In particolare per il territorio comunale di Azzate sono stati riconosciuti i seguenti ambiti e fenomeni:
A: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti
− A.3: Aree di frana attiva.
− A.4: Aree di frana quiescente.
− A.11: Aree a pericolosità potenziale per la presenza di terreni sciolti su pendii a inclinazione medio elevata.
− A.13: Aree a pericolosità potenziale legate alla presenza di terreni a granulometria fine su pendii inclinati.
− A.18: Aree caratterizzate da pendenze da basse a medie con pericolosità potenziale bassa.
B: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico
− B.3: Aree a bassa soggiacenza della falda.
− B.5: Aree con medio grado di vulnerabilità dell’acquifero.
C: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
− C.3: Aree potenzialmente inondabili individuate con criteri geomorfologici.
− C.4: Aree soggette ad esondazioni lacuali.
− C.7 - Aree interessabili da fenomeni di dinamica fluviale (esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio):
− C.7.1 – Aree a pericolosità elevata o molto elevata.
− C.7.2 - Aree a pericolosità media o bassa.
− C.9: Aree potenzialmente interessate da flussi di detrito in corrispondenza dei conoidi pedemontani di raccordo collina-pianura.
− C.9.1: Area di conoide attivo con pericolosità molto elevata.
− C.9.2: Area di conoide con pericolosità media o bassa.
D: aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche
− D.1: Aree di possibile ristagno d’acqua.
− D.2: Aree prevalentemente limo-argillose con limitata capacità portante.
F: altre aree
Studio geologico del territorio comunale di Azzate
87
− F.1: Aree da debolmente acclivi a pianeggianti con fenomeni geologici ed idrogeologici non rilevanti
12.2 D
ESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI DI SINTESILe varie classi descritte di seguito indicano le tipologie di dissesto che le interessano, dando dei riferimenti geografici per la loro individuazione nelle cartografie tematiche relative.
A. Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti Le aree appartenenti a questa tipologia comprendono sia i settori interessati da fenomeni di instabilità in atto (delimitabili in base ad evidenze di terreno e/o ad informazioni storiche) sia quelli potenzialmente instabili.
A.A.33:: AAREREEE DDI I FFRRANANAA AATTTTIVIVAA
Si tratta di due distinti corpi franosi ubicati uno lungo le scarpata di erosione fluviale della Roggia Valciasca (presso C.na Ninet) e l’alto lungo la Roggia Vecchia (tra Molinello e Molino di Rocco); si tratta di scivolamenti rotazionali che interessano i depositi limoso argillosi e in alcuni casi i soprastanti depositi sabbioso ghiaiosi di origine morenica.
A.A.44:: AAREREEE DDI I FFRRANANAA QQUUIIEESSCCEENNTTEE
Si tratta di un settore prossimo alla località Molinello (sulle sponde della Roggia Vecchia) al limite meridionale del corpo franoso definito attivo. Questa porzione non manifesta evidenti tracce di attività recente.
A.A.1111:: AARREEEE AA PEPERRICICOLOLOOSSIITTÀÀ POPOTTEENNZZIIAALLEE PEPERR LLAA PRPRESESEENNZZAA DDII TETERRRRENENII SCSCIIOOLLTTII S
SUU PPEENNDDIIII AA IINNCCLLIINNAAZZIIOONNEE MMEEDDIIOO EELLEEVVAATTAA
In queste classi sono inserite le aree nelle quali sono stati riconosciuti i tipici fenomeni di versante, quali limitati smottamenti, solchi di ruscellamento concentrato e diffuso. Sono pure inserite le aree nelle quali questi fenomeni non sono sviluppati in modo evidente, ma che presentano simili caratteristiche di acclività e di litologia. Si tratta quindi di tutte le aree a pendenza medio – alta impostate sui depositi
morenici e fluvioglaciali; il grado di pericolosità ricavato dallo studio di dettaglio è medio (H3) e basso (H2).
A.A.1133:: AAREREEE AA PPEERRIICCOOLLOOSSIITTÀÀ PPOOTTENENZZIIAALLEE LELEGGAATTEE AALLLLAA PPRREESSEENNZZA A DDII TTEERRRREENNII A A G
GRRAANNUULLOOMMETETRRIAIA FFIINNEE SSUU PPEENNDDIIII IINNCCLLIINNAATTII
Sono cosi delimitate le aree dei versanti della Roggia Valciasca e della Roggia Vecchia, caratterizzate dalla presenza di terreni fini limoso argillosi, che presentano inclinazioni medio-alte ed evidenziano la presenza di fenomeni geomorfologici attivi, sia lungo il pendio, sia alla base per la presenza di un corso d’acqua in forte erosione.
