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P ROGRAMMA E METODOLOGIA DI LAVORO

Nel documento Studio geologico del territorio comunale (pagine 9-16)

Per la verifica territoriale si è fatto riferimento allo standard di lavoro individuato nella vigente normativa regionale.

Si è provveduto pertanto ad una prima fase di raccolta dati presso enti pubblici e privati, di carattere generale (geologici, ambientali, idrologici, storici ecc.), che ha permesso di redigere le cartografie tematiche di base del territorio in oggetto.

Con l'aiuto delle tavole derivate e con l'ausilio di indagini puntuali, utilizzando le basi topografiche esistenti, è stata definita come elaborato finale la "Carta di fattibilità geologica", che sintetizza, con una valutazione incrociata degli elementi raccolti, la situazione del territorio suddividendo lo stesso in classi di fattibilità geologica, cioè in aree a differente grado d’utilizzo del territorio.

La classificazione fornisce, oltre alla possibile destinazione d'uso, le cautele da adottare per gli interventi, gli studi ed eventuali altre indagini puntuali da effettuare.

Lo studio presenta valutazioni di carattere generale, pertanto la presente relazione e gli allegati cartografici non possono ritenersi esaustivi di problematiche geologico-tecniche specifiche.

Certamente tale documento non può e non deve sostituire la normativa vigente (es. D.M. 14/01/08, Testo Unico delle Costruzioni) ma rappresenta il punto di partenza per scelte territoriali ed urbanistiche.

3 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il Comune di Azzate è situato ai piedi delle Prealpi Varesine, a ridosso del Lago di Varese: a nord confina con il Comune di Varese, a est con il Comune di Buguggiate, a ovest con i comuni di Galliate Lombardo e di Daverio, a sud con i comuni di Brunello, Crosio della Valle e Sumirago.

Il territorio si sviluppa su una superficie di poco inferiore ai 5 kmq ed è caratterizzato da una morfologia pianeggiante nel settore settentrionale e a ridosso del lago, interrotta da brusche variazioni di pendenza verso il centro abitato , al Castello ed in corrispondenza dei rilievi meridionali.

Le quote altimetriche variano dai 238 m s.l.m. della sponda del Lago di Varese ai 413 m s.l.m. del dosso di S. Quirico, con un gradiente medio del 7% c.ca.

L’idrografia è caratterizzata dalla presenza di due corsi d’acqua principali, la “Roggia Vecchia”, che costituisce il confine occidentale con il Comune di Galliate e la “Roggia Valciasca” che delimitano, il confine comunale orientale con Buguggiate. Altri corsi d’acqua minori sono impostati, in prevalenza, perpendicolarmente alle aste dei torrenti principali.

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4 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE

Il Comune di Azzate è inserito nel territorio di pertinenza delle Prealpi Lombarde Occidentali, contraddistinto dalla presenza di depositi glaciali e fluvio-glaciali quaternari impostati su un substrato lapideo appartenente alla Formazione della Gonfolite.

Il basamento delle Prealpi Lombarde Occidentali è a sua volta costituito da rocce metamorfiche di età ercinica ricoperte da una serie di corpi rocciosi che rappresentano un lasso di tempo che va dal Paleozoico al Cenozoico. Tale successione è caratterizzata alla base da rocce vulcaniche del Permiano, nella porzione centrale da dolomie e calcari triassici – giurassici e in parte cretacei cui fanno seguito marne, arenarie e conglomerati che occupano parte del Cretaceo e del Cenozoico.

Il settore centrale delle Prealpi Lombarde Occidentali, dove ricade il comune, risulta interessato quasi esclusivamente dalla successione Cenozoica: questa è individuabile in affioramenti limitati e ubicati in corrispondenza di profonde incisioni vallive o di rilievi morfologici, evidenti all’interno di un paesaggio collinare modellato dall’azione glaciale, di cui ne costituisce l’ossatura.

La successione Cenozoica è di chiara origine marina e la Formazione della Gonfolite, costituita da arenarie e conglomerati e affiorante nell’area in studio, ne rappresenta la porzione intermedia di età oligo-miocenica.

La parte superiore della successione cenozoica non affiora nell’area di studio ed è costituita da lembi argilloso-sabbiosi di età pliocenica.

