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La Wibautstraat: una strada dalla storia travagliata

La Wibautstraat è una strada a quattro corsie lunga quasi due chilometri, che collega la periferia con il centro di Amsterdam. La strada è nota per la sua storia travagliata di

157 trasformazioni e risemantizzazioni e per i molti problemi, sia concreti sia identitari, che nel tempo hanno spinto cittadini e studiosi a definirla come “the ugliest street of Amsterdam”. Oggi le istituzioni cittadine stanno cercando di risolvere alcuni di questi problemi con diverse iniziative, tra le quali spicca il progetto Knowledge Mile, che approfondirò in seguito. Prima di iniziare il mio lavoro di analisi sul presente della Wibautstraat è stato necessario ricostruire i principali passaggi che caratterizzano il suo passato e che giustificano in parte alcune dei problemi che oggi le istituzioni di Amsterdam stanno cercando di affrontare. La Wibautstraat ha infatti una storia ricca di trasformazioni che hanno modificato sensibilmente la sua identità, perché con il passare degli anni sono cambiate sia la sua morfologia, sia le funzioni dei suoi spazi.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la strada non era propriamente tale, ma ospitava la ferrovia che tagliava in due la parte est della città e che collegava Amsterdam a Utrecht. Nella zona adiacente alle rotaie c’era un quartiere destinato alla classe operaia, con abitazioni popolari e numerose fabbriche di birra (Fig. 21).

Figura 21. Un’immagine del 1910 della stazione Rhijnspoor che si trovava all'inizio dell’attuale Wibautstraat.

Nel 1930 ci fu il primo cambiamento importante: il percorso dei treni fu deviato e furono smantellate le rotaie per riutilizzare lo spazio liberato costruendo un grande

158 viale che, secondo i progettisti, avrebbe dovuto rivaleggiare con i Champs-Èlysées di Parigi o con la Stalin-Allee (ora Karl-Marx-Allee) di Berlino79.

I lavori terminarono nel 1950 (Fig. 22), ma la Wibautstraat non fu mai all’altezza delle aspettative. Innanzi tutto, l’arteria a quattro corsie che fu costruita, pur essendo utile per la mobilità su ruote, era molto diversa dalle altre strade cittadine. La zona circostante, inoltre, si sviluppò in modo disomogeneo e disordinato, con edifici lussuosi accanto a costruzioni misere e poco curate, il che creava al quartiere forti problemi identitari. Il risultato fu doppiamente negativo: da una parte si assistette a un aumento del traffico, con i conseguenti problemi di inquinamento atmosferico e sonoro, dall’altra si registrò un allontanamento delle persone che cominciarono a vivere l’arteria come una barriera tra la sponda del fiume Amstel, ricca di attività, e gli altri quartieri della città.

Figura 22. Un’immagine della Wibautstraat al termine dei lavori di trasformazione nel 1950.

79 “FA Workshop: Amsterdam’s Club Trouw and Wibautstraat” di René Boer, Michiel van Lersel, Mark Minkjan, relazione del workshop sulla storia e gli attuali sviluppi del Club Trouw e della Wibautstraat organizzato da Failure Architecture, piattaforma di ricerca che mira ad aprire nuove prospettive sui fallimenti urbani: https://www.failedarchitecture.com/club- trouw-and-the-rise-and-fall-of-the-wibautstraat/, consultato il 12 settembre 2018.

159 Per molti anni non ci furono altri cambiamenti: i cittadini e le imprese che operavano nell’area continuarono a percepire la zona come problematica, cominciando lentamente ad abbandonarla. All’epoca gli spazi della Wibautstraat erano usati quasi esclusivamente da pendolari in macchina o in metropolitana, il che gettava le basi per una delle interpretazioni principali della via: un gate per entrare e uscire dalla città velocemente.

Considerando che in semiotica il senso di un oggetto o di un soggetto è definito innanzi tutto in negativo, cioè partendo da cosa esso non è, è fondamentale mettere in evidenza gli elementi e le caratteristiche architettoniche della strada che tuttora portano i cittadini a considerarla come estranea al resto della città. Gli abitanti di Amsterdam, abituati a una città a misura di persona, con strade strette, piccoli ponti ed edifici storici tendenzialmente bassi, si trovarono ad avere a che fare con un’arteria molto trafficata e circondata da grandi palazzi relativamente recenti e poco curati. Ciò fece sì che la Wibautstraat fosse vissuta come qualcosa di estraneo, un luogo di cui gli abitanti di Amsterdam non si sentivano più proprietari.

