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La rimozione della ponderazione favorevole nell’approccio standard

3.4.1 Considerazioni metodologiche

La stima degli impatti derivanti dall’accantonamento patrimoniale a fronte delle esposizioni sovrane verso i Paesi dell’UE è calcolata ipotizzando che tutte le banche utilizzino l’approccio standard per il rischio di credito. Come già ricordato (par 2.2), la normativa concede alle banche la possibilità di utilizzare i modelli interni (IRB) per la stima dell’assorbimento patrimoniale a fronte delle esposizioni sovrane detenute. Le banche sono dunque chiamate a scegliere se: a) utilizzare il proprio modello IRB (se validato) anche per il portafoglio sovereign; b) utilizzare l’approccio standard per il portafoglio sovereign nonostante la banca sia autorizzata ad utilizzare il proprio modello interno per il rischio di credito. Ovviamente, la scelta riflette gli orientamenti strategici e operativi della banca, oltre che la convenienza in termini di minore/maggiore assorbimento patrimoniale. A questo proposito, va ricordato che il “trattamento favorevole” per le banche europee riguarda solo le esposizioni verso gli Stati membri dell’UE: pertanto, si può affermare che una delle variabili prese in considerazione dalle banche per la scelta potrebbe essere proprio anche il peso delle esposizioni verso i Paesi extra UE. Tuttavia, non è comunque possibile identificare le banche che hanno scelto di utilizzare l’approccio IRB per il portafoglio

sovereign: ciò rende necessario ipotizzare, ai fini dell’analisi qui proposta, che tutte le banche

abbiano scelto di utilizzare l’approccio standard, beneficiando così (di fatto) della ponderazione zero. Avendo individuato e scelto necessariamente questa ipotesi, andrebbe osservato per correttezza che il valore utilizzato delle RWA delle banche che possono aver scelto l’approccio IRB per le esposizioni sovrane include teoricamente anche l’assorbimento patrimoniale che ne deriva. Tuttavia occorre tenere presente che, come già evidenziato e discusso (par 2.4.1), l’utilizzo dei modelli IRB per i titoli di Stato tende a determinare, per sua natura, assorbimenti patrimoniali comunque molto vicini allo zero. Ciò fa sì che l’ipotesi metodologica adottata non è in grado di distorcere in maniera significativa i risultati ottenuti dall’analisi qui condotta.

Le esposizioni verso gli Stati membri di ogni banca compresa nel campione sono dunque ponderate sulla base dei coefficienti previsti per gli emittenti sovrani nell’ambito dell’approccio standard65. I rating utilizzati a tale fine sono quelli forniti da Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch

osservati alla fine di ogni reporting period: per ogni Paese è stato considerato il rating “mediano” sulla base di quanto disposto dall’art. 138 della CRR66.

65 L’approccio standard prevede per le esposizioni sovrane le seguenti ponderazioni: 0% per i titoli con rating

(assegnato da una ECAI) da AAA a AA-; 20% da A+ a A-; 50% da BBB+ a BBB-; 100% da BB+ a B-; 150% per le esposizioni con rating inferiore a B-; 100% se prive di rating (CRR, art. 114, comma 2).

66 L’art. 138 della CRR definisce le modalità di utilizzo dei rating delle ECAI ai fini della determinazione dei fattori di

51 Una volta individuati, i valori delle esposizioni sovrane verso i Paesi UE di ciascuna banca sono moltiplicati per il coefficiente di ponderazione selezionato. Il risultato è sommato al totale delle preesistenti RWA: ciò consente di capire quale sia l’incremento delle attività ponderate per il rischio dovuto alla ponderazione delle esposizioni sovrane.

3.4.2 I risultati delle analisi

I valori contenuti nella Fig. 3.6 mostrano la riduzione percentuale del Tier 1 ratio a seguito dell’applicazione dei coefficienti previsti per l’approccio standard nei diversi periodi considerati. La differenza nel rapporto tra capitale e RWA prima e dopo l’assorbimento patrimoniale dovuto alle esposizioni verso gli Stati membri permette di stimare l’ammontare di capitale potenzialmente “eroso” dalla eventuale rimozione della ponderazione favorevole. L’impatto osservato è di fatto riconducibile alla variazione dei seguenti fattori: i) la dimensione e la composizione del portafoglio di titoli di Stato dei Paesi UE; ii) i rating assegnati ai Paesi membri. La riduzione del Tier 1 per le banche del Gruppo 1 è mediamente pari al -2,8%, mentre per quelle del Gruppo 2 si osservano valori sensibilmente più elevati (la riduzione media è pari al -6,3%). Si osservano inoltre importanti differenze relativamente ai fattori che conducono alla “composizione” di tale riduzione: per le banche del Gruppo 1 l’impatto è ascrivibile per la maggior parte (ad eccezione del 2012) alle esposizioni sovrane non domestiche; diversamente, per le banche del Gruppo 2 l’impatto è riconducibile per circa due terzi (ad eccezione del 2010 nel quale si hanno valori opposti) alle esposizioni sovrane domestiche. Se si considera invece l’andamento della riduzione del Tier 1 ratio nel periodo di osservazione, si può notare come l’impatto sia relativamente più contenuto tra il 2010 e il 2012 per entrambi i gruppi di banche. Ciò è dovuto soprattutto – oltre che al tendenziale aumento (anche se in alcuni casi contenuto) dei titoli di Stato detenuti (Fig. 3.4) – al peggioramento dei rating dei Paesi UE e, conseguentemente, all’aumento dei rispettivi coefficienti di ponderazione utilizzati67. Nel dettaglio, sono 8 i Paesi il