Sono stati compresi anche settori con scarse evidenze di dinamica geomorfologica attiva, nei quali lo studio di dettaglio ha evidenziato una pericolosità elevata (la litologia e l’inclinazione del pendio costituiscono fattori predisponenti, soprattutto in concomitanza di eventi meteorici intensi e prolungati).
A.A.1188:: AARREEEE CCARARAATTTTEERRIIZZZAZATTEE DDAA PPEENNDDENENZZEE DDAA BBAASSSSE E AA MMEEDDIIEE CCOONN P
PEERRIICCOOLLOOSSIITTÀÀ PPOOTTENENZZIAIALLEE BBAASSSSAA
Appartengono a questa categoria i pendii ad inclinazione medio-bassa caratterizzati dalla presenza di litologie prevalentemente granulari, (depositi glaciali e fluvioglaciali). La pericolosità per queste aree è medio bassa (H2 – H1). In occasione di intense e prolungate precipitazioni si verificano fenomeni di ruscellamento non incanalato con la possibile evoluzione in processi franosi di modesta entità, dovuti sia alle pendenze sia alle caratteristiche geotecniche dei terreni sciolti.
Le aree sono state definite in base alle verifiche apportate in loco ed alla successiva analisi della carta clivometrica e comprendono anche settori coinvolgibili anche indirettamente dai fenomeni stessi.
B. Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico B
B..33:: AAREREEE AA BBAASSSSAA SSOOGGGGIIAACCENENZZAA DDELELLLAA FFAALLDDAA
In questo ambito rientra una fascia di territorio localizzata nel settore settentrionale del comune, compresa tra il Lago di Varese ed una quota di circa 244 m s.l.m.. Si riscontrano diversi punti di
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89 emergenza idrica che indicano la presenza di una falda sub-superficiale drenata dal Lago. L’importanza di questo sistema acquifero è ridotta sia per il suo carattere discontinuo sia per le modeste portate espresse; non è utilizzato a scopo idropotabile.
B
B..55:: AAREREEE CCOONN MMEEDDIIOO GGRRAADDOO DDI I VVUULLNNEERRAABBIILLIITTÀÀ DDELELLL’’AACQCQUUIIFFEERROO
Appartengono a questa categoria tutte le aree caratterizzate dalla presenza di depositi fluvioglaciali a prevalente componente sabbiosa;
in questi settori è presente una tavola d’acqua discontinua a debole profondità che però non risulta protetta da terreni a bassa permeabilità. L’acquifero non è però sfruttato a scopi idropotabili.
C. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
C.C.33:: AARREEEE PPOOTTEENNZZIIAALLMMEENNTTEE ININOONNDDAABBIILLII IINNDDIIVVIIDDUUAATTEE COCONN CRCRIITTEERRII G
GEEOOMMORORFFOOLLOOGGICICII
In questa classe sono stati inclusi i fenomeni di esondazione che possono coinvolgere tutta l’area a N della S.P. 36, con grado di pericolosità medio o moderato per la bassa frequenza (indicativamente tempi di ritorno superiori a 100 anni) e per i modesti valori di velocità ed altezze d’acqua. In questa zona convergono le acque della Roggia Valciasca (area di un antico conoide pedemontano) e della Roggia Vecchia. La delimitazione dell’area potenzialmente inondabile è stata effettuata in base a criteri geomorfologici.
C.C.44:: AARREEEE SSOOGGGGEETTTTEE AADD EESSOONNDDAZAZIIOONNII LLAACUCUAALLII
Comprende le sponde del Lago di Varese fino ad una quota di c.ca 240 m s.l.m., considerata la massima quota di esondazione in base alle misurazioni del livello del lago effettuate dal Consorzio del Fiume Bardello (valore di 239,9 m s.l.m. all’idrometro di Gavirate raggiunto il 2 dicembre 2002).
