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I LIBRI DELL’ANTICO TESTAMENTO

Nel documento per il lettore della Bibbia Vademecum (pagine 86-100)

1. Pentateuco

In ebraico Torah («insegnamento, direzione, ammaestramento»), è la prima delle tre sezioni della Bibbia ebraica o delle quattro sezioni della Bibbia cristiana, e comprende 5 libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Non presenta differenze o varianti nei diversi canoni.

Genesi. In ebraico Be-re’šit («in principio»). Primo libro del Pentateuco e

quindi della Bibbia. Comprende 50 capitoli ed è divisibile in tre parti: 1. Storia primordiale biblica (creazione, caduta, Caino e Abele, diluvio e arca di Noè, torre di Babele e divisione dei popoli: Gen 1-11).

2. Storia dei Patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe: Gen 12-38).

3. «Romanzo» di Giuseppe (sua vendita, sua fortuna, e discesa in Egitto di suo padre e dei suoi fratelli: Gen 39-50).

Redazione finale: v secolo a.e.v.

Esodo. In ebraico Šemot («nomi»). Secondo libro del Pentateuco.

Com-prende 40 capitoli ed è divisibile in 6 parti:

1. Oppressione degli ebrei e infanzia di Mosè (Es 1-2).

2. Vocazione di Mosè, 10 piaghe, istituzione della Pasqua e passaggio del Mar Rosso (Es 3-15).

3. Cammino nel deserto, mormorazioni, manna e quaglie, teofania del Si-nai, decalogo e alleanza (Es 16-24).

4. Disposizioni sul santuario e sul culto e istituzione del sacerdozio (Es 25-31).

5. Vitello d’oro e rinnovazione dell’alleanza (Es 32-34). 6. Ulteriori disposizioni e loro esecuzione (Es 35-40). Redazione finale: v secolo a.e.v.

Levitico. In ebraico Wa-yyiqra’ («e chiamò»). Terzo libro del Pentateuco.

Comprende 27 capitoli ed è divisibile in 5 parti:

1. Leggi sui vari tipi di sacrifici e sui sacerdoti (Lv 1-10). 2. Norme sul puro e l’impuro (Lv 11-15).

3. Riti di espiazione, relazioni sessuali e leggi rituali, morali e penali (Lv 16-20).

4. Norme per i sacerdoti, calendario liturgico e leggi sulla terra e sugli schiavi (Lv 21-25).

5. Benedizioni e maledizioni; voti e decime (Lv 26-27). Redazione finale: v secolo a.e.v.

Numeri. In ebraico Ba-midbar («nel deserto»). Quarto libro del

Pentateu-co. Comprende 36 capitoli ed è divisibile in 7 parti: 1. Censimento e leggi (Nm 1-10).

2. Partenza dal Sinai e cammino nel deserto (Nm 11-12).

3. Invio degli esploratori in terra di Canaan e norme rituali (Nm 13-15). 4. Rivolta di Core, Datan e Abiràm, altre leggi, morte di Miriam sorella di Mosè, mormorazioni, serpente di bronzo e scontri armati con vari popoli (Nm 16-21).

5. Episodio di Balaam e della sua asina (Nm 22-24).

6. Cadute del popolo, nuovo censimento, investitura di Giosuè, leggi varie e guerra con i madianiti (Nm 25-31).

7. Insediamento in Transgiordania delle tribù di Gad, Ruben e metà della tribù di Manasse; norme sulla divisione della terra; le figlie di Selofcàd (Nm 32-36).

Redazione finale: v secolo a.e.v.

Deuteronomio. In ebraico Devarim («parole»). Quinto libro del

Pentateu-co. Comprende 34 capitoli ed è divisibile in 5 parti:

1. Primo discorso di Mosè nelle steppe di Moab (ricapitolazione dell’eso-do) (Dt 1-4).

2. Secondo discorso di Mosè (secondo Decalogo, «ascolta Israele» o šema‘, codice deuteronomico, benedizioni e maledizioni) (Dt 5-28).

