Nell'ottobre del 2002, l'Assistente Segretario di Stato statunitense James Kelly dichiarò di essere stato informato da Pyongyang dell'esistenza di un programma segreto per l’arricchimento dell'uranio.282 Nonostante Pyongyang avesse negato tale
dichiarazione, essa fece crescere il sospetto che la Corea del Nord stesse violando l'Agreed Framework del 1994.283 In questo periodo, inoltre, le tensioni legate alla
questione nucleare nord-coreana furono esacerbate dai ritardi nel rifornimento degli aiuti energetici promessi dagli Stati Uniti con il suddetto accordo e nella realizzazione dei reattori nucleari lamentati dalla Corea del Nord.284 Queste accuse portarono in
breve tempo ad una escalation che culminò nella dichiarazione del 10 gennaio 2003. Con tale dichiarazione il regime nord-coreano annunciò il ritiro della sua adesione al Trattato di Non-Proliferazione Nucleare a far data dal successivo 11 gennaio.285
Aveva così inizio la Seconda Crisi Nucleare nord-coreana.286
La crisi rese necessaria la creazione di un nuovo scenario in cui negoziare la risoluzione della questione nucleare nord-coreana. Pertanto, nell'agosto del 2003 ebbero inizio una serie di trattative multilaterali, le cosiddette Six-Party Talks. A parteciparvi sarebbero stati Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone, Corea del Sud e Corea del Nord. I negoziati si sarebbero tenuti a Pechino e il loro obiettivo sarebbe stato quello di smantellare il programma nucleare nord-coreano.287
282 WADA H., MCCORMACK G., op. cit., p. 16; DAVENPORT Kelsey, The Six-Party Talks at a Glance, Arms
Control Association, 2018, disponibile in: https://www.armscontrol.org/factsheets/6partytalks; (ultimo accesso: 24/07/2018).
283 DAVENPORT Kelsey, The Six-Party Talks at a Glance, 2018. 284 Ibidem.
285 Sebbene l'articolo X del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare preveda un preavviso di tre mesi prima
del ritiro dell'adesione, la Corea del Nord dichiarò che rimaneva valido il preavviso presentato il 12 marzo del 1993, poiché aveva sospeso la decisione un giorno prima che il ritiro della sua adesione diventasse effettivamente valido. Vedi: DAVENPORT Kelsey, Chronology of U.S.-North Korean Nuclear and Missile
Diplomacy, 2018.
286 DAVENPORT Kelsey, The Six-Party Talks at a Glance, 2018; KUBOTA N., op. cit., p. 20.
Per quanto riguarda il contributo dato dal Giappone alle Six-Party Talks, Ashizawa Kuniko nel suo lavoro Tokyo's Quandary, Beijing's Moment in the Six-Party Talks: A
Regional Multilateral Approach to Resolve the DPRK's Nuclear Problem lo definisce
"minimo".288 Tuttavia, egli aggiunge che il governo giapponese avrebbe più volte
riconosciuto l'importanza di queste trattative per una risoluzione della questione nucleare nord-coreana.289 Michael R. Auslin, in Japanese Perspectives on the Six-
Party Talks and the North Korean Nuclear Crisis, sottolinea che il governo giapponese
fu profondamente coinvolto nel processo di queste trattative. Tuttavia, egli afferma anche che il Giappone era deciso ad includere nei negoziati le questioni che riteneva di maggiore interesse per il Paese.290 Questo avrebbe finito per creare degli attriti
con le altre parti dei negoziati. Il Giappone avrebbe giocato un importante ruolo nel garantire degli aiuti economici alla Corea del Nord in un eventuale futuro accordo per la risoluzione della questione nucleare nord-coreana. Eppure, questo non impedì agli altri partecipanti, ad eccezione degli Stati Uniti, di criticare apertamente l'insistenza dei rappresentanti giapponesi nel tentare d'inserire questioni diverse da quella nucleare nell'agenda dei negoziati.291 A tal riguardo è importante notare che
nel giugno del 2004, in occasione del quarto round delle Six-Party Talks, il governo giapponese indicò come condizione per il proseguimento delle trattative con Pyongyang la risoluzione di altre questioni, come quella dei rapimenti e quella missilistica.292 James L. Schoff scrive a tal proposito che il governo giapponese, a
causa della mancanza di un canale di dialogo bilaterale con la Corea del Nord, non avrebbe avuto altra scelta che utilizzare lo scenario multilaterale delle Six-Party Talks
288 ASHIZAWA Kuniko, Tokyo’s Quandary, Beijing’s Moment in the Six-Party Talks: A Regional Multilateral
Approach to Resolve the DPRK’s Nuclear Problem, Pacific Affairs Special Issue “The Other Binary: Why
Japan-North Korea Relations Matter”, Vol. 79, No. 3, pp. 411 – 432, 2006, p. 420.
