• Non ci sono risultati.

LA RISPOSTA GIAPPONESE AI TEST NORD-COREANI DEL

Il 5 luglio del 2006, la Corea del Nord eseguì un test missilistico. In tale occasione, Pyongyang lanciò sette missili, tra cui dei missili Scud, Nodong e Taepodong-2, nel mare del Giappone.338 La risposta giapponese a questo test non si fece attendere.

Infatti, il governo giapponese impose immediatamente delle sanzioni che impedivano agli ufficiali, alle navi e ai voli charter nord-coreani di entrare in Giappone.339

Il 9 ottobre del 2006, invece, poco dopo l’inaugurazione dell’amministrazione del primo ministro giapponese Abe Shinzo (in carica per il suo primo mandato dal 2006

338 HAGSTRÖM L., SÖDERBERG M., op. cit., p. 383; HOOK G. D. (et al.), op. cit., p. 201; MCCORMACK G.,

op. cit., p. 16.

al 2007), la Corea del Nord condusse il suo primo test nucleare sotterraneo.340 Con

la conduzione di tale test, la Corea del Nord diventava il secondo Stato a possedere armi nucleari341 nel Nord-Est Asiatico dopo la Cina.342 La risposta giapponese al test

nucleare riguardò l’imposizione del divieto ai trasferimenti finanziari per quindici istituti finanziari legati alla Corea del Nord e per diverse aziende commerciali.343 Le

sanzioni prevedevano, altresì, la chiusura dei porti giapponesi alle navi nord-coreane e il divieto di accesso in Giappone ai cittadini nord-coreani. Inoltre, queste sanzioni vennero messe in atto dall’amministrazione del primo ministro Abe ancora prima che la Risoluzione 1718 dell’ONU venisse approvata.344 Mentre, a seguito

dell'adozione della Risoluzione 1718, sarebbero state imposte nuove sanzioni che avrebbero vietato il commercio di beni di lusso con la Corea del Nord.345

Come già accennato, il Giappone non si limitò ad imporre delle sanzioni unilaterali. Infatti, il Giappone adottò sin dal primo test di luglio un ruolo più proattivo all'interno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Lo fece proponendo e negoziando diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.346

Per quanto riguarda le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, si trattò delle Risoluzioni 1695 e 1718. In risposta al lancio dei missili balistici del mese di luglio, pertanto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adottò la Risoluzione

340 DIFILIPPO A., Still at Odds: The Japanese Abduction Issue and North Korea’s Circumvention, p. 145;

DAVENPORT K., The Six-Party Talks at a Glance, 2018. In seguito al test missilistico nord-coreano e al successivo test nucleare, in Giappone si riaprì il dibattito circa il possesso di armi nucleari. Tuttavia, il primo ministro Abe Shinzo scartò completamente tale possibilità, affermando che il Giappone sarebbe rimasto fedele ai tre principi non-nucleari che vietavano il possesso, la produzione e l'introduzione di armi nucleari in Giappone. MATHUR Arpita, Japan’s Response to North Korea’s Nuclear Test, Institute for Defense Studies and Analyses, Strategic Analysis, Vol. 30, No. 4, pp. 868 – 873, 2006, p. 871.

341 Anche se già il 5 febbraio del 2005 la Corea del Nord si era dichiarata uno Stato in possesso di armi

nucleari, SAMUELS R. J., op. cit., p. 175.

342 MATHUR A., Japan's Response to North Korea's Nuclear Test, p. 868. 343 HOOK G. D. (et al.), op. cit., p. 201.

344 HUGHES Cristopher W., KRAUSS Ellis S., Japan's New Security Agenda, Survival, Vol. 49, No. 2, pp. 157

- 176, 2007, p. 163.

345 HUGHES C. W., KRAUSS E. S., op. cit., p. 163; MATHUR A., Japan's Response to North Korea's Nuclear

Test, p. 869; MCCORMACK Gavan, Japan and North Korea: The Long and Twisted Path towards Normalcy,

Working Paper Series, US-Korea Institute at Sais, 2008, p. 16.

