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le

donne non

s'intendono in materia

. d’affari,oraè obbligatodifarmichiamare.

Me

ne intendo piùdi lui,ese

non

avessi testa per due...

Ah

signore,quanto

sono

contentadi divenirvi suocera (uia).

Desro. Sietetroppo gentileiAh!

non ho

po-tuto trovare

un

pretesto...

Appena

io

propo-SU'

ATTO

MIMO

nova

una qualche difficoltà,cheilsignor Bertrand si affrettava a cedere.

Nou

ho

mai

veduto

un uomo

tantocondiscendente., fatutto ciòchevoglioio.

E

Després non ri-torna... quasi quasi

me

neandrei...

Oh!

non

convieneancora.

SCENA

V.

Desprésedetto.

Desp.

Quale

scoperta,amico mio, quale sco-perta! tutto ci seconda!tutto ci favorisce!

Sappiateinprima che ho vedutoilvostro futuro cognato.

Desto. Davvero?

Desp.

Sono

montato nel vostro cabriolè ed

andava come

ilvento.In fondo al

Bou-levard,e precisamentein faccia allaporta san Dionigi, mitrovo attorniato dalla mol-titudine delle carrozze: perfortuna urto in

un

calesse,indovinate?...Eraquello del signor Martigny che usciva dalDiorama:

mi

slancio allaportiera...

Desro. Bravo!gliavete parlato di

me?

Desp.

Ho

gettata qualche parola:

ma non polendo

abbordarela grandiscussione,gli

ho

chiesto

un

colloquio,ed atreore pre-cise noi lotroveremoalla banca.

Ho

fatto di più, mi ha datopermessodicondurvi alla sua festa di ballo.

Oh!

questo è

un

favore segnalalo.

Una

festa a cui

iuter-DigitizedbyGoogle

vu 1 TUR QUARTIERI DI PARTO!

verrà tutta Parigi!

Quando

dico tutta

Pa-rigi... intendodire i personaggi più

di-stinti.

La

vostra anticafamiglia Bertrand

non

visarà, siatenesicuro. Avevagià ne-gatotrecento invili...

ma

al suo

amico

Després...

Desro. Siete

un uomo

impareggiabile.

Des.

Lo

so.

Ora

sappiatechesiete libero.

E

voichecosa avetefatto di buono?

Desro. Nulla,amico mio:

non

v'ha

mezzo

a pretesti: essi sono

meco

tanto compia-centi...

Desp. Ebbene, l’amore,sì,l’amoreche s’in-troduce daper tutto,è venutoa soccor-rervi.. ascoltatemi. Attraversando il

ma-gazzino,iocorrevaansiosamente:lavostra bella pretesa era al banco tenendo il la-voro da una

mano,

edall'altra l’ago, ese

ne

stava nella più stretta immobilità...

Passandole vicino,l'hosalutata graziosa-mente,

come

fo sempre:ella non fece a

me

la

menoma

attenzione..Alloraho vo-lutoosservarequal fosse l’oggettoche la ritraeva tuttaa sè, edho veduto, distin-tamente, cheeradiretta sopra il signor Gustavo che scendeva in quei punto.

Desro. Gustavo!

Desp.Sì,quelgiovinastroche qualchevolta ardiscediscutereconnoi.

Non

saprei dirvi qual molo,o piuttostoqualeistinto di cu-riosità mi spinse aprolungarele mie os-servazioni. Senza alcunaspecie

d'atfctla-Digitize

ATTO PRIMO 23 zioncmisonopostoa parlare di politica condue altri giovanidel inagazzino; ed intanto

non

perdevadi vistauè Gustavo, nèmadamigella Giorgina. Il

primo

spie»

qando una pezza di jaconet,guardava di soppiatto la seconda, la qualeappena se ne avvide, ripreseall'istanteil di lei la-voro, nelmentre cheilgiovine, tralasciando ilsuo, teneva gliocchi fìssi fìssi sulla giovinetta con unaespressionelapiù

amo-rosa, e perconseguenza la più ingenua chesipossa immaginare.Dedicati intiera-mentea loro stessi, unici al inondo, in mezzoa venti individui,iolivedeva par-lare cogliocchi, e voi sapete che il lin-guaggio degliocchi

cammina

con la ra-pidità del baleno...In cinqueoseiminuti secondi,essi ebbero cinque oseiconverr sazioni... conversazioniconsecutive.

Desio.

Veramente! E

cosaconcludete?

Desp.

Concludo

chevi èfra loro...simpatia, amore.

Desro.

Avete

ragione. Questogiovinastroha osato innalzare le sue pretensioni sulla figlia del di lui principale, efarsi

amare

a preferenzadi me?..

Ma

che dico? ciò mi è utilissimo. Soio quelloche

devo

fare. Després, lasciatemi solo seco loro, parlerò

con

fuoco,con eloquenza.

Desp. Sì,

con

eloquenza...ue avete?

Desro.

