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Nel settembre del 1945 le potenze alleate stabilirono i criteri per la suddivisione dell’Austria in quattro zone di occupazione militare148. In base

agli accordi raggiunti a Londra presso la sede dell’ECA nel corso dell’estate, l’intero territorio, capitale compresa, sarebbero stati soggetti a un’amministrazione quadripartita149.

All’Unione Sovietica fu assegnata la gestione delle regioni nord-orientali, Austria Inferiore (secondo i confini del 1937), Burgenland, Mühlviertel (area settentrionale dell’Alta Austria) e i quartieri meridionali e orientali della capitale: Leopoldstadt (II), Wieden (IV), Brigittenau (XX), Flo- ridsdorf (XXI) e Favoriten (X), il più popoloso della città; agli Stati Uniti fu assegnata la gestione delle regioni nord-occidentali, Alta Austria (esclu- so il Mühlviertel) e Salisburghese, e dei distretti viennesi nord-occidentali: Neubau (VII), Josefstadt (VIII), Alsergrund (IX) Hernals (XVII), Währing (XVIII) e Döbling (XIX); la Gran Bretagna ottenne la gestione delle regioni meridionali (Stiria, Carinzia e Tirolo orientale) e i quartieri del centro-sud della capitale: Landstraße (III), Margareten (V), Simmering (XI), Meidling

147 A. Schärf, Österreichs Wiederaufrichtung im Jahre 1945, cit., p. 26.

148 M. Rauchensteiner, Der Sonderfall, cit., pp. 339-350.

149 Il primo accordo quadripartito sulla divisione del paese danubiano fu siglato a

Londra, presso la sede dell’ECA, il 4 luglio 1945 dai quattro responsabili militari alleati: Ronald Campbell (Gran Bretagna), Fëdor Gusev (Unione Sovietica), R. Massigli (Francia) e John Winant (Stati Uniti). Diviso in quindici articoli, esso sancì l’avvio della prima fase dell’occupazione militare interalleata, meglio nota come “occupazione totale”. Cfr. Agree-

ment on the occupation zones in Austria and the administration of the City of Vienna (9

luglio 1945), in Department of State (a cura di), A Decade of American Foreign Policy,

Basic Documents 1941-1949, Department of State Printing Office, Washington 1985, pp.

(XII), Hietzing (XIII)150. Infine al governo provvisorio della ricostituita re- pubblica francese venne assegnato il controllo della regione di confine del Vorarlberg e della parte restante del Tirolo; a ciò si sommava la gestione dei quartieri centro-occidentali della capitale: Mariahilf (VI), Penzing (XIV), Rudolfsheim-Fünfhaus (XV) e Ottakring (XVI).

Data l’importanza del primo distretto (Innere Stadt), di comune accordo fu decisa un’amministrazione a rotazione delle quattro potenze e disposta una gestione collegiale della sicurezza151.

Nella primavera del 1938, a seguito dell’Anschluss alla Germania, le auto- rità naziste avevano provveduto all’allargamento dei confini di Vienna, in- globando nel territorio della capitale cinque comuni fino a quel momento amministrativamente autonomi e giuridicamente appartenenti alla regione dell’Austria Inferiore, e il numero dei distretti era così passato da 21 a 26. Oltre alla spartizione del paese in quattro zone di influenza, l’ECA aveva disciplinato una precisa struttura decisionale interalleata e per questo prov- veduto alla formazione di una Commissione ad hoc, che avrebbe dovuto svolgere le funzioni di organo supremo di controllo; essa era composta dal Consiglio alleato, da un Comitato esecutivo e dai rappresentanti delle quat- tro potenze alleate. Inoltre i comandanti militari di ogni zona di occupazione, in qualità di alti commissari per l’Austria erano membri di di- ritto del Consiglio alleato152.

