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LE STAZIONI FERROVIARE DISMESSE INDIVIDUATI PER L’ITINERARIO

2. LA MESOPOTAMIA D’ITALIA

4.3 RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE: IL RECUPERO DELLE STAZIONI DISMESSE

4.3.1 LE STAZIONI FERROVIARE DISMESSE INDIVIDUATI PER L’ITINERARIO

Le stazioni individuate per l’itinerario proposto in questa tesi sono quelle di Lendinara e di Lama Polesine, al momento concesse in comodato d’uso alla Protezione Civile (Distretto Euro 5) e ad alcune associazioni locali la prima ed all’associazione Auser220 – Volontariato Insieme la seconda. La proposta pensata è quella di adibire una parte delle strutture a locande Bed & Bike, punti di riferimento principalmente per i cicloturisti, composte da un’area ristoro con possibilità di pernottamento ed uno spazio per il deposito bici, attrezzato con una piccola officina per la manutenzione o per piccoli interventi di riparazione. Le restanti parti dell’edificio resterebbero assegnate alle associazioni già presenti nella struttura, molto importanti per il rapporto instaurato con la comunità locale. I cicloturisti non sarebbero però gli unici destinatari di questo progetto, al loro interno verrebbero offerti servizi utili a tutte le tipologie di visitatori precedentemente citati: l’area individuata come reception, per esempio, potrebbe anche fungere da punto informativo turistico, dotato di cartine dei dintorni e dei percorsi ciclabili circostanti. Dal momento che entrambe le strutture potranno offrire un numero limitato di posti letto, si è pensato in maggior modo ai cicloturisti, come clienti principali, per favorirli con una struttura attrezzata a soddisfare le loro esigenze, pienamente inserita nel contesto locale in cui si trovano e comoda nel loro itinerario bici – treno.

Sia la stazione di Lendinara che quella di Lama si presentano, nella maggior parte degli spazi, in buone condizioni, sia esternamente che internamente. Sono attive come fermate della linea Legnago – Rovigo, per quanto riguarda la stazione di Lendinara, e della linea Rovigo – Chioggia, la stazione di Lama Polesine. Si tratta di tratte di linee locali, servite da Sistemi Territoriali. Queste tratte sarebbero pratico supporto per offrire una buona intermodalità bici – treno lungo tutto l’itinerario proposto. Attualmente i treni che percorrono questa linea sono parzialmente attrezzati al trasporto bici, che può essere effettuato pagando un supplemento di Euro 3,00 per il trasporto del mezzo e previa consultazione dei treni effettivamente attrezzati al trasporto di questi veicoli. Al fine di rendere il servizio realmente efficiente, sarebbe opportuno effettuare alcuni miglioramenti: sarebbe necessario predisporre un numero maggiore di treni attrezzati al trasporto biciclette, soprattutto per quanto riguarda la tratta Rovigo-Chioggia221, dal momento che attualmente ve ne sono solamente due la mattina e due il pomeriggio, mentre la tratta Rovigo – Legnago è più servita. Al momento non vi è un numero consistente di cicloturisti che si spostano in treno ma anche per una minoranza, un tal

220 Auser è acronimo di associazione per l’autogestione dei servizi, di seguito lo statuto Auser-onlus

http://www1.auser.it/wp-content/uploads/2015/02/STATUTO-AUSER-IX-CONGRESSO-SALERNO-5-7-APRILE- 2017.pdf

221 E’ possibile consultare dalla seguente pagina web del sito di Trenitalia i treni attrezzati per il trasporto bici

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numero di treni serviti risulta scarso. Inoltre, a mio avviso, se il servizio offerto è poco efficiente, coloro che hanno pensato di utilizzarlo rischiano di non essere soddisfatti, rinunciando a tornare e non consigliandolo ad altri futuri utenti. In questa maniera si rischia solo di ostacolare una concreta possibilità di crescita, considerato lo sviluppo del settore, visto in precedenza.

Tornando alle stazioni identificate per il progetto, la proposta prevede un adattamento simile delle due strutture, caratterizzate da spazi simili. Al piano terra si è pensato ad una sala con all’interno un punto informazioni – reception ed un piccolo bar222, nel quale verrebbero anche servite le colazioni per gli ospiti alloggiati nella struttura, ed una sala riunioni in cui le associazioni locali che al momento hanno in comodato d’uso alcuni spazi del locale, possano continuare a riunirsi. Sempre al piano terra saranno disponibili i servizi igienici. Per il piano superiore si è pensato a due camere da letto con quattro letti ciascuna, dotate entrambe di bagno privato. La sistemazione per il pernottamento viene dunque pensata simile alla modalità ostello e rifugi, in cui non ci sono camere private ma comuni. All’esterno di entrambe le strutture sorge un secondo edificio che potrebbe essere, almeno in piccola parte, adibito ad officina e ricovero coperto delle biciclette.