3. Terzo discorso di Mosè (rinnovo dell’alleanza e ultime esortazioni) (Dt 29-30).

4. Parole di congedo di Mosè, cantico di Mosè, benedizioni alle tribù (Dt 31-33).

5. Morte di Mosè e sua sepoltura da parte di Dio (Dt 34). Redazione finale: v secolo a.e.v.

2. Libri storici

Seconda sezione della Bibbia cristiana. Comprende 12 libri canoni-ci e, nel canone cattolico, 4 deuterocanonicanoni-ci. Nel canone ebraico Giosuè, Giudici, 1-2 Samuele e 1-2 Re sono riuniti nella sezione dei profeti con il titolo di «profeti anteriori», e la tradizione antica ne attribuisce la paternità a profeti.

Giosuè. Libro storico (per il canone ebraico «profeta anteriore»).

Com-prende 24 capitoli ed è divisibile in tre parti:

1. Preparativi della conquista, le spie di Gerico, passaggio del Giordano, presa di Gerico e di Ai, compimento della conquista (Gs 1-12).

2. Divisione della Terra Promessa fra le tribù (Gs 13-21).

3. Ultimi atti di Giosuè, assemblea di Sichem, congedo e morte di Giosuè (Gs 22-24).

Redazione finale: vi secolo a.e.v.

Giudici. In ebraico Šofeṭim («giudici»). Libro storico (per il canone

ebrai-co «profeta anteriore»). Comprende 21 capitoli ed è divisibile in tre parti: 1. Due introduzioni di cui la prima (Gdc 1-2,5) sulla situazione delle tribù insediate in Canaan e la seconda (Gdc 2,6-3,6) sulla teologia della storia. 2. Vicende dei sei «grandi» e dei sei «piccoli» Giudici (Gdc 3,7-16). 3. Vicenda di Mica e del santuario di Dan, la concubina del Levita di Efraim e guerra contro i beniaminiti (Gdc 17-21).

Redazione finale: vi secolo a.e.v.

Rut. Libro storico (per il canone ebraico, quinto della sezione degli

«Scrit-ti»). Comprende quattro capitoli e narra il ritorno a Betlemme della vedova Noemi con la nuora moabita Rut, il matrimonio di questa con Booz e la nascita di Obed, avo di Davide. Redazione del v-iv secolo a.e.v.

1 e 2 Samuele. Libri storici (per il canone ebraico «profeti anteriori»). Com-

prendono rispettivamente 31 e 24 capitoli e sono divisibili in 5 parti: 1. Infanzia e vocazione di Samuele, vicende dell’Arca presso i filistei e vit- toria di Israele su di essi (1Sam 1-7).

2. Investitura di Saul a primo re di Israele, colpe di Saul e rottura con Sa-muele (1Sam 8-15).

3. Davide alla corte di Saul, episodio di Golia, fuga di Davide dalla per-secuzione di Saul e sua alleanza con i filistei, battaglia di Gelboe e morte di Saul e di Gionata (1Sam 16-31), elegia di Davide in morte dei due eroi (2Sam 1).

4. Regno di Davide su Giuda e Israele, profezia di Natan sulla perpetuità della dinastia davidica, peccato di Davide con Betsabea, castigo e penti-mento, rivolta e morte di Assalonne (2Sam 2-20).

5. Altri episodi della vita di Davide (2Sam 2,21-24). Redazione finale: vi secolo a.e.v.

Nella versione dei Settanta costituiscono il i e il ii libro dei «Regni» (Basileíōn); nella Vulgata il iii e il iv libro dei Re.

1 e 2 Re. In ebraico Melaḵim («re»). Libri storici (per il canone ebraico

«profeti anteriori»). Originariamente formavano un unico libro; compren-dono rispettivamente 22 e 25 capitoli e sono divisibili in 8 parti: 1. Successione di Davide (1Re 1-2).

2. Regno di Salomone, costruzione e dedicazione del Tempio, visita della regina di Saba, peccati di Salomone e sua morte (1Re 3-11).