Prima

di partireper l'America era sostituto di unprocuratore: se fra una

a4 . I TRE QUARTIERI DI PARIGI mezz’ora non

mi

trovate libero e sciolto dellamia parola...

Desp.

Appunto

la marchesa d’Olmare miha

' pregatodi prenderle per

domani

sera in affitto

un

palcoalteatro di

Madama:

egli è quivicino, v’andrò...

Desro.

Come!

V’incaricate anche...

Desp. Sì,questo m’accadespesso... pagoil

palco,mi sirimborsa del prezzoe

mi

si olire

un

bigliettod’ingresso:questoèl’uso.

Dirò a Gustavo chevolete parlargli, non è vero?Coraggio,chediavolol

non

siete fatto pervegetare.

Desro. Sì,

non

sono fatto per vegetare in

mezzo

allaloro lana,alloro cotone edai loro parenti farmacisti.

Desp. Signor Gustavo,signorGustavo

(chiamando).

Desro. Gli parlerò.

Desp.

Sangue

freddo, calma...Ilsignor Des-rosiers desidera parlarvi

(

a

Gustavo), e soprattutto beiconcetti...cheparlino

dal-l’anima, se lopotete (via).

SCENA

VI.

|

Gustavoe detto.

Gus. Signore,voidesiderateparlarmi?

Desro. Sì,buon giovane* i

momenti

sono preziosi;spieghiamoci chiaramente econ franchezza.

ATTO PRIMO 25

«fe Gus.

Sono

prontoarispondervi.(Se

mi

cerca mi trova: anoi.)

ih Desro. Credete chei più secreti seritintoti

11

di

un

gioviuotto inespertopossano

sfitfg-9

girealla mia penetrazione? Ditemi,lo cre-dete?

Gus.£vele premesso di favellarmi chiara-ol

mente,ed io

uou

vicapisco.

s Desro.

Mi

capirete.

Sono

quindici giorni

da-ll55 chèfuiintrodotto inquesta casa:ho

chie-l0- stoladestra dimadamigella Bertrand,

sona

stato beneaccettoalpadre edallamadre...

laragazzaparve nonisdeguarelemiecure...

|[

La

vanità

non

miaccieca: mi conosco,e

a confessochelamiafortunahacontribuito a rendermi

un

conveniente partito.

Gus.

E

possibile.

h) Desro. Madamigella èamabile. Io sarei fe-liceesuperbo diventando suo sposo;

ma

ei io

non

saprei desiderareunafelicità

acqui->' statasulla disgraziadi

un

rivale.

Gus.

Che

dite,signore?

(Oh

Cielo!) 'Desro.(Siconfonde,

non

cisiamoingannati.)

Io adoro Giorgiua,

non

credodispiacerle:

si farannoin brevele pubblicazioni...il cestellino dicostume è donato... Questa sera

medesima

sisottoscriveràilcontrailo...

Ebbene,

tal qual mivedete, sono capace di

un

sagrifizio...crudele sì,tuache avrò la forza di compiere, se l’onore

me

lo impone, eselamia unione devecostare

un

sospiro,

uu

tenue dispiacere a quella F.li.1

he

Quartieri di Parigi 2

26 I TREQUARTIERI DI PARIGI dicui io era degno dìassicurare la

fe-Iicilà.

(gus.

Ah

signore,non mi sareimaiatteso...

4«ìfro locredevaavido,interessato.) Desro. Mio amico,sì,amicomio...guardatemi

senza tema... Voi amate madamigella.

Gus.lo?...

Desro.Si,lo celate invano.

Gas.Ebbene...l’amo eoatutta laforza del-l’anima. Lavostraconfidenza rinvigorisce

, la mia,esento che,ho bisognodiaprirvi ilmio cuore.

Desro. Parlate, parlate;ilmio ha d'uppo di ascoltarvi.(Non riesco male, ini sembra.) Gus.

Da

sei mesiche sonoin questa casa, non hopotutovedere madamigella senza amarla.

Mio

padre è un negoziante di

Reims

clicgode diqualche fortuna,

ma

io sono tantogiovine, ch’egliinni pensa ancora acollocarmi. IsignoriBertrand

mi

avevano presoa ben volere:mi lusingava che fra un annoodue avrei finalmente ottenuto... siete comparso voi,e per

me

.tutto ha cangiato d’aspetto. Devo dirlo?

Finodal primo istantevi mirai con

una

specie. d’odio, egià desiderava àncora di trovare convoi quislione...perchè...

Desro.

Non

ci mancherebbe altro.

Gus. Ali signore,non supponèvatantabontà, tanta elevatezza d’animo.

Desro.

Neppnr

io,mio caro. Parliamo da amici. Sietevoi riamato?- . »•

I

ATTOPRIMO V) Gus.

Non vho

mai osato... Eli no! scoia dubbio io

noo

sono amato, poiché olla sposa voi.

Desio.

Qualche

voltale

douue amano uno

e

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