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L’Ecuador `e un Paese ricco di archeologia, anche se il pi`u importante strumento della politica e dell’investigazione archeologica, l’Instituto Nacional de Patrimonio Cultural (INPC) nasce solo nel 1978. Per molti anni chi controllava la parte archeologica del Paese erano la Banca Centrale dell’Ecuador ed i suoi musei. L’ex presidente Rafael Correa Delgado decret`o l’emergenza pa- trimoniale nel 2008, donando trentatr´e milioni di dollari per la sua gestione135. Nella provincia

di Manab´ı furono registrati pi`u di 700 siti archeologici, dimostrando cos`ı di essere la regione con pi`u concentrazione di reperti archeologici del Paese.

La ricerca archeologica di Manab´ı si pu`o suddividere in tre tappe136: una iniziale di grande

importanza per l’archeologia ecuadoriana, si chiama per´ıodo clasificatorio e corrisponde al pe- riodo che va dal 1880 al 1920. Con l’aumento delle investigazioni archeologiche in Ecuador alla fine del 1800, inizi 1900, cominciarono a diffondersi anche episodi di saccheggio di tom- be antiche: “los huaqueros” si dedicavano alla ricerca di tombe ricchissime di artefatti di oro. La maggior parte dell’oro archeologico veniva poi fuso e rivenduto per il suo valore, mentre il commercio di reperti di altro materiale (ad esempio di ceramica) diede vita ad un collezionismo interessato alla storia locale137.

Il secondo periodo viene chiamato periodo storico culturale e ricopre l’epoca che comincia nel 1920 e termina nel 1950. `E l’epoca delle guerre, ma anche di nuove investigazioni archeologi- che e di nuove pubblicazioni, come la rivista “Una Gran Marea Cultural”(1930) scritta da Don Jacinto Jij`on, che si centrava proprio sulla cultura manabita.

Si passa infine a quello che `e noto come secondo per´ıodo clasificatorio nel 1950-1970, che sar`a un periodo di studio concentrato sulla cultura Mante˜na, favorito dagli scavi di Matthew e di Ma-

C.R. Borchart de Moreno, La Audiencia de Quito: aspectos econ´omicos y sociales (Siglos XVI-XVIII), Quito, Banco central de Ecuador, 1998.

134http://www.lahornacina.com/noticiasecuador.htm (consultato il 27/04/2019).

135Ministerio Coordinador de Patrimonio, Decreto de emergencia del Patrimonio Cultural; un apor-

te in´edito al rescate de nuestra identidad 2008-2009, p.15. (consultabile al sito https://issuu.com consultato il 26/04/2019).

136Ho trovato pochissimo materiale sulle ricerche archeologiche in Ecuador, anche perch´e l’interesse

per le civilt`a locali `e maturato solo a partire dalla fine del XIX secolo grazie a spedizioni europee. Sulla nascita della scienza archeologica in Ecuador e i suoi sviluppi, in particolare nella provincia di Manab´ı, pu`o essere utile J. G. Marcos, T. Hidrovo Qui˜nonez, Arqueologi´ıa y etnohistoria del Se˜norio de Cancebi´ı en Manabi´ı Central, Manta, Universidad Laica Eloy Alfaro de Manab´ı, 2010.

137“Los huaqueros empezaron a guardar algunas de las piezas de cer´amica y artefactos de otros materiales

que hallaban en las b´usqueda de piezas de oro y al encontrar personas interesadas en su adquisici´on, abrieron un nuevo mercado, ayudando a crear una nueva clase de coleccionistas, aquellos que empe- zaban a interesarse en la historia cultural de su regi´on” J. G. Marcos, T. Hidrovo Quin˜n´oez, cit., 2010, p.15

rion Stirling nella zona di Tarqui e quelle di Emilio Estrada in varie zone di Manab´ı, e queste scoperte contribuirono alla conoscenza di nuove fasi culturali138.

