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3 Le tradizioni culturali maya

3.1 Le lingue maya

Oggigiorno ci sono circa 2,5 milioni di individui che parlano 28 lingue maya. A parte gli Uastechi di Veracruz e di San Luis Potosí, costoro occupano una zona compatta negli stati messicani di Chiapas, Tabasco, Campeche, Yucatán e Quintana Roo, nella maggior parte del Guatemala e in parti di Belize, Honduras e El Salvador. Molti sono almeno in qualche misura bilingui con lo spagnolo, e tutte le lingue maya sono state influenzate dallo spagnolo e l’hanno a loro volta influenzato. Nondimeno per la maggior parte degli indigeni di quest’area il maya è ancora la lingua che si

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parla in famiglia. Nonostante la Conquista e secoli di trasformazioni sociali, le lingue maya hanno resistito bene: se alcune si sono spente o quasi, altre sono addirittura in espansione per numero di parlanti e territorio.

3.1.1 Storia delle lingue maya

La famiglia linguistica maya prende nome dalla lingua maya dello Yucatán, che gli studiosi chiamano oggi comunemente yucateco. Le lingue maya sono tanto simili, che l’opportunità di raggrupparle in un’unica famiglia linguistica è evidente, e tale apparve già in epoca coloniale.

Come suggerisce la geografia, le lingua maya (ad eccezione dello uasteco) sono state in contatto l’una con l’altra per molti secoli e spesso sfumano l’una nell’altra come le fasce ambientali della zona. I cambiamenti si sono diffusi da una lingua all’altra con vario grado di penetrazione a seconda dei fattori sociali relativi alle varie epoche. È quindi impossibile assegnare a tutte le lingue maya un posto fisso su un albero genealogico; in parte perché non sappiamo abbastanza della loro storia linguistica, ma anche perché un albero genealogico non rappresenta adeguatamente la complessità dei loro rapporti. È possibile tuttavia fornirne uno schema ponderato che consente alcune deduzioni storiche.

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I linguisti riconoscono generalmente tre sottogruppi principali di lingue maya: uasteco, yucateco e le altre (che potremmo chiamare “maya meridionale”). Si suppone comunemente che il protomaya si sia differenziato dapprima nello uasteco e nel progenitore delle altre lingua maya, e che quest’ultimo a sua volta si sia differenziato nello yucateco e nel gruppo maya meridionale.

Si conoscono oggi sei famiglie linguistiche appartenenti al ceppo linguistico maya, che sono: uastecano, che comprende uasteco e chicomucelteco (estinta); yucateco, che comprende: yucateco, lacandón, itzá e mopán; tzeltalano-cholano, che comprende: chortí, choltí (estinta), chol, chontal, tzotzil e tzeltal; grande kanjobaleano, che comprende: tojolabal, chuj, mocho, jacalteco, acateco e kanjobal; mameano, che comprende: mam, aguacateco, teco e ixil; e infine grande quicheano, che comprende: kekchí, uspanteco, pocomchí-pocomam, sacapulteco, sipacapa, tzutuhil, cakchiquel e quiché.

3.1.2 Struttura delle lingue maya

I sistemi di suoni delle lingue maya, come altri aspetti della loro struttura, presentano strette analogie. L’esempio più utile è forse lo yucateco, dato che tante parole yucateche sono diventate tradizionali negli studi maya. Il sistema di suoni dello yucateco moderno comprende cinque vocali, ognuna delle quali può essere

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breve o lunga. Lo yucateco è anche una delle poche lingue maya “tonali”: le vocali lunghe hanno intonazioni distinte, che possono essere o ascendente-discendente o costante basso, segnate rispettivamente con accenti acuti o gravi.

Lo yucateco ha diciotto consonanti, alcune delle quali presentano una caratteristica abbastanza diffusa nelle lingue del mondo: le consonanti “glottidalizzate”. Queste vengono articolate come le loro corrispondenti non glottidalizzate (semplici) tranne che simultaneamente o quasi le pieghe vocali della laringe si chiudono strettamente. L’allentarsi di questa chiusura ha un effetto fonetico percepito spesso come esplosivo e gutturale, termini che esprimono entrambi con esattezza una parte di ciò che avviene. Tutte le lingue maya hanno consonanti semplici e glottidalizzate, ma alcune ne hanno più di altre. Le lingue maya hanno anche arresti sonori che consistono semplicemente nel chiudere e nel riaprire soffiando le pieghe vocali senza una concomitante articolazione orale. Le lingue cholane hanno sostanzialmente gli stessi suoni dello yucateco, ma senza intonazioni distintive. Il chortí ha anche la consonante r, che manca nello yucateco (tranne nei prestiti linguistici dallo spagnolo, e, in alcuni dialetti, come alternante, o allofono, di l).

Uno dei compiti principali dei frati dell’epoca coloniale, che impararono lo yucateco e altre lingue maya, fu di inventare una grafia che permettesse di

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scrivere queste lingue nei dizionari, nei sermoni, nei catechismi, nei documenti legali etc., senza ricorrere alla scrittura indigena, apparentemente malagevole (e morente). I sistemi da loro creati erano basati sull’ortografia spagnola, con l’aggiunta di alcune nuove lettere e di vari segni diacritici apposti alle vecchie lettere. Questi sistemi ignoravano alcune caratteristiche delle lingue indigene (in particolare, nello yucateco, le intonazioni distintive), ma furono usati in modo efficace e sopravvivono tuttora nei testi scientifici come grafie tradizionali delle parole maya. Tali grafie sono state adattate ai caratteri tipografici moderni, ma in sostanza discendono direttamente dalle versioni coloniali. In questa sede è utilizzata una ortografia tradizionale, tranne per la rappresentazione di suoni che questa non distingue bene62.

62 L’ortografia delle varie lingue maya, come anche delle altre lingue

indigene mesoamericane, fu stabilita da studiosi spagnoli dell’età coloniale. Così trascritte le vocali maya si pronunciano come in spagnolo. Anche le consonanti sono pronunciate come in spagnolo, tranne alcune eccezioni:

c è pronunciata sempre dura ed è omofona di k; tz è pronunciata come fricativa alveolare sonora; x è una fricativa interdentale;

h è aspirata ed è omofona di j spagnola (alcuni testi preferiscono la

grafia j anziché h, ad esempio quelli pubblicati dall’Instituto Nacional de Antropología e Historia messicano)

L’accento di solito nelle lingua maya è regolare e cade sull’ultima sillaba; lo yucateco ha anche accenti di intensità o toni, ma questi non furono segnati dai lessicografi coloniali e qui sono omessi.

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