Fra gli obiettivi principali del governo militare alleato, come precisava una nota dei JCS inviata al generale Mark Clark, comandante delle forze di oc- cupazione statunitensi in Austria, vi erano l’avvio del processo di denazifi- cazione, dettato dalla «necessità di assicurare una ricostruzione dell’Austria come stato libero, indipendente e democratico per il quale sarà essenziale

150 Come indica una nota riservata del comando militare supremo britannico, il

governo di Londra assunse il controllo e la piena responsabilità sulle proprie zone di occu- pazione il 5 settembre 1945. Nella medesima nota erano inoltre contenute precise indicazio- ni circa la disciplina della sicurezza nella capitale e il ruolo che i militari britannici avrebbe- ro avuto, in concerto con le altre tre potenze occupanti, nella composizione delle pattuglie, nella distribuzione dei compiti di controllo del territorio e nello stabilire le modalità e le ti- pologie nelle operazioni di controllo della sicurezza da parte della polizia austriaca; secondo gli accordi di Londra agli alleati spettava la supervisione delle forze di polizia. Cfr. Public

Safety Patrols, standing orders HQ [Headquarter] of the Military Government Vienna Area

(12 febbraio 1946), in TNA/FO 1020/2264.

151 Abkommen zwischen den Regierungen des Vereinigten Königreiches, der Ver-

einigten Staaten von Amerika, der Union der Sozialistischen Sowjetrepubliken und der Französischen Republik über den Kontrollapparat in Österreich vom 4. Juli 1945 (Erstes Kontrollabkommen), e Abkommen, betreffend die Besatzungszone und die Verwaltung der Stadt Wien (9 luglio 1945) in ABPDW, Besatzungsmächte, Allgemein, Dienstzettel 1945, I.

ogni misura adottata sin dai primissimi momenti dell’occupazione»153. Per questo era fondamentale che il Consiglio alleato proclamasse la completa separazione amministrativa e politica dalla Germania ed esplicitasse

l’intenzione delle potenze occupanti di aprire la strada al ristabilimento di un’Austria come stato indipendente e democratico. Direte chiaramente alla popola- zione austriaca che l’occupazione militare dell’Austria è principalmente finalizza- ta: 1) a supportare le operazioni militari alleate e la rigorosa applicazione delle norme applicabili per l’ottenimento della resa incondizionata tedesca in Austria; 2) ad eliminare il nazismo, il pangermanesimo, il militarismo e tutte le altre forze che si oppongono alla ricostituzione di un’Austria democratica; 3) a cooperare con il Consiglio di controllo per la Germania per l’applicazione e il rafforzamento di quelle misure decise per prevenire una ripetizione dell’aggressione tedesca; 4) a permettere al Controllo alleato la supervisione delle proprietà tedesche in Austria; 5) a rendere effettiva la completa separazione politica e amministrativa dell’Austria dalla Germania e a liberare l’Austria dalle influenze ecnomico-finanziarie naziste e tedesche; 6) a facilitare lo sviluppo di una sana economia austriaca che sia finaliz- zata al raggiungimento di obiettivi pacifici e che non sia vitalmente dipendente dal- la forniture, dai mercati e dall’assistenza tecnico-finanziaria della Germania; e 7) a favorire la restaurazione di un autogoverno locale e l’istituzione di un governo cen- trale austriaco eletto liberamente dagli stessi austriaci. Ulteriori obiettivi da perse- guire con l’occupazione saranno la cattura dei criminali di guerra, la custodia e il rimpatrio degli sfollati e dei prigionieri di guerra membri di forze armate di stati aderenti alle Nazioni Unite e la realizzazione di specifici programmi preventiva- mente approvati per la riparazione e restituzione di beni illegittimamente sottratti. Vi assicurerete che non vi sia alcun episodio di fraternizzazione tra le vostre truppe e alcun elemento tedesco rimasto in Austria. E mentre nel primo periodo di occu- pazione i rapporti dei soldati con la popolazione civile austriaca saranno distanti e freddi, ma cortesi, potrà essere permessa una progressiva e più amichevole relazio- ne qualora le circostanze lo consentiranno154.