3. Scisma e frattura dell’unità del regno (1Re 12-13). 4. Storia dei due regni fino a Elia (1Re 14-16). 5. Ciclo di Elia (1Re 17-22; 2 Re 1).

6. Ciclo di Eliseo (2Re 2-13).

7. I due regni fino alla caduta di Israele (2Re 14-17).

8. Il regno di Giuda da Ezechia alla distruzione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor (2Re 18-25).

Redazione finale: vi secolo a.e.v.

Nella versione dei Settanta costituiscono il iii e il iv libro dei «Regni» (Ba-sileíôn); nella Vulgata il iii e il iv libro dei Re.

1 e 2 Cronache. In ebraico Divre ha-yamim («fatti dei giorni»). Libri

sto-rici (per il canone ebraico ultimi della sezione «Scritti»). Originariamente formavano un unico libro; comprendono rispettivamente 29 e 36 capitoli e sono divisibili in 5 parti:

1. Genealogie da Adamo a Davide (1Cr 1-9). 2. Regno di Davide (1Cr 10-29).

4. I re di Giuda fino a Iotam (2Cr 10-27).

5. Dalle riforme di Ezechia e di Giosia alla caduta del regno e all’editto di Ciro (2Cr 28-36).

Scritti nel iv-iii secolo a.e.v. dallo stesso autore di Esdra e Neemia (il «Cro-nista»), in ambiente sacerdotale, i due libri delle Cronache sono in gran parte paralleli ai profeti anteriori, soprattutto ai libri di Samuele e dei Re. Il loro interesse è più teologico che storico, sia nella selezione dei fatti, sia nella loro interpretazione. Nella versione dei Settanta, seguita dalla Vulga-ta, sono chiamati Paralipomeni (in greco Paraleipómena), cioè «comple-mento» dei libri di Samuele e dei Re.

Esdra e Neemia. Libri storici (per il canone ebraico penultimi della

se-zione «Scritti»). Originariamente formavano un unico libro; comprendono rispettivamente 10 e 13 capitoli e rappresentano la seconda parte, dopo le Cronache, dell’opera del «Cronista» (iv-iii secolo a.e.v.). Le 4 sezioni in cui sono articolati trattano rispettivamente il ritorno dall’esilio e la rico-struzione del tempio (Esd 1-6), la missione di Esdra (Esd 7- 10), la missio-ne di Neemia (Ne 1-7), la promulgaziomissio-ne della Legge, censimenti e ultima missione di Neemia (Ne 8-13). La divisione in due libri risale all’epoca cristiana e i titoli attuali figurano nella Bibbia ebraica dal xvi secolo.

Tobia. Libro storico deuterocanonico, conservato nella traduzione greca

(a sua volta attestata in due recensioni diverse) dell’originale aramaico o ebraico. Comprende 14 capitoli e narra la storia romanzesca del pio Tobi divenuto cieco e del figlio Tobia che, accompagnato dall’angelo Raffaele, si reca a riscuotere un credito e sposa la cugina Sara, liberandola dalle in-sidie del demone Asmodeo, e poi guarisce il padre dalla cecità mediante il fegato di un pesce indicatogli dall’angelo accompagnatore. L’opera risale probabilmente al 200 circa a.e.v.

Giuditta. Libro storico deuterocanonico, conservato nella traduzione greca

dall’originale aramaico o ebraico. Comprende 16 capitoli e narra la vicen-da romanzesca della giovane vedova Giuditta che libera la città di Betulia dall’assedio di Oloferne, generale del leggendario re assiro Nabucodono-sor; lo seduce, lo ubriaca e gli taglia la testa provocando la fuga dell’eser- cito nemico. La vittoria è celebrata dal grande cantico di Giuditta (Gdt 16,1-17). L’opera risale alla metà del ii secolo a.e.v.

