabario lasalliano aveva un’utilità immediata, quotidiana e sociale. Dopo otto mesi di esercizi, si passava a un libro di lettura di natura profana alla maniera degli esempi presenti nell’eserciziario. Senza dubbio questa struttura era rivoluzionaria: significava introdurre in ambito pedagogico il principio basilare dell’autonomia, cioè dell’indipendenza del profano dal religioso. Il nesso tra sacro e profano è evidente anche in Les règles de la bienséance et de la civilité chrétienne. Questo testo, nel programma scolastico lasalliano, succedeva ad altri, quali: il sillabario; un testo ortografico di orientamento religioso; un manuale senza un orientamento religioso, la cui scelta spettava al direttore; lo Psautier, destinato all’apprendimento della lettura del latino. Dopo essere passati attraverso i livelli di commençants, médiocres, avancés266 nella lettura e dopo essersi accostati alla scrittura, si cominciava a studiare la Civilité chrétienne, che risultava più difficile anche perché era scritta in caratteri gotici. Due sono gli obiettivi che perseguiva: imparare i propri doveri verso i genitori e il proprio entourage sociale e perfezionare la lettura profana dei papiers ou parchemins écrits à la main, come des exploits d’assignation, des quittances, des promesses267. Alla base di questa organizzazione c’erano l’utilità sociale e quella professionale. La motivazione che spinse Mr De la Salle a redigere questo trattato aveva a che fare anche con il suo ruolo cristiano: qualsiasi comportamento profano del bambino o dell’adulto era da mettere in relazione

265

Blain J. B., La vie de Mr J.-B. de La Salle, Instituteur des Fréres des E. C., Société de Saint Agustin, Lille-Paris.

266 Jean-Baptiste de La Salle, Oeuvres Complètes de Saint Jean Baptiste de La Salle, a cura di Frère Alain Houry, Ed. des Frères des Ecoles Chrétiennes , Roma, 1993.

267 Ibidem

a Dio in quanto per il cristano la propria vita etica e morale era adeguata se conforme ai dettami di Dio. Per Mr Jean Baptiste la bienséance e la civilité rappresentano una vertu chrétienne perché ogni cosa è creatura di Dio e, in quanto tale, merita rispetto: rispettare se stessi e gli altri è rispettare Dio268. In realtà si tratta di una virtù umana, diventa cristiana nel momento in cui è riferita a Dio, ovvero quando l’amore di Dio e del prossimo ne è il principale motore. Come afferma Yves Poutet la vie profane référéé à Dieu c’est le profane animé par l’esprit de fois269. Questo concetto caratterizza tutta la pedagogia lasalliana: il maestro deve permettere all’alunno di comprendere che la presenza di Dio richiede un atteggiamento composto e rispettoso verso gli altri in quanto creature divine. Occorre aggiungere che, trattandosi di usi e costumi della buona società, se non vengono attribuiti a Dio, rischiano di sviluppare vanità, superbia ed egoismo.

A tale proposito lo stesso Mr De la Salle, nella prefazione delle Règles de la bienséance et de la civilité chrétienne, afferma:

C’est une chose surprenante que la plupart des chrétiens ne regardent la bienséance et la civilité que comme un qualité purement humaine et mondaine, et que , ne pensant pas à élever leur esprit plus haut, ils ne la considèrent pas comme une vertue qui a rapport à Dieu, au prochain et à nous-même …Les pères et les mères…lorsqu’ils voudront porter leurs enfants à des pratiques extèrieures qui regardent le maintient du corps…ils auront soin de les y engager par le motif de la présance de Dieu…s’ils leur apprennent et leur font faire des pratiques de bienséance qui ont rapporta u prochain, ils les engageront à ne donner ces témoignages de bienveillance et de respect que comme à des membres de Jésus- Christ…celui qui est inférieur à d’autres est oblige d’avoir de la soumission pour ceux qui lui sont supérieurs soit par leur naissance, soit par leur emploi, soit par leur qualité…270

268 Jean-Baptiste de La Salle, Oeuvres Complètes de Saint Jean Baptiste de La Salle, a cura di Frère Alain Houry, Ed. des Frères des Ecoles Chrétiennes , Roma, 1993.

269 Poutet Yves Frère, Genèse et caractéristiques de la pédagogie Lasallienne, Ed. Don Bosco, 1995.

270 Jean-Baptiste de La Salle, Oeuvres Complètes de Saint Jean Baptiste de La Salle, a cura di Frère Alain Houry, Ed. des Frères des Ecoles Chrétiennes , Roma, 1993.