Raggiunto l’accordo sulla divisione del paese danubiano in quattro zone d’occupazione e rassicurata la popolazione civile circa una gestione interal-

153 American Directive on the Military Government of Austria (27 giugno 1945),

in The Department of State Bulletin. Vol. XIII, 1945, pp. 661-673, qui p. 663.

154 Ibid., pp. 664-665.

La lunga nota proseguiva indicando e approfondendo i diversi settori sui quali le forze di occupazione statunitensi avrebbero avuto il pieno controllo e responsabilità: la de- nazificazione, la demilitarizzazione, l’epurazione dagli organi della polizia di tutti i corpi e servizi nazisti e la supervisione della polizia, che rimaneva affidata agli austriaci, l’amministrazione della giustizia, la gestione dei prigionieri (quelli per motivi politici sareb- bero stati immediatamente rilasciati), la ricostruzione di un apparato amministrativo e dei governi locali, la gestione esclusiva dei servizi educativi e religiosi.

leata, il cui unico obiettivo era il rispetto degli impegni assunti con la Di- chiarazione di Mosca155, gli alleati dovevano sovraintendere alla ricostruzione di un paese profondamente segnato dalle devastazioni della guerra156 e attuare tutte le misure necessarie per “isolare” tutti gli elementi sospettati di complicità col regime nazista.

Fra i primi provvedimenti adottati dalle autorità di occupazione nelle regio- ni amministrate fino al dicembre 1945 in forma quasi esclusiva, vi furono episodi in cui l’esclusione da cariche e da impieghi civili di soggetti consi- derati “tedeschi” avevano scatenato pesanti polemiche. È il caso delle misu- re restrittive adottate dal governo statunitense nel Salisburghese; la decisio- ne di interdire dagli uffici pubblici regionali centinaia di ex militanti dell’Heimwehr e del movimento giovanile dello Sturmschar, formazioni paramilitari prebelliche del CSP, aveva causato la dura protesta dell’ÖVP. Secondo il comitato regionale del partito popolare, infatti, si trattava di un «fraintendimento» delle autorità dovuto alla scarsa conoscenza del complesso quadro politico-ideologico del primo dopoguerra. Auspicando un pronto chiarimento dell’accaduto, la locale sezione dell’ÖVP ricordava come quei militanti esclusi avessero «attivamente combattuto contro l’affermazione del nazismo e delle sue ambizioni imperialiste», auspicando che le autorità militari statunitensi coinvolgessero attivamente nel processo di ricostruzione delle strutture amministrative periferiche tutte quelle forze

155 Cfr. Proklamation des Alliierten Rates an das österreichische Volk (11

settembre 1945), in S. Verosta, Die Internationale Stellung Österreichs, cit., pp. 95-96.

156 Pesante era stato inoltre il tributo di sangue versato dagli austriaci. Un bilancio

dei decessi nei sette anni di “dominazione” tedesca e di guerra (alla quale avevano parteci- pato circa 1.200.000 austriaci tra ufficiali e soldati), comprendeva 120.000 vittime del si- stema repressivo nazista (carcere, campi di concentramento, lavori forzati e programma di eutanasia), 247.000 militari deceduti (a questi si devono aggiungere 170.000 invalidi e 480.000 prigionieri di guerra, dei quali oltre 200.000 in mano ai sovietici), tra 25.000 e 30.000 civili morti in seguito ai bombardamenti alleati e alle battaglie per la “liberazione” del paese, 10.000 tra rom e sinti e 65.000 ebrei assassinati; la maggior parte degli ebrei au- striaci (190.000) era riuscita ad abbandonare il paese e a trovare rifugio in Gran Bretagna e negli Stati Uniti prima delle persecuzioni di massa. A ciò si deve inoltre aggiungere il pesan- te bilancio dei danni materiali, proporzionalmente molto più ingenti nella parte orientale del paese che aveva visto una maggiore resistenza della Wehrmacht. A Vienna 86.000 erano stati gli edifici distrutti o pesantemente danneggiati, la metà di quelli distrutti in tutto il paese (nella sola capitale la conta del numero degli edifici colpiti nel 1945 era stata superiore a quelli che erano stati realizzati dall’amministrazione socialista, la Rote Wien, tra il 1923 e il 1932, pari a circa 70.000 edifici). Cfr. R. Sandgruber, Ökonomie und Politik. Österreichische Wirtschaf-

antifasciste che, come l’Heimwehr e lo Sturmschar, «in Austria si erano opposte al sorgente nazismo dal 1934 al 1938»157.

