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PECULIARITÀ E CRITICITÀ DEL RATING

2.7 Casi di fallimento delle agenzie di rating

2.7.1 Lehman Brothers

Un caso ancora più eclatante di inefficienza da parte delle agenzie di rating è stato il caso di default di Lehman Brothers fondata nel 1850 da Henry Lehman operante nel settore dei servizi finanziari a livello globale. In particolare Lehman Brothers svolgeva attività di consulenza ad altre società, collocamento di azioni, di obbligazioni e di derivati. La crisi che portò al fallimento di Lehman Brothers fu dovuta, principalmente, a tre fattori: le politiche monetarie della FED, deregolamentazione di Wall Street e le scelta fatte dall’amministratore Fuld.

Tra i compiti principali delle banche centrai vi è quella di dover mantenere sottocontrollo il tasso di inflazione attraverso l’attuazione di politiche monetarie tra cui la regolazione dei tassi di interesse con cui vengono prestati soldi alle banche. In quel periodo la FED attuò una politica piuttosto conservatrice tenendo bassi tassi di interesse. Il fatto che i tassi di interesse fossero così bassi stimolò la decisione di effettuare scelte rischiose per poter ottenere maggior guadagni.

Il secondo fattore fu la deregolamentazione di Wall Street, nel 2000, che permise alle banche di compiere scelte altamente rischiose. Da qui la nascita della bolla dei mutui subprime con cui le banche cominciarono ad erogare prestiti anche a coloro che non avevano le possibilità di restituirli. I mutui erogati venivano utilizzati per l’acquisto di case ed era lo stesso immobile a garantire il mutuo. L’aumento della domanda delle case comportò un aumento dei valori degli immobili per effetto

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dell’andamento tra domanda e offerta. Con l’aumentare dei tassi di interesse i clienti subprime divennero insolventi, le banche e le altre società si ripresero le case che garantivano il mutuo cercando di rivenderle per rientrare dal loro investimento. Tuttavia con migliaia di case rimesse sul mercato il loro valore crollò all’improvviso lasciando enormi vuoti nei bilanci delle società finanziarie.

In merito alla scelta di Fuld, la banca era stata molto attiva in quest’attività che, pur non erogando direttamente i mutui, acquistavano i mutui emessi dalle piccole società. Nel corso del 2008 con lo scoppio della bolla immobiliare il valore delle case precipitò e così il valore dei titoli derivati che erano garantiti dai mutui sulle abitazioni. Il crollo però non riguardò tutto il mercato immobiliare, infatti non tutti i soggetti che avevano ricevuto il mutuo non erano capaci di ripagarlo, ma era impossibile distinguerli.

In questo clima di sfiducia la prima banca a crollare fu la più piccola delle cinque grandi banche di Wall Street la Bear Stearns che venne acquistata per due dollari ad azione da Morgan Stanley grazie al fatto che il governo garantì i debiti per facilitarne l’acquisizione. Tutti sapevano che Lehman possedeva “ titoli tossici “ ma la sua salvezza, secondo i Democratici, significava salvare gente ricchissima con i soldi dei contribuenti, mentre secondo i Repubblicani, significava un ulteriore intromissione dello stato nei meccanismi dell’economia. Il 13/9/2008 Lehman riferì che erano in corso trattative con Barclays per la possibile vendita della società. Il giorno successivo sul New York Times emerse la notizia che il Regno Unito non voleva importare il “cancro di Lehman” e Barclays non avrebbe ottenuto il permesso dal governo per l’acquisizione. Il 15/9/2008 la società ha annunciato l’intenzione di adottare il Chapter 11, procedura di fallimento pilotato, dichiarando il proprio fallimento. Lehman dichiarava debiti per 613 miliardi di $, attività

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per un valore di 639 miliardi di $ e debiti obbligazionari per 155 miliardi di $. Il fallimento di Lehman è stato disastroso soprattutto con riferimento alla perdita di capitali per questo da lì in poi l’intera economia globale cominciò a rendersi conto del bisogno di attuare una rivalutazione del rischio di credito.

Il caso Lehman Brothers ha rappresentato un forte fallimento non solo della banca ma anche e soprattutto delle agenzie di rating che avevano classificato i bond nella categoria a basso rischio. Di fatto la società Lehman conservò il proprio rating in categoria A1 per Moody’s, A per Standard & Poor’s e Fitch fino al 15/9/2008 giorno in cui è stata dichiarata fallita. Emerse chiaramente il cattivo ruolo delle agenzie, non solo nel rilasciare la valutazione iniziale ma anche nel monitorarla nel corso del tempo per adeguarla ai cambiamenti sopravvenuti.

Alcuni economisti analizzando questo caso sono giunti alla conclusione che è possibile evidenziare le probabilità di default partendo dalle quotazioni di strumenti derivati come i credit default swap ( CDS ). Proprio per il caso Lehman Brothers, analizzando l’andamento dei CDS nei mesi precedenti il default si verifica un notevole aumento dei premi segno che lo stato di salute della banca non era così positivo come volevano dimostrare i giudizi delle agenzie di rating.

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Fig.2.7 CDS Lehman Brothers

Fonte: Markit

In molti si sono interrogati sulle cause che hanno comportato un errore così disastroso da parte delle agenzie di rating. Per prima cosa è stato rilevato come gli introiti derivanti dalla valutazione di prodotti strutturati costituiscono una parte rilevante per le agenzie di rating; il legame tra gli interessi delle agenzie e quelli dei committenti è apparso così stretto che è stato definito simbiotico20; infine con l’aumentare del numero e della

difficoltà degli strumenti da valutare le agenzie di rating non hanno saputo dedicare adeguate attività di valutazione del merito creditizio. Dal canto loro le agenzie di rating si sono giustificate ribadendo che il loro lavoro non consiste nella velocità ma nella precisione dei giudizi per evitare di introdurre una non desiderata volatilità nei mercati finanziari. Inoltre i rating non sono dei consigli o delle raccomandazioni di investimento ma rappresentano solo delle opinioni sull’affidabilità creditizia di emittenti o emissioni. Queste ed altre giustificazioni hanno quindi messo in evidenza la debolezza di queste agenzie per questo

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motivo si ritiene sempre più spesso che anziché mirare ad una nuova forma di regolamentazione delle agenzie bisognerebbe puntare ad un nuovo sistema di valutazione del rischio di credito ad esempio tramite l’osservazione del mercato dei CDS.

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CAPITOLO 3

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