cui coefficiente di ponderazione – quindi quello corrispondente al rating mediano assegnato – è peggiorato dal 2010 al 2012 (Cipro, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Portogallo, Slovenia e Spagna)68.

una posizione esista una sola valutazione del merito di credito ad opera di un’ECAI prescelta, tale valutazione è impiegata per determinare il fattore di ponderazione del rischio della posizione in questione”; ii) “qualora per una stessa posizione esistano due valutazioni del merito di credito da parte di ECAI prescelte ed esse corrispondano a fattori di ponderazione differenti, si attribuisce il fattore più alto”; iii) “qualora per una stessa posizione esistano più di due valutazioni del merito di credito da parte di ECAI prescelte, sono selezionate le due valutazioni corrispondenti ai due fattori di ponderazione più bassi e, se diversi, si applica il fattore più alto (se invece i due fattori di ponderazioni più bassi sono identici, si attribuisce tale fattore)”.

67 Si veda la Tab. A.8 in Appendice.

52 Quanto appena affermato spiega molto dei risultati osservabili dalla Fig. 3.6. Ciò è particolarmente vero se si considera la distinzione tra banche stressed e non-stressed: le prime devono la riduzione del Tier 1 ratio alla forte esposizione domestica, che pesa mediamente per oltre il 70%; le seconde, invece, devono tale riduzione per la quasi totalità alle esposizioni verso gli altri Paesi membri, con la parte domestica che incide in maniera residuale registrando valori peraltro costanti. Con riferimento all’andamento della riduzione del Tier 1 ratio nel periodo di osservazione, analogamente a quanto evidenziato per le banche del Gruppo 1 e 2, l’impatto è più contenuto tra il 2010 e il 2011.

Più in generale:

• le banche di alcuni sistemi molto esposti verso il proprio emittente sovrano non registrano impatti rilevanti ove si consideri l’introduzione di ponderazioni per il rischio: è questo il caso, ad esempio, di Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito. Le ragioni sono dovute al fatto che l’emittente sovrano delle banche in questione ha un rating elevato (compreso tra AAA a AA-) che consente di ottenere ugualmente una ponderazione pari a zero;

• diversamente, le banche di altri Paesi vedono incrementare le proprie RWA in quanto sono esposte in misura rilevante verso il proprio Stato al quale è assegnato un rating che prevede una ponderazione positiva (ad esempio: Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna); • altre banche, invece, devono l’aumento delle RWA principalmente alle esposizioni verso

altri Stati membri considerati dalle agenzie di rating più rischiosi rispetto al proprio emittente sovrano (Austria e Belgio)69.

53 Figura 3.6. La rimozione della ponderazione favorevole: la variazione (%) del Tier 1 ratio

Fonte: elaborazione propria su dati EBA.

-0,3% -1,7% -1,6% -1,7% -1,7% -1,7% -0,5% -1,2% -1,5% -1,7% -2,0% -2,0% -1,9% -4% -3% -2% -1% 0% 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gruppo 1

Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni verso altri Paesi UE Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni domestiche

-0,7% -3,2% -5,3% -6,3% -5,2% -5,3% -4,7% -1,2% -1,9% -1,9% -1,8% -2,0% -2,1% -2,3% -9% -8% -7% -6% -5% -4% -3% -2% -1% 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gruppo 2

Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni verso altri Paesi UE Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni domestiche

-0,5% -2,4% -7,8% -8,3% -8,0% -7,8% -7,3% -0,5% -0,8% -0,7% -1,0% -1,6% -2,0% -2,1% -10% -8% -6% -4% -2% 0% 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Stressed

Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni verso altri Paesi UE Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni domestiche

-0,2% -0,2% -0,2% -0,2% -0,2% -0,2% -0,7% -1,4% -1,9% -2,0% -2,1% -2,0% -1,9% -2,5% -2,0% -1,5% -1,0% -0,5% 0,0% 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Non-stressed

Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni verso altri Paesi UE Variazione % del Tier 1 ratio derivante dalle esposizioni domestiche

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