Opposizioni legittime che si scontravano con una ferma volontà delle auto- rità alleate di portare avanti con velocità e fermezza il processo di epura- zione di tutte le componenti tedesche dalla società austriaca158.

Un secondo e decisivo passo per la normalizzazione dell’Austria doveva essere compiuto nel riattivare il sistema economico-produttivo di un paese pesantemente segnato dalla guerra. Come aveva specificato la precedente nota statunitense, le forze di occupazione avrebbero dovuto stimolare la ri- presa attraverso un sostegno attivo alla produzione industriale, in primis, quella alimentare159.

Per fare ciò occorreva tuttavia affrontare le sfide enormi di un paese al col- lasso: sgomberare macerie e detriti causati dai bombardamenti e dalle battaglie combattute sino nelle strade della capitale160; riattivare i servizi

essenziali come acqua, luce e gas, garantire i trasporti urbani e una continuità negli approvvigionamenti alimentari. Era in particolare l’allarmante situazione alimentare a preoccupare le autorità militari alleate, chiamate sia a provvedere al sostentamento delle proprie truppe di stanza nel paese, sia a fronteggiare le sempre più pressanti richieste del governo provvisorio, incapace di garantire la distribuzione delle razioni alimentari e di contrastare il fenomeno del mercato nero161.

157 Die ÖVP für die Antifaschisten, in «Das Kleine Volksblatt», 20 ottobre 1945.

Cfr. inoltre R. Kriechbaumer, Sozialisation oder der Schatten der Vergangenheit. Quellen

zur Gründergeneration der ÖVP, in «Christliche Demokratie» (Schriften des Karl von

Vogelsang Instituts), 3-4 (1993), pp. 63-67.

158 In un rapporto stilato dal comando militare britannico di Vienna era stato seg-

nalato al Foreign Office come l’attività investigativa per l’individuazione dei criminali di guerra e di nazisti attivi, portata avanti nei mesi immediatamente successivi alla fine del conflitto, avesse portato all’individuazione e successivo esautoramento di 628 ufficiali di polizia e all’arresto di 1.883 criminali di guerra. Cfr. Report on work of the Vienna Police (20 agosto 1947), in TNA/FO 1020/2264.

159 American Directive on the Military Government of Austria, cit., pp. 667-670.

160 Gemeinschaftsarbeit aller Wiener im September. Der Bürgermeister organ-

isiert die Reinigung Wiens, in «Neues Österreichs», 15 agosto 1945.

161 Si veda in proposito il memoriale inviato dal Cancelliere Renner al comandante

militare britannico, nel quale era descritta una situazione drammatica per la cronica mancan- za di derrate alimentari, che non garantivano una distribuzione regolare dei beni di prima necessità, già sottoposti a un rigido razionamento che aveva fatto crollare la disponibilità di calorie giornaliere da 3.200 del 1937 a 800 calorie nei mesi immediatamente successivi alla fine del conflitto. Cfr. Memorandum by Karl Renner about the problem of food supply in

Austria (5 novembre 1945), in TNA/FCO 1020/1607. Cfr. inoltre M. Rauchensteiner, Der Sonderfall, cit., p. 78.

La situazione economico-sociale fu ulteriormente aggravata nel corso del 1945-1946 da una massiccia ondata migratoria di profughi di lingua tedesca provenienti dagli ex insediamenti dei territori orientali in Jugoslavia, Un- gheria e Cecoslovacchia (200.000 persone). A ciò si sommò un sensibile calo della produzione agricola già insufficiente, sia per le devastazioni dei territori a seguito della guerra, sia a causa di condizioni climatiche partico- larmente avverse che determinarono un magro raccolto.