Tutta la serie Cenozoica è stata successivamente coinvolta nelle fasi deformative neoalpine; una chiara testimonianza di questo evento è costituita dalle inclinazioni degli strati della Gonfolite.

Le rocce detritiche cenozoiche sono costituite da clasti derivati dall’erosione della catena alpina emersa: infatti, la Gonfolite è caratteristica per gli elementi granodioritici e dioritici di notevoli

dimensioni (anche metrici), provenienti dal Plutone tardo-alpino della Val Masino – Val Bregaglia (“Ghiandone” – “Serizzo”).

Successivamente, a partire dal Pliocene, le glaciazioni quaternarie, con le loro azioni di erosione, trasporto e rideposizione, hanno modellato ulteriormente il territorio, dando origine alla morfologia attuale.

La storia geologica recente è rappresentata dalla sedimentazione nelle aree a bassa energia dei principali corsi d’acqua e da quella lacuale e palustre.

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5 ELEMENTI LITOLOGICI

I limiti tra le diverse unità litologiche risultano per la maggior parte di tipo interpretativo, a causa dell’estrema eterogeneità dei depositi quaternari e per la presenza di estese coperture eluvio-colluviali e aree urbanizzate.

Limitata è la presenza di affioramenti significativi, principalmente osservabili lungo i tagli stradali e le incisioni dei corsi d’acqua (Roggia Valciasca, Roggia Vecchia, Roggia Roncasnino, Roggia della Fornace).

In questo contesto pertanto si è adottato il metodo morfologico come criterio nella delimitazione delle diverse unità litologiche.

I limiti litologici sono pertanto da considerare come aree di transizione tra litotipi differenti.

Nell’ambito del territorio comunale si sono rilevate le seguenti unità (Tav. n. 1), denominate dalla più antica alla più recente:

Substrato lapideo di origine sedimentaria

- Arenarie e conglomerati (Formazione della Gonfolite) Depositi quaternari

- Limi e limi argillosi con ghiaia e ciottoli (depositi glacio–lacustri) - Sabbia e ghiaia con ciottoli e trovanti (depositi morenici)

- Sabbie limose e limi argillosi (depositi fluvio-lacustri)

- Sabbie medie e fini con ciottoli e massi (depositi fluvioglaciali) - Sabbie e ghiaie con ciottoli debolmente limosi (depositi fluvioglaciali e glacio-lacustri)

- Limi sabbioso argillosi con torba (depositi lacustri recenti)

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ARRENENAARRIEIE EE CCONONGGLLOOMMEERRATATII ((FFORORMMAAZIZIOONNEE DDEELLLLAA GGONONFFOOLLIITTEE) )

Rappresentano il substrato lapideo di età Oligocene – Miocene sul quale si è deposta tutta la serie quaternaria. E’ stata osservata in affioramento lungo l’alveo del tratto iniziale della Roggia Valciasca

(ramo occidentale e centrale), in via Piave ed in scavi di cantiere in Via Isonzo.

Si distinguono due litologie principali:

- Conglomerati ben cementati costituiti da ghiaia, ciottoli e massi anche di notevoli dimensioni (in media 10 – 15 cm), ben arrotondati e privi di alterazione; i clasti provengono dallo smantellamento di rocce ignee (granodiorite e diorite) e metamorfiche dell’entroterra alpino. Questo litotipo costituisce prevalentemente le parti più basse della successione osservabile.

- Arenarie micacee di colore grigio – verde in patina di alterazione, giallo rossiccio in frattura fresca. Il grado di cementazione è localmente debole.

In alcuni punti (soprattutto nel membro arenaceo) si può osservare una evidente stratificazione con immersione verso SE.

LLIIMMI I EE LLIIMMII AARRGGIILLLLOOSSI I CCOONN GGHHIAIAIIAA EE CCIIOOTTTTOOLLII

Sono depositi fini di origine glacio-lacustre costituiti da limi, limi sabbiosi e limi argillosi di media plasticità, caratterizzati da un tipico colore grigio chiaro. Sono presenti elementi di ghiaia e ciottoli subarrotondati. La natura di questi clasti è prevalentemente calcarea con subordinate selci, micascisti, gneiss e quarzo; i clasti carbonatici non sono alterati mentre quelli di micascisto sono talvolta arenitizzati.