1695347 che condannava i test nord-coreani, chiedeva la sospensione delle attività

relative al programma dei missili balistici e il divieto al commercio di tecnologie nucleare o missilistica con la Corea del Nord.348 In seguito al test nucleare del 9

ottobre, invece, venne adottata, in data 14 ottobre del 2006, la Risoluzione 1718349

del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tale risoluzione era basata sul Capo VII della Carta dell'ONU e imponeva sanzioni sulla Corea del Nord. Tali sanzioni erano volte a prevenire il rifornimento di materiali e tecnologie che potessero essere utilizzate nel programma nucleare e nel programma per la produzione di armi di distruzione di massa del regime nord-coreano.350 La Risoluzione 1718, inoltre, chiedeva una

immediata riapertura della Corea del Nord alle trattative delle Six-Party Talks.351

A proposito di queste risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Pyongyang dichiarò che equivalevano ad una "dichiarazione di guerra contro la Corea del Nord".352

I test nord-coreani del 2006 aggravarono significativamente le preoccupazioni del Giappone per quanto riguarda la sicurezza.353 La risposta giapponese ai suddetti test

implicò, quindi, anche dei cambiamenti per la politica di sicurezza del Paese. Ad esempio, il Giappone reagì ai test missilistici nord-coreani del 5 luglio 2006 accelerando la cooperazione con gli Stati Uniti per il dispiegamento della difesa missilistica. Infatti, dopo il lancio dei missili balistici nord-coreani, il Giappone affrettò i tempi per la consegna del sistema di difesa PAC-3. Il primo di questi sistemi

347 Risoluzione 1695, disponibile in formato .pdf sul sito UNSCR – Search engine for the United Nations

Security Council Resolutions, in: http://unscr.com/en/resolutions/doc/1695; (ultimo accesso: 20/07/2018).

348 HOOK G. D. (et al.), op. cit., p. 201; DAVENPORT K., UN Security Council Resolutions on North Korea,

Arms Control Association, 2018, in: https://www.armscontrol.org/print/5653; (ultimo accesso: 20/07/2018).

349 Risoluzione 1718, disponibile in formato .pdf sul sito UNSCR – Search engine for the United Nations

Security Council Resolutions, in: http://unscr.com/en/resolutions/doc/1718; (ultimo accesso: 20/07/2018).

350 HOOK G. D. (et al.), op. cit., p. 201; DAVENPORT K., UN Security Council Resolutions on North Korea,

2018.

351 DAVENPORT K., The Six-Party Talks at a Glance, 2018.

352 DIFILIPPO A., Still at Odds: The Japanese Abduction Issue and North Korea’s Circumvention, p. 146. 353 MATHUR Arpita, Japan's Response to North Korea's Nuclear Test, p. 868.

venne dispiegato presso l'Iruma Air Base, a circa 30 chilometri da Tokyo, nel marzo del 2007.354 Inoltre, fu accettato il dispiegamento in Giappone della USS Shiloh, una

nave destroyer statunitense con capacità di difesa missilistica.355 Invece, a seguito

del test nucleare di ottobre 2006, il Giappone dispiegò degli T-4 trainer aircraft per controllare i livelli di radioattività nella regione circostante e le Forze di Auto-difesa Marittime intensificarono le attività di raccolta d’informazioni nella regione.356

Infine, è importante sottolineare che, il grande scalpore creato dai test di luglio e ottobre del 2006, spinse molti politici e burocrati giapponesi a considerare l'idea di un attacco preventivo contro Pyongyang.357 Contemporaneamente, molti altri

esponenti della leadership politica e burocratica giapponese cominciarono ad interrogarsi sulla possibilità per il Giappone di sviluppare delle proprie armi nucleari in risposta ai test nord-coreani.358 Tuttavia, come accennato precedentemente, il

primo ministro Abe dichiarò che il Giappone avrebbe continuato a rispettare i Tre Principi Non-nucleari che impedivano la produzione, il possesso e l'introduzione di armi nucleari nello Stato.359