Erano questi i maggiori ostacoli che i governi alleati si trovarono a fronteg- giare; gli elevati costi di un conflitto lungo e logorante avevano però messo a dura prova sia l’economia sovietica che quella dei francesi e dei britanni- ci, e a parte i primi convogli alimentari garantiti alla popolazione della ca- pitale per scongiurare la morte per inedia di migliaia di persone162, né

l’Urss né la Gran Bretagna o la Francia, alle prese con una grave crisi eco- nomica postbellica, erano in grado di garantire ulteriori invii163.

Fu grazie al decisivo sostegno economico garantito dagli Stati Uniti se si poté scongiurare una catastrofe alimentare. Prima con gli aiuti alimentari e i beni di prima necessità garantiti dall’UNRRA e poi dal Piano Marshall. Grazie all’insistenza degli Stati Uniti, affinché gli aiuti internazionali fosse- ro estesi anche all’Austria, il Consiglio dell’UNRRA riconobbe anche il paese danubiano «un paese liberato e con il quale devono esser pertanto presi provvedimenti per la sua ricostruzione»164, deliberando la concessione

di un prestito pari a 59 milioni di dollari statunitensi165. L’UNRRA si im-

162 Nel maggio del 1945 il Cremlino, di concerto con il comando militare sovietico

di stanza a Vienna, aveva predisposto un invio straordinario di aiuti alimentari per il soste- gno della popolazione della capitale, la più colpita dalla mancanza di risorse per quattro set- timane, in attesa che la città potesse essere rifornita dalle aree agricole più vicine (soprattut- to dall’Austria Inferiore) a seguito degli imminenti raccolti. Attraverso carichi ferroviari speciali vennero inviati cereali (farina e pane), carne, olio di girasole, frutta secca, zucchero, surrogato di caffè, patate e latte (cfr. Versorgungsplan für den Monat Mai für die Bevölke-

rung Wiens, 4 maggio 1945, in WStLA, Landesernährungsamt, A5-Sachablage, fasc. 5, Stadtkommandatur). Sin dalla conquista della capitale le autorità militari sovietiche avevano

provveduto a limitare ulteriormente le scarse razioni alimentari e, in accordo con le autorità comunali provvisorie, a requisire e a porre sotto stretta sorveglianza i magazzini dove erano custodite sia le scorte alimentari che quelle di vestiario e calzature (Lebensmittelzuteilung an

die Bevölkerung Wiens, 25 aprile 1945, in WStLA, Landesernährungsamt, A5-Sachablage-1).

163 E. Bruckmüller, Von der Unabhängigkeitserklärung zum zweiten Kontrollabkom-

men, in Id. (a cura di), Wiederaufbau in Österreich 1945-1955. Rekonstruktion oder Neubeginn?

Verlag für Geschichte und Politik-Oldenbourg Verlag, Wien-München 2006, pp. 17-20.

164 Cfr. Beschluss der UNRRA, Österreich als befreiten Land, Hilfe und Unterstützung

an gewähren (agosto 1945), in S. Verosta, Die Internationale Stellung Österreichs, cit., p. 94.

165 Si veda il testo dattiloscritto della delibera n. 74 del Consiglio dell’UNRRA del

22 agosto 1945, in WStLA/Landesernährungsamt/Die Verwaltung der Bundeshauptstadt

pegnò fin dall’estate del 1945 a garantire assistenza e soccorso alla popola- zione austriaca e agli sfollati e ai profughi distribuendo alimentari, medicinali e vestiario166, ripartendoli secondo le necessità delle diverse zo- ne di occupazione167.