Ester. Libro storico (per il canone ebraico ottavo della sezione degli

«Scrit-ti»). La fanciulla ebrea Ester, divenuta regina di Persia, seguendo i consi-gli del parente Mardocheo, ottiene dal re Assuero la salvezza deconsi-gli ebrei

persiani minacciati di sterminio dal ministro Aman, che finisce a sua volta giustiziato. Il libro, leggendario, si conclude con l’istituzione della festa di Purim. Composto verso la metà del ii secolo a.e.v., ha la caratteristica unica che non vi compare mai il nome di Dio: ciò che invece accade nelle aggiunte deuterocanoniche della versione greca (conservata in 5 recensioni differenti), che risalgono ad alcuni decenni più tardi.

1 e 2 Maccabei. Libri storici deuterocanonici, composti rispettivamente di

16 e 15 capitoli. Il primo, scritto in ebraico e conservato solo in greco, ri-sale circa al 100 a.e.v. e narra il programma di ellenizzazione di Antioco iv di Siria (1Mac 1-2), e la rivolta contro i Seleucidi del sacerdote Mattatia e dei suoi figli, Giuda, Gionata e Simone Maccabeo, fino alla successione di Giovanni Ircano (1Mac 3-16). Il libro ha un notevole valore storico ed è ricco di documenti ufficiali.

Il secondo libro dei Maccabei, scritto in greco, si dichiara compendio di un’opera in 5 libri di Giasone di Cirene, a noi non pervenuta, ed è in parte parallelo al primo trattando, dopo gli antefatti, i primi anni della rivolta fino alle vittorie di Giuda Maccabeo. Probabilmente contemporaneo o di poco posteriore al primo libro, è di minore attendibilità storica, contie-ne vari episodi leggendari come la prodigiosa cacciata del saccheggiatore Eliodoro dal Tempio, il martirio del vecchio Eleazaro e quello dei 7 fratelli e della loro madre ad opera di Antioco iv.

3. Libri poetici e sapienzali

Terza sezione della Bibbia cristiana. Comprende 5 libri canonici e 2 deuterocanonici. Nel canone ebraico questa sezione, detta degli «Scritti» (Ketuvim), è la terza e ultima e comprende, oltre ai 5 libri canonici dei «li-bri poetici e sapienziali» (Giobbe, Salmi, Proverbi, Qohélet e Cantico dei cantici), anche Rut, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra, Neemia e 1 e 2 Cronache.

Giobbe. Libro che prende il nome dal suo protagonista, un saggio e giusto

non ebreo del non identificato paese di Uz. Comprende 42 capitoli così divisibili: un prologo in prosa (Gb 1-2) che narra il crollo di Giobbe dalla prosperità alla miseria, al lutto e alla malattia, a seguito di una sfida fra il satana e Dio; un corpo poetico in cui gli amici venuti a visitarlo (Elifaz, Bildad, Sofar e più tardi Eliu) e Giobbe stesso discutono sul problema della sofferenza, mettendo in contrasto la «sapienza» degli antichi, che collega sofferenza e colpa, prosperità e giustizia, con il sentimento di innocenza professato da Giobbe (Gb 3-37). Seguono due interventi di Dio, che

esalta-no la sua onnipotenza creatrice nella natura, con le risposte di Giobbe (Gb 38-42,6) e un epilogo in prosa (Gb 42,7-16), che narra la restituzione della prosperità a Giobbe.

La datazione più probabile è il v secolo a.e.v.: il prologo e l’epilogo forse prima dell’esilio, il corpo poetico dopo l’esilio.

Salmi. In ebraico Tehillim (= lodi); in greco psalmoí, canti accompagnati da

uno strumento a corde o salterio (in greco psaltḗrion). La denominazione greca corrisponde in realtà all’ebraico mizmor, che intitola 57 salmi. I sal- mi canonici sono 150, suddivisi in 5 libri, per analogia con il Pentateuco: 1-41; 42-72; 73-89; 90-106; 107-150.