Nonostante questa importante autonomia del profano, il clima scolastico è a tutti gli effetti religioso. Si tratta di una pedagogia cristiana caratterizzata dall’amore per Dio e per gli altri, nei confronti dei quali bisogna evitare tutto ciò che può causare dispiacere. Di conseguenza le stesse punizioni devono essere sentite dagli scolari come un mezzo per correggersi, motivate con l’affetto dei maestri e dei genitori. Nel 1696 furono pubblicati gli Exercises de piété qui se font pendant le jour dans les écoles chrétiennes, uno dei primi testi di Mr de La Salle271. Gli esercizi servivano come guida ai maestri: due alunni, in grado di leggere, ne garantivano l’esecuzione, uno di mattina e l’altro di pomeriggio, avvicendandosi ogni mese affinché tutti potessero prendere coscienza della comune missione apostolica. Dopo la lettura, ogni maestro, nella propria classe, spiegava e commentava quanto presentato. Ciò agevolava la riflessione di gruppo ed era il punto di partenza per la formazione di giudizio applicato al vissuto quotidiano dei bambini. Nella riedizione degli Exercises de piété vi sono due capitoli dedicati alla santa messa in latino: Principales cérémonies que doit observer celui qui sert à la messe e Réponses de la sainte messe272. Nel 1698 vennero pubblicate le Instructions et prières pour la sainte messe, testo scritto in francese, rivolto a chi sapeva leggere. Queste preghiere, che seguivano le azioni del prete durante la messa, tendevano a far sì che lo spirito degli alunni fosse intriso delle virtù espresse dalla liturgia stessa: umiltà, pentimento, confessione, adorazione, implorazione della misericordia divina, ringraziamento, desiderio di conoscere l’insegnamento di Cristo e di metterlo in pratica, fede nelle verità rivelate, fede nella presenza di Cristo nell’eucarestia, significato del suo sacrificio, richiesta della grazia per evitare il peccato, intercessione per i vivi e per i morti, recita del padre nostro in francese, adorazione del Santo-Sacramento, comunione spirituale. Nel 1702- 1703 fu pubblicato Instruction méthodique pour apprendre à se bien confesser par demandes et par réponses, destinato ai maestri che dovevano preparare i loro allievi per la loro prima confessione273. In realtà questo testo era

271 Jean-Baptiste de La Salle, Oeuvres Complètes de Saint Jean Baptiste de La Salle, a cura di Frère Alain Houry, Ed. des Frères des Ecoles Chrétiennes , Roma, 1993.

272 Ibidem

indirizzato a tutti, genitori insegnanti e persone che non avevano niente a che fare con il mondo scolastico, ma che volevano avvicinarsi a questo sacramento. Nel 1703 uscì Instruction et prières pour la communion, un catechismo destinato a giovani già pronti a lasciare la scuola274. Ognuna di queste opere proponeva continui esami di coscienza che contribuivano a formare il senso di responsabilità a prescindere dall’appartenenza religiosa. In realtà si sarebbe potuto trattare della morale di ogni insegnante di una Repubblica laica in quanto era conforme al diritto naturale, l’essenza di ogni uomo civilizzato. La differenza tra modalità cristiana e modalità laica non stava nella finalità educativa, che in tutti e due i casi era formare gli allievi al bene, ma nelle ragioni, che per il cristiano sono soprannaturali. Il metodo di insegnamento religioso, come afferma Yves Poutet, era di tipo socratico, perciò risultava valido per l’insegnamento di numerose materie profane: dopo aver enunciato una verità, procede attraverso confutazioni275. L’obiettivo era la scoperta del senso profondo, passando attraverso la ricerca delle cause, delle conseguenze e dei principi. In pratica l’allievo partiva da ciò che conosceva e il maestro lo conduceva a poco a poco dal noto all’ignoto, dal concreto all’astratto. Diversamente dalle altre lezioni, quelle religiose erano sempre indirizzate all’intera classe, perciò il maestro formulava una frase e cominciava a discutere con i più dotati, poi passava agli altri. In questo modo i bambini erano interrogati tutti nella stessa lezione. Il maestro doveva preparare quanto voleva insegnare, prevedendo le diverse discussioni e agevolando l’uso di parole e frasi differenti per esprimere idee simili. Mr Jean Baptiste insiste continuamente sull’importanza di raccontare storie che istruiscano gli alunni in relazione al comportamento che un bravo cristiano deve tenere. A questo scopo servono sia le già citate Règles de la bienséance et de la civilité chrétienne sia Les Devoirs d’un chrétien envers Dieu, la cui lettura permette che gli allievi familiarizzino con un vocabolario e delle idee da cristiani adulti.

274 Jean-Baptiste de La Salle, Oeuvres Complètes de Saint Jean Baptiste de La Salle, a cura di Frère Alain Houry, Ed. des Frères des Ecoles Chrétiennes , Roma, 1993.

275 Poutet Yves Frère, Genèse et caractéristiques de la pédagogie Lasallienne, Ed. Don Bosco, 1995.

Nel documento Jean- Baptiste de La Salle (pagine 146-153)