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1.3 La disaffiliazione come paradigma della condizio ne di senza dimora

1.3.2 Le relazioni sociali come fattore di integrazione

Oltre il sistema lavorativo, l’altro asse indicato nel modello di Castel come fattore di integrazione per l’individuo `e la sfera delle relazioni affettive, quelle sperimentate nel nucleo familiare, nella cerchia delle amicizie, delle conoscenze e nella comunit`a.

Le relazioni sociali rappresentano il luogo privilegiato per la formazione della propria identit`a, per la crescita personale, per l’acquisizione di com- petenze, per lo scambio di risorse, di informazioni, ma esprimono anche forme di potere e controllo, cos`ı come favoriscono il coordinamento per la realizzazione di obiettivi condivisi e dunque esercitano una certa influen- za sul benessere degli individui.

Seguendo la prospettiva della Social Network Analys `e possibile interpre- tare il complesso di relazioni sociali come struttura reticolare che defi-

nisce il contesto in cui si muovono quegli stessi attori (Salvini, 2005: 14)

e impiegare il concetto di rete da una parte con riferimento al singolo individuo rispetto al sistema reticolare nel quale `e inserito, dall’altra in riferimento all’ incardinamento di questa rete nel pi `u ampio tessuto socia- le. La metafora della rete trova adeguata applicazione in riferimento alla sfera familiare e ben ne sintetizza la molteplicit`a di funzioni assolte, cos`ı come la duplicit`a di effetti che ne derivano. La famiglia, infatti, abbraccia i propri membri attraverso compiti educativi, di cura, supporto e sostegno, veicolando risorse di svariata natura secondo i principi della reciprocit`a descritti da Polanyi, tessendo cos`ı una rete di protezione anche in funzio- ne preventiva rispetto a fattori stressanti; talvolta, per `o, le maglie della rete possono stringere e intrappolare fino a costituire un fattore eziopatogene- tico di disagio e sofferenza.

Ovviamente le relazioni di un individuo con il proprio ambiente familiare e le altre cerchie di relazioni non sono determinate e immobili, ma si mo- dellano nel corso del tempo compatibilmente all’evoluzione del percorso di vita del singolo individuo, delle vicende relazionali e familiari, del siste- ma familiare e di welfare nel suo complesso. La famiglia come istituzione

sociale e come attore (Esping-Andersen, 1999) ha esercitato con forza la sua funzione di fattore di integrazione nei contesti preindustriali attraver- so unasociabilit`a primaria(Castel, 1995: 54), tipica della famiglia-unit`a

produttiva contadina e artigiana, impostata su un sistema di appartenenza familiare, di vicinato e capace di provvedere a se stessa anche senza la me- diazione di istituzioni specifiche,riaffiliando gli individui destabilizzati,

sollecitando le risorse economiche e relazionali(Ibidem.: 54). Le tendenze

di contrazione della struttura familiare su un assettoconiugale-nucleare-

neolocale (Naldini e Saraceno, 2001: 20), ben visibili con i processi di

industrializzazione e urbanizzazione, si sono accompagnate a nuove scan- sioni dei rapporti intergenerazionali e di genere, essenzialmente dettate dall’esternalizzazione delle attivit`a produttive dall’ambiente domestico. Da una parte la strutturazione interna della famiglia si orienta verso un modello male breadwinner, dall’altra si `e rivisitato il posizionamento del- la famiglia rispetto alla stratificazione sociale, ma anche il complesso di relazioni con la sfera lavorativa e con un sistema di welfare, principal- mente rivolto alla tutela del lavoratore e che affida essenzialmente alla componete femminile i compiti di cura dei propri membri (Paci, 2005). La famiglia permarr`a ancora come importante fonte e veicolo di risorse affettive e economiche, preoccupandosi del supporto, della protezione e della perpetuazione delle condizioni di vita, anche quando verr`a travol- ta dalle trasformazioni culturali e demografiche avviatesi negli anni ’70 che apportano una rivisitazione dei rapporti tra rete familiare e singoli membri, sempre pi `u proiettati verso dinamiche di glocalizzazione - che troveranno massima espressione nelle pi `u moderne “societ`a in rete”, dove l’esigenza di relazioni significative si combina con la ricerca di relaziona- lit`a pi `u de-territorializzate, appartenenze multiple e interazioni estese a livello globale (Salvini, 2005: 74).