Localmente sono presenti delle lenti sabbiose e ghiaiose (poco a S di Cascina Valciasca) di modesto spessore.

Questa unità è osservabile in affioramento lungo gli alvei dei corsi d’acqua principali (Roggia Valciasca, Roggia Vecchia, Roggia Roncasnino, Roggia della Fornace); in particolare, lungo la Roggia Valciasca e la Roggia Vecchia diversi fenomeni franosi ne mettono in luce uno spaccato ideale che evidenzia alcune caratteristiche sedimentologiche (organizzazione in banchi metrici con laminazione piano parallela) e lo spessore di circa 20 – 30 m. Questa unità è documentata anche in alcuni scavi tra le vie Roncasnino e Molinello.

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10 SSAABBBBIIAA EE GGHHIIAAIIAA CCOONN CCIIOOTTTTOOLLII EE TTRROOVVAANNTTII

Si tratta di depositi morenici individuati secondo criteri geomorfologici e tramite l’interpretazione delle foto aeree.

Si tratta di materiali eterogenei, sabbie, ghiaie e ciottoli in quantità variabile immersi in una matrice limosa di colore variabile dal marrone chiaro al marrone rossiccio. I ciottoli presenti, prevalentemente gneiss e micascisti, sono sub-angolari e caratterizzati da un certo grado di alterazione. Localmente sono presenti anche massi di notevole dimensione (fino ad oltre 2 m).

Questi materiali formano dei caratteristici cordoni; nel territorio di Azzare se ne riconoscono due allungati in senso SW-NE, quello più settentrionale esteso da Castello fino a via Cavour, il secondo più meridionale forma i rilievi al confine con Brunello (S. Quirico).

SSAABBBBIIEE LLIIMMOOSSEE EE LLIIMMII AARRGGILILLLOOSSII

Si tratta di depositi di colmamento della depressione topografica allungata in direzione est/ovest nella parte mediana del territorio comunale, avvenuti al termine della fase glaciale. Sono costituiti da limi argillosi e sabbie limose.

Non esistono evidenze dirette sul territorio; il limite geologico è stato pertanto tracciato su base geomorfologica e sulle conoscenze acquisite da precedenti studi.

SSAABBBBIIEE MMEDEDIEIE EE FFIINNI I CCONON CCIOIOTTTTOLOLII EE MMAASSSSII

Costituiscono il substrato sul quale si sviluppa la maggior parte del centro abitato; sono stati osservati in corrispondenza di alcune aree di scavo ed in pochi altri limitati affioramenti.

Si tratta di depositi fluvioglaciali costituiti in prevalenza da sabbie medie e sabbie fini micacee di colore beige con buon grado di uniformità e da rari ciottoli.

SSAABBBBIIEE EE GGHHIIAAIIEE CCOONN CCIIOOTTTTOOLLII DDEBEBOOLLMMEENNTTEE LLIIMMOOSSEE

Questa unità è stata rilevata in limitati affioramenti nella zona di raccordo tra il versante collinare e la piana del Lago di Varese, lungo le incisioni della Roggia Vecchia e del Fosso di via Mascagni.

Sono state riconosciute sabbie con percentuale di limo in genere bassa e ghiaie da poco a mediamente selezionate, localmente con abbondanti ciottoli. Gli orizzonti sabbioso ghiaiosi sono talvolta gradati ed i ciottoli sono ben arrotondati e poligenici, con vulcaniti, gneiss e calcari omogeneamente distribuiti.

LLIIMMI I SSAABBBBIOIOSSOO AARRGGILILLLOOSSI I CCOONN TTORORBBAA

Si tratta di depositi fini contenenti talvolta abbondante materiale organico di origine lacustre; sono stati rinvenuti limitati affioramenti lungo le piccole incisioni formate dai fossi che attraversano la piana a N della S.P. 36. Questa unità occupa tutto il settore settentrionale del territorio comunale, dalle rive del lago fino alla S.P. 36; il limite superiore è stato interpretato in base a osservazioni morfologiche e con l’ausilio delle foto aeree.

Nel documento Studio geologico del territorio comunale (pagine 9-16)