Le stazioni, così ripensate, potrebbero essere considerate sia un importante punto d’appoggio per i cicloturisti, ma anche un servizio significativo per le altre tipologie di visitatori individuati tra i target destinatari dell’itinerario proposto, e per la comunità locale. Il punto informativo sarebbe aperto e frequentabile da tutti, così come il bar, ideale punto d’appoggio per i pendolari in attesa del treno. Lo spazio riservato alle associazioni rappresenta un’importante legame con la comunità, per coinvolgere nuovamente la stazione nelle attività del paese e renderla un punto di ritrovo e di riferimento. Sotto quest’aspetto la stazione ferroviaria di Lendinara ha già fatto un notevole progresso grazie all’intervento della Protezione Civile. Da un incontro con Flavio Rizzi, coordinatore del dipartimento ed alcuni volontari, ho appreso che tale associazione infatti non ha semplicemente preso in comodato d’uso una sala per gli incontri settimanali, ma ha riqualificato tutto lo stabile, attrezzandolo in parte come punto di ritrovo per i loro incontri, in parte come deposito per il loro materiale. Ha ristrutturato gli spazi esterni la stazione illuminandoli interamente, il giardino circostante ed anche l’ex magazzino merci, conservando la sua struttura originaria ed adibendolo a ricovero mezzi, ed è intervenuta con un restauro anche dello stabile facente parte del Museo delle Ferrovie dello Stato, in cui è conservata la vecchia cisterna di rifornimento d’acqua delle locomotive a vapore, lasciando all’interno della struttura i tubi di ghisa originari, e la cisterna stessa. La comunità locale prima spaventata nel recarsi nei pressi della stazione specialmente nelle ore buie, ha apprezzato

222 Il bar è pensato specialmente per la stazione di Lendinara, in quanto in quelle di Lama Polesine una stanza della

struttura è stata già concessa ad un privato per la gestione di un bar, con il quale si potrebbe rafforzare un rapporto di collaborazione, finalizzato ad un suo maggiore coinvolgimento anche attraverso il servizio colazioni per gli ospiti del Bed&Bike.

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moltissimo l’intervento della Protezione Civile, cominciando a frequentare lo stabile con maggior sicurezza e dimostrandosi molto collaborativa con la Protezione stessa in caso di eventi solidali. Inoltre tale ente ha organizzato alcuni eventi aperti alla cittadinanza tra cui Auxilia 5, un’esercitazione pubblica tesa a far conoscere a tutti il loro ambito di intervento e la loro tipologia di lavoro attraverso una serie di dimostrazioni. Sono promotori anche dell’iniziativa Navigando per l’Adigetto, un’uscita in gommone, navigando sulle acque del sopracitato canale, scoprendo la città e le sue bellezze architettoniche da un’altra prospettiva.

Oltre alla Protezione Civile, nella stazione sono attualmente presenti le seguenti associazioni: Associazione Chiara Stella (organizzatrice del presepe vivente di Lendinara), il Gruppo Podistico Città di Lendinara, il Circolo ASD A.l.f.a. Aics Lendinara e l’Associazione Modellisti Collezionisti di Lendinara. Tutte le associazioni menzionate utilizzano la stazione come punto di ritrovo per le loro riunioni ma la struttura non è aperta alla comunità locale.

Un incontro con il presidente dell’Associazione Auser di Lama Polesine, Claudio Biolcati e con Gino Tosi, membro del consiglio, mi ha permesso di conoscere l’attività di tale associazione ed i suoi obiettivi. Concessionaria della stazione ferroviaria dal 2003, ha da sempre operato, più o meno aiutata dall’amministrazione comunale, per far diventare la stazione un centro servizi polivalente diurno per anziani, per favorirne il ritrovo e la loro assistenza. È stata promotrice di progetti didattici che coinvolgevano le scuole elementari del comune per far conoscere la storia della stazione, organizza gite culturali per i suoi iscritti e camminate aperte a tutta la cittadinanza, Camminata lungo l’arzere

del Canae, lungo il Collettore Padano ed il Canalbianco223, in collaborazione con l’associazione Passione Nordic Walking Rovigo.

Dall’incontro con la Protezione Civile e con l’Auser è emersa poi una problematica concreta che riguarda la gestione di strutture come le stazioni ferroviarie prese in analisi, nel caso le si volesse aprire alla cittadinanza e dunque offrire servizi a clienti esterni. La prima problematica sarebbe di tipo strutturale e consisterebbe nell’assicurarsi che l’edificio presenti tutte le norme di sicurezza necessarie o possa essere predisposto in tal senso; la seconda è di tipo gestionale e riguarda i turni di presenza di personale così come i turni di pulizia dei servizi, di particolare difficoltà organizzativa nel momento in cui la gestione sia in mano ad associazioni e dunque le persone coinvolte siano tutti volontari. È emersa dunque una certa necessità di una presenza esterna, rappresentata da soggetti privati, qualora si volesse dedicare l’edificio ad attività commerciali. Questo è un altro aspetto che ritengo molto importante per la proposta presentata, oltre alla già menzionata possibilità di creare posti lavoro, poco attuata in caso di gestione condotta esclusivamente da associazioni non profit.

223 Come riferito dal presidente dell’Associazione, l’Auser è impegnata in prima linea nella sistemazione e nella

manutenzione di tale percorso che da Lama Polesine giunge fino a Fienile del Turco seguendo all’andata il Collettore Padano Polesano ed al ritorno il Canalbianco.

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Come già accennato, le stazioni individuate in questo elaborato sono una proposta in realtà riproducibile ed adattabile anche ad altre strutture, siano esse sempre stazioni dismesse o altri edifici di un certo carattere storico da riqualificare.

Per quanto riguarda l’ultima parte dell’itinerario, si propone la collaborazione con strutture appartenenti alla rete Albergabici e non, molto attive nel settore cicloturistico ed interessate ad un suo sviluppo.