Rilevante `e anche la designazione dei profili familiari alla luce dei tentativi di rinnovamento del ruolo femminile, per lo spostamento da modello male breadwinner verso una doppia presenza, un doppio ruolo delle donne co- me madri e lavoratrici, che porta per `o il peso di unarivoluzione di genere

in stallo(Hochschild, 2006: 222). L’intreccio tra cambiamenti culturali, de-

mografici e socio-economici `e sintetizzabile in alcuni effetti che connettono scelte individuali, anche intime come quelle riproduttive, con livelli ma- croscopici relativi alla configurazione del mercato del lavoro e il sistema di

welfare (Esping-Andersen, 2005); ne sono un esempio l’innalzamento del- l’et`a del matrimonio e la tendenza a ritardare la nascita del primo figlio, il crollo del tasso di natalit`a e la conseguente configurazione dellasociet`a

del “figlio unico”(Livi Bacci e Errera 2001: 82). Si riscontra, inoltre, come

tendenza generale, un effettivo aumento della propensione alla rottura

dell’unione coniugale (Istat, 2011), sia per l’incremento di separazioni e

divorzi, a fronte di una riduzione delle celebrazioni dei matrimoni spe- cie in et`a avanzata, sia per i processi di invecchiamento complessivo della popolazione, che per la posticipazione del matrimonio. Si assiste, cos`ı, ad una rivisitazione della struttura familiare con una radicalizzazione della nuclearizzazione e un conseguente aumento del numero di famiglie - non dovuto, come all’inizio dell’industrializzazione, dalla maggiore accessibi- lit`a al matrimonio da parte di strati sociali prima esclusi -, ma proprio alla diffusione di nuclei unipersonali costituiti da single e anziani vedovi e fa- miglie monogenitoriali (Naldini e Saraceno, 2001).

Le continue dinamiche sia esogene che endogene della struttura familia- re comportano una inevitabile ridefinizione delle possibilit`a e modalit`a di “produzione” di un certo benessere per i suoi membri, la cui analisi non pu `o dunque prescindere dal profilo della struttura interna, le componen- ti quantitative e qualitative delle relazioni e le interconnessioni con altre istituzioni e col contesto sociale (Salvini, 2005). A fronte di una contra- zione della composizione del nucleo familiare, ad esempio, pu `o ridursi il livello di ampiezza e densit`a della rete, cos`ı come la frequenza dei con- tatti, compromettendo la stabilit`a di relazioni dirette, forti e specializzate nello scambio di risorse affettive e materiali. Al contempo, per `o, non de- ve esser trascurato il potenziale dei legami deboli che possono presentare

maggior probabilit`a dei legami forti di connettere collocazioni strutturali

differenziate in grado di offrire contesti di opportunit`a pi `u ricchi e va- riegati (Ibidem.: 108), gettando cos`ı dei ponti tra un range eterogeneo di

relazioni differenziate e aprendo nuovi contesti di opportunit`a.

In funzione della configurazione della struttura reticolare `e possibile defi- nire circostanze di esclusione sociale nei termini di:

una qualche forma “impoverita” di reti sociali poich´e la scarsa quantit`a e qualit`a delle reti sociali riducono le possibilit`a di accesso a risorse importanti come il sostegno economico, psicologico, materiale che possono derivare da legami familiari, di vicinato, di amicizia o

di appartenenza.

Inoltre questa scarsit`a influisce sull’identit`a individuale, riducendo la percezione soggettiva di controllo sul contesto circostante e sulla sua “gestione”; si riduce, in altri termini, la capacit`a di agire individuale che consente l’individuazione e la mobilitazione delle risorse (Ibidem.: 107).

Tale impoverimento non solo provoca una condizione di sofferenza, capace magari di funzionare da moltiplicatore di altre dinamiche di fragilizzazio- ne e che pu `o addirittura costringere all’isolamento sociale, ma anche un indebolimento delle opportunit`a sociali e delle risorse relazionali volte al fronteggiamento del disagio; come sembra rinvenibile in contemporaneit`a nelle condizioni di senza dimora.