La numerazione dei Settanta, seguita dalla Vulgata, differisce da quella del- l’ebraico: i Sal 9 e 10 dell’ebraico sono stati uniti in un solo salmo, mentre il Sal 147 dell’ebraico è stato diviso in due salmi; perciò dal Sal 11 al 146 il greco e la Vulgata sono inferiori di una unità rispetto all’ebraico. La grande varietà di generi letterari presenti nei salmi si può raggruppare in tre principali categorie: salmi di lode (a loro volta comprendenti inni, sal-mi regali e i cosiddetti salsal-mi di Sion); salsal-mi di crisi (suppliche individuali e suppliche collettive, espressioni di fiducia e salmi di ringraziamento); salmi di meditazione (riflessione sulla storia di Israele, ammaestramenti, celebrazioni della Torah). Una classificazione particolare è quella dei sal-mi penitenziali (6, 32, 38, 51, 102, 130, 143) e dei salsal-mi graduali o delle ascensioni (120-134).

La datazione dei singoli salmi è estremamente incerta: si va dal ix secolo a.e.v. (o anche più indietro) al postesilio, con rimaneggiamenti e attribuzio-ni (le titolature premesse alla maggior parte dei salmi sono prive di valore storico). Il salterio nella forma attuale ci porta al ii secolo a.e.v.

Proverbi. In ebraico Mišle Šelomoh («sentenze di Salomone»). Libro

sa-pienziale attribuito dalla soprascritta al re Salomone. Comprende 31 capi-toli ed è diviso in 7, 8 o 9 collezioni, a seconda delle edizioni; tra queste, alcune sono attribuite a Salomone, altre ai saggi, al sapiente arabo Agur, al re arabo Lemuel (tutte attribuzioni storicamente improbabili). Di partico-lare interesse sono i «proverbi numerici» (Pr 30,15-33), le personificazioni della sapienza (Pr 1,20-32; 8,1-36; 9,1-6) e l’elogio della donna forte (Pr 31,10-31).

Il libro si è formato tra il x e il ii secolo a.e.v. e dipende in parte (Pr 22,17– 23,12) dall’egiziana Sapienza di Amenemope, dell’xi secolo a.e.v.

Qohélet o Ecclesiaste. Libro sapienziale attribuito dalla soprascritta al re

Salomone. Comprende 12 capitoli, di cui l’ultimo si chiude con un epilogo (Qo 12,9-14) attribuito dalla critica a un discepolo dell’autore.

L’attribu-zione salomonica è infondata e l’opera è databile al iii secolo a.e.v. Il titolo, sotto cui si cela l’autore, è generalmente inteso come «colui che parla (o partecipa) all’assemblea» da cui il titolo greco, con uguale significato, di Ekklēsiastḗs e quello di «Predicatore» delle versioni moderne.

Il contenuto del libro non è organizzato secondo una linea coerente, e con-tiene massime, ammonimenti dati a un discepolo, confessioni autobiogra-fiche, cosicché alcuni studiosi lo hanno paragonato a un diario spirituale. Sono state avanzate ipotesi di influsso del pensiero stoico (per il pessimi-smo che permea il libro) o di un ambiente fenicio (per alcune espressioni linguistiche).

Cantico dei cantici. In ebraico Šir ha-širim («il più grande dei cantici, il

cantico per eccellenza»). Libro sapienziale attribuito dalla soprascritta a Salomone. Comprende 8 capitoli e consiste in una serie di poemi d’amore che hanno per protagonisti l’amato e l’amata. Benché il testo contenga numerosi dialoghi, l’ipotesi avanzata da alcuni studiosi che si tratti di una composizione teatrale non è confortata da una struttura e da una progressio-ne adeguate, così come non è giustificata l’identificazioprogressio-ne dei due amanti in sposa e sposo. Sono stati visti nei canti d’amore di questo libro analogie con celebrazioni cananaiche di nozze divine o con canti nuziali. L’esegesi ebraica e cristiana ha letto il cantico in chiave allegorica, vedendo nei due partner Dio e Israele, Cristo e la Chiesa, Dio e l’anima amante. Oggi si preferisce un’interpretazione letterale, vedendo nella canonizzazione del libro (discussa nel giudaismo rabbinico fino all’inizio del ii secolo e.v.) un riconoscimento e una celebrazione dell’eros umano. La datazione più co-mune è al iii-ii secolo a.e.v.