C.C.77 -- AARREEEE IINNTTEERREESSSSAABBIILLII DDAA FFEENNOOMMEENNII DDII DDIINNAAMMIICCAA FFLLUUVVIIAALLEE ((ESESOONNDDAAZZIIOONNII EE D
DIISSSSEESSTITI MMOORRFOFOLLOOGGIICCI I DDII CCAARRAATTTETERREE TTOORRRRENENTTIIZZIIOO) )
-- CC..77..11::AARREEEE AA PPEERRIICCOOLLOOSSITITÀÀ EELLEEVVAATTAA OO MMOOLLTTOO EELLEEVVAATTAA
-- CC..77..22::AARREEEE AA PPEERRIICCOOLLOOSSITITÀÀ MMEDEDIIAA OO BBAASSSSAA
Sono incluse in queste due classi (C.7.1 e C.7.2) tutte la aree adiacenti ai corsi d’acqua che presentano fenomeni di esondazione e dissesti morfologici di carattere torrentizio. Le aree che presentano fenomeni particolarmente rilevanti sono state inserite nella carta dei dissesti come aree a pericolosità molto elevata (Roggia Valciasca e settore superiore della Roggia Vecchia ed i suoi affluenti principali: Roggia Roncasnino, Fosso del Fontanone e Fosso della Fornace) e media o moderata (parte di valle del T.
Roggia Vecchia), e nelle aree di frana attiva (Fa) e di frana quiescente (Fq), laddove presenti questo tipo di fenomeni di dissesto (Roggia Valciasca e Roggia Vecchia). L’erosione fluviale attiva al piede dei versanti causa numerosi fenomeni di smottamento: i più significativi sono stati osservati lungo la Roggia Valciasca (a valle di via Cavour) e il T.te Roggia Vecchia (tra Cascina Molinello e Molino di Rocco) e sono rappresentati da scivolamenti e colate attive e quiescenti. In genere si tratta di fenomeni di piccole dimensioni che provocano accumuli di materiali in alveo, restringendone la sezione, e un costante arretramento del ciglio; sono anche osservabili fenomeni di esondazione (Roggia Vecchia presso Molino di Cesare, Roggia Valciasca presso l’omonima cascina e Roggia Cascina Monteruzzo) localizzati nei settori dove sono presenti sponde e argini più bassi, o fenomeni di spagliamento, dove l’alveo del corso d’acqua perde definizione in corrispondenza di zone pianeggianti (Fosso di via Mascagni, Roggia della Fontana di Vegonno, Roggia Erbamolle).
C
C..99:: AARREAEA POPOTTEENNZZIIAALLMMEENNTTE E IINNTTEREREESSSSAATTAA DDAA FLFLUUSSSSII DDI I DEDETTRIRITTOO ININ CCOORRRRISISPPOONNDDENENZZAA DDEIEI CCOONNOOIIDDII PPEEDDEEMMOONNTTAANNII DDII RRACACCCORORDDOO CCOOLLLLIINNAA--PIPIAANNUURRAA
Quest’area, situata lungo la Roggia Valciasca, poco a monte della S.P. 36, è costituita da un antico conoide con probabile accumulo di
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91 colata detritica. Si ritiene quindi che in condizioni di piogge eccezionalmente intense ci sia la probabilità di ripetizione di quei fenomeni di trasporto in massa che hanno portato alla formazione delle strutture geomorfologiche riconosciute; in base alle osservazioni e agli studi di dettaglio effettuati le aree attive ed interessabili da accumuli di colata detritica con pericolosità molto elevata (C.9.1) sono limitate all’alveo del corso d’acqua, mentre le aree circostanti presentano una pericolosità media o bassa (C.9.2).
D. Aree contraddistinte da scadenti caratteristiche geotecniche D.D.1:1: AARREEEE DDI I PPOSOSSSIBIBIILLEE RRIISTSTAAGGNNOO,, TTOORRBBOSOSEE EE PPAALULUDDOSOSEE
Ricadono in questa categoria le aree che presentano consistenti ristagni idrici, localizzati in corrispondenza di litologie limose e argillose. Il fenomeno di ristagno è favorito dalla bassa permeabilità tipica di depositi fini aventi inoltre scarse caratteristiche geotecniche.
Nel territorio comunale sono localizzate in corrispondenza del lago di Varese, in alcuni tratti prossimi agli alvei dei corsi d’acqua ed in localizzate depressioni morfologiche.