Per migliorare il coordinamento delle operazioni assistenziali tra i tre diver- si attori in campo (le autorità civili austriache, l’organizzazione assistenzia- le internazionale e i comandi militari alleati), i rapporti tra UNRRA e go- verno Figl (insediatosi a seguito delle consultazioni del 25 novembre) ver- ranno successivamente disciplinati a seguito di uno specifico accordo per la pianificazione dell’intervento economico-finanziario dell’UNRRA168. No- nostante ciò la situazione economico-sociale dell’Austria sarebbe rimasta critica per tutto il corso del 1946 a causa dei razionamenti alimentari169, ma

destinata a modificarsi sensibilmente sin dai primi mesi del 1947.

ni statunitensi finalizzate al riconoscimento dello status internazionale dell’Austria v. R. E. Clute, The International Legal Status of Austria 1938-1955, Nijhoff, The Hague 1962, p. 115.

166 Le operazioni dell’UNRRA in territorio austriaco erano state avviate nel mag-

gio-giugno del 1945 con l’invio di una squadra di lavoratori dell’ente per assistere le autorità militari di occupazione nella gestione dei campi profughi realizzati nelle quattro aree occu- pate. Il 26 novembre, a seguito di un accordo con le potenze alleate e il governo provvisorio, a Vienna fu costituita una sede centrale dell’UNRRA, la cui direzione venne affidata al ge- nerale di brigata Reginald Horace Roger Parminter (Vertretung der Unrra für Österreich, in WStLA, Landesernährungsamt, A5/2). I primi aiuti, garantiti oltre che dagli Stati Uniti (dal Texas erano provenute le prime 8.000 tonnellate di frumento, giunte in Austria nel febbraio del 1946, cfr. «Wiener Zeitung», 7 febbraio 1946) grazie anche alla collaborazione di Au- stralia, Canada, India, Nuova Zelanda e Sud Africa, permisero all’Austria, come avrebbe ricordato nel corso di una conferenza stampa il 3 giugno 1946 il cancelliere Figl, di benefi- ciare di un vasto piano assistenziale che contemplò 360.000 tonnellate di aiuti (alimentari, medicinali, tessili, attrezzature agricole, sementi, fertilizzanti). Die Leistungen der Unrra für

Österreich, in «Wiener Zeitung», 4 giugno 1946.

167 Le disposizioni dell’UNRRA in materia di ridistribuzione degli aiuti prevede-

vano una precisa suddivisione dei compiti e lo smistamento di tutti i beni in diversi punti di stoccaggio a seconda dei settori di occupazione: le stazioni ferroviarie di Franz Josef (Stati Uniti) e di Westbahnof (Francia) e le aree in prossimità degli approdi fluviali dell’Arsenal (Gran Bretagna) e dell’Handelskai (Urss). WStLA/Landesernährungsamt/A5/Sachablage, 2-

Stadtkommandanten, Unrra.

168 Secondo il quotidiano viennese Wiener Zeitung l’accordo era stato sollecitato

dal governo statunitense che lo riteneva necessario da una parte per migliorare il coordina- mento delle azioni assistenziali garantite dall’UNRRA, dall’altra per poter assicurare mag- giore trasparenza alla gestione dei beni destinati ai comandi militari alleati (cfr. «Wiener Zeitung», 29 marzo 1946). L’accordo verrà siglato il 5 aprile da Parminter (UNRRA) e Gru- ber (ministro degli esteri del governo Figl), cfr. Regierungsvorlage. Vertrag zwischen der

österreichischen Regierung und der UNRRA, in ÖStA/AdR/Sten. Prot. NR 86.

169 La stampa locale avrebbe duramente criticato la scarsa razione calorica giorna-

liera stabilita dall’UNRRA perché ritenuta insufficiente, «addirittura inferiore a quelle di- stribuite in Germania». Nonostante i costanti invii di beni d’oltreoceano i razionamenti ali-

Il sempre più stretto rapporto tra governo di coalizione e autorità militari statunitensi avrebbe infatti indotto l’amministrazione Truman a intensifica- re l’impegno nel paese danubiano, come confermato da un rapporto del Consiglio dell’UNRRA170.