Sapienza. Libro deuterocanonico, che nell’originale greco si intitola

«Sa-pienza di Salomone». Comprende 19 capitoli, ed è stato scritto in greco da un ebreo alessandrino, probabilmente nella seconda metà del i secolo a.e.v. È quindi cronologicamente l’ultimo libro dell’Antico Testamento. Si può dividere in tre sezioni: la sapienza come fonte di vita (Sap 1-5); la sapienza come ispiratrice dei re e sposa di Salomone (Sap 6-9); la presenza della sa-pienza nella storia di Israele (Sap 10-19). In questo libro compare in modo esplicito la credenza nell’immortalità come premio dei giusti.

Siracide o Ecclesiastico. Libro deuterocanonico così chiamato dal titolo

che ha nei Settanta: «Sapienza di Gesù, figlio di Sirach». Fu pure intitolato Ecclesiastico perché largamente usato dalla Chiesa nella catechesi. Com-prende 51 capitoli ed è stato scritto in ebraico intorno al 190 a.e.v. e quindi tradotto in greco dal nipote dell’autore nel 132 a.e.v. (secondo un’altra ipo-tesi la composizione sarebbe leggermente più tarda). L’originale ebraico è

stato ritrovato per i due terzi in varie scoperte a partire dal 1896. Il pensiero del Siracide, il cui autore è stato definito il «conservatore illuminato», si articola in una serie di esortazioni alle virtù, consigli pratici, riflessioni sulla storia biblica, elogi dei padri (da Enoc a Neemia e Simone il Sommo Sacerdote), e culmina nell’autocelebrazione della sapienza (Sir 24,1-21 o 1-30) che viene identificata con la Torah di Mosè. Benché escluso dal ca-none ebraico il libro, per il suo contenuto lontano dall’ellenismo, è citato più volte dalla letteratura rabbinica.

4. Libri profetici

Quarta sezione della Bibbia cristiana. Comprende 17 libri canonici e 1 deuterocanonico (Baruc). Le lamentazioni e Daniele nel canone ebrai-co sono fra gli «Scritti». I profeti veri e propri nel canone cristiano sono divisi (esclusivamente per le dimensioni dei loro libri) in maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, e minori, raggruppati tradizionalmente in un unico libro. Nel canone ebraico i Profeti (Nevi’im) costituiscono la seconda sezione e includono sia i libri storici (profeti anteriori), sia i profeti veri e propri (profeti posteriori). Dal punto di vista cronologico i profeti si soglio-no dividere in:

1. Profeti preesilici: Amos, Osea, Protoisaia, Michea, Nahum, Sofonia, Abacuc.

2. Profeti esilici: Geremia, Ezechiele, Deuteroisaia.

3. Profeti postesilici: Aggeo, Protozaccaria, Tritoisaia, Malachia, Abdia, Gioele, Giona, Deuterozaccaria, Daniele.

4.1. Profeti maggiori

Isaia. Primo dei profeti maggiori. Il libro, che comprende 66 capitoli, è

di-viso dai critici moderni in tre parti chiamate rispettivamente Protoisaia (Is 1-39), Deuteroisaia (Is 40-55) e Tritoisaia (Is 56-66). Solo la prima sezione risale per la maggior parte al profeta Isaia (nato nel 765 ca. a.e.v.), o alla sua scuola, ed è il risultato redazionale della fusione di varie raccolte con aggiunte più tarde.

La prima parte del Protoisaia (Is 1-12) contiene oracoli, visioni e poemi tra cui il «canto della vigna» (Is 5,1-7) e il cosiddetto «libro dell’Emmanuele» (Is 6-12), che si apre con la vocazione di Isaia e la visione del Signore tre volte santo, e comprende i tre testi che la liturgia cristiana dell’Avvento applica alla nascita di Gesù (Is 7,10-17; 9,1-6; 11,1-9). Seguono gli oracoli

contro le nazioni (Is 13-23), la cosiddetta «Apocalisse» (Is 24-27), gli ora-coli su Israele e Giuda al tempo del re Ezechia (715-686 ca., Is 28-33), la «piccola Apocalisse» contro Edom e sul trionfo di Gerusalemme (Is 34-35) e infine un’appendice storica parzialmente in prosa sulle vicende di Isaia e di Ezechia, con la sua miracolosa guarigione (Is 36-39).