289 Ibidem, p. 421.
290 AUSLIN Michael R., Japanese Perspectives on the Six-Party Talks and the North Korean Nuclear Crisis,
in: Finnemann Nicole M., Howe Sarah, Kim Abraham, Lowe-Lee Florence, Marik Mary (eds.) “Tomorrow’s Northeast Asia: Prospects for Emerging East Asian Cooperation and Implications for the United States”, Joint U.S.-Korea Academic Studies, Volume 21, pp. 195 – 206, 2011, p. 199.
291 ASHIZAWA K., op. cit., pp. 421 – 428; KUBOTA N., op. cit., p. 20; WADA H., MCCORMACK G., op. cit., p.
16.
per dimostrare all'elettorato giapponese il suo impegno nella questione dei rapimenti.293
Il 10 febbraio del 2005 la Corea del Nord dichiarò di essere in possesso di armi nucleari, che avrebbe ampliato il suo arsenale nucleare e che non avrebbe partecipato ad ulteriori sessioni delle Six-Party Talks. Tuttavia, qualche mese più tardi, la Corea del Nord tornò sul tavolo dei negoziati e il 19 settembre del 2005 venne rilasciata una Dichiarazione Congiunta294 che indicava gli impegni reciproci tra
le parti verso la denuclearizzazione della Penisola Coreana.295 La Corea del Nord
s'impegnava ad abbandonare le armi nucleari ed i programmi esistenti, a aderire nuovamente al Trattato di Non-Proliferazione Nucleare e ad accettare le ispezioni dell'IAEA. In cambio otteneva dalle altre parti il riconoscimento della rivendicazione del suo diritto ad usare l'energia nucleare per scopi pacifici e l’accordo su future discussioni circa la messa a disposizione della Corea del Nord di un reattore ad acqua leggera. Gli Stati Uniti e la Corea del Sud affermarono che non avrebbero mobilitato armi nucleari nella penisola e, così come Russia, Cina e Giappone, la loro volontà a fornire aiuti energetici alla Corea del Nord. Inoltre, gli Stati Uniti e il Giappone s'impegnarono a negoziare la normalizzazione delle relazioni con Pyongyang.296
Successivamente, nel corso del quinto round delle trattative, che cominciarono il 9 novembre del 2005, le sei parti discussero circa le modalità d'implementazione della Dichiarazione Congiunta. Tuttavia, non ci furono ulteriori progressi.297
Infine, in base alla Dichiarazione Congiunta, Corea del Nord e Giappone s’impegnavano "to take steps to normalize their relations in accordance with the Pyongyang Declaration, on the basis of the settlement of unfortunate past and the
293 SCHOFF J. L., Political Fences & Bad Neighbors: North Korea Policy Making in Japan & Implications for
the United States, p. 21.
294 testo della Dichiarazione Congiunta delle Six-Party Talks del 19 settembre 2005, disponibile sul sito
ufficiale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in:
https://www.state.gov/p/eap/regional/c15455.htm; (ultimo accesso: 20/07/2018).
295 DAVENPORT K., The Six-Party Talks at a Glance, 2018; WADA H., MCCORMACK G., op. cit., pp. 16 – 17. 296 DAVENPORT K., The Six-Party Talks at a Glance, 2018; Dichiarazione Congiunta delle Six-Party Talks del
19 settembre 2005.
outstanding issues of concern".298 Pertanto, i due governi organizzarono dei gruppi
di lavoro per delle "three-track talks" dal 3 al 4 novembre del 2005, dal 24 al 25 dicembre del 2005 e dal 4 all'8 febbraio 2006 con l’obiettivo di negoziare in tre tavoli delle trattative separati la questione dei rapimenti, le questioni di sicurezza nazionale e la questione della normalizzazione dei rapporti diplomatici.299 Tuttavia,
il progresso fu limitato dal fatto che il Giappone continuò ad insistere affinché la Corea del Nord permettesse il ritorno di altri presunti rapiti, fornisse informazioni sui rapiti deceduti e consegnasse i responsabili al Giappone.300 La Corea del Nord,
invece, insisteva sul fatto che la questione dei rapimenti fosse essenzialmente chiusa.301 Pertanto, le trattative si bloccarono e non si decise la data di futuri
incontri.302