D.D.2:2: AARREEEE PPRREEVVALALEENNTTEMEMEENNTTEE LLIIMMOOSSOO--AARRGGILILLLOOSSEE CCOONN LILIMMITITAATTAA CCAAPPAACCIITTÀÀ PPOORRTTAANNTTEE
In questa classe si possono identificare le aree che presentano caratteristiche geotecniche scadenti, caratterizzate dalla presenza di limi sabbiosi con torbe e da limi e limi argillosi. Sono presenti nella zona del lago di Varese a valle della S.P. 36 e nelle principali incisioni fluviali (Roggia Valciasca e Roggia Vecchia). Sono stati inclusi in questa classe anche i depositi sabbioso limosi e limoso argillosi presenti nel settore mediano del territorio comunale (via Piave).
E. Interventi in aree di dissesto o di prevenzione in aree di dissesto potenziale
Durante i rilievi effettuati sono state riconosciute diverse opere antropiche per la difesa di aree in dissesto o per la prevenzione in aree di dissesto potenziale.
Sono stati distinti:
interventi sui versanti (E.1), rappresentati da gabbionate per il contenimento dei pendii in frana (frana a valle di via Cavour) o da muri di contenimento e gabbionate per il sostegno al piede di versanti molto acclivi (via dei Boschi, via delle Serre).
interventi lungo i corsi d’acqua, rappresentati prevalentemente da opere longitudinali quali scogliere in massi ciclopici, gabbionate, muri in c.a. (E.2) e palificate in legno (E.3) per la difesa spondale dall’erosione;
secondariamente sono stati osservati alcuni interventi trasversali come briglie e soglie (E.4).
F. Altre aree
Si tratta di quei settori del territorio comunale dove non sono stati riscontrati fenomeni di carattere geologico e geomorfologico particolarmente incidenti.
F.F.11:: AARREEEE DDAA DDEBEBOOLLMMEENNTTEE AACCCCLLIIVVII AA PIPIAANNEGEGGGIIAANNTTI I CCONON FFEENNOOMMEENNII GGEOEOLLOOGGIICCI I EEDD IIDDRROOGGEOEOLLOOGGIICCI I NNONON RRILILEEVVANANTTII
Rientrano in questa categoria di sintesi quelle aree che non mostrano particolari fenomeni d’instabilità potenziali o in atto, che presentano una morfologia semi pianeggiante o poco ondulata con pendenze inferiori ai 15°.
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93
13 FATTIBILITA’ GEOLOGICA
Tutte le analisi condotte permettono la definizione di questo elaborato (Tav. n. 10 e 11), che mediante la valutazione incrociata degli elementi cartografati, individua e formula una proposta di suddivisione dell'ambito territoriale d’interesse in differenti aree, che rappresentano una serie di "classi di fattibilità geologica". Tale elaborato non è da intendersi come una semplice carta del rischio geologico ma rappresenta una sintesi più applicativa delle problematiche connesse al territorio, unitamente alla situazione urbanistico-ambientale dell'area.
Sulla base delle indicazione formulate dal Servizio Geologico della Regione Lombardia è proposta una classificazione costituita da differenti classi, in ordine alle possibili destinazioni d'uso del territorio;
sono zone per le quali sono indicate sia informazioni e cautele generali da adottare per gli interventi, sia gli eventuali studi e le indagini di approfondimento.
In base alle valutazioni effettuate, considerando gli elementi geologici, geomorfologici ed idrogeologici riconosciuti, il territorio comunale è stato suddiviso in tre classi di fattibilità geologica:
• classe di fattibilità senza particolari limitazioni (1);
• classe di fattibilità con modeste limitazioni (2);
• classe di fattibilità con consistenti limitazioni (3);
• classe di fattibilità con gravi limitazioni (4).
Nelle zone di passaggio tra le differenti classi di fattibilità geologica, sia per i limiti grafici delle basi topografiche utilizzate che per i possibili mutamenti naturali del territorio, dovrà essere prestata particolare attenzione all’intorno dei limiti, considerando l’eventualità che essi possano subire rettifiche negli studi di approfondimento in base ad indagini geologiche specifiche.
Si ricorda che per tutte le aree, indipendentemente dalla classe di fattibilità geologica, valgono le prescrizioni dettate dal D.M.
14.01.2008: “Norme tecniche per le costruzioni”.