D’altro canto, le differenze architettoniche tra questa zona e il resto della città si notano anche oggi e sono riassunte dalla tabella che segue:

Wibautstraat Il resto di Amsterdam

Strada a più corsie adatte alle auto Strade strette, spesso solo pedonali o per ciclisti

Strada rettilinea e lunga Strade spesso tortuose e brevi

Ponte ampio che si mimetizza nella strada

Ponti piccoli, pittoreschi e spesso pedonali

Edifici recenti, non caratteristici Edifici storici, caratteristici

Edifici alti Edifici tendenzialmente bassi

Le categorie semantiche su cui si basa la relazione tra la Wibautstraat e il resto di Amsterdam sono principalmente tre: passato vs recente; largo vs stretto e centro vs

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periferia. L’opposizione passato vs recente emerge a un primo sguardo: mentre

Amsterdam è celebre per l’architettura medioevale e suggestiva, la Wibautstraat presenta eclusivamente edifici di diversi piani e di recente costruzione. Ciò toglie fascino e identità a questa zona di Amsterdam, che potrebbe far parte di molte altre città europee di costruzione post-bellica. L’opposizione largo vs stretto invece fa riferimento alla conformazione dello spazio: mentre la maggior parte delle strade di Amsterdam sono strette, tortuose e spesso non percorribili dalle automobili, la Wibautstraat è molto ampia, tanto da dedicare appositi spazi al passaggio dei mezzi motorizzati (con una carreggiata a quattro corsie), ai ciclisti (grazie alla pista ciclabile) e ai pedoni (grazie al marciapiede). Le caratteristiche della Wibautstraat favoriscono soprattutto gli spostamenti su ruote, rendendoli più semplici e meno pericolosi di altre zone della città, e in questo modo contribuiscono all’interpretazione di questa strada come il gate cittadino. L’opposizione centro vs periferia riassume infine le precedenti: la Wibautstraat è percepita come periferica sia per la presenza dei grandi edifici recenti, e a volte poco curati, sia per l’ampio spazio dedicato al transito dei veicoli. In questo caso è importante sottolineare che l’opposizione non si basa sulla lontananza dal centro, dato che alla stessa distanza troviamo altre zone in cui l’effetto periferia è quasi assente, ma si fonda sul’aspetto della strada e sul modo in cui le persone fruiscono dei suoi spazi.

Tutte queste differenze fanno sì che i cittadini non percepiscano la strada come un’area familiare, che fa parte a pieno titolo della città di Amsterdam, ma che la vivano come uno spazio diverso, privo delle caratteristiche tipiche della capitale olandese, che sono di solito valorizzate positivamente. La Wibautstraat è spesso vista come qualcosa di separato, utile solo come percorso comodo per raggiungere o lasciare il centro cittadino, un percorso che non è parte integrante della città.

Per Marrone e Pezzini (2006, p. 9) la città è un “testo scritto a più mani, in cui si iscrivono, si scontrano e coabitano progetti di vita, cosmologie e desideri di più attori, individui e collettività”. In questo senso la città è uno “spazio culturale” in cui agiscono strategie che tendono a “opporsi ai mutamenti e mantenere un’omogeneità di fondo” (ibidem). Sono queste le strategie che hanno fallito nel caso in esame perché la Wibautstraat è stata, e in parte ancora oggi è, un elemento di rottura dell’omogeneità che costruisce l’identità di Amsterdam.

161 Negli ultimi dieci anni lo sforzo per cambiare la situazione da parte di imprenditori locali e istituzioni è stato rilevante e ha prodotto i primi risultati positivi. Nella parte della Wibautstraat più vicina al centro di Amsterdam è stato costruito l’Amstel Campus, un campus universitario che fin dalla sua progettazione intendeva offrire a studenti e cittadini qualcosa in più delle semplici strutture per lo studio e la didattica. Presso il campus troviamo infatti anche un parcheggio a due piani, alcuni spazi commerciali e una grande struttura dedicata alla ristorazione. La costruzione del campus e il conseguente ripopolamento dell’area hanno portato anche allo sviluppo graduale di diverse attività commerciali e ricettive lungo quasi tutta la via.

Dal 2013, infine, l’Hogeschool van Amsterdam porta avanti il progetto Knowledge

Mile80, che vuole trasformare quella che è stata per molti anni percepita come la strada

più brutta della città nell’“Amsterdam’s smartest street” (Comiteau 2017). Matthijs ten Berge, direttore dell’Amsterdam Creative Industries Network81 della Hogeschool van

Amsterdam, intende tramutare la grande arteria cittadina in “a living laboratory in which to solve today’s urban problems” (ivi, p. 157). Nell’ambito del progetto, con la creazione di una comunità locale composta da istituzioni, imprenditori e cittadini, si cerca di comprendere meglio i problemi che caratterizzano la zona e si collabora per cercare di risolverli facendo uso delle tecnologie più avanzate.

Grazie a queste iniziative la Wibautstraat comincia a non essere più vissuta come una zona da evitare, se non per transitare dal centro o verso di esso, ma come un luogo multifunzionale capace di attirare molte persone. Ciò nonostante, il lavoro di riqualificazione della zona, sia nella pratica, sia nell’immaginario collettivo, non è ancora terminato.