Il Deuteroisaia o «Libro della Consolazione di Israele» (Is 40-55) risale a un profeta sconosciuto del tardo periodo esilico e contiene i 4 canti del Ser-vo del Signore: Is 42,1-4 o 1-9; 49,1-6; 50,4-9 o 4-11; 52,13-53,12 (si veda anche la voce «Servo» nel glossario), e alcune delle più famose proclama-zioni come l’annuncio della liberazione (Is 40,1-11), l’elezione di Israele (Is 41,6-20), l’apostrofe a Ciro (Is 45,1-8), il riscatto di Gerusalemme (Is 52,1-12) e l’alleanza eterna (Is 55,1-11).

Il Tritoisaia, opera di un autore postesilico, si incentra sulla vocazione del profeta (Is 61) e contiene vari oracoli di cui i più importanti celebrano la gloria e lo splendore futuro di Gerusalemme (Is 60 e 62), e annunciano i nuovi cieli e la nuova terra (Is 65,17-25).

Geremia. Secondo dei profeti maggiori. Il libro, composto di 52 capitoli,

si è formato da un nucleo risalente al profeta stesso (nato nel 650 ca. a.e.v. da famiglia sacerdotale). Il libro si può dividere in una prima parte (Ger 1-25) contenente le profezie e la predicazione di Geremia contro Giuda e Gerusalemme, inframmezzate da riferimenti autobiografici («confessioni di Geremia»). Una seconda parte (Ger 26-45) in cui prevale la prosa, com-prende discorsi e azioni simboliche del profeta. I nuclei principali sono l’annuncio di salvezza o «libro della consolazione» (Ger 30-33), culmi-nante nella promessa della nuova alleanza (Ger 31,31-34), e il racconto dell’arresto, prigionia e liberazione di Geremia nella sua contrapposizione al re e alla corte (Ger 36-48). Questa sezione si conclude con gli oracoli pronunciati da Geremia contro i giudei che l’avevano costretto a fuggire in Egitto (Ger 43-44); il cap. 45, a firma di Baruc, segretario di Geremia, conclude questa parte di cui Baruc fu probabilmente il redattore. Una terza parte (Ger 46-51) raccoglie oracoli contro le nazioni che forse dovrebbero trovar posto dopo il cap. 25, come avviene nei Settanta. L’appendice, co-stituita dal cap. 52, narra la distruzione di Gerusalemme del 587/6 a.e.v. e riproduce con qualche aggiunta 2Re 24,18–25,30.

Ezechiele. Terzo dei profeti maggiori. Il libro, che comprende 48 capitoli,

può essere diviso in cinque sezioni organicamente strutturate: un’introdu-zione (Ez 1-3), una predicaun’introdu-zione con oracoli di giudizio su Gerusalem-me prima dell’assedio babilonese (Ez 4-24), una serie di oracoli contro le nazioni pagane (Ez 25-32), una seconda predicazione contemporanea e successiva all’assedio e alla caduta di Gerusalemme (Ez 33-39), in cui il

profeta consola il popolo, e infine un programma legislativo per la futura comunità di coloro che torneranno nella terra d’Israele (Ez 40-48). La data intorno a cui si organizza l’intero libro è il 587/6 a.e.v., anno della distru-zione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor. Il ministero di Eze-chiele può collocarsi tra il 593, anno della grande teofania (o visione del carro) con cui si apre il libro e il 571; il luogo è la città babilonese di Tel Aviv dove il profeta era stato deportato nel 587. Caratteristiche di questo

Nel documento per il lettore della Bibbia Vademecum (pagine 86-100)