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Tra il 2001 e il 2002 ebbero luogo nuove trattative per la riapertura dei negoziati per la normalizzazione dei rapporti tra Corea del Nord e Giappone. Si trattò di una serie di incontri non ufficiali245, che avrebbero portato alla visita del primo ministro

giapponese Koizumi Junichiro (in carica dal 2001 al 2006) in Corea del Nord del 17 settembre del 2002. Queste negoziazioni informali ebbero luogo a Pechino, soprattutto nei fine settimana,246 e a rappresentare il Giappone fu il Direttore

Generale dell'Ufficio degli Affari Asiatici e dell'Oceania del MOFA, Tanaka Hitoshi.

245 HOOK G. D. (et al.), op. cit., p. 198; FOUSE D., op. cit., p. 10; MCCORMACK G., op. cit., p. 6.

246 SCHOFF J. L., Political Fences & Bad Neighbors: North Korea Policy Making in Japan & Implications for

Tanaka venne istruito dallo stesso Koizumi sulla linea da seguire.247 Quest’ultima

affermava che il Giappone avrebbe accettato di discutere sulle questioni relative al suo passato coloniale con il governo nord-coreano, ma che i progressi nella questione dei cittadini giapponesi scomparsi, di cui si è accennato in precedenza, e nella questione della sicurezza erano da ritenersi essenziali per il proseguimento dei negoziati.248

Il 17 settembre del 2002 ebbe luogo, quindi, a Pyongyang il vertice tra il primo ministro giapponese Koizumi e il leader nord-coreano Kim Jong Il.249 Da questo

incontro emerse la Dichiarazione di Pyongyang tra Giappone e Corea del Nord.250

Con questa dichiarazione il Giappone presentava le sue scuse per le azioni commesse nel periodo in cui aveva occupato la Penisola Coreana (1910 – 1945) e prometteva assistenza economica alla Corea del Nord una volta che le relazioni tra i due Paesi fossero state normalizzate.251 La Corea del Nord, invece, s'impegnava a rispettare gli

accordi internazionali per quanto riguardava la questione nucleare e quella missilistica.252 Inoltre, nel corso di un incontro con il primo ministro Koizumi, il leader

nord-coreano Kim Jong Il ammise e si scusò sia per il rapimento di 13 cittadini giapponesi avvenuto tra il 1977 e il 1982253, sia per le attività delle navi-spia nord-

247 Ibidem. 248 Ibidem.

249 WADA Haruki, MCCORMACK Gavan, The Strange Record of 15 years of Japan-North Korea Negotiations,

The Asia-Pacific Journal – Japan Focus, Vol. 3, Issue 9, 28 settembre 2005; disponibile in formato .pdf in:

https://apjjf.org/-Gavan-McCormack--Wada-Haruki/1894/article.pdf; (ultimo accesso: 24/07/2018), p. 4.

250 Il testo della Dichiarazione di Pyongyang tra Giappone e Corea del Nord è disponibile sul sito ufficiale

del MOFA, in: https://www.mofa.go.jp/region/asia-paci/n_korea/pmv0209/pyongyang.html; (ultimo accesso: 18/07/2018).

251 SCHOFF J. L., Political Fences & Bad Neighbors: North Korea Policy Making in Japan & Implications for

the United States, p. 4.

252 Ibidem.

253 Tra le possibili motivazioni dietro questi rapimenti Kubota Norihito identifica il furto d'identità, che

avrebbe permesso agli agenti nord-coreani di prendere possesso dei documenti dei cittadini giapponesi rapiti e di usarli per muoversi liberamente non solo in Giappone, ma anche nel mondo e l'acquisizione di risorse umane, in quanto le vittime sarebbero state utilizzate per istruire gli agenti nord-coreani, soprattutto nella lingua giapponese. KUBOTA Norihito, The Structure of Impasse: The Complexity of

coreane254 che nel corso degli anni precedenti si erano più volte introdotte nelle

acque territoriali giapponesi.255 Inoltre, il leader nord-coreano Kim Jong Il informò il

primo ministro Koizumi circa il fatto che i rapimenti dei cittadini giapponesi non erano stati autorizzati dal governo nord-coreano. Infatti, secondo la versione ufficiale del governo nord-coreano si era trattato dell’azione autonoma di alcuni agenti dei servizi segreti nord-coreani, Jang Bong Rim e Kim Sung Chol. Secondo le autorità nord-coreane, gli agenti in seguito sarebbero stati giustiziati.256

Il vertice di Pyongyang viene definito dagli analisti come "storico" nel processo di negoziazione tra il Giappone e la Corea del Nord. Tuttavia, è importante considerare che esso fu seguito da un progressivo deterioramento delle relazioni tra i due Paesi. Le cause di ciò furono molteplici. Da una parte, quello che fino al 17 settembre del 2002 rappresentava un sospetto, ossia il coinvolgimento nord-coreano nella scomparsa di cittadini giapponesi, era stato confermato dallo stesso leader nord- coreano e tale ammissione non poté che scatenare un forte sdegno e persino rabbia tra l'opinione pubblica giapponese, la cui pressione sulla leadership politica in merito alla questione dei rapimenti da questo momento sarebbe stata progressivamente crescente. D'altra parte, questo periodo coincise con il collasso dell'Agreed

Framework del 1994 tra Stati Uniti e Corea del Nord, con la sospensione della

costruzione dei reattori nucleari della KEDO in Corea del Nord e con lo scoppio della guerra in Iraq. Fattori questi che avvicinarono il Giappone alla politica americana e bloccarono temporaneamente ogni tentativo di ricominciare a negoziare per la

254 Sebbene quelle che si sospettavano essere navi-spia inviate dalla Corea del Nord fossero state più volte

avvistate dalla Guardia Costiera giapponese, solo nel 1999 il governo giapponese tentò per la prima volta di contrastare tali incursioni. Nel dicembre del 2001 una di queste navi era stata affondata nel Mare Orientale della Cina dopo un inseguimento; la nave venne recuperata dal Giappone una settimana prima del vertice di Pyongyang del 17 settembre del 2002, non lasciando altra scelta a Kim se non quella di riconoscere il coinvolgimento delle Forze Speciali nord-coreane in queste attività di spionaggio. KIM Hosup, TADOKORO Masayuki, BRIDGES Brian, Mananging another North Korean Crisis: South Korean,

Japanese, and U.S. Approaches, Asia Perspective, Vol. 27, No. 3, Special Issue on Japan, pp. 53 – 83, 2003,

p. 67; WADA H., MCCORMACK G., op. cit., p. 5.

255 WADA H., MCCORMACK G., op. cit., p. 4.

256 DIFILIPPO Anthony, Still at Odds: The Japanese Abduction Issue and North Korea’s Circumvention,

normalizzazione delle relazioni con la Corea del Nord.257 Inoltre, come Anthony

DiFilippo fa notare, l’emergere della seconda crisi nucleare nord-coreana avrebbe aiutato i nazionalisti giapponesi a cementare il fatto che i rapimenti dei cittadini giapponesi fossero da ritenere atti di terrorismo.258