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M9, gli esordi

Capitolo 1. Verso l’M9

1.7 M9, gli esordi

Risale al 2005 l’idea di un museo a Mestre che raccontasse le trasformazioni che hanno caratterizzato il secolo breve e di cui la terraferma di Venezia ne è stata un esempio. Il progetto ha iniziato a concretizzarsi con l’acquisto dei primi lotti nella seconda metà del 2006, attraverso la società strumentale Polymnia Venezia srl e Rodella Sviluppo Immobiliare srl. Si deliberarono l’acquisto dei lotti e degli immobili siti in via Poerio, Brenta Vecchia e Pascoli, si trattava dell’ex caserma Matter e Pascoli, un’area complessiva di 6.500 mq a cui nel 2008 si aggiunse un blocco commerciale e direzionale (l’ex proprietà Volpato). La superficie complessiva in cui l’intervento si è realizzato è di 9.000 mq.

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Nella realizzazione del museo è stata fondamentale la convergenza con le istituzioni pubbliche e private, amministrazioni locali e gli organi di governo territoriali competenti: il Comune di Venezia, la Regione Veneto, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Venezia e Laguna, il MiBAC.

L’area M9 risultava regolata dal P.R.G per il centro storico di Mestre ed è in parte sottoposta a tutela essendoci edifici ai sensi del D.Lgs.42/04 e successive modifiche. Sono stati dunque ridisegnati i vincoli ricorrendo alla L.Reg. 35/01 (art. 32) attraverso la sottoscrizione di un Accordo di Programma nel 2009.

Lo scopo era quello di definire le caratteristiche fisiche dell’M9 e dunque i parametri edilizi e le tipologie di intervento fondamentali per indire il concorso internazionale di architettura e affidare al vincitore la progettazione. L’ Accordo ha riconosciuto la pubblica utilità dell’M9 raccogliendo il consenso unanime delle istituzioni interessate e stabilendo le competenze e gli obblighi oltre che le modalità di intervento per l’edificazione esistente e per quella di nuova progettazione.

L’Accordo di Programma venne richiesto dalla Fondazione di Venezia il 4 luglio 2008 attraverso una lettera inviata al Presidente della Regione, al Sindaco di Venezia, al Presidente della Provincia di Venezia e al Direttore Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto. Si giunse alla sua firma il 15 dicembre 2009, esso si configura come un piano urbanistico attuativo che definisce la tipologia di intervento ed il quadro generale di vincoli per l’area M9 entro il quale si è svolto il concorso internazionale di architettura.

Le finalità e gli obiettivi sono definiti all’Art.3, in particolare viene indicato l’obiettivo dell’intervento ovvero la costruzione di un polo culturale e ricreativo all’avanguardia, così articolato (Art.3 par.2, allegato A alla Dgr n.3568 del 24 Novembre 2009):

- il Museo del Novecento;

- uno spazio espositivo polifunzionale; - una mediateca;

- un’area per incontri, convegni, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni, etc; - caffetteria, bookshop e altri spazi commerciali similari;

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- uno spazio commerciale caratterizzato da una piazza coperta che ospiti attività di qualità, da tempo richieste dalla popolazione.

L’art.4 dell’Accordo identifica le modalità di intervento complessive, al paragrafo 1 dello stesso articolo si elencano la ristrutturazione dell’ex Caserma Matter e la sua trasformazione in un Centro Commerciale con piazza coperta, le demolizioni degli edifici e mura perimetrali lungo le vie Pascoli e Brenta Vecchia, la costruzione di un nuovo edificio destinato a funzione museale, l’apertura di un passaggio pedonale verso Corte Legrenzi ed interventi di raccordo alla viabilità pedonale esistente. Viene inoltre specificato al paragrafo 3 l’indizione di un Concorso Internazionale di architettura per identificare il soggetto che progetterà l’intervento M9.

Importante è che all’interno di detto Accordo, all’Art.5, si sottolinei il totale impegno da parte della Fondazione ad allocare le risorse necessarie alla realizzazione, le parti sottoscrittrici dell’Accordo non avranno alcun onere. Per quanto riguarda gli enti pubblici, essi con tale Accordo si sono impegnate a rilasciare i titoli autorizzativi senza la richiesta di ulteriori adempimenti.

Nel Gennaio del 2010 l’Accordo è stato ratificato dal Consiglio Comunale per poi essere reso esecutivo dal Presidente della Giunta Regionale attraverso un decreto.

Questo iniziale passaggio è stato fondamentale per l’avvio del Concorso internazionale di Architettura da parte della Fondazione, attraverso il quale sono stati individuati i progettisti per la realizzazione del polo culturale. La scelta di indire un concorso piuttosto che scegliere direttamente i progettisti è sempre stata una costante da parte della Fondazione la quale già parallelamente ai lavori per l’Accordo aveva istituito una Commissione Tecnica di Architettura per definire le modalità attraverso le quale si sarebbe dovuto svolgere il concorso.

È stato scelto un concorso di progettazione piuttosto che ad inviti, sei sono stati gli studi che hanno partecipato, conosciuti a livello internazionale e dotati di esperienza nella costruzione museale: Agence Pierre-louis Faloci, Carmassi Studio di Architettura, David Chipperfield Architects, Mansilla+Tuñón Arquitectos, Sauerbruch Hutton, Souto Moura Arquitectos.

Il 15 febbraio 2010 è iniziato il concorso, ai singoli studi è stato richiesto un sopralluogo oltre che fornito tutto il materiale necessario tra cui un dossier con tutte le richieste della

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committenza, la documentazione fotografica e gli esiti di indagini condotte sugli edifici e sul territorio. Il termine di presentazione dei progetti è stato il 15 giugno 2010, agli studi era stato richiesto una proposta di progetto per il nuovo edificio museale, il recupero degli edifici sottoposti a tutela e la definizione dell’assetto complessivo dell’area con piante, rendering, relazione tecnica e plastico. La giuria che ha esaminato il tutto era composta da sette membri, quattro rappresentanti della Fondazione di Venezia e tre esponenti esterni appartenenti a istituzioni nazionali e internazionali. Nella scelta del vincitore è stato tenuto conto della qualità dell’insediamento urbano, la corrispondenza del progetto con le richieste della Fondazione, la flessibilità degli spazi e l’utilizzo di soluzioni volte all’ecosostenibilità.

Il nome del vincitore, lo studio anglo tedesco Sauerbruch&Hutton, è stato annunciato ad Agosto 2010 durante l’inaugurazione della mostra dedicata ai progetti. Dal momento dell’annuncio dei vincitori del bando è iniziato a concretizzarsi sempre più il progetto, come verrà illustrato nel quarto capitolo vi è stato un percorso travagliato e complesso non privo di ritardi e polemiche che hanno portato dapprima alla firma della Convenzione Urbanistica nel giugno 2012 e poi all’avvio del cantiere nel 2014. La firma della Convenzione è stata cruciale per poter avviare i lavori, con la consegna del cantiere alla ditta appaltatrice, l’impresa Maltauro spa, l’11 giugno 2014.

La Convenzione non ha fatto altro che riconoscere gli impegni dell’Accordo di programma firmato nel 2009 e dare inizio all’attività vera e propria, dando il consenso alla Fondazione di Venezia, in particolare alla sua strumentale Polymnia, di avviare i lavori.

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