Tra gli avvenimenti che hanno sconvolto la storia yucateca, nessuno ha scardinato con tanta forza le basi della cultura maya, né è stato tanto decisivo per la formazione di una nuova società e di un nuovo progetto storico come la Conquista e la Colonizzazione spagnole. Simultaneamente a questa vasta trasformazione della realtà cominciò una nuova forma di registrare e spiegare il passato, seguita dall’intrusione di un nuovo protagonista nella relazione storica: il conquistatore. La conquista scacciò l’indigeno dallo scenario storico e instaurò un discorso nuovo in quasi tutti gli aspetti.
La lingua spagnola divenne americana quando fu utilizzata per descrivere le scoperte, le conquiste e gli
56 Si veda in proposito all’antica concezione maya del tempo León-
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insediamenti spagnoli nel Nuovo Mondo. Le opere di Colombo, Cortés o Bernal Díaz del Castillo57 sono
testimonianze della nuova scrittura che creò il conquistatore narrando la sua espansione sui territori e sui popoli americani. L’invasione spagnola cominciò ad andare di pari passo con il linguaggio che nominava e riempiva di nuovi significati natura, uomini e culture autoctone.
Lo spazio americano cominciò a perdere la sua connotazione indigena appena il conquistatore lo classificò con concetti geografici e cartografici propri. Le idee cosmologiche indigene che ordinavano il territorio furono dislocate quando quello stesso spazio si trasformò nel territorio del conquistatore. Il territorio indigeno, all’essere stato accaparrato dall’invasore europeo, smise di essere il centro del cosmo e si convertì in una porzione periferica dei domini spagnoli.58 Da
allora la fisionomia del territorio, le strade che lo attraversavano e la sua relazione con il mondo esterno furono definite dalla geografia e dagli interessi del conquistatore. Anche quando la toponomastica indigena riuscì a conservarsi in migliaia di luoghi, le radici indigene avrebbero interessato solo quelli che più tardi
57 Cristoforo Colombo, Diario de a bordo, Madrid, Historia 16, 1985;
Hernán Cortés, Cartas de relación (1522-1525), edito da Manuel Alcalá, México, 1963; Bernal Díaz del Castillo, Verdadera historia de
la conquista de la Nueva España (1554?-1568), curato da Joaquín
Ramiro Cabañas, 2 voll, México, Editorial Porrúa, 1968.
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si sarebbero interrogati sul passato, visto che gli stessi nomi indigeni, contaminati dalla presenza del conquistatore, esprimono una nuova relazione con il presente. Per molti luoghi la nuova relazione con il presente si manifestò nel nome cristiano anteposto a quello indigeno, un battesimo che trasformò bruscamente la loro identità. La stessa cosa avvenne con flora e fauna che, come il territorio, furono oggetto di un processo di scoperta, descrizione e comparazione con quelli europei che terminò con una nuova classificazione e nomenclatura al posto di quelle del pensiero indigeno.
La descrizione del territorio americano nelle opere che diffondevano le imprese spagnole non si spiega solo con l’interesse per una natura nuova, né per la sua differenza con quella europea. Questo registro diligente costituisce una appropriazione della natura attraverso la scrittura. Nel descrivere, nominare e classificare questa natura con concetti propri, il cronista la decifra in termini europei. Questo linguaggio, mentre permise al conquistatore di impossessarsi di un ambiente naturale fino ad allora estraneo, creò un disconoscimento tra questa natura e l’indigeno, a cui da allora in poi risulterà incomprensibile il linguaggio che la nomina, il sistema che la classifica e lo sfruttamento che le si impone.
Da Cristoforo Colombo agli esploratori delle terre a nord della Nuova Spagna nel secolo XVIII, nessuno omette la descrizione geografica dei territori che
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percorre. Nominare, descrivere e classificare il mondo fisico americano significa appropriarsene. Equivale a creare le conoscenze che permettono il suo sfruttamento strategico e trasmettere, attraverso questa geografia già colonizzata, il carattere epico e rivoluzionario dell’azione spagnola. La storia che a partire da allora comincia a scrivere l’uomo occidentale si scrive con idee occidentali e sul corpo fisico dell’America.
Il nuovo linguaggio che sta coprendo di nuovi significati il territorio del Nuovo Mondo governa anche il racconto della realtà presente e riscrive la memoria del passato. Pochi avvenimenti riflettono così chiaramente la relazione diretta tra l’esercizio del potere da parte di un nuovo gruppo sociale e l’elaborazione di un nuovo discorso storico, come la drammatica esperienza che cominciarono a vivere i popoli mesoamericani con la Conquista. La sconfitta militare fu immediatamente seguita dall’annichilamento della loro memoria storica.59
Con l’instaurarsi del dominio spagnolo gli indigeni smisero di essere i protagonisti delle loro circostanze storiche e si trovarono ad essere subordinati al conquistatore. Dall’inizio della Conquista gli indigeni vivevano e morivano sullo scenario americano senza che i loro atti avessero valore trascendente per il divenire storico. Nel racconto che scrive il conquistatore l’indio vivo non è soggetto di questa storia. Acquista importanza solo quando è riflesso o specchio o testimone dell’azione
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del conquistatore. Nella storia scritta dal vincitore, giace sconfitto e non ha l’uso della parola.60 Il protagonista
effettivo è la nazione conquistatrice di un nuovo mondo e di una vasta umanità pagana, e quindi gli agenti di questa epopea: il conquistatore, il frate evangelizzatore e i nuovi abitanti.
Insieme all’azione di conquista che istituì un nuovo soggetto storico, il conquistatore introdusse nel Nuovo Mondo la tradizione europea di interpretare gli avvenimenti storici. Il conquistatore trasporta alle circostanze americane l’antica concezione giudeo- cristiana sul senso della storia, mescolata alle idee escatologiche, millenariste e provvidenzialiste che proliferavano nell’Europa medievale.61
Ma il suolo americano non fu un ricettore passivo delle tradizioni storiche del vecchio mondo: al contrario fu un mezzo dove si scontrarono e si mescolarono queste diverse tradizioni con quelle native, che a sua volta generò uno sconvolgimento culturale e produsse diversi linguaggi storici, distinte maniere di vedere e registrare il passato.
Il primo effetto della conquista sulla memoria indigena fu la distruzione del sistema statale che gestiva il calendario e definiva la relazione con il passato. Il secondo fu la repressione di qualunque tentativo da parte dei vinti di esprimere e articolare la loro memoria.
60 Ibid. 61 Ibid.
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A partire dalla Conquista, la trasmissione del passato indigeno si produsse in un clima di repressione che soffocò ogni forma di ricordare il passato che fosse distinta da quella imposta dal vincitore. La maggior parte dei sistemi ideati dagli indigeni per preservare e trasmettere il loro passato divennero quindi ermetici, o si camuffarono con parvenze cristiane, o si chiusero in pratiche segrete. In questo modo ciò che inaugura la conquista è una collisione tra differenti visioni del passato, uno scontro culturale tra concezioni opposte del tempo.