L’ACCORDO ECONOMICO GLOBALE UE-CANADA (CETA)
3. L’esito dei negoziat
3.5. Barriere Tecniche agli Scambi e Misure Sanitarie e Fitosanitarie
3.5.2. Le Misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS)
Anche per le misure SPS, il CETA, anzitutto, riaffermare i diritti e gli obblighi derivanti dall’accordo SPS (art. 5 del Cap. “SPS” e art. X.2, par. 1, del Cap. “Regulatory Cooperation”).
In secondo luogo, per quanto riguarda la carne e i prodotti a base di carne, il Capitolo SPS opera un riconoscimento dei risultati ottenuti sotto l’egida del Veterinary Agreement, abrogandolo solo formalmente e in sostanza riproponendone, aggiornandoli, i contenuti (art. 1).
Mediante le previsioni del CETA (art. ) risulta migliorata l’applicabilità della clausola di equivalenza già prevista all’art. 4 dell’Accordo SPS e implementata da un’apposita decisione del Comitato SPS. La norma ricalca quella dell’Accordo SPS, ma ad essa si affiancano due allegati: l’Allegato IV, che stabilisce le linee guida per la determinazione, il riconoscimento e il mantenimento dell’equivalenza, e l’Allegato V che contiene l’elenco delle misure SPS che le Parti riconoscono come equivalenti e di quelle che, combinate con
l’adempimento delle speciali condizioni ivi previste, raggiungono un livello di protezione appropriato per la Parte importatrice tale che quest’ultima ne debba riconoscere l’equivalenza.
Allo scopo di fornire ulteriori elementi di agevolazione del commercio, le Parti hanno concordato di semplificare il procedimento di approvazione per le imprese esportatrici introducendo un meccanismo semplificato di acquisizione delle certificazioni sanitarie necessarie basato sull’equivalenza delle rispettive misure SPS (art. 10). Inoltre, sempre con il medesimo scopo, le Parti hanno concordato di lavorare su altri elementi volti a minimizzare le restrizioni commerciali in caso d’insorgenza di una malattia, come ad esempio la possibilità per la Parte importatrice di circoscrivere l’applicazione di una misura SPS nei confronti della Parte esportatrice alla sola zona in cui la malattia si è diffusa così come individuata da quest’ultima (art. 6).
Infine, il CETA istituisce il Joint Management Committee (JMC) quale sede permanente in cui gli esperti di entrambe le Parti possono incontrarsi annualmente per collaborare, nell’ambito delle misure SPS, in maniera tale da discutere le questioni prima che diventino problemi, da agevolare la discussione per risolvere le questioni che ostacolano il commercio e per rivedere gli Allegati a questo Capitolo dell’accordo con la possibilità di riformarli (art. 15).
Complessivamente, il CETA semplifica ulteriormente i processi di approvazione, riduce i costi e migliora la prevedibilità degli scambi di prodotti animali e vegetali senza modificare né le normative SPS canadesi né quelle europee.
Dunque il CETA non incide sulle normative dell'UE in campo alimentare, pertanto i prodotti canadesi continueranno a essere importati e venduti nell’UE solo qualora rispettino pienamente le pertinenti normative europee e viceversa. Il CETA, ad esempio, non incide sulle restrizioni dell’UE in materia di carni bovine contenenti ormoni della crescita o OGM. Ciò che realizza l’accordo è fornire la base per un dialogo futuro tra l’UE e il Canada volto, non da ultimo, ad armonizzare le rispettive normative in maniera tale da giungere a un eventuale riconoscimento di equivalenza che costituirebbe una rimozione di barriere non tariffarie e dunque di costi. Considerando ciò e considerando il negoziando TTIP molti
auspicano che siano l’approccio e gli standard SPS europei a influenzare i partner oltreoceano e non viceversa.
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