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1. Primo capitolo – Quadro di riferimento teorico dello

1.1. Inquadramento dell‘aspetto teorico

1.1.13. La traduzione letteraria e la Teoria Polisistemica d

saggio “The Nature and Role of Norms in Literary Translation” di Gideon Toury

Studiosi come Gentzler (1993) e Baker (1998a) scrivono che Toury (1978) fonda la sua analisi delle norme traduttive sulla Teoria Polisistemica del suo connazionale Even-Zohar. Toury (1978) in effetti usa la terminologia di questa teoria, parlando di polisistema letterario (ibid.: 85 e 96), ―traduzione adeguata‖ (ibid.: 88), ―letteratura tradotta‖, ―sistemi primari‖ e ―secondari‖ e ―letteratura alta‖ e ―bassa‖ (Toury, 1978: 90) nel suo saggio intitolato ―The Nature and Role of Norms in Literary Translation‖. Lo stesso Gentzler commenta anche che l‘approccio polisistemico di Even-Zohar e Toury è «considerato il fondamento dei Translation Studies contemporanei» (Gentzler, 1993: 104 e trad. it. 1998: 117). Anche se l‘intera Teoria Polisistemica sarà considerata in modo dettagliato quando si illustrerà il quadro teorico, questa teoria sarà esaminata in questo paragrafo solo in relazione alle norme traduttive di Toury. Questa prima presentazione della Teoria Polisistemica aiuta il lettore a capire le sue relazioni con alcuni elementi che costituiscono l‘ambito generale del quadro teorico che guida questa tesi.

Gentzler (1993) e Baker (1998a) scrivono che Toury (1978) nel suo articolo ―The Nature and Role of Norms in Literary Translation‖ utilizza lo schema della Teoria Polisistemica, con cui Even-Zohar indica l‘insieme dei sistemi letterari e non letterari e cerca di spiegare la funzione di tutti i tipi di scrittura nell‘ambito di una cultura, dai testi canonici fondamentali ai testi non canonici più marginali. Baker (1998a: 163) scrive che, grazie alla Teoria Polisistemica, Toury (1978) percepisce l‘analisi traduttiva non come un‘attività isolata che consiste solo in un confronto linguistico tra il testo di partenza e quello di arrivo, ma come un‘indagine che paragona questi testi considerando anche i contesti della produzione letteraria dell‘―originale‖ e della traduzione. In questo modo, Toury (1978) cerca di capire come le

traduzioni funzionino collettivamente in un contesto storico e sociale, come un sottosistema all‘interno del sistema letterario del testo di arrivo. Oltre a spostare l‘attenzione dalla relazione individuale tra il testo di partenza e quello di arrivo alle relazioni tra i testi di arrivo, la Teoria Polisistemica, scrive sempre Baker (1998a: 163), ha altri aspetti che gettano le fondamenta per il concetto di ―norma‖ e per la metodologia di ricerca, ossia per gli studi descrittivi della traduzione originata da questo concetto di Toury. Tra questi aspetti si notano in modo particolare: (1) un rifiuto categorico delle formulazioni su che cosa è o dovrebbe essere la traduzione e su che tipo di relazioni un testo tradotto deve avere con il suo ―originale‖; (2) un‘insistenza sullo studio dei fenomeni traduttivi con una prospettiva diacronica, mirato ai fattori che operano nella cultura di arrivo in un dato momento; e (3) un interesse all‘ampliamento del campo della ricerca scientifica dalle traduzioni allo studio delle prefazioni, delle recensioni e degli scritti critici. Alla luce di questi principi, nella sua analisi delle norme traduttive Toury si concentra, riferisce Baker (ibid.), sui comportamenti traduttivi regolari in una situazione socioculturale specifica, facendo delle osservazioni sistematiche che gli consentono di formulare delle generalizzazioni su un particolare tipo di fenomeno. Come Baker (ibid.), anche Gentzler (1993: 125 e 132) afferma che Toury fonda la sua analisi delle norme traduttive sulla Teoria Polisistemica e scrive (ibid.: 130-131) in modo particolare che questa teoria orienta il saggio ―The Nature and Role of Norms in Literary Translation‖ (1978) per quanto riguarda le norme iniziali e operative. Nel primo caso, Toury presuppone che «l‘atteggiamento del traduttore verso il testo di partenza (sia) influenzato dalla posizione del testo nel polisistema letterario» (Gentzler, 1993: 130-131 e trad. it., 1998: 146) di partenza. Nel secondo caso, il teorico postula invece, scrive Gentzler, che durante il processo traduttivo tutte le decisioni del traduttore siano «influenzate dalla posizione, centrale o periferica, occupata dalla letteratura tradotta nel polisistema della cultura di arrivo» (Gentzler, 1993: 131 e trad. it., ibid.). In realtà, Gentzler (1993: 130-131) riferisce fedelmente ciò che Toury (cfr. Toury, 1978: 85) scrive nel suo saggio forse solo a proposito delle norme iniziali ma sicuramente non di quelle operative, perché restringe, al contrario di Toury, il campo d‘influenza della letteratura tradotta a quest‘ultimo tipo di norma,

mentre Toury la estende a tutti i tipi di norme: «Translational norms of all kinds88 are, to a large extent, dependent on the position held by translated literature as a whole, or by its relevant section(s) (generic, systemic, and the like) in the target literary polysystem» (ibid.: 90). Concludendo, la letteratura (Baker, 1998a e Genztler, 1993) fornisce diversi dati sull‘influenza che la Teoria Polisistemica ha sul concetto delle norme traduttive di Toury. Secondo Baker (ibid.: 163), uno dei contributi più significativi di questa teoria a questo concetto è che Toury (cfr. Toury, 1978: 92) teorizza, in conformità con i risultati della Teoria Polisistemica, che i testi tradotti meritino di essere studiati in sé. Gentzler (1993: 130-131) sostiene invece che la Teoria Polisistemica contribuisce alle idee di Toury a proposito delle norme iniziali e operative.

Questo paragrafo ha illustrato la Teoria Polisistemica di Even- Zohar rispetto allo schema teorico che informa la teoria delle norme traduttive di Toury. Uno degli effetti più importanti di questa teoria sulle idee di Toury consiste nel fatto che essa introduce una nuova area di ricerca secondo la quale, poiché in certe circostanze il testo di arrivo, come il testo di partenza, potrebbe occupare una posizione centrale in un polisistema letterario, le norme traduttive possono essere indagate analizzando solo le traduzioni senza far riferimento all‘―originale‖ (cfr. Toury, 1978: 92; Gentzler, 1993: 116-117 e Baker, 1998a: 163). Altri principi della Teoria Polisistemica adottati da Toury (1978) sono, indica Baker (ibid.), la non-normatività e gli studi diacronici e paratestuali. Dal canto suo, Gentzler (1993: 130-131) riferisce che la Teoria Polisistemica guida le idee di Toury a proposito delle norme iniziali e operative, anche se in realtà questa teoria costituisce i fondamenti teorici per tutti i tipi di norme elaborate dal teorico israeliano. Concludendo, la Teoria Polisistemica fornisce diversi principi teorici all‘operato di Toury: prima, come abbiamo visto, nell‘ambito delle norme traduttive e poi, come si vedrà in seguito, nella sua ricerca di un metodo traduttivo orientato alla cultura di arrivo, denominato ―approccio target- oriented‖.

88 Spaziatura mia.