In un passato, non molto lontano, dominava la concezione locale che la cultura si limitasse a piccoli gruppi privilegiati che avevano avuto la possibilit`a di arricchirsi culturalmente, mentre la maggior parte delle popolazioni erano considerate incolte. Dopo l’arrivo degli spagnoli ci fu un’imposizione generale della loro cultura, dei loro usi e costumi, questa era l’unica cultura che veniva accettata, quella spagnola. Dall’Africa cominciarono ad arrivare schiavi, ai quali a loro volta era proibito portare caratteristiche culturali proprie, essendo considerati come oggetti, pri- vi di libert`a. Le uniche persone che potevano manovrare e disegnare le caratteristiche culturali erano le persone che possedevano potere a livello politico, economico e religioso.

Al giorno d’oggi per`o alcuni concetti hanno cominciato a farsi spazio come l’identit`a cultura- le, la pluriculturalit`a139, la cultura popolare. Questo cambio concettuale deriva dalla diffusione dell’antropologia culturale come disciplina scientifica che aspira a comprendere nel modo pi`u chiaro i gruppi umani che organizzano la loro vita, anche se sono guidati da capi di Stato che organizzano la loro vita in maniera distinta. Dentro uno stesso Stato, infatti, esistono diverse forme di comportamento, diverse idee, diverse visioni della realt`a. Con la diffusione del concet- to di “cultura popolare” infatti non ci si limita pi`u a parlare di cultura solo in riferimento ad una ´elite privilegiata, ma facendo riferimento ad un’antropologia culturale che fonda i suoi studi su tutta la popolazione, la quale si caratterizza per la sua diversit`a e per la sua ricchezza di compor- tamenti. La cultura `e infatti una componente essenziale dell’essere umano, ed esprime alcune differenze che ci distinguono rispetto alle altre popolazioni del mondo140. Nello specifico vedia- mo che nella provincia di Manab´ı, a differenza della zona della Sierra e dell’Amazzonia, non vi sono comunit`a indigene. Nella provincia ci sono elementi generali e comuni che costituiscono la forma di essere dell’ecuadoriano della costa.

“Cuando se habla de cultura popular [...] creacion espontanea del pueblo, como su memoria convertida en mercancia, o bien como el espectaculo exotico de un atraso que la industria va reduciendo a curiosidad para turistas”141. L’architetto Evelia Peralta dunque parla della cultura

popolare come della memoria collettiva della popolazione, che per`o viene esposta come un pro- dotto turistico142.

138J. G. Marcos, T. Hidrovo Qui˜n´onez, cit., 2010, p.16.

139Per la prima volta la Costituzione del 1988 qualifica l’Ecuador come uno stato “pluricultural y mul-

ti´etnico” (pluriculturale e multietnico). “El Ecuador es un estado social de derecho, soberano, unitario, independiente, democr´atico, pluricultural y multi´etnico”.

140M. Naranjo Villavicencio (Coordinador de la investigaci´on), La cultura popular en el Ecuador, To-

mo IX, Manab´ı, segunda edici´on, Cuenca, Ecuador, Centro Interamericanode Artesan´ıas y Artes Populares, CIDAP, 2010, p.13.

141E. Peralta, Arquitectura popular y arquitectura acad´emica en Quito. Fines del siglo XIX y media-

dos del XX en Artes acad´emicas y populares del Ecuador, Quito: Abya Yala, A. Kennedy editora, Fundaci´on Paul Rivet, 1995, p.61.

L’espressione “sentirsi manabita” non `e altro che un sentimento di conferma di un’identit`a tipica locale, che comprende tutte le differenze che distinguono le persone della zona presa in esame dalle altre. Non bisogna dimenticare che, anche con la modernizzazione, la popolazione `e per la maggior parte rurale ed `e proprio in questo che molto spesso le persone si identificano, nella parte rurale della zona. Ma c’`e molto altro. La realizzazione di feste popolari, di ricorrenze religiose, di celebrazioni tipiche, la conservazione di un’arte culinaria propria, sono impregnate di una connessione profonda che riguarda l’